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Per primo fu il [...] Adolfo Franci, [...] ai due, a intuire [...] potuto lavorare insieme. Za ci credette subi-to, quando [...] nel [...] si davano del Voi: «Sento [...] per la prima volta nasce una collaborazione [...]. Il 1939 è un [...] i due coetanei: De Sica (classe 1901) [...] 23 film e in molte commedie teatrali; Za [...] aveva iniziato dal [...] a scrivere soggetti per [...]. Nel [...] De Sica acquista da Za, [...] lire, il soggetto Diamo a tutti un [...] Za decide di abbandonare il mondo (per [...] edi-toria milanese (al vertice in un pu-gno [...] conteso dai due colossi [...] e pub-blicava con Bompiani), [...] a Roma, nella «fossa dei leo-ni», come De Sica [...] del cinema. Dalla collabora-zione [...] di Teresa Venerdì alle [...] soggettisti e sceneggiatori, il passo è breve. Il rapporto si fa [...] anche una pro-fonda amicizia (De Sica manda [...] prelevare Za e famiglia, sfollati a Boville, [...]. È [...] di un matrimonio desti-nato [...] come Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D. Paolo Nuzzi, regista cinemato-grafico [...] e cu-ratore della grande mostra [...] aperta a Roma, al Palazzo [...] Esposizioni, e lo sceneggiato-re Ottavio Iemma, hanno accetta-to [...] un modo del tutto originale e insolito. Nel saggio De Sica [...] Zavattini, [...] «Parlia-mo tanto di noi», in una sorta [...] inter-pretata dai due prota-gonisti e popolata di [...] comparse più che famose (scrit-tori, editori, critici [...] hanno montato testi-monianze e citazioni tutte testuali, [...] gran parte inedite, dando vita a un [...] vivo e parlante. Za sa bene quanto [...] sia ingrato e pieno di compro-messi: è [...] propria opera di sceneggiatore a un altro [...] traduzione in immagi-ni sia immune da rischi [...]. Ce lo spiega con [...] «Prepariamo la donna, la adorniamo, perfino la [...] la donna sta per buttarsi fra le [...] spalanca la porta, entra il regista, la [...]. [...] parte, requisito primo di un [...] neoreali-sta è una salute di fer-ro, e quando Za, [...] a Milano segue le riprese [...] di Miracolo a Milano, esal-tato dalla [...] nebbia, bella e familiare, ne [...] giù più che può, «come un caval-lo». Il risultato, il gior-no [...] febbre a quaranta, letto e penicillina. De Sica diventa subito [...] quasi naturale» proprio per la [...] «meravigliosa capacità di as-similazione, la [...] straordinaria prontezza a comprendere il [...] la [...] adesione di natura tut-ta intuitiva, [...] cioè poetica», alle invenzioni di Za nei loro più [...] movimenti. Za è [...] degli sceneggiatori a seguire [...] ri-prese e a partecipare alla fase di [...] (De Sica era convinto che la sensazione di «soffoco», [...] Zavattini avvertiva per ogni fotogramma superfluo, fosse [...]. Da parte [...] De Sica trova in Za [...] «uomo e un collaboratore instancabile», osti-nato nel [...] modificare scene o battute, capace [...] telefonare a not-te fonda per condividere una tro-vata nuova. Il libro ci fa [...] prima volta in presa diretta dentro la [...] neorealisti, dal progetto alla realizzazione. E sa-rebbe molto piaciuta [...] Za [...] immersione totale nel cuore dei fatti. Chi, più efficacemente dei [...] sa-puto [...] episodi anche mi-nimi, sequenze [...] dalle cronache correnti, come [...] del «ciccarolo» per far [...] il piccolo Enzo Staiola, il bambino di Ladri [...] non unica prova della abilità di De Sica [...] con bambini e attori presi dalla strada. Soffermiamoci per esempio su [...] enorme risonanza in tutto il mondo, di [...] il cinquantenario e sul quale proponiamo [...] a fianco un breve, [...]. Proprio Ladri di biciclette, [...] bella da quando [...] il cinema» (Fellini), che [...] cinema [...] Castellani e altri «addirittura [...] del film, insignito di numerosi ricono-scimenti prestigiosi, [...] il tarlo che sviluppò un contrasto vivo, [...] cordiale, tra De Sica e Za. È questo un tema [...] Nuzzi e Iemma lo hanno risolto brillantemente. La-sciandoci alla fine un [...] effettiva paternità [...] di distinguere con sicurezza [...] del primo da ciò che è del [...] a nudo sulla carta brani di lettere [...] -an-che inedite -dalle quali per la pri-ma [...] così sistematico e chiaro emergono vizi e [...] debolezze, ma anche pre-gi e meriti di [...]