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Luogo comune? Può darsi, [...] molti luoghi comuni. I due scritti che [...] questa pagina rileggono [...] a distanza di decenni, [...] kermesse in cui coesistono Arte e Costume [...] cultura alta e cultura bassa (per quello [...] vetusta distinzione). La verità è che [...] è proprio così: un [...] rintracci film straordinari, una vetrina commerciale che [...] mondo (citiamo a memoria, e a casaccio) [...] «La recita» di [...] di Antonioni, «La luce» [...] «Underground» di Kusturica o, [...] «Segreti e bugie» di Leigh [...] «Il prigioniero del Caucaso» di [...]. Il tutto, accanto ai [...] horror di serie [...] e alle stelline con [...] vento. Per ribadire questa dialettica [...] mercato, che poi è la vera chiave [...] vi invitiamo a leggere [...] cronaca scritti, a suo tempo, da due [...]. Lindsay Anderson, grande regista [...] Free Cinema britannico, seguì il festival nel [...] per la rivista [...] (il reportage uscì sul [...] stesso anno). Due decenni dopo, nel [...] avrebbe vinto la Palma [...] con il capolavoro [...]. André [...] fondatore dei [...] e padre putativo di Truffaut [...] della Nouvelle Vague, scrisse questo articolo nel [...] (i [...] medesimi [...] ripubblicato [...] sul numero 347). Ciò che ci pare commovente [...] che entrambi parlino del [...] pressé» e raccontino [...] ancora assai vera, sia pure [...] ritmi più frenetici (chissà cosa direbbe, monsieur [...] che oggi il primo film [...] alle 8. Cambia subito espressio-ne, Zhang [...] appena sente no-minare il Festival [...]. Il volto giovanile, appena [...] rilassato e sorridente, si incupisce [...] vitreo. Nonostante [...] padronanza dei gesti e delle [...] il [...] regista di film co-me Sorgo Rosso, La storia di [...] o La Triade di [...] non può in-fatti nascondere [...] per es-sere stato costretto dalle [...] del governo cinese a ritirare la [...] ultima pellicola, [...] dal prossimo Festival di [...]. In-contrato a Firenze in [...] alla stampa della [...] che lo vedrà debut-tare [...] il prossi-mo 5 giugno per il sessantesimo Maggio Musicale, Zhang dichiara di essersi molto arrabbiato per [...] imposizione del governo del [...] perchè -spiega -ini-zialmente la censura di stato [...] la distribuzione e la pellicola era già [...] un paio di occasioni a Pechino, riscuotendo [...]. È un vero peccato, [...] solo per me ma per tutti quelli [...] alla produzione». Definito dal suo autore [...] (che in ita-liano suona [...] calma») è un film che si di-stacca [...] fin [...] rea-lizzati da Zhang [...] basato su un racconto [...] Ping e ambientato nella Pechino [...] descrive il sotto-bosco della città, animato da [...] e ma-fiosi e ha come protagonista un [...] interpretato [...] attore [...]. Non è del resto [...] che incorro nelle maglie della censura: i [...] film hanno entrambi subìto dei divieti, Vivere [...] stato distribui-to». [...] dunque non andrà a [...] anche se il regista [...] distribuzione in occidente. Ed è forse proprio per [...] continua attenzione che [...] e [...] rivolgono alle sue opere che [...] cineasta subisce continue pressioni dalla [...] governativa: «Ufficialmente le au-torità non danno mai spiegazioni sulle [...] che fanno scat-tare la censura. Da vie traverse, da [...] è possibile comprendere quali siano stati gli [...] causato que-sti divieti, anche se per [...] non sono riuscito ancora [...] spiegazione. Credo che il pro-blema [...] il fatto che, ot-tenendo successo in Europa, [...] persona di riferi-mento e di grande influenza [...] difficilmente controllabile dal Governo». Liquidati i dubbi che [...] sia causata da una cer-ta ostilità che [...] -anche se in via del tut-to ufficiosa [...] di [...] Ping («non la conosco, [...] avuto rapporti con lei» sottolinea il regista), Zhang [...] afferma che questi problemi [...] a lasciare il suo paese: «Non lascerò [...] Ci-na perchè sono profondamente le-gato alla mia terra. I miei film so-no [...] cultura, le sto-rie che racconto sono le [...] ». Non a caso anche il [...] film racconta una pagi-na della storia della Cina legata [...] imperatrice [...] che dovrebbe rinnovare il sodalizio [...] Zhang con [...] Gong Li. Magari riuscendo a farla vedere [...] a Pechino, nella Città proi-bita. Il Teatro Comunale di Firen-ze [...] di tutto, le autorità cinesi sembrano concordi. Sareb-be davvero un grande [...] mio Paese». Silvia Poletti [...] Stelline [...] 