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Sempre più la prima [...] forma di lavoro, capace di modellare per [...] del futuro. Ed è illusorio credere di [...] salvare il diritto [...] nel [...] che verrà». Professor [...] che cosa è [...] «La trasparenza assoluta di [...] della terra: questo è il cy-berspazio. Il cyberspazio obbedisce [...] di istantaneità, di accessibili-tà, [...] replica indefi-nita. Le concezioni classiche, kan-tiane, [...] spazio e di tempo, spariscono ormai a [...] spazio-tempo fluido, direi quasi [...] frammentazioni, rotture, scarti, se-parazioni [...]. Si parla, per esempio, di [...] dislivelli [...] conoscenza, di accessibilità [...]. [...] una realtà che non esiste. Si po-trebbe dire piuttosto che [...] una [...] «Il cyberspazio ci insegna che [...] composta da diversi livelli. Plato-ne avrebbe detto che [...] li-velli intermedi di realtà. Dunque io credo che [...] oppor-re il reale e il virtuale. È troppo sem-plicistico. Bisogna cercare di com-prendere che [...] di virtuale nel reale e [...] cosa [...] di reale nel vir-tuale. Allora il vero sforzo [...] è di chiarire quanto più possibile le [...] confusione: confusione fra diverse specie di realtà [...] di virtualità. /// [...] /// Si potrebbe usare allora [...] Aristotele tra poten-ziale e attuale invece che [...] «Aristotele opponeva la potenza [...] il potenziale [...]. Ma il virtuale è [...] non viene da Aristotele, ma da Ro-ma, [...]. È la [...]. [...] di virtuale [...] parola che è affine a [...] la [...]. [...] per i Romani la [...] è ciò che caratterizza più [...] cioè il [...]. La potenzialità -come dice Aristote-le [...] per i Romani, invece, è [...] la visione di ciò che [...] essere la realtà. [...] del progetto. Sono due nozioni assai [...] virtualità: diverse quanto lo è la [...] greca. Mentre la [...] è come un embrione [...] ca-so della [...] non [...] un embrio-ne, ma un [...] che, in qualche modo, decide del proprio [...]. [...] virtua-lità non è una specie [...] irrealtà, [...] nonè [...] qualcosa che permette di passare [...] e che ne contiene la finalità profonda. Il virtuale è un progetto, [...]. Quali sono i ponti [...] virtuale, il mondo del cyberspa-zio col mondo [...] «Come ho detto, la realtà è sem-pre [...]. Prendiamo [...] per esempio. Si sa che il [...] che circolano ogni gior-no nel mondo -una [...] miliardi di dollari di capitale finanziario al [...]. /// [...] /// [...] dunque il reale è [...] inversamente il virtuale è reale. Per-ché? Perché ormai, mediante [...] la realtà, si può [...] reale con im-magini virtuali: questo vale per [...] la guerra, per la pro-gettazione di [...]. Dunque il virtuale con-tiene una [...] di realtà e quindi non bisogna più opporre il [...] e il reale, occorre, al contrario, [...] in una [...]. Non bisogna avere idee [...] di virtuale, piuttosto considerare che il virtuale [...] rappresentazione del reale, po-tenzialmente altrettanto buona delle [...] del reale. È una nuova rappresentazio-ne che [...] benissimo essere effica-ce e, [...] alie-nante, una forma di droga. Tanto [...] quanto uno strumento di aliena-zione [...] e sarà [...]. Quali sono i problemi che [...] pongono [...] «Il problema principale dei diritti [...] dei diritti di brevetto o di marca [...] che [...] quasi a costo zero. A differenza [...] del [...] secolo o [...] del XX, basate sulla ma-teria, [...] siamo nella pura immate-rialità. [...] è che non costa niente [...] e per di più è [...] diffi-cile dare un carattere personale alle idee immateriali o [...] immagini. Sempre più la multimedialità [...] con immagini, con suoni che vengono dai [...]. Ed è assai difficile [...] perché spesso le idee, come il [...] and [...] di un software, sono [...]