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Lo slogan era accattivante: [...]. Nel 1993 nasceva in [...] la Radio delle Mille [...] dal nome bucolico. I buoni rapporti con [...] Stato, «radio [...] le avevano facilitato le [...] il territorio na-zionale. Anche la redazione era [...] grande facili-tà; [...] qualche firma transfuga della [...] con grande abilità, tra spie e fana-tici. E soprattutto [...] lui, [...] commentatore sportivo molto cono-sciuto. Un geniaccio [...] moderno, un vero ta-lento -dicevano [...] lui -nel catturare [...] e far divertire il pubblico [...] situazione più di-verse. La voce istrionica di [...] si faceva sentire ad [...] giorno e della notte. Cari ascoltatori, buongiorno dunque, [...] piacere per noi ritrovar-vi». Una frase tra le tante [...] in un giorno qualsiasi a partire [...] 1994 quando il [...] di-venta, per un mese e [...] terra di mattanza e la Radio delle mille colline [...] veicolo principale di isti-gazione [...] alla caccia -vil-laggio per villaggio, [...] per casa -del nemico [...] e [...] mo-derato. Diecimila morti al giorno. In totale oltre mezzo [...] -uomini, donne , vecchi e bambini -su [...] abitanti. /// [...] /// Il saluto alle ronde [...] a chi va a compiere la mattanza. Seguono, in genere liste [...] di persone da trovare e massacrare. [...] 1994 contro la Radio delle Mille Colline in Francia si costituiva par-te civile [...] non governati-va con diramazioni in [...] il mondo che da anni si batte per di-fendere [...] libertà di stampa e de-nunciare i crimini contro i [...]. In questo caso la [...] contro un «organo di stam-pa». I reati: genocidio e [...]. Stessa denuncia, con la [...] adotta-ta una risoluzione affinché gli Stati africani [...] ogni mezzo le trasmissioni della radio, venne [...] Consiglio di Sicurezza. La guerra tra [...] e [...] il «se-condo genocidio del ventesimo [...] non sarebbe stato possibile senza il ruolo attivo dei [...] scrivono gli osservatori internazio-nali [...] del massacro. Una verità che vale [...] Difficile [...]. Dal Caucaso [...] Jugoslavia, dal Me-dio Oriente [...] Burundi, [...] area di crisi e di guerra ha [...] della disinformazione. Un vi-rus potente che [...] millennio col suo carico di storia. Anche Hitler aveva il [...] mercenari [...]. E la propaganda è [...] strumento di guerra. Questa realtà [...] riscoperta soprattutto con i [...] e nella ex Ju-goslavia. E abbiamo capito che [...] preparazione dei media, questo distillare [...] e luo-ghi comuni, i [...] forse evitabili, sicuramente meno drammatici [...]. È una lenta e [...] che si realizza in [...]. Il disprezzo, somministrato per [...] da vari giornali in dosi omeopatiche, si [...] esplicito di guerra, com-paiono i nomi delle [...] a «colmare le fosse [...]. Un esercito di mercenari [...] avanscoperta per intossicare gli animi si riallinea [...] morte. In I media [...] (edito in Italia dalle Edizioni Gruppo Abele) [...] ricostruisce le tecniche da combattimento [...] radio. Con toni familiari da [...] moltiplicavano gli aned-doti e i commenti, i [...] messaggi personali, le invettive, i complimenti e [...]. Un flusso ininterrotto di [...] allineate senza fine «tenevano col fiato sospeso [...] che circolavano con la ra-diolina incollata alle [...]. I moderni [...] del massacro erano bravi, in [...] -ri-corda una delle vittime predestina-te, [...] giornalista [...] «di me diceva [...] saputo che le persone che [...] andate da lui non [...] trovato. Dove può essere? Continuate [...]. Lo diceva in modo [...] avevamo voglia di ri-dere come se fosse [...]. Lo scenario cambia di [...] il continente. Nel 1992 Ta-deusz [...] relatore specia-le [...] denunciava il «ruolo negativo [...] ex Jugo-slavia» perché fornendo informa-zioni [...] e incendiarie attizzano il [...] e pregiu-dizio che alimenta il conflitto». Un esempio: [...] stilato dal settimanale croato [...] con tanto di nome, [...] di cinque giornaliste da elimi-nare. La loro colpa: [...] denuncia-to la partecipazione dei [...] stupro di donne come arma di guerra. [...] formula la domanda che tanti [...] per i diritti umani esitano a porsi e cioè: [...] accettare alcune li-mitazioni alla libertà di espressio-ne?». E risponde di sì. Ba-sta utilizzare i punti [...] la legislazione internaziona-le, la Dichiarazioni Universale [...] sottolineano. Strano ro-vesciamento dei ruoli quello [...] nati per lottare contro la [...] e costretti a combattere i «media [...] ad invocare sanzioni e censure [...] un deserto di voci. La loro ricetta non [...] causa Stato e giustizia, leggi repressive e [...] «Anche perché -ci di-ce [...] -gli organi di disinfor-mazione [...] illibe-rali con la complicità di Stato e [...]. La loro ricetta punta [...] sulle leggi internazio-nali, sulla solidarietà tra media [...] Sud e del Nord, su-gli aiuti materiali alla [...] paesi a rischio, su un codice deontologico [...]. Non solo condannare mo-ralmente [...] pe-nalmente i falsi giornalisti, dicono a chi [...] esercita seriamente. La buona informazione, quella [...] Nord [...] la disinformazio-ne, pianta rigogliosa nel Sud del [...] A [...] da vicino, di-cono alla sede [...] che ha il suo [...] Parigi, questa distinzione così net-ta non esiste. In Francia o in Ger-mania [...] via stampa, di ti-po nazista e xenofobo, [...]