1973: una stellina con [...] davanti al vecchio [...] (che anni dopo è [...]. A sinistra, Malcolm McDowell in [...] scena di [...]. /// [...] /// Non essendo [...] (soggiorno e biglietti gratis) ma [...] (solo biglietti), e non avendo prenotato nulla, debbo [...] un posto per dormire. Ho [...] fortuna che Ma-dame [...] che si occupa con grande [...] mi offra una stanza. Fresca, con-fortevole, meglio di quanto [...] osassi sperare. [...] è molto calda, e tap-pezzata [...] manifesti, fotografia, pubblicità. Il [...] -in splendida posizione sul [...] scia-mante di operai; fervono i pre-parativi, con [...] tutti i paesi, fiori, riflettori. Le proiezioni dei film [...] luogo regolar-mente due volte al giorno, alle [...] 21. Ho perso il Gala [...] un giorno, e il banchetto con il [...]. Mi re-stano solo i [...]. Inaugurazione del [...]. Fol-la, luci: sembra strano [...] privilegiati in una simile occa-sione. Il [...] non è male, con pannelli [...] vetro alle pareti che cambiano colore fra [...] della gente: blu, verde, giallo, [...]. /// [...] /// Finalmente il primo film: [...] docu-mentario australiano, The [...] is [...]. Alla fine, il lungome-traggio [...]. Nono-stante la presentazione di Edward G. Robinson («vinca il migliore») [...] che copre gli occhi come un velo, [...] film con delle qualità. Oggi hanno ini-ziato in [...] (come la giuria, del resto) [...] Beach, cortometraggio americano sulla [...] musica blues a far da commento. Arrivo in tempo per Palle [...] mon-de, delizioso film per bambini della Danimarca, [...] in the [...] mattone egiziano con un [...] le piramidi, e uno stile pressap-poco della [...]. Sera: danze popolari jugoslave, [...] seguite da Eroica, biografia (austriaca) di Beetho-ven. Bella musica, bella fotogra-fia: [...] a bere [...] pressé e a controllare [...]. Vivace incontro con il [...] di [...] Beach (Joseph [...] che sta lottando per [...] per le proiezioni. Il suo tentativo di presentarmi [...] bra-vo e servizievole cameriere del Drap [...] come un rappresen-tante della [...] si scontra con una giustifica-ta [...]. /// [...] /// Il festival si ravviva. Louisia-na Story, mostrato [...] festival di mattina, si rivela [...] che mai (anche in questo contesto) un capolavoro. Una nuova luce -il [...] -è visibi-le negli occhi dei critici. Stro-heim, assolutamente entusiasta, saluta [...] dopo la proiezio-ne. E Stro-heim insiste, scherzoso: «E [...] ancora ricco?». Un cortome-traggio di [...] su un inciden-te [...] Met [...] the [...] è sorprendentemente insignifi-cante (ma resto [...] con un collega danese che [...] non gli piace! Poi, Il terzo uomo, [...] Ca-rol Reed con Orson Welles, gia visto a Londra: [...] visione sono meno ostile, ma ancora riluttante [...] coro di elogi. Non so analizzare il [...]. Esteticamente: la tecnica è [...] il contenuto? Forse. Moral-mente: mi disturba il [...] di Carol Reed che suona la cetra [...] disintegra? Sì. La consegna dei premi [...] si rivela più farsesca [...] si potes-se immaginare. Miglior film, ov-viamente, Il [...]. Ma la cerimonia di [...] un futile business. Cui bono, a chi [...] Il [...] proficuo per la munici-palità [...] e per [...] cinematografica delle na-zioni partecipanti, [...] farebbe proprio. Per quanto riguarda [...] del Cine-ma. [...] piatto della bilancia, bisogna mettere [...] certa quantità di materiale interessante, di con-tatti utili e [...] e la Côte [...]. I critici più esperti [...] è tutta una per-dita di tempo. Il vostro princi-piante, invece, [...]