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Venerdì 17 giugno [...] di casa, quella mattina. Leopoldo sapeva che non [...] più tornato indietro. Il giorno prima era [...] compleanno -il suo ottavo compleanno -ed era [...] tristissimo. Aveva chiesto in regalo [...] desiderava da tanto tempo: delle scarpe da [...] se viveva in città, gli piaceva moltissimo [...]. Quando correva sentiva [...] in faccia e si [...]. Purtroppo però aveva poche [...] anzi -a parte [...] di ginnastica a scuola [...] proprio ! A lui sarebbe piaciuto [...] campi o sulla riva del mare. Tanti suoi compagni di [...] settimana, andavano con i genitori in campagna, [...]. Né a suo padre [...] madre piaceva andare fuori dalla città. La mamma era terrorizzata [...] dai ragni e il papà era molto [...] il tempo libero lo trascorrevano a casa, [...]. Quando, al posto delle [...] erano comparsi due volumi dalla copertina lucida [...] fatta più ed era [...] rabbiosi. Sul volto dei suoi genitori [...] era stampata una grande delusione. Leopoldo li aveva scaraventati per [...] con rabbia e sbattendosi la [...] etile spalle, si era rifugiato [...] Stanza. Prima libri morbidi di [...] : con grandi disegni e poche parole, [...] libri con tante parole e pochi di-, [...]. Alzando lo sguardo dal [...] Leopoldo non riusciva a vedere altro che [...] pieni di libri e, di tutti : [...] ce ne era uno solo che ; [...]. Poco più tardi, quel [...] mamma con vo-ce suadente, da dietro la [...] vitato ad andare a spegnere le candeline [...] aveva gridato: [...] : voi»! Si sentiva [...] e rabbioso. Gli pareva impossibile che [...] genitori, dopo otto anni di convi-venza, non [...] che a lui, ; dei libri, [...] importava proprio ; niente. A loro piacevano [...] ma non era détto che [...] questo dovessero [...] piacere anche a lui. Appena guardava quella superficie [...] sgorbi ; neri, la testa cominciava a [...]. Il dottore gli aveva [...] fatto giocare con dei [...]. Gli tolga quelli,. A quelle parole Leopoldo [...] ma, anche se i [...] fatto, sarebbe stato completamente [...] già sul pianerottolo e 16 psicologo era [...] porta. Allora aveva manifestato il [...] mamma: «Ma io guardo poco la televisione» [...] salendo in macchina. Da quel giorno, per [...] i suoi genitori avevano preso dei drastici [...]. La televisione era stata [...] sacco nero della spazzatura e sigillata con [...] tre lucchetti. Ogni mattina, prima di [...] la mamma gli spolverava i polpastrelli delle [...] carbone per controllare se giocasse o meno [...]. Poi, mentre scendeva per [...] scale schiantato sotto il peso dello zainetto, [...] «Se tomi con le mani pulite, sei [...]. Se i provvedimenti fossero [...] Leopoldo in un modo o [...] sarebbe riuscito a sopravvivere. In fondo dei videogiochi e [...] televisione non gliene importava granché. Ma la vera tragedia [...] «Tantum [...] stabilito dal padre, «lo [...] gli aveva detto il padre appena conosciuta [...] letto almeno [...] di metà del mio [...]. E ora che ho [...] con orgoglio che i volumi che ho [...] dieci volte più di me. Ho letto quintali di [...] metri cubi di carta stampata. Se non ce la [...] perché sei malato, vuol dire che bisogna [...]. E come si fa [...] persona malata? Prendendo delle medicine con regolarità [...] cosi farai anche tu». [...] « [...] questo principio aveva stabilito che Leopoldo dovesse iniziare la giornata con un etto di lettura, [...] etto la prima settimana, due la seconda, tre la [...] e via dicendo. Se le tappe fossero [...] avrebbe raggiunto senz'altro il [...] dunque sarebbe guarito. Il giorno dopo, per [...] dei Tantum [...] aveva messo la vecchia [...] vicino alla porta di casa. Prima di uscire Leopoldo [...] un piatto tutto quello che aveva letto. Niente peso, niente giochi. [...] salone di «Amico libro» Susanna Tamaro, [...] anni, triestina, ha scritto La [...] tra le nuvole, Per voce sola (Marsilio) e Va [...] tì porta Il [...] Castoldi), romanzo [...] di questa stagione con [...]. [...] autrice della fiaba per bambini Cuore di ciccia (Mondadori). [...] che [...] presenta In anteprima, [...] In libreria la prossima settimana pubblicato da [...] nella collana per ragazzi [...] giallo [...] lire 14. Proprio questo racconto i [...] «sottofondo» per «Amico libro. [...] per diventate grandi». Il primo Salone del Libro [...] da 0 a 15 anni che si [...] domenica al Castello di [...] (Pavia). [...] la terza mostra del [...] Guido [...] nel Castello (ricordiamo «Parole [...] «Parole In tasca»): la prima In cui [...] spazio [...] anche II bellissimo parco, [...]