. De Sica è un [...] dal [...] e proprio a parti-re [...] Ladri [...] biciclette, Za ne intui-sce scorrettezze e ambiguità [...] sempre misconosciuto nei titoli di testa, i [...] mai valorizzati a dovere) e punta subito [...] silenzio» del suo compagno di la-voro rispetto [...] me-dia, al mondo. Comincia la vicen-da delle [...] Za e non spedite (documento interessantis-simo): Za [...] schietto, possiede [...] capar-bia e travolgente della [...] la forza di chi sen-te [...] del torto subìto ingiusta-mente. De Sica è troppo abile [...] fur-bo nel [...] tanto da far in-sospettire persino [...] lettore sulla [...] buona fede. Gli basta una di-chiarazione [...] condita di stupore e di indignazio-ne, per [...] bambino che è Za, [...] vulnerabi-le. È sorprendente e amaro [...] alti e bassi di questi due innamorati [...] e ricomposizioni, ai tentativi esterni di [...] di seminare astio. [...] da [...] come mai tanto accanimento e [...] incom-prensione di gran parte di una cri-tica, quella italiana, [...] di cogliere la vera grandezza dei due e la [...] umana, profondamente innovativa, del neorealismo. Valentina [...] IL RICORDO [...] e la mela rossa SERGIO LEONE Questa testimonianza di Sergio Leone, che fu assistente [...] set di «Ladri di Biciclette», è tratta [...] «De Sica e Zavattini», di Paolo Nuzzi e Ottavio Iemma. Di «Ladri di biciclette», [...] delle prime sedute di sceneggiatura a cui [...] caso. [...] Amidei e Zavattini. Poi naturalmente la cosa [...] Amidei uscì fuori, ma quello che mi impressionò [...] di minuti in cui mi trattenni con [...] Zavattini, che diceva con il suo accento nordico: «Secondo [...] protagonista deve uscire con uno sfilatino imbottito [...] in un giornale su cui si legga [...] parola [...]. Nella stanza regnava un [...]. De Sica dava le [...] e teneva lo sguardo concentrato nello spazio [...] dalla finestra. Amidei e Zavattini sedevano [...] a un tavolo, e [...] stavo in un angolino pronto a portare [...] primo che me le avesse chieste. Dopo un attimo, Amidei esplose [...] un «Porco Iddio, ma che cazzo [...]. Caso mai [...] solamente! Seguì una lunga pausa [...] e poi si [...] la voce di De Sica [...] «Miei buoni amici, secondo me ci vorrebbe [...] mela rossa, di quelle variopinte, metà rosse [...] e lui che esce di casa addentando [...]. [...] questa cosa mi sconvolse, perché [...] a [...] caspita che problemi, quando per [...] si sviscerano questo tipo di dettagli, ma allora [...] una faccenda pazzesca! Ecco il panorama quotidiano [...] capolavoro del neorealismo La bicicletta? Un tesoro [...] dopoguerra Chi poteva permettersi i «cerchi» o [...] mollette, chi la modificava o chi la [...] chi tifava Coppi o Bartali. Zavattini, una vita in [...] Si [...] oggi a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, «Cesare Zavattini: [...] vita in mostra» dedicata al poliedrico artista. Lo «Za» giornalista, scrittore, [...] attraverso [...] di pubblicazioni originali, quadri, [...] film da lui scritti, le foto di Paul [...] contenute nel libro reportage «Un [...] ristampato dalla Fratelli Alinari). Sui monitor, una selezione degli [...] tv di Zavattini. Sabato si parla di Zavattini [...] in un convegno (sempre al Palazzo delle Esposizioni) [...] Orio [...] mentre un convegno dedicato [...] letteraria si tiene il 26 e 27 [...] teatro Argentina. /// [...] /// No, no , non era [...] una bicicletta, ma il segno di una piccola ricchezza [...] di centomila possibilità: viaggiare, [...] an-dare a trovare i parenti [...] gli amici, la-vorare o cercare lavoro, [...] con le ragazze. Chi aveva la bici, [...] un gran fortunato. Cesare Zavattini che era [...] terra piatta, dove la bici faceva parte [...] «sentiva» la bici, ne capiva i meccanismi [...] «ricco» da quello più [...]. Quello povero, intorno [...] pochi centimetri dai pedali, [...] la stoffa, teneva due mollette di [...]. [...] due piccoli cerchi di metallo [...]