. IL REGISTA 1950: la [...] in ginocchio davanti a [...] LINDSAY ANDERSON Visto dal [...] Festival -so-prattutto quello di [...] -sembra [...] mondano per eccellenza. Ma per i festivalieri «professionali», [...] noi critici, non esiste nulla di [...] e [...] pascaliana del termine. [...] fatti tutti, dal [...] in poi, ho assistito alla [...] messa a punto del [...] alla nascita delle sue gerarchie. E, quindi, [...] paragonare la storia di [...] alla fondazione di un Ordi-ne, [...] partecipazione al festival [...] (provvisoria) delle norme che [...] in con-vento. E il [...] che sorge sulla [...] è veramente il moderno [...]. Si dirà che parlo [...]. /// [...] /// [...] si è imposto da sé, [...] trascorso 17 giorni di ritiro [...] di vita rigorosamente «regolata». [...] vita contemplativa e meditativa, e [...] comunione spirituale degli adepti [...] comune per una stessa realtà [...] allora il Festival è un Ordine. Da tutti gli an-goli [...] giornalisti di cine-ma si ritrovano a [...] per vivere due settimane [...] quotidianità. Sono «invi-tati», il che [...] anche [...] (i lussi sono per [...] produttori e i divi). E co-munque scambierei volentieri una [...] tale o [...] con certe celle monacali di [...] conoscenza! [...] più tipico della vita fe-stivaliera [...] la ripetitività. Il giornali-sta si fa dare [...] sveglia [...] di matti-na. Durante la colazione compie [...] ovvero la lettura dei due bollettini del Festival: [...] e quello di Film Français. Lì, trova le «ore» [...] si chiamano Lodi, Mattutini o Vespri, ma «Aurore», «Matinée» [...] «Soirée». Gli uffici si celebrano in [...] delle cappelle della città. Dopo di che, si [...] Casa Madre per la Cerimonia dei Casier: [...] passare alle caselle stampa per prendere i [...] i [...] dei film presentati e [...] le proiezioni. Con ciò, sia-mo arrivati a [...] mezzogiorno, [...] in cui, solitamente, si tiene [...] conferenza stampa che darà spunto di riflessione per un [...] un [...] tardivo. Alle tre, ci si [...] film del pomeriggio nella basilica del [...]. Ma il ve-ro rito [...] sera. La ce-na, intorno alle [...]. [...] festivaliero ha una [...] divisa, al-meno per i riti [...]. Sono abba-stanza vecchio per [...] questa regola, e per averla vissuta. Nelle prime edizioni di [...] e di Venezia era [...]. La giovane critica e, [...] ostentato, certi giornalisti di prima della guerra [...] affet-tavano il disprezzo per lo smo-king. Ma li ho visti [...] dopo [...]. [...] lo chiedevano in prestito, e [...] met-tevano quello [...] magari troppo stretto. Oggi, non solo tutta la [...] ha adottato [...] ma [...] come una co-sa del tutto [...]. Per quanto mi riguarda, [...] vergogna, lo smoking mi dona, soprattutto quello [...]. Verso mezzanotte e mezza, [...] sulla [...] e si forma-no piccoli [...] bar del circondario, discutono dei film del [...] un [...] pressé. [...] dopo, si va a dor-mire. Alle 9, bussano alla [...] e si [...] per il rituale di [...]. Al programma che ho [...] aggiungono le feste. Dal punto di vista [...] importante è la «battaglia dei fiori» che [...] metà festi-val, e che costituisce soprattutto per [...] scusa per fuggire dal festival per un [...]. Questo segna, effettivamente, un [...] rituale quotidiano. Fino a quel punto, [...] proiezioni e delle fe-ste era rimasto relativamente [...]. A metà festival, preci-pita [...]. Le proiezioni private cominciano [...] coloro che possono seguire il festival so-lo [...] abitualmente per la seconda metà, che è [...] animata. Da lì in poi [...] fa pesante, ed è questa la fase [...] giornalista conduce davvero una vita monastica. Quindici giorni di questo [...] ve [...] a disorientare un critico [...]. Quando torna a casa, [...] suo lavoro abituale, gli sembra di essere [...] lungo viaggio, di [...] vissuto a lungo in [...] ordine, di rigore e di obblighi, che [...] di un ritiro al tempo stesso bril-lante [...] cui il cinema costituiva [...] spirituale. E si sente, nel [...] per [...] partecipato a un rito [...] si ritroveranno, inesorabil-mente, in [...] o in Match. /// [...] /// E si sente, nel [...] per [...] partecipato a un rito [...] si ritroveranno, inesorabil-mente, in [...] o in Match. (0)
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