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Ma non è di [...] che vogliamo parlare. Abbiamo infatti tra le [...] introvabile, stampato nel 1985 da Liguori con [...] di Antonio Palermo, [...] della maremma, in cui [...] tutte le prose di Puccini scritte tra [...] il 1935, che hanno per oggetto la [...]. Per noi che abbiamo [...] specie di storia dei cieli [...] cieli in cui si [...] linee di un vasto paesaggio [...] si tratta di un [...] interesse, a cominciare da quel termine, maremma [...] minuscolo. Una scelta, questa, che [...] tratto di penna, [...] monolitica, e non di [...] chi maremmano non è, spesso si trova [...] Ma-remma. Una scelta che, piuttosto, [...] delle ma-remme che la letteratura ci ha [...] complementari, ed ottocentesche, di Carducci e Fucini, [...] Toscana meridionale, la più povera, che ha trovato [...] pagine di Bianciardi e Cassola, per arrivare [...] etrusca e mezza me-dievale, [...] del poeta [...] Vincenzo Cardarelli. Puccini ce ne offre [...] an-cora. Quella che si disegna nella [...] Fenomeni di maremma: «Quantunque immensa e deserta, la maremma [...] è senza confini. Il paese di Ischia [...] Castro [...] con pochi altri centri abitati si stacca [...] e col-tivata per protendersi verso la re-gione [...] case, la delimita ad est; e ad [...] la terra si perde, bassa e neb-biosa [...] il ma-re. Tra il mare e questi [...] la maremma è quasi cinta dai monti e [...] della bassa Toscana, da un [...] da quelli di Canino [...]. ECCO, ALLORA, il [...] dei [...] convinto che il Signore abbia creato la Ma-remma per [...] esclusiva tribolazio-ne; ecco, quindi, [...] sel-va del Lamone, chissà quante [...] violata dai briganti, come quel [...] eroe di [...] povera, diffi-dente e un [...] ribalda, che si ap-presta a [...] pare in magna pompa, il centenario; ecco, tra i [...] paesi, Sovana, col «Duomo augu-sto», la [...] leggenda di sangue ed il [...] mitico passato di opulenza e li-bertinaggio; ecco, infine, le [...] necropoli etrusche, sospetto di [...] prosperità dentro la nera miseria [...] presente. È, questo di Puccini, [...] vale come piccola ed allegra epopea del [...] occa-sione di redenzione, quanto più le circostanze [...] dif-ficile e problematico. Ma quel che più colpisce [...] tali racconti, per uno scrittore che è sta-to sempre [...] come un pre-cursore del Neorealismo, è il conti-nuo scatto [...] una fantasia che pare [...] proprio in forza [...] e silenziosa solitudine che [...]. Non a caso, capitale [...] immobile e misteriosa, sembra essere Castro, la [...] da Innocenzo X nel 1649, capitale [...] duca-to, quella in cui, [...] Vasari, Sangallo fece costruire i suoi edifici [...]. Di Castro, del suo [...] desolazione, della far-nesiana utopia di potenza che [...] restano oggi, come al tem-po in cui [...] Puccini, poche ed indecifrabili rovine. Il suo miraggio accende [...] febbre le migliori pagine di questo libro. TUTTO COMINCIÒ come il [...]. Soffiava una brezza leggera, e [...] mio volto apparvero lievi [...] esantematiche. Era il vento del [...] un lungo fiori-re di minuti malanni. Da allora il corpo [...] fruttificare e fu un orto di piccoli [...]. Mi frollo, mi spezio, [...]. Con un lunghissimo brivido, [...] si vanno succedendo, onda su onda, mu-tando [...] cui sono com-posto. Ma tutto così gradualmente, [...] dolcemente, da con-servare pressoché immutata [...] che via via colmano [...]. Io stesso, dunque, costituisco [...] di tanti anni fa, ma nutrito di [...] sillabe alterate. Sono un esercito nel [...] dove i rincalzi subentrano a chi ca-de, [...] rattoppato con la [...] stessa stoffa, un rammendo [...] di carne, «molecole su e giù come [...]. Ma basta, è già [...] e [...] scosso, si piega col-po [...]. Rimedierò con un sog-giorno [...] Gran Sasso [...]