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Poi è diventato un [...] ho lasciato» Prete povero testamento miliardario [...] una carriera di «onesto» [...] PISA I parrocchiani, [...] povero, gli passavano abiti [...] portavano vivande già cotte, ma in una [...] pri-vazioni [...] sacerdote era riuscito a [...] un miliardo di lire, che ha poi [...] testamento a mis-sioni africane, ad alcuni istituti [...] altre parrocchie. Don Ottorino Guerrini, parroco [...] Le [...] (una frazione di Ponsacco), [...] 75 anni do-po essere riuscito a raggranellare [...] e 694 mila in con-tanti, che [...] testamenta-rio ha devoluto come [...] sacerdote. Il parroco ha stu-pito tutti [...] concittadini, abituati a [...] vivere nella più nera mise-ria, [...] in modo dimesso e alla guida di una vecchia [...] a tre ruote. Sembra che la grossa [...] sacerdote non sia solo il frutto di [...] privazio-ni, ma anche di vincite che Don Ottorino [...] grazie a lotterie e al totocalcio in [...] era parroco a Lar-ciano di Pistoia. RE [...] tondi, di mente fresca [...] come un gio-vanotto. Gli piace parlare, rievocare [...] bicchiere quella fetta di vita consumata su [...] i monti [...] in [...] in cui si era [...] e lui sfidava le fucilate e le [...] «non per arricchirmi, ma per avere da [...]. Di quando in quando, di [...] il cespuglio delle sopracciglia, scruta [...] per [...] sul viso [...] delle sue parole. Vive insieme a una sorel-la [...] margini [...] di Re, Co-mune della val [...] a 700 metri di quota [...] in vista della frontiera elvetica, in una cascina malandata. Un pezzetto di terra [...] di capre. Conduce la vita «tran-quilla» [...] pensio-ne piccola piccola) col ricordo di tante [...]. E non gli fa [...]. Non [...] lavoro «Guardi che non [...] solo la terza elementare. Però, se proprio vuole, [...] ho di cose da raccontare. Sa [...] è, a fare quel mestiere [...] ne vedono di cotte e di crude, una volta [...] bene, una volta va male. Eh, quante avventure! Senta, ma non sembrerò [...] pubblicare il mio nome? [...] che tanto ormai lo [...] stare tutti in vetrina. Dunque, vuol sapere quando [...] Da ragazzo, a 16 o 17 anni. Era [...] del lavoro, ma lavoro quassù [...] ce [...] nè tanto nè poco. Persino mio padre che [...] forte, un gi-gante, doveva stare mesi e [...] mani in mano. In casa, oltre me [...] sette sorelle, e quando [...] a visitare mia madre che era sempre [...] i salti mortali per [...]. Avevamo un [...] di campa-gna, ma questi [...] non rendono, se la stagione era sec-ca [...] lo sognavi. Per farla breve, il contrabbando [...] valvola per [...] campare. [...] sia-mo a un tiro [...] Svizzera, sulla strada per Locarno, e allora [...] fare lo spazzacamino o trovavi il modo [...]. Nei primi tempi ho [...] i miei non voleva-no perchè era pericoloso. Poi, quan-do sono stato [...] paio di uscite alla settimana. Portavamo un [...] di tutto, ma soprattutto [...] e si rientrava coi sacchi pieni di [...]. Il traffico era organizzato [...] la roba a qualcuno che pa-gava [...] e portava via. Il gua-dagno era discreto, [...] una fatica da bestie, dodici o anche [...] marcia con 30 e più chili nella [...] sentieri da capre». Sape-vamo [...] i posti di vedetta della [...]. Per non farci sentire, [...] lì vicino ci toglie-vamo gli scarponi chiodati, [...] in una specie di pedule fatte di [...]