. Il tifo violento si [...] delle radio. Più sottil-mente, -in Italia, [...] nella grande stampa lin-guaggi e toni «militareschi»; [...] contro i delinquenti, sbarchi di clandestini, coste [...]. [...] entra lenta-mente nella percezione [...] lettore che vive su un picco isolato. Sono completamente diversi i [...] che si scatenano, tut-to sommato sono affidabili [...] i poteri giudiziari o politici che devono [...] infor-mazione in Occidente». Informa-zione da proteggere anche [...] ne condividono i valori, purché non inciti [...]. Un esempio: «Di-fendiamo il [...] della stampa del fondamentalismo isla-mico, condanniamo quella [...] di Maometto fa appello alla violenza». Un crinale difficile per [...] che ogni anno compila [...] di giornalisti am-mazzati, imprigionati, feriti, [...]. Negli ultimi dieci anni [...] 600 giornalisti, oltre mille sono stati perseguitati. Nel 1997 ne sono [...] 94 sono ancora in prigione. I dati sono raccolti [...] estesissima di osservatori e, oggi, anche grazie [...] Internet, [...] regno degli interessi com-merciali, secondo il direttore [...] Le [...] Ignacio [...] grande strumento di democra-zia [...]. Avendo chiaro questo, si [...] Internet è un grande strumento di libertà. A [...] povera come la nostra [...] in-formazioni e appelli da oltre 80 paesi [...] lottando con-tro la censura» dice [...]. Que-sto lo sanno anche [...] La [...]. Le autorità algerine ne [...] pubblicazio-ni. Loro hanno continuato a scri-vere [...] sito Internet di [...]. Vichi De Marchi Dal [...] alla ex Jugoslavia [...] denuncia il ruolo nefasto dei [...] di informazione [...] 2. In alto immagini da [...] difendere la libertà di stampa» di Marc [...] ed. Gruppo Abele Nel Kosovo [...] e albanesi raccontano e alimentano le immagini [...] Pallottole di carta a Pristina A Pristina, la [...] Kosovo, albanesi e serbi non frequentano gli stessi [...]. Ma a Pristina, da [...] la crisi, ci so-no tanti giornalisti. I giornalisti, quelli che [...] hanno i loro interpreti e poiché di [...] caldo e i [...] albanese [...] grandi comodità, usano molto [...] farsi tradurre i gior-nali al tavolino di [...]. Ai gior-nalisti, va da [...] quo-tidiani e settimanali di tutte e due [...] perciò possono capitare, capitano spesso, scene come [...]. Piazza della Repubblica, ore 11 [...]. [...] caffè «serbo» sono fitti fitti [...] tutti occupati. Si conquista qualche se-dia e [...] di raccontare che cosa [...]. A quel punto ci si [...] intorno e si sco-pre che è un grande sventolìo [...] (che vuol dire [...] poi [...] di Belgrado, gli [...] e [...] e ancora il nazio-nalista «Novosti», [...] moderato [...] i [...]. /// [...] /// Finché gli avventori non [...] intrusi sono giornalisti e tutto ridiventa «normale». Poi si tradu-cono i giornali [...] e [...] passa dalla parte [...] al-banese. Quel che sul [...] Ditore» era «il fallimento [...] di Belgrado per ri-prendere [...] intorno a [...] sul «Novosti» è il [...] polizia per liberare dal pericolo delle bande [...] intor-no a [...] i «patrioti» dei giornali [...] su quelli di Belgrado; la polizia «tortura [...] una parte e [...] «arresta e mette in [...] nuocere»; le vittime innocenti sono tutte albanesi [...] tutte serbe su [...]. Il linguaggio è duro, [...] qualche eccezione, molto ag-gressivo. Ogni parte rivendica ogni [...] attribuisce [...]. È la [...] guerra, [...] si fa la guerra. Nel 1940, met-tiamo, tra [...] Londra e di Berlino ci saranno state [...]. Solo che [...] queste pallottole di carta le [...] vende nelle [...] della tolleranza dovuta ai giornalisti [...] sullo stesso ta-volino di bar. La guerra combattu-ta sulla [...] è infinita-mente più sopportabile della guer-ra vera, [...] polvere e di sangue, [...] villaggi poco lontani. È meno cruenta, certo, [...] civile, più ragionevole? È molto difficile, ovviamente, [...] i toni e gli [...] dei «media [...] del conflitto del Kosovo. La crisi co-minciò, [...] perché il regime [...] con il quale la [...] uscire dalle turbolen-ze del [...] jugoslavo e dalle epocali [...] due etnìe, non certo perché, già allora, [...] a predicare secessioni armate o Grandi Albanie. La radi-calizzazione della stampa, [...] un effetto, non una causa della radicalizza-zione [...]. Ep-pure fa impressione constatare [...] i margini della moderazione e della ragionevolez-za, [...] e due le parti (senza contare quelli [...] in qualche modo in causa, la [...]. Se per mesi e mesi [...] quotidiani di Belgrado chiamano «terroristi» gli uomini [...] albanese [...] alla fine, accettare solo [...] che si possa negoziare anche [...] loro, pur se si ammette che è [...] soluzione politica praticabile. E [...] di una presunta «pulizia [...] una regione in cui gli albanesi sono [...] si potrà mai accettare la convivenza in [...] Sono «di più», creati dal linguaggio, dal [...] propaganda, che si ag-giungono alla «guerra che [...] ai feriti, alle violenze, agli stupri. Quanto pesino non lo [...]. /// [...] /// Quanto pesino non lo [...]. (0)
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