. Foto di [...] Modica/ [...] del Tantum [...] Leopoldo aveva cominciato a soffrire [...] incubi notturni. Sognava di andare in [...] i campioni nelle gare a tappe: pedalava [...] e giù per le salite, pedalava [...]. Poi, [...] quand'era quasi certo di [...] davanti a sé : [...] una figura gigantesca, sembrava [...] invece di avere la pelliccia e i [...] fatto tutto di libri; camminava ; in [...] in aria le mani fatte di libri [...] economiche; al posto delle gambe aveva pile [...]. Leopoldo tirava i [...] freni ma non rispondevano [...] modo, allora puntava i piedi a terra [...] tardi: ormai [...] era accanto a lui, [...] ecco, gli stava [...] bando addosso. LA MATTINA dopo [...] fatto quei -sogni, Leopoldo si [...] stanco. Alcuni giorni prima del [...] madre, [...] peggiorare sempre più, aveva [...] se non fosse il caso di interrompere [...]. Quel pomeriggio stesso erano [...] il regalo e, invece di andare in [...] articoli sportivi, erano andati in libreria. Tutte queste cose si [...] Leopoldo [...] con la testa sotto il cuscino [...] il giorno del suo [...]. E mentre gli venivano [...] rendeva conto di essere come una pentola [...] una settimana di Tantum [...] e sarebbe esploso. /// [...] /// Quando la madre lo [...] cena. Avrebbe chiesto alla mamma [...] perché era tanto importante leggere. Pensando e ripensando agli [...] si era reso conto che non [...] stata una volta sola [...] avessero spiegato perché bisognava leggere. Cosi, mentre la [...] ma faceva scivolare nel [...] bruciacchiati, Leopoldo prese un grosso respiro e [...] un fiato, disse: «Ma perché bisogna leggere»? Alla [...] un attimo di silenzio. Il padre addentò un [...] sputò subito dopo perché il ripieno era [...]. E chi le conosce [...]. Leopoldo toccò un [...] con la forchetta. [...] il Papa è importante, [...] fanno i Papi». Poi, quando ebbe finito [...] pulì la bocca, si alzò, disse grazie [...] stanza. Spense la luce ma, [...] fece solo finta. Di tutte le risposte [...] dato i suoi genitori non [...] ce ne era una [...] paresse credibile e vera. Una volta era stato [...] suo compagno di banco. Aveva mangiato delle cose buonissime [...] si era divertito come, a casa [...] non gli era mai successo. Anche se non aveva mai [...] un libro, la famiglia ; del suo compagno gli [...] parsa una famiglia felice. E allora? Se i [...] alla felicità a cos'altro servivano? [...] Leopoldo riempi lo zainetto [...] maglione e il pigiama, nelle tasche laterali [...]. Aveva deciso di scappare di [...] e non [...] niente, assolutamente niente, che gli [...] potuto far cambiare idea. Come ogni mattina salutò [...] porta di casa, le fece ancora un [...] mano dal cortile mentre lei lo guardava [...] con il passo più normale possibile imboccò [...] faceva ogni giorno per andare a scuola. Ma invece di girare [...] tirò dritto e continuò a camminare fino [...] un autobus fermo con le porte aperte. Senza guardarsi indietro vi [...] nascosto tra le gambe dei grandi, si [...] dalla scuola, da quel mondo dove aveva [...]. IN REALTÀ Leopoldo, come [...] che scappano di casa, non aveva la [...] dove andare. Cosi si fece tutto [...] e quando [...] si fermò al capolinea [...] ultimi passeggeri. Si guardò [...]. Era arrivato in una grande [...] sconosciuta. Da un [...] un grande magazzino e [...] , [...] di un parco. Leopoldo si infilò [...] subito nel grande magazzino e [...] le scale mobili raggiunse il reparto degli [...] sportivi. Là, su un ripiano [...] da corsa di . Con il cuore che [...] si fermò a [...]. Come le desiderava! Leopoldo senti le guance [...]. Il parco è molto [...]. E si diresse a [...]. Per un [...] si aggirò per i vialetti. Quando trovò la zona [...] -a giocare. Andò su e giù [...] e Indietro sulle [...]. Giocava [...] ma non si divertiva affatto. [...] come -una piccola nuvola [...] lui e questa nuvola buttava ombra su [...]. Forse è colpa della [...] un certo punto e, abbandonata [...] andò alla ricerca di [...] dove consumare la [...] merendina. Percorse il parco [...] volte senza trovare neanche una panchina li-, [...]. Alla fine ne vide una [...] se-; [...] soltanto un signore molto anziano [...] il bastone e gli occhiali scuri. Deve ; essere un [...] Leopoldo, e senza perdere altro tempo si sedette [...] fianco, apri lo zainetto e tirò fuori [...]