. Verso gli anni Sessanta, [...] restava fuori mano e [...]. /// [...] /// Alloggio [...] albergo da cui venne [...] Mussolini imbelle, patetico fantoccio del brutale Otto [...]. Se ripenso a quelle [...] vuote, a quel [...] pietroso e sonoro, non [...] il volto emaciato, la debo-lezza fintamente altera [...] ridotto a prestanome. Sem-brava il [...] ritratto da [...]. Come il pupazzo colorato [...] di donne scagliava in aria, [...] rimbalzare su un panno [...] a sor-ridere, senza riuscire a chiudere il [...] sguardo con quello di qualcun altro. /// [...] /// Non fa-ceva contatto. Intanto hanno inizio le [...] e la tosse si fa meno convulsa. Mi vedo in piedi, [...] sfondo già più verde del solito. Ma ancora nazisti, li sento, [...] adesso pare una scena di Tutti insieme [...]. Natura a iosa, però [...] di ansia, di asma. Lente escursioni familiari nel [...] ritorno, calcetto balilla. Torna, almeno nel nome, [...] del Duce. [...] trascorro ore intere curvo sulle [...] con qualche cameriere consenziente. In una [...] vasta come un hangar, [...] altissi-ma, sgrano quei pomeriggi votati alla mia [...] restau-ro del respiro. Rimbomba la palli-na, ticchetta [...] deserti che videro il raid tedesco, cade, [...] polverosi. Ma io, starò guarendo? Poi, [...] dopo, la let-tura di una notizia che [...] cuore di quella medesima montagna, [...] di un laboratorio nucleare. /// [...] /// Come legare, adesso, la [...] Mussolini, e [...] dei quark? [...] forse un biliar-dino di [...] sotto terra? Oppure i cal-ciatori di plastica [...] blu, equamente infilzati sulle lan-ce [...] si disputano la testa [...] Puzzone [...] azteco, di-co? Riti sacrificali, iniziazioni, la morte [...] del cosmo. Oppure: Le rovine di Cascia. Un teatro del mondo [...]. E ancora, il Kurt [...] che sbuca nella Maiella [...] destinato al macello (e lui stesso, del [...] avorio, e dunque, lui calvo, palle da [...]. Eccolo, è un Marlon Brando [...] mima il Ramo [...] e insieme mi ricor-da [...] Capo». Ma questa è già [...] storia. Era detto co-sì quel [...] amico fascista, con aria circospetta, mi mostrò [...] controluce. Si trattava di un [...] pomello per le tende del soggiorno, che [...] il profilo tabù del solito viso. Era la silhouette di Capoccione, [...] bronzo, questa volta. Che aria di complotto, [...] totem nel pirolo, il Sacro Volto dentro [...]. O forse che, per qualche [...] sciarada, [...] il gioco di parole [...] Come nella lettera ru-bata di Poe, la famigliola italiana nascondeva il suo segreto [...] palmare. Ti costringeva a [...] tuo mal-grado: «Tira le [...] un alzabandiera). /// [...] /// Solo più tardi venne [...] un bu-sto di bronzo in scala uno [...]. Mi trovo nello studio [...] della medicina, che deve sistemarmi un vecchio [...]. Mi scruta sotto lo [...]. Non [...] dubbio che al tem-po [...] quella da cui proviene questa copia, il [...] lontano dal ratto del Gran Sasso. Alla luce del suo [...] traco-tante e incolume mette pena. Scapperà travestito da soldato; pagliaccio, [...] sospinto in aria. /// [...] /// O forse era trave-stito [...] sta la tragedia: [...] al di sopra delle [...] al di sotto delle proprie responsabilità. Ma-scherato da donna, dice [...]. Possibile? Ma forse è [...]. /// [...] /// Come [...] sul serio? Resta sempre [...] nei suoi occhi, anche se bur-beri. Dài, non scherzare. Invece lui scherza col [...] mano al [...] di Chaplin. Ora capisco [...] del pomello. È il suo volto [...] Loreto, atroce contrappeso di un [...] appeso a testa in [...]. Quar-ti di bue, pipistrelli [...] tralcio mistico che beve la luce del [...]. E poi sempre quel [...] testona da isola di Pasqua: la pietra [...] la stele di Rosetta, [...] Gran Sasso di un [...] in preda [...]