. Il rischio però andava [...] conto, fino a tre anni di galera [...] braccio alla finanza o alla milizia; ma [...] di lasciarci la pelle perchè se gli [...] tiravano col fucile. Ho sem-pre in mente uno [...] Malesco che [...] perso durante una traversata, non [...] mai più trovato. Chissà che fine ha fatto? Un mio coscritto, pove-raccio, è annegato in una pozza [...] mentre scappava inseguito dai doganieri. Ma [...] sa, [...] scampata per il rotto della [...] nel [...] preso i fascisti e [...] portato in paese, ne avevo [...] davanti e uno dietro che per ac-cendersi la sigaretta [...] messo il mi-tra a tracolla; con la coda [...] me ne sono accorto, ho [...] il sacco per terra e sono filato via alla [...] o la spacca. Sulla casa [...] nella piazza, sopra il Santuario, [...] sono rimasti i segni della raf-fica. Mi pare di [...] ancora quei proiettili che mi [...] dietro. Sembra strano, eppure andando [...] per queste monta-gne fuori mano, si poteva [...] nel mondo. [...] della conquista [...] quan-do gli altri paesi punirono [...] con le sanzioni, cominciò a scarseggiare un [...] di tutto, e così i [...] chiuse-ro prima un occhio e poi tutti e due [...] faceva comodo che portassi-mo roba. Eravamo diventati una specie di [...]. A [...] un ti-zio [...] messo in grande, si [...] e poi rivendeva nelle città. Lui sì è diventato [...]. Pensi che una maestrina [...] si mise a fare viaggi anche lei [...] poi, guarda un [...] come va il mondo, [...] con un graduato della finanza». Avevo ami-ci in Svizzera, [...] ho vissuto di là, poi di nuovo [...] tanto sapevo che non [...] per cercare me e comunque avrei potuto [...] per nascondermi. In quel periodo, senza [...] gli svizzeri stringevano la cinghia, il riso [...] manna per loro. Le nostre donne andavano in [...] a [...] alla borsa nera nel Ver-cellese [...] nel Novarese, [...] una più del diavolo per [...] e noi lo portavamo di là. Si passava il confine [...] di notte, approfittando del momento in cui [...] del turno alla do-gana, o magari della [...] agente. Un grosso danno per me, [...] non volevo [...]. Mentre mi portavano a [...] feci un buco nel [...] co-sì il riso si perse quasi tutto. Quando arrivammo al comando allora [...] che [...] loro, ma feci scena, riuscii [...] e non mi dettero troppi [...]. Giacché ci siamo le rac-conto [...] di [...] volta che [...] preso, ma quella fu pro-prio [...] situazione buffa, una mez-za presa in giro. Si era organizzato di passare [...] otto e, dato che mi consi-deravano un [...] il capo, avevo rac-comandato di [...] divisi in due gruppi, quattro e quattro, per dare [...] e perché se fosse andata [...] non ci avrebbero preso tutti. Io stavo coi primi. A un certo punto, [...] mi sono ac-corto che gli altri erano [...] noi, come fossimo stati una co-lonna unica. Allora mi sono girato [...] detto che non era prudente, che dovevano [...]. [...] stata una spiata, sapevano tut-to [...] nostra spedizione, quanti eravamo e con quale merce. /// [...] /// Aveva-no paura di essere [...] cercavano qualcuno che li ac-compagnasse oltre il [...]. Uno si rivolse a [...] me la sentii di [...] da guida: sapevo che [...] parlato con altri, se la voce era [...] di essere sorpresi e messi al muro [...] Brigata [...] e dai crucchi diventava troppo grosso. Mi ricordo di un [...] ten-tato di passare di là con la [...] sentito male ed era morto nella traversata: [...] cimitero, quando il corpo venne spogliato tro-varono [...] sotto la camicia. Che scalogna! Non era proprio il [...] momento, di mettersi a fare il furbo. Voglio dire che, anche [...] da portare e poco si guadagna-va, se [...] rischiava meno di finire ammazzati. Ho durato ancora un [...] poi, negli anni cinquanta, ho [...]