. Allo scrocchio della carta [...] scosse, tirò su la testa e chiese: «Chi [...]. Leopoldo restò con la [...] dina sospesa a mezz'aria. Scappo o non [...] scappo? Leopoldo senti il naso [...] Pinocchio, «La maestra oggi era malata» disse, [...]. Detto questo, il vecchio cominciò [...] la [...] vita. Aveva fatto il giro [...] ben diciotto volte. Girando e girando [...] alla terra gli erano [...] i cose assolutamente straordinarie. Aveva cacciato balene [...] dai colori improbabili, aveva [...] pirati della Malesia e del Mar della Cina: [...] alla cattura [...] aggrappandosi sotto un tronco, [...] tronco era andato alla deriva ed era [...] isolotto con un vulcano, un isolotto sperduto [...] Indiano, LI aveva conosciuto dei selvaggi che [...] da stare nel palmo della mano, lo [...] re, ma anche da 11 era fuggito. Sul dorso di un [...]. Da 11 era approdato [...] Crimea [...] dalla Crimea, in sella ad un bellissimo [...] la Russia e la Siberia intera. Proprio in quella [...] ultima impresa era accaduto [...] da avventuriero, [...] trasformato in cieco. Se rinascessi, farei tutte [...] da capo a coda. Segui un lungo silenzio. Le campane di una chiesa [...]. Il vecchio si alzò. Andarono in una rosticceria e [...] sei supplì a testa. Mentre stava ingollando il [...] disse: «Sai, Leopoldo, prima ti ho detto [...]. In realtà un rimpianto [...] sai . Come si poteva [...] libro? [...] «Si chiama 11 vagabondo delle [...] il vecchio. Il vecchio cominciò a [...]. Era la storia di [...] prigioniero ingiustamente e per lungo tempo. In catene e al [...] a viaggiare con la mente. Come se avesse avuto [...] macchina del tempo, era riuscito a rivivere [...] vissuti in epoche lontane. Vinta [...] diffidenza, Leopoldo ascoltava rapito [...] vicenda. Era una storia affascinante, piena [...] magia. Leopoldo spiaccicò sulla formica [...] riso caduto dal supplì. IL VECCHIO si alzò, [...]. La libreria era poco [...] ad un commesso dove erano i libri [...] una volta arrivati davanti allo scaffale Leopoldo [...] subito. Raggiunsero allora un angolino [...] indiscreti e cercarono la pagina in cui [...] si era interrotto. Segui un istante di [...]. Leopoldo guardava le pagine e [...] le lacrime [...] agli occhi. Per quanto quella volta [...]. In quel momento passò accanto [...] loro una commessa. Vedendo Leopoldo che allontanava [...] libro al naso, disse al [...] suo nipotino ha dimenticato [...]. Detto questo il vecchio [...] e pagò ii libro. Appena fuori dal negozio [...] «Visto [...] sei stato cosi gentile da farmi compagnia [...] ti accompagnerò a casa ». Leopoldo a quel punto [...] che lui da casa era scappato, ma [...] il coraggio e cosi sali [...] e fece [...] lo stesso percorso che [...] solo quella mattina. La madre appena lo [...] sé lanciò un urlo di gioia e [...] un abbraccio degno di un pitone. Poi, scusandosi per le [...] il vecchio in salotto [...] un caffè cor-. LI il vecchio raccontò [...] della giornata fino al momento in cui Leopoldo [...] di leggere. Insomma per leggere, ha [...]. LEOPOLDO vide la madre diventare [...] come il sedere di una bertuccia, il padre viola [...] una melanzana matura. Dentro di lui sentiva [...] lo faceva ridere, la nube era scomparsa [...] di [...]. Il padre tossicchiò. Prima accompagnarono il vecchio [...] sì fermarono da un oculista. Passò la notte intera [...]. Dopo quel libro ne [...]. Per la [...] promozione ricevette delle scarpette da [...] e almeno una volta alla settimana andava al parco [...] correre. Quando era stanco sì [...] vecchio e parlavano di libri. Proprio in uno di [...] un po' più grande, disse al suo [...] scoperto che la storia [...] raccontato della [...] vita somigliava a [...] di Ulisse e del [...] a quella di Michele [...] e a quella di [...] somigliava a quella dei [...] Malesia e a tante altre storie che aveva [...]. Il vecchio scoppiò a [...]. Per vincere la noia [...] sveglio ho sempre letto, il mare non [...] se non in cartolina, né ormai lo [...] vedere, peni quando sto [...] sulla panchina -quando sto [...] al buio -davanti a me vedo tutti [...] mondo: i mari e gli oceani. Li vedo e ne [...] distinguo le brezze lievi da quelle foriere [...] se davvero avessi fatto, sulla coffa di [...] il giro del mondo». /// [...] /// Li vedo e ne [...] distinguo le brezze lievi da quelle foriere [...] se davvero avessi fatto, sulla coffa di [...] il giro del mondo». (0)
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