. [...] fin dei conti che [...] un [...] and [...] È assai difficile caratterizzare [...] originale di [...]. Oggi si presentano due [...]. Primo: la rapida smate-rializzazione [...]. Secondo: [...] di distinguere precisamente ciò che [...] nuovo da quello che [...] di origina-le in [...] dello spirito. Questi due parametri di novità [...] fanno pensare che [...] stata una completa rivoluzione e [...] il diritto [...] oggi è inadeguato. Io so che alcuni, [...] Mondiale della Proprietà Industriale, pensano [...] sia possibile usare, [...] un [...] accordi come quelli della Convenzione [...] Berna o della Con-venzione di Roma sui diritti [...]. [...] perché la rivoluzione che noi [...] della stampa o [...]. Ne deriveranno quadri mentali [...] dovremo cam-biare radicalmente il nostro rappor-to con [...] originalità, con la nozione di protezione dei [...]. E la manipolazione digitale po-ne [...] volta il problema dei di-ritti [...] originale e [...] manipolata. Co-me si può risolvere [...] «In due modi, a seconda che si sia [...] si voglia andare [...]. Se si è reazionari [...] ri-solvere mettendo delle protezioni sulle immagini. Ci sono delle solu-zioni [...] codifica-re le immagini con tecniche critto-grafiche e [...]. Si può evitare che altre [...] che non hanno la [...] immagini. O inversamente si pos-sono [...] e mo-strare che non sono state modifica-te [...] legata alla [...]. Ma questa, io penso, [...] as-sai pesante, che va contro lo spirito [...] tecnologica». E quando ci troviamo nella [...] di Internet, il problema delle immagini, della copia, della [...] diventa [...] «Penso che sia impossibile [...] creare [...] in cui si potrà custodire, [...] una precauzione, il diritto di proprietà, in cui ci [...] potrà chiudere nel pro-prio [...]. Ma [...] un altro concetto, che [...] inte-ressante, quello di [...]. Alle zone privilegiate, private, [...] opporre delle zone generose, di distribuzione [...] che serviranno alla erogazione [...] indi-rizzata soprattutto verso le scuole, verso [...] -educazione in senso lato [...] in via di svi-luppo, mediante le azioni [...] le distanze tra chi ha e [...]. [...] appoggiarsi su un aspetto [...] giurisprudenza an-glosassone del diritto [...] e del diritto morale [...] diritto di [...]. Un diritto che non [...] del lettore, non del proprietario [...] ma [...] perché bisogna pensare an-che [...] e il bene comu-ne esige che si [...] il diritto degli autori, ma anche quello [...]. Questa nozione di [...] è estremamente fecon-da e oggi, [...] ci sono com-missioni di studio, come quella del-la N. [...] differenza tra la protezione dei [...] del software e la prote-zione dei diritti del contenuto, [...] che [...] importante. Il contenuto, in senso classico, [...] finito, [...] prodotto, che può essere firmato; [...] nella nozione di software [...] di mezzo, di strumento. Quando si fabbrica una casa [...] martello e chiodi, non [...] un diritto [...] sul martello. Ci può essere un diritto [...] sul progetto [...] ma non sul mattone, [...]. Poiché [...] distinguere diversi [...] dirit-to [...] bisognerà identificare chiaramente due regimi: [...] regime [...] aristotelico, cioè il [...] e ciò che appartiene [...] dei mezzi e che non [...] essere [...] il [...] porterebbe troppe complica-zioni». Ma il martello, [...] o il [...] marchio depositato piuttosto che [...] «La questione del marchio depo-sitato [...] interessante perché si con-fonde ormai con ciò che si [...] essere il suo contenuto. Prendiamo il caso di [...] 95. [...] 95 si vende sen-za [...] di esemplari non perché sia un buon [...] alla marca. Dunque è [...] non si vende più [...] vende lamarca. [...] è noto che i [...] Mac [...] assai migliori di [...] ma si vendono meno. Perché? Perché nella civiltà [...] sono dei punti di passaggio obbligati, che [...]