. Altro che Sansone: la [...] in quel cranio polare (potenza e prepotenza [...] lunghezza, larghezza, dolcezza), magnetico -un bucranio capace [...] famiglie, mentre dietro, pizzetti e manganelli, le [...] in camion. /// [...] /// Infinita pietà del bambino [...] la morte). Lui, però, niente; non [...]. Anzi, nessuno che lo [...]. Perché, se avesse saputo, [...] ogni cosa. La [...] bono-mia lasciava sempre aperto [...] questa è la peggiore delle ignominie: lasciava [...] , tutto sommato, alla fine sarebbe stato [...]. /// [...] /// Era paterno, e per [...] macellava il proprio re. La scure inglese su Carlo II, [...] ghi-gliottina, su Luigi sedici, e adesso noi, [...] fran-cesi. Ecco perché mi ossessiona la [...] testa! [...] clande-stina, tremebonda, pudica. Tor-tuosi e nevrastenici, incapaci [...] capo, abbiamo con-cluso con la testa [...]. Senza [...] però, senza spor-carci le mani. /// [...] /// Comun-que sia possiamo finalmente [...] europei, con buona pace di Saba e della [...] idea di un paese sol-tanto [...]. Dopo Romolo e Remo, [...] Contra [...] e il no-stro ingresso nella Cee, vale [...] Mercato Unico del Padre As-sassinato. Ma vengo al bronzo. Per farla breve, mentre il [...] mi fissa , il diagnosta ritiene necessario pre-scrivermi una [...] magneti-ca. /// [...] /// Un me-se dopo siedo [...] aspetto il turno per [...] quando il radiologo, cui [...] mia richiesta con tutti i dati, torna [...]. Ignoro io for-se di [...] Intendo fin-gere di non avere viti in [...] Non sono a conoscenza [...] accadrebbe affrontan-do un esame elettromagnetico? Si narra [...] ad-dosso e sradicati, a decine di me-tri [...]. Braccia divelte, polsi lacerati. Un operaio che [...] en-tra in sala con [...] ferro in mano, e quello che si [...] e lui spazzato via come un fuscello. Ossia? Ossia, che se [...] cubicolo, steso come un faraone che af-fronta [...] tempo, le viti si sviterebbero [...] imbocche-rebbero la strada di [...] andrebbero via calamitate, astro-navi rotanti [...]. /// [...] /// Non ho mai più rivisto [...] lumi-nare. Né lui, né il [...]. Non sono più tornato [...] Gran Sasso. Eppure continuo a [...] perché [...] di Mussolini sembra quella di [...] martire cristiano. A testa in giù. /// [...] /// Troppo segreta e in-sieme [...] esibita e insieme poco segreta. /// [...] /// Priva di decisio-ne come [...]. O più sem-plicemente rovesciata, [...] la salma: timida nel pro-clamare, spietata nel [...]. Non mi interessa la storia, [...] i miei mali, le sue [...] i nostri calcoli: la renella [...] so-gno. Io ho trascorso [...] in-sieme a [...]. Io sono nato dopo [...]. Soffiava una brezza leggera, e [...] mio volto apparvero lievi [...] esante-matiche. Era il vento del [...] un lungo fio-rire di minuti malanni. Da allora il corpo [...] frutti-ficare e fu un orto di piccoli [...]. Sulle ali della malattia [...] il Gran Sas-so, il calcio balilla e [...] balilla; Mussolini, la famiglia e il profilo [...] Maiella, [...] lì vicino. VALERIO MA GRELLI Mussolini [...] di guerra in divisa da balilla dal [...] «Mussolini. Album di una vita» Rizzoli GRANDI MOSTRE Le incisioni di Tiepolo a Rotterdam [...]. Matthew Spender, scultore dei [...] film di Bertolucci «Io, Bernardo e il [...] che non [...] DAL NOSTRO INVIATO STEFANO MILIANI [...] IN CHIANTI Tra i vigneti del Chianti classico, [...] con giardino, gatti e pavoni, vive e [...] Matthew Spender, scultore inglese, figlio dei uno dei principali [...] XX secolo, Ste-phen Spender, scomparso non molto [...]. Alto come lo era [...] «Matteo» -così lo chiamano nel paesino di San Sano [...] studio e vista sui vigneti con la [...] Maro [...] pittrice, figlia del pittore [...]. Vivono nel Chianti dal [...] ne avevano riscoperto la bellezza oggi tanto [...]