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Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1997»--Id 23577668.

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Sempre più la prima [...] forma di lavoro, capace di modellare per [...] del futuro. Ed è illusorio credere di [...] salvare il diritto [...] nel [...] che verrà». Professor [...] che cosa è [...] «La trasparenza assoluta di [...] della terra: questo è il cy-berspazio. Il cyberspazio obbedisce [...] di istantaneità, di accessibili-tà, [...] replica indefi-nita. Le concezioni classiche, kan-tiane, [...] spazio e di tempo, spariscono ormai a [...] spazio-tempo fluido, direi quasi [...] frammentazioni, rotture, scarti, se-parazioni [...]. Si parla, per esempio, di [...] dislivelli [...] conoscenza, di accessibilità [...]. [...] una realtà che non esiste. Si po-trebbe dire piuttosto che [...] una [...] «Il cyberspazio ci insegna che [...] composta da diversi livelli. Plato-ne avrebbe detto che [...] li-velli intermedi di realtà. Dunque io credo che [...] oppor-re il reale e il virtuale. È troppo sem-plicistico. Bisogna cercare di com-prendere che [...] di virtuale nel reale e [...] cosa [...] di reale nel vir-tuale. Allora il vero sforzo [...] è di chiarire quanto più possibile le [...] confusione: confusione fra diverse specie di realtà [...] di virtualità. ///
[...] ///
Si potrebbe usare allora [...] Aristotele tra poten-ziale e attuale invece che [...] «Aristotele opponeva la potenza [...] il potenziale [...]. Ma il virtuale è [...] non viene da Aristotele, ma da Ro-ma, [...]. È la [...]. [...] di virtuale [...] parola che è affine a [...] la [...]. [...] per i Romani la [...] è ciò che caratterizza più [...] cioè il [...]. La potenzialità -come dice Aristote-le [...] per i Romani, invece, è [...] la visione di ciò che [...] essere la realtà. [...] del progetto. Sono due nozioni assai [...] virtualità: diverse quanto lo è la [...] greca. Mentre la [...] è come un embrione [...] ca-so della [...] non [...] un embrio-ne, ma un [...] che, in qualche modo, decide del proprio [...]. [...] virtua-lità non è una specie [...] irrealtà, [...] nonè [...] qualcosa che permette di passare [...] e che ne contiene la finalità profonda. Il virtuale è un progetto, [...]. Quali sono i ponti [...] virtuale, il mondo del cyberspa-zio col mondo [...] «Come ho detto, la realtà è sem-pre [...]. Prendiamo [...] per esempio. Si sa che il [...] che circolano ogni gior-no nel mondo -una [...] miliardi di dollari di capitale finanziario al [...]. ///
[...] ///
[...] dunque il reale è [...] inversamente il virtuale è reale. Per-ché? Perché ormai, mediante [...] la realtà, si può [...] reale con im-magini virtuali: questo vale per [...] la guerra, per la pro-gettazione di [...]. Dunque il virtuale con-tiene una [...] di realtà e quindi non bisogna più opporre il [...] e il reale, occorre, al contrario, [...] in una [...]. Non bisogna avere idee [...] di virtuale, piuttosto considerare che il virtuale [...] rappresentazione del reale, po-tenzialmente altrettanto buona delle [...] del reale. È una nuova rappresentazio-ne che [...] benissimo essere effica-ce e, [...] alie-nante, una forma di droga. Tanto [...] quanto uno strumento di aliena-zione [...] e sarà [...]. Quali sono i problemi che [...] pongono [...] «Il problema principale dei diritti [...] dei diritti di brevetto o di marca [...] che [...] quasi a costo zero. A differenza [...] del [...] secolo o [...] del XX, basate sulla ma-teria, [...] siamo nella pura immate-rialità. [...] è che non costa niente [...] e per di più è [...] diffi-cile dare un carattere personale alle idee immateriali o [...] immagini. Sempre più la multimedialità [...] con immagini, con suoni che vengono dai [...]. Ed è assai difficile [...] perché spesso le idee, come il [...] and [...] di un software, sono [...]. [...] fin dei conti che [...] un [...] and [...] È assai difficile caratterizzare [...] originale di [...]. Oggi si presentano due [...]. Primo: la rapida smate-rializzazione [...]. Secondo: [...] di distinguere precisamente ciò che [...] nuovo da quello che [...] di origina-le in [...] dello spirito. Questi due parametri di novità [...] fanno pensare che [...] stata una completa rivoluzione e [...] il diritto [...] oggi è inadeguato. Io so che alcuni, [...] Mondiale della Proprietà Industriale, pensano [...] sia possibile usare, [...] un [...] accordi come quelli della Convenzione [...] Berna o della Con-venzione di Roma sui diritti [...]. [...] perché la rivoluzione che noi [...] della stampa o [...]. Ne deriveranno quadri mentali [...] dovremo cam-biare radicalmente il nostro rappor-to con [...] originalità, con la nozione di protezione dei [...]. E la manipolazione digitale po-ne [...] volta il problema dei di-ritti [...] originale e [...] manipolata. Co-me si può risolvere [...] «In due modi, a seconda che si sia [...] si voglia andare [...]. Se si è reazionari [...] ri-solvere mettendo delle protezioni sulle immagini. Ci sono delle solu-zioni [...] codifica-re le immagini con tecniche critto-grafiche e [...]. Si può evitare che altre [...] che non hanno la [...] immagini. O inversamente si pos-sono [...] e mo-strare che non sono state modifica-te [...] legata alla [...]. Ma questa, io penso, [...] as-sai pesante, che va contro lo spirito [...] tecnologica». E quando ci troviamo nella [...] di Internet, il problema delle immagini, della copia, della [...] diventa [...] «Penso che sia impossibile [...] creare [...] in cui si potrà custodire, [...] una precauzione, il diritto di proprietà, in cui ci [...] potrà chiudere nel pro-prio [...]