. Non erano più i [...] dei miei amici. Non era più il [...] merci oneste che in fondo non faceva [...]. Cominciavano a circolare certi [...] lunghi così, che volevano guadagnare tanto con [...] traffici balordi. Allora mi sono tirato [...]. Ogni tanto in-contravo i vecchi [...] quelli che [...] fermato più di una volta [...] riso e col sale, e si andava a bere [...] una birra. E si rideva». Giuseppe [...] detto [...] racconta trucchi e segreti [...] il contrabbandiere. Su è giù dalla Val [...] alla Svizzera carico di [...] riso [...] caffè e tabacco al [...]. E allora non era [...] per me». Così [...] ha finito [...] la vi-ta come operaio. PIER GIORGIO BETTI Senza [...] in carcere» MILANO Ha [...] di [...] in car-cere in attesa [...] lavoro, un giovane cinese di circa 19 [...] agenti dopo avere compiuto una rapina in [...] cui vive una donna sola, in via Paolo Sarpi, [...] Mi-lano. Il ragazzo, entrato [...] della donna scavalcando una finestra, [...] costretta, con la mi-naccia di una bottiglietta di birra, [...] il denaro in contanti che [...] nel portamonete, duemi-la lire, alcuni monili di poco valore [...] una carta di credito. Con la carta, senza [...] segreto, ha tentato subito do-po di ritirare [...] un vicino Bancomat e, non riuscendovi, ha [...] a una guardia notturna e poi ha [...] direttamente alla donna che poco prima aveva [...] questa, nel corso della rapina durata circa [...] di [...] agitato. [...] di questa, che nel frat-tempo [...] dato [...] ha tro-vato la polizia che [...] ha fermato, [...] poi a piede libero . In questura, con [...] di un inter-prete, il [...] senza docu-menti, ha detto di essere arrivato [...] Milano [...] una decina di giorni. Agli agenti ha chiesto [...] per un [...] in carcere, in attesa [...] trovato un lavoro. [...] Fabio Cecchetto, emigrato in Germania, [...] cremato senza un riconoscimento ufficiale Morto 3 [...] genitori lo sanno per caso Maestro di [...]. Era accusato di inquinamento [...] CAGLIARI Hanno saputo della morte di Fabio a di-stanza [...] da un giornale locale e dopo che [...] stato cremato senza che nessuno dei parenti [...]. [...] episodio ri-guarda un giovane [...] Germania quindici anni fa, ori-ginario di Arbus [...] provin-cia di Cagliari, deceduto ai primi di [...] ospedale di Berlino, senza che nessuno si [...] avvisare la famiglia residen-te in Sardegna. Fabio Cecchetto aveva 33 [...]. Quarto di nove figli [...] terra e i suoi [...] 17 anni insieme con due amici che [...] fortuna in Germania. [...] i contatti erano frequenti, Fabio [...] stare bene e di [...] trovato lavoro come pizzaiolo [...] Berlino, [...] i viaggi in Italia si erano diradati [...] non tornava più ad Ar-bus da cinque [...] telefona-te erano più frequenti: [...] ad aprile. Diceva di non avere [...] tutto procedeva per il meglio. Poi mesi di silenzio [...] quasi casuale della [...] morte da parte dei [...] fratelli. Ma di che è [...] Fabio [...] perché una volta ricoverato in ospedale, nessuno [...] di avvisare la famiglia sulle sue condizioni [...] Ma soprattutto perché è stato cremato prima che [...] al ricono-scimento ufficiale? E ancora, sono proprio [...] Fabio Cecchetto le cene-ri che solo adesso saranno recupe-rate [...] per la Germa-nia? La vicenda sconcertante ha [...] di un «giallo», da quando il periodico «Il [...] di San Gavino Monreale (Cagliari) ne ha [...] partico-lari e da quando tutta la popolazio-ne [...] Arbus [...] stata informata da un necrologio murale della [...] concittadino. Fabio Cecchetto secondo il [...] stilato dai responsa-bili [...] di Berlino e man-dato [...] civile della stessa città, ha cessato di [...] giugno scorso. Solo il 4 luglio [...] il certificato al Con-solato generale [...] a Berlino: un mese [...] autorità italiane in Germania fossero avvisa-te del [...] connazionale, senza spiegazioni sul perché di un [...]