. Biso-gna standardizzare, unificare. È sta-to necessario, [...] certo punto, ave-re lo stesso [...] nelle [...] lo stesso software [...]. Bisognerebbe però evitare che [...] quali questo biso-gno [...] di un vantaggio specifico [...]. Penso in particolare a [...]. Dunque il problema fondamentale [...] evitare che si crei questo monopolio [...]. Bisognereb-be [...] bene pubblico [...] che [...] gli standard e le norme [...] che siano [...] o [...]. Poiché le norme e gli [...] di fatto e di diritto [...] dovrebbero essere regolati [...] base, in modo da evitare [...] si crei-no monopoli contrari [...] pubblico». Lei crede che le [...] abbiano capito il problema o è solo [...] «Penso che lo abbiano [...]. Tuttavia ci sono ancora [...] retroguardia. Si prenda, per esempio, [...] Steve [...] uno dei fondatori di [...]. Steve [...] ha dichiarato poco tempo fa [...] secondo lui, già da parecchio [...] non avrebbe dovuto fare una [...] giuridica contro [...] come quella che ha fatto [...] il [...] and [...] (letteralmente: guarda e senti, in [...] la condi-zione di verosimiglianza [...] virtuale, [...] ma piuttosto avrebbe dovuto vendere [...] il [...] and [...] per 25 [...] ed esigere che fosse usato. O anche, persino, si sarebbe [...] pagare [...] per usare il [...] and [...] e, in tal modo, [...] la diffusione. È Steve [...] il fondatore di [...] che lo ha detto. Oggi [...] paga un prezzo molto [...] voluto separare dalla norma mondiale. E in effetti sta [...]. Tecnicamente parlando il lo-ro [...] buono, ma non serve a niente avere [...]. Lei ha parlato di [...] proprietà [...] ma ci sono avvocati [...] salvaguardare i diritti nello spazio, considerano non [...] mondiali ma anche quelli [...]. Il cyberspazio è per ca-rattere [...] e si posso-no creare ora dei centri di servizio Internet su una semplice navicella [...]. E perché non anche [...] Dunque i diritti galatti-ci sono necessari, per [...] di opporsi a questa tendenza, ma io [...] impossibile. Il cyberspazio non ha [...] nozione di diritto internazio-nale sta cadendo in [...]. Anche sul piano giuridico [...]. Si potrà forse tentare di [...] con leggi sopranazionali, ma neanche [...] basterà . Dunque qualcosa della nozione [...] morendo e questa è forse la rivo-luzione [...]. Il mondo non si iscrive [...] della materia, ma tende ad [...]. /// [...] /// Philippe [...] è anche membro del Comitato [...] ministeriale del Ministero francese della cultura e [...] che fondatore e direttore [...] Le [...]. IMA GINA (Monte Carlo [...] Forum on New [...] ideata da [...] nel 1981, è [...] europeo più importante nel [...] virtuale e del cyberspazio. [...] ha pubblicato tra [...] de la [...] -De la vie des [...] a [...] des [...] Champ Vallon», INA, 1986; [...] de [...] Champ Vallon, INA, 1989; «Le [...] et [...] Champ Vallon, INA, 1993. [...] tenta di pensare da [...] del virtuale sviluppando il concetto di «noosfera», [...] Teilhard de Chardin, di cui Internet sarebbe la [...]. Al centro della [...] riflessione [...] di sintesi, creata non più [...] pigmenti o fotoni, come nella pittura o nella fotografia, [...] da pure operazioni linguistiche, che rendono possibile [...] in tempo reale [...] e del linguaggio, [...] materiale e di quella virtuale. /// [...] /// Al centro della [...] riflessione [...] di sintesi, creata non più [...] pigmenti o fotoni, come nella pittura o nella fotografia, [...] da pure operazioni linguistiche, che rendono possibile [...] in tempo reale [...] e del linguaggio, [...] materiale e di quella virtuale. (0)
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