VAN [...] uscito [...] si fermò cercando di capire [...] cosa potesse essere accaduto. [...] pareva immutato. Le foglie tremolavano al [...] gentile. Il sole sembrava essersi posato [...] cima di una montagna. [...] dedusse dalla [...] posizione che ci si trovava [...] di un nuovo mattino e che pertanto egli doveva [...] dormito almeno una dozzina di ore. La bianca luce abbagliante [...] tutta la valle. [...] dagli alberi e dai [...] lampeggiavano lucenti, sembravano danzare. A quanto pareva, egli si [...] in [...] perduta [...] del deserto marziano. [...] sì, [...] rifletté amaramente, ma non per [...] umani. Per lui, [...] coi suoi frutti velenosi, [...] miraggio complicato da tutte le torture di [...] e cautamente spiò nella [...] dormito. Il getto gassoso era [...] traccia alcuna di odore e [...] era fresca e pulita. Indugiò sulla soglia, con una [...] idea di fare un esperimento. Vedeva mentalmente [...] di un marziano, morto [...] quale infinità di tempo, disteso pigramente sul [...] mentre un sedativo chimico gli veniva spruzzato [...]. Il fatto che la [...] letale per un organismo umano non faceva [...] differenza inimmaginabile che doveva correre tra [...] e la vita diffusasi [...] Marte. Ma evidentemente [...] una sola spiegazione per quel [...] di gas: la creatura misteriosa era avvezza a fare [...] doccia mattutina. Entro la « stanza [...] si calò coi piedi [...] fondo dello scomparto. Quando fu con le anche [...] dal soffitto un getto di [...] giallastro gli colpì direttamente le gambe. In gran fretta, [...] si trasse fuori dallo [...]. Il gas cessò bruscamente, [...] cominciato. Ripetè la prova, per [...] che si trattava di un sistema automatico. Il getto riprese, cessò, [...]. Le labbra di [...] tumefatte dalla sete, si [...] espressione di interesse e di stupore. Pensò: «Se esiste un processo [...] possono [...] altri». Col fiato grosso, si [...] attigua. Con molta cautela calò [...] uno dei due scomparti. ///
[...] ///
Con molta cautela calò [...] uno dei due scomparti.