. Chi abitava nelle grandi [...] vedeva sfilare, dirette verso le fabbriche, i [...] uffici, migliaia di biciclette da uomo e [...] sopra i [...] rigidi e impettiti. Le operaie e le [...] una grazia particolare [...] in bicicletta: dovevano pedale [...] gonna con un mano per non scoprire [...]. Era un gioco di [...] che eccitava i ra-gazzini, subito pronti a [...] controllare e cercare di «vedere» qualcosa. Uomini e donne, sapevano [...] come del letto di casa ed ecco [...] ridevano, dalla passione e dalla gioia, per Bartali [...] Coppi. Sape-vano che cosa voleva [...] salita, sotto la pioggia e con il [...]. Sapevano e vedevano, ogni mattina [...] fumicanti [...] per il freddo, di quelli [...] si scate-navano in gare improvvisate. /// [...] /// Il soggetto di «Ladri [...] proprio con la [...] quale parlavamo prima: «Ogni [...] centinaia di operai per Roma: i chilometri [...] più in bicicletta, da taluno a piedi, [...] autobus. /// [...] /// Parte al matti-no presto [...] il tramonto. Abita con la moglie [...] in due [...]. /// [...] /// Basta sfogliare le misere pa-gine [...] cronaca dei giornali del 1948, [...] Alecci, di 26 anni, ieri [...] alle 9 [...] bicicletta e poi ha tentato [...] fuga. È [...] che lo ha percosso duramente. È stato salvato a [...] agenti di un vicino commissariato. Ecco-lo il soggetto di Zavattini. Eccolo il film di De Sica. /// [...] /// Con la bicicletta si andava [...] in corteo per [...] caricava e distruggeva, con i [...] qualche bici, veniva subito or-ganizzata una sottoscrizione volante per [...] una mano a chi aveva subìto [...]. La storia raccontata dal [...] De Sica e Zavattini è nota, bellissima, struggente. Non ne riparliamo [...]. Che altro facevano i [...] comodo, semplice e «risparmio-so» mezzo di locomozione? Qualcu-no, [...] compenso di qualche lira, ancora nel 1948, [...] a uno che camminava a piedi. Lo cari-cava e poi [...] di collo, ridendo come pazzi, per la [...] portata [...]. /// [...] /// [...] di Firenze [...] anche il «pro-caccia» che andava, [...] bicicletta, a svolgere «mansioni» nei vari uffici per conto [...] paesani. A Roma, inve-ce, nessuno [...] «ca-scherino» che portava il pane fresco, in [...] sulla bici del for-naio. Poi, sempre a Roma, [...] cioè le guardie notturne, [...] utilizzando quel popolarissimo mezzo [...]. Nelle altre città, le [...] in un altro modo. La bici, però, poteva [...] splendido regalo di nozze. Ma la si comprava [...] sem-pre, intorno alle grandi [...] che metteva in vendita, ovvia-mente sotto costo, [...] ru-bate. Era necessaria una grande [...] pro-prietario di bici era capace di ricono-scere [...] da partico-lari o dettagli che, per altri, [...]. Poi, il riparare la [...]. /// [...] /// Si ascoltava con [...] lo scorrere della [...] sella, la «ragnatela» di [...] le gonne delle ragazze e che copriva [...]. Ripa-rava le biciclette, almeno [...] Roma, [...] « ciclista». Nelle altre città era [...]. [...] a questo si [...] discussioni sen-za fine. Per alcuni, le bici [...] Bianchi». [...]. Zavattini, di sicuro, quando torna-va [...] sue parti, avrà certamente [...] professionali con il cambio «Campa-gnolo». Che meraviglia della tecnica [...]. In Toscana, in gita [...] mogli e fidanzate si «portava-no in canna» [...] uo-mo. Su questo, come è [...] uno sprecarsi di battute da caserma e [...] che facevano imbestialire mogli e fidan-zate. Erano tempi, quelli, in cui [...] quelle a «gomme piene», perché non [...] la possibilità di comprare di [...]. In giro, si [...] contrabbando. [...] delle biciclette non era sta-ta [...] a pezzi soltanto da una guerra che aveva portato [...] fame e tante distruzioni. Era disperatamente po-vera e analfabeta, [...] del secolo. Il fascismo non aveva [...] vendere illusioni e stupide manie di grandezza. Ma la bicicletta, senza [...] solo e soltanto una bicicletta. E cioè un po-vero [...] a lavorare. E Zavattini sapeva, vedeva [...]. E anche il grande De Sica [...] sape-va e capiva. Nacque così uno dei [...]. /// [...] /// Nacque così uno dei [...]. (0)
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