. Ma [...] un altro concetto, che [...] inte-ressante, quello di [...]. Alle zone privilegiate, private, [...] opporre delle zone generose, di distribuzione [...] che serviranno alla erogazione [...] indi-rizzata soprattutto verso le scuole, verso [...] -educazione in senso lato [...] in via di svi-luppo, mediante le azioni [...] le distanze tra chi ha e [...]. [...] appoggiarsi su un aspetto [...] giurisprudenza an-glosassone del diritto [...] e del diritto morale [...] diritto di [...]. Un diritto che non [...] del lettore, non del proprietario [...] ma [...] perché bisogna pensare an-che [...] e il bene comu-ne esige che si [...] il diritto degli autori, ma anche quello [...]. Questa nozione di [...] è estremamente fecon-da e oggi, [...] ci sono com-missioni di studio, come quella del-la N. [...] differenza tra la protezione dei [...] del software e la prote-zione dei diritti del contenuto, [...] che [...] importante. Il contenuto, in senso classico, [...] finito, [...] prodotto, che può essere firmato; [...] nella nozione di software [...] di mezzo, di strumento. Quando si fabbrica una casa [...] martello e chiodi, non [...] un diritto [...] sul martello. Ci può essere un diritto [...] sul progetto [...] ma non sul mattone, [...]. Poiché [...] distinguere diversi [...] dirit-to [...] bisognerà identificare chiaramente due regimi: [...] regime [...] aristotelico, cioè il [...] e ciò che appartiene [...] dei mezzi e che non [...] essere [...] il [...] porterebbe troppe complica-zioni». Ma il martello, [...] o il [...] marchio depositato piuttosto che [...] «La questione del marchio depo-sitato [...] interessante perché si con-fonde ormai con ciò che si [...] essere il suo contenuto. Prendiamo il caso di [...] 95. [...] 95 si vende sen-za [...] di esemplari non perché sia un buon [...] alla marca. Dunque è [...] non si vende più [...] vende lamarca. [...] è noto che i [...] Mac [...] assai migliori di [...] ma si vendono meno. Perché? Perché nella civiltà [...] sono dei punti di passaggio obbligati, che [...]. Biso-gna standardizzare, unificare. È sta-to necessario, [...] certo punto, ave-re lo stesso [...] nelle [...] lo stesso software [...]. Bisognerebbe però evitare che [...] quali questo biso-gno [...] di un vantaggio specifico [...]. Penso in particolare a [...]. Dunque il problema fondamentale [...] evitare che si crei questo monopolio [...]. Bisognereb-be [...] bene pubblico [...] che [...] gli standard e le norme [...] che siano [...] o [...]. Poiché le norme e gli [...] di fatto e di diritto [...] dovrebbero essere regolati [...] base, in modo da evitare [...] si crei-no monopoli contrari [...] pubblico». Lei crede che le [...] abbiano capito il problema o è solo [...] «Penso che lo abbiano [...]. Tuttavia ci sono ancora [...] retroguardia. Si prenda, per esempio, [...] Steve [...] uno dei fondatori di [...]. Steve [...] ha dichiarato poco tempo fa [...] secondo lui, già da parecchio [...] non avrebbe dovuto fare una [...] giuridica contro [...] come quella che ha fatto [...] il [...] and [...] (letteralmente: guarda e senti, in [...] la condi-zione di verosimiglianza [...] virtuale, [...] ma piuttosto avrebbe dovuto vendere [...] il [...] and [...] per 25 [...] ed esigere che fosse usato. O anche, persino, si sarebbe [...] pagare [...] per usare il [...] and [...] e, in tal modo, [...] la diffusione. È Steve [...] il fondatore di [...] che lo ha detto. Oggi [...] paga un prezzo molto [...] voluto separare dalla norma mondiale. E in effetti sta [...]. Tecnicamente parlando il lo-ro [...] buono, ma non serve a niente avere [...]. Lei ha parlato di [...] proprietà [...] ma ci sono avvocati [...] salvaguardare i diritti nello spazio, considerano non [...] mondiali ma anche quelli [...]. Il cyberspazio è per ca-rattere [...] e si posso-no creare ora dei centri di servizio Internet su una semplice navicella [...]. E perché non anche [...] Dunque i diritti galatti-ci sono necessari, per [...] di opporsi a questa tendenza, ma io [...] impossibile. Il cyberspazio non ha [...] nozione di diritto internazio-nale sta cadendo in [...]. Anche sul piano giuridico [...]. Si potrà forse tentare di [...] con leggi sopranazionali, ma neanche [...] basterà . Dunque qualcosa della nozione [...] morendo e questa è forse la rivo-luzione [...]. Il mondo non si iscrive [...] della materia, ma tende ad [...]. ///
[...] ///
Philippe [...] è anche membro del Comitato [...] ministeriale del Ministero francese della cultura e [...] che fondatore e direttore [...] Le [...]. IMA GINA (Monte Carlo [...] Forum on New [...] ideata da [...] nel 1981, è [...] europeo più importante nel [...] virtuale e del cyberspazio. [...] ha pubblicato tra [...] de la [...] -De la vie des [...] a [...] des [...] Champ Vallon», INA, 1986; [...] de [...] Champ Vallon, INA, 1989; «Le [...] et [...] Champ Vallon, INA, 1993. [...] tenta di pensare da [...] del virtuale sviluppando il concetto di «noosfera», [...] Teilhard de Chardin, di cui Internet sarebbe la [...]. Al centro della [...] riflessione [...] di sintesi, creata non più [...] pigmenti o fotoni, come nella pittura o nella fotografia, [...] da pure operazioni linguistiche, che rendono possibile [...] in tempo reale [...] e del linguaggio, [...] materiale e di quella virtuale. ///
[...] ///
Al centro della [...] riflessione [...] di sintesi, creata non più [...] pigmenti o fotoni, come nella pittura o nella fotografia, [...] da pure operazioni linguistiche, che rendono possibile [...] in tempo reale [...] e del linguaggio, [...] materiale e di quella virtuale.