. La bellezza narrata da Bernardo Bertolucci [...] suo ultimo film Io ballo da sola, [...] che si possono ammirare sono proprio quelle [...] Spender [...] figure o gruppi di figure, che risentono [...] Novecento italiano e del ritorno figurativo del primo [...] Europa. Ora saran-no le mattatrici [...] mo-stra agli [...] Leonini di San Qui-rico [...] nel senese, «Forme nel verde», [...] in [...] dal 31 agosto al 3 novem-bre. Arrivata alla [...] edizione la mostra includerà una [...] della fornace [...] di San Quirico che sfornò [...] e ceramica dal 1693 al 1795. Spender, autore di un [...] anno fa da Penguin, [...] lavora la terra-cotta con [...]. Non faccio bronzi perché [...] ad altri artigiani, mentre è importante lavorare [...]. Quando si assumono di-pendenti si [...] una piccola [...] si smarrisce il piacere di [...]. Il suo stile è [...]. Per quali motivi e [...] guarda? Sì, modello figure, di solito a [...]. Il che facilità una [...] proprio corpo e quello che si osserva. Perché la scultura è [...] di chi la crea e, si spera, [...] guarda. Tra i modelli direi [...] molto agli etruschi, allo scultore italiano di [...] Arturo Martini, un [...] meno a Mari-no Marini, [...] Mario [...]. Nessun riferimento [...] Eppure nel XX secolo [...] si è fatta valere. No, la scultura anglosassone [...] granché. Gli inglesi hanno un [...] a causa dei movimenti [...] Enrico VIII, poi con la guerra civile [...]. Che rapporto ha lei con [...] sue ope-re? Un rapporto sensibile. Prima nasce [...] da un qualcosa che ho [...] o toccato. Può nascere anche da [...] uno sguardo lascivo. Poi, con calma, riecheggiano [...] o desiderate, perché il pos-sesso sta nella [...] nella conquista [...]. Quin-di gli artisti in [...] nel loro rapporto con le cose. Per-ché la vera realtà [...] og-getti del mondo. Come si è trovato [...] sue sculture al servizio del film di Bertolucci? Bene, [...] Bernardo voleva che le sculture [...] protagoniste mu-te della storia [...] un compito: fingere di ascoltare, parte-cipare. Devo riconoscere che le [...] comportate molto bene, hanno conservato una certa [...] altri e creato un ponte tra il [...] personaggi. Per que-sta partecipazione ho ricevuto [...] dove il film esce il [...] agosto: mi hanno quasi accusato di dare [...] di-storta degli anglosassoni che vivo-no [...] Chianti. Ma Bertolucci era in-teressato [...] di bellezza; e poi diciamo la verità, [...] una comunità an-glosassone nel Chianti. /// [...] /// È vero invece che [...] con una «banda» di amici artisti: ci [...]. Ci sono Rafael Bueno, [...] Firenze, Giovanni Ragusa, Ruggero Savinio, pittore e figlio di Alberto, [...] Roberto Barni, i nordamericani Frances [...] pittrice, e [...] pittore. Siamo un gruppetto, e Phi-lippe Daverio [...] il nostro riferi-mento e gallerista prima che [...] Comune di Mila-no. Vivere nelle colline chiantigiane [...] lei? Sì, molto. È un territorio costruito [...] la zappa, è un omaggio alla vita [...] razionalità del tardo rinascimento. Anche se la civiltà [...] scompar-sa, moltissimi hanno il loro orto, so-no [...] pentiti. In-fatti è [...] che voglio morire. Vorrei lasciare il corpo [...] di Sie-na. Ma chissà, forse il [...] Gaiole la prenderà come [...] mortale! Il più importante pit-tore [...] X VIII secolo, di cui corre [...] il trecentesimo anniversario della [...] cen-tro di numerose mostre commemo-rative cui ora [...] quella di Rotterdam. Il Museo [...] ha messo insieme pezzi [...] dai musei olandesi e [...] di Parigi: offre [...] del Tiepo-lo soprattutto come [...]. La mostra consta di [...] cinquanta incisioni e diciotto dipinti. È stata inaugurata il [...] resterà aperta fino al 20 ottobre. Con le opere del Tiepolo [...] anche quelle dei suoi fi-gli, Domenico e Lorenzo, [...] alcuni dei suoi seguaci. /// [...] /// Con le opere del Tiepolo [...] anche quelle dei suoi fi-gli, Domenico e Lorenzo, [...] alcuni dei suoi seguaci. (0)
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