. Intanto il corpo di Fa-bio [...] stato cremato e racchiuso in urna: impossibile il riconoscimento [...] chiunque, anche se [...] dice di [...] ricostruito [...] sulla base dei documenti che [...] indosso al momento del ricovero. Altro lungo black-out e [...] Consolato viene tra-smesso al Comune di Arbus. I di-pendenti [...] anagrafe del Comune non [...] infor-mare i familiari dei defunti, neppu-re se [...] si limita-no a registrare il documento. Anco-ra una volta nessuno [...] do-vere di avvertire almeno i carabinie-ri che [...] incaricano del pietoso ufficio e così la [...] fino alla fine di ago-sto, quando il [...] appresta a pubblicare, come sem-pre, le variazioni [...] vicino Cagliari. Così si viene a [...] Fabio è morto e che i fa-miliari non [...]. A qua-si tre mesi [...] Fabio Cec-chetto «Il provinciale oggi», ne mon-ta [...] esce con [...] straordinaria. Ufficialmente la fami-glia Cecchetto [...] stata in-formata [...] decesso del congiunto, né [...] Consolato, [...] dal Comune, né dai carabinieri. [...] si potrebbe dire, se [...] suscitasse qualche dub-bio in più, visto che [...] sta-to il riconoscimento del corpo del giovane [...] ceneri [...] potrebbero non appartenere af-fatto [...] Fabio. Ora i fratelli sono [...] Germania [...] cercare qualche spiegazione su come possa scom-parire [...] cittadino italia-no e dovranno anche cercare il [...] ceneri di Fabio sono sta-te portate. Perché anche questo per [...] mistero. È morto in un [...] Berlino il 6 giugno scorso, ma i familiari [...] Arbus, [...] provincia di Cagliari, [...] appreso solo alla fine [...] un giornale locale. Fabio Cec-chetto, 33 anni, [...] Germania giovanissimo, ar-rangiandosi in vari lavori. [...] telefonata a casa ad [...] che tutto andava bene poi più nulla. Nessuna autorità in tre [...] i genitori e i fra-telli che Fabio [...] che il corpo è stato cremato. LONDRA Uno degli ultimi [...] corna-musa scozzesi ha deciso di lascia-re la [...] accusato dai vicini di far troppo rumore, [...] a vivere e suonare il suo strumento [...] Usa. Il ventottenne musicista di [...] una città a oltre [...] nord di Londra, si è trovato a [...] de-cisione dopo che i vicini di casa [...] comunale dicendo che la [...] poteva sentire fino a 800 metri di [...]. Gary Stronach, uno degli [...] e professori del rusti-co strumento, ha detto [...] che è ridicolo defini-re il suono della [...] soprattutto in Scozia dove è lo strumento [...]. Gary, che suona lo [...] aveva 11 anni e oggi si esercita [...] al giorno, è stato il principale inse-gnante [...] College di [...] fino a poco tempo [...]. Ora ha accettato di [...] raro strumento alla [...] Dominion [...] in [...] Virginia, dove si recherà [...]. Le autorità americane, ritenendo Gary [...] interprete di musica folclori-stica», gli hanno già [...] di soggiorno. In vista della partenza, [...] commentato: «Sono mol-to amareggiato di dover lasciare [...] Scozia [...] fare questo lavoro. È il mio paese [...] duro partire. Ma per me sarebbe [...] lasciare la cornamusa. È la mia passione, [...] mio lavoro». /// [...] /// È la mia passione, [...] mio lavoro». (0)
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