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Nonostante i continui tagli che il settore culturale è costretto a subire - biblioteche storico/letterarie ed Archivi storici in particolare -, nell'epoca del Web 2.0 non termovalorizziamoci!La funzione di servizio pubblico sia essa offerta da un Ente pubblico o privato ha un costo; affinché il progetto possa mantenersi e continuare ad essere sviluppato sarebbe necessario un sostanzioso finanziamento pubblico, ma in sua assenza? Sareste disposti ad "adottare" una pagina e renderla fruibile a tutti in una rigorosa logica senza scopo di lucro?
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Il progetto è senza scopo di lucro, ma purtroppo le spese sono ingenti. Da alcuni anni IdMiS - Istituto della Memoria in Scena (ONLUS) -, anche grazie al Comitato promotore Fondazione Giovanni Frediani ed all'Associazione Culturale Controtempo, ha investito molte risorse sia monetarie che umane nella progettazione del sistema, nella traduzione digitale del proprio patrimonio archivistico, bibliografico - specialmente dell'emeroteca -, biblioteconomico, e museale; in assenza di un contributo pubblico minimamente adeguato ci vediamo costretti a chiedere alle biblioteche che vorranno aderirvi ed indirettamente agli utenti la condivisione dei costi e/o la partecipazione attiva all'elaborazione delle unità bibliografiche che ciascun ente vorrà inserire per il prestito digitale interbibliotecario.
Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

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La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


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Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(193)

Città & Regione [1975-1976*]

(191)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

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Interstampa [1981-1984*]

(199)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(198)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(184)

L'Orto [1937]

(162)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(192)


(187)


(205)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(88)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(204)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(204)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(204)

Brescia Libera [1943-1945]

(160)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(193)


(206)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(64)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(196)

Umanità Nova [1919-1945]

(170)



(99)


Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .





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