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Parla Edna [...] la scrittrice di «Uno splendido [...] Graffiti [...] nel nord di [...] e sotto una immagine della [...] campagna elettorale Crispin [...] LONDRA. Edna [...] è tra le principali [...] lingua inglese e tra i massimi esponenti [...] suo pae-se, [...]. È autrice di diciannove [...] romanzi e raccolte di storie brevi. La [...] ultima opera pubblicata in Italia [...] Uno splendido isolamento, ma il suo ultimo ro-manzo Down [...] River («In riva al fiume») è in [...]. Come lo ha concepito? «La [...] degli scrittori sono come dei sonnambuli. /// [...] /// Credo che le nostre [...] esperienze di cui non abbiamo di-retta conoscenza [...] ereditato nella psiche -siano dentro di noi, [...] siamo coscienti. Vo-levo [...] contemporanea, [...] solo divisione tra Irlanda e Inghil-terra, ma anche divisione o guerra [...] del paese. Mi sembrava però che lo [...] una storia se-guendo la forma tradizionale, [...] alla [...] sarebbe stato troppo pro-saico. Un secolo fa [...] i classici vittoriani che [...] questa maniera [...]. Ma ora viviamo in tempi [...] cui [...] il cine-ma, e [...] era di costruire una sto-ria [...] forma contemporanea, ma [...]. Uno dei personaggi del roman-zo [...] proprio così: «Ci sono due guerre, una con gli [...] e una [...]. /// [...] /// [...] ma di un fatto storico. Nel ro-manzo un uomo [...] viene col-pito da [...] mentre fa una rapina in [...] postale. Ca-pita nella realtà, abbastanza [...]. E [...] il fatto che i [...] si sentono dimenticati e traditi dal sud. Anche questo è vero. Abbiamo un modo di [...] Irlanda: quelli del sud hanno abbandonato quelli del [...]. Io vengo dal sud. Sono [...] stata cosciente -e me [...] storicamente -del fatto che nel sud abbiamo [...] Ponzio Pilato, ci siamo lavati le mani del [...]. Mentre facevo le ricerche [...] ho visitato prigionieri [...] nel nord, a Long [...]. [...] con loro. Metà dello stimolo è [...] dalle conversazioni che ho avuto coi prigionieri. [...] stimolo è venuto dal ricordo [...] una casa. Era una grande [...] appar-teneva alla famiglia di mio [...]. Era sulla sponda di un [...] e, come [...] causa della loro prodigalità. Questa casa rimane di importanza [...]. Ma la casa non è [...] una me-tafora. A un certo punto [...] sgradita, è [...] metafo-ra per alludere alla violenza, [...] «Non [...] evitare la storia. Qualcuno ha detto che [...] un incubo da cui ci [...]. Non so-no [...]. La storia può essere [...] penso che sia un in-cubo che continua, [...] in-cubi diversi. La casa è [...] nel nostro splendido e ironico [...]. Siamo molto diversi dal [...]. Diversi nel temperamento, nella [...] nella poesia, molto di-versi. E questa casa che [...] nel passato è di nuovo [...] il suo proprio idealismo [...] dovrebbe avvenire. Volevo di-mostrare che nonostante [...] donna dentro la casa sia diver-sa da [...] vi entra -diversa in relazione agli scopi, [...] due sono in effetti molto simili. Entrambi sono degli outsi-der, questo [...] porta vicini [...]. [...] nel senso [...] sotto controllo, ma allo stesso [...] è mosso dalla passione e dalla determinazione in [...]. Verso la fine del [...] di Joyce [...] di una don-na affacciata su [...] porta di casa: la donna stessa evoca [...] stagliata contro la porta. Si è ispi-rata a [...] così indi-menticabile? «Amo quel libro. Imparo da Ja-mes Joyce [...] mia vi-ta. Un genio, una montagna che [...] continuamente. Ma quella a cui [...] è [...] da cui abbia tratto [...]. È [...] che si riferisce a qualcosa [...] continua nel tempo, esprime ciò che Joyce sente pensan-do [...] suo paese. Ho imparato da Joy-ce, ma [...] tratto dalla mia percezio-ne personale [...] non dalla [...]. Penso, comunque, che uno [...] dal governo inglese sia sta-ta la completa [...] ogni intenzione di andare incon-tro [...] di riconciliazione do-po la [...]. Ricorderà che il governo [...] su alcune parole, Londra voleva [...] delle parole di-verse. Ci fu la mancata [...] pratici, come il rilascio dei prigionieri. Ci fu-rono le marce dei [...] unionisti e la [...] (Royal Ulster [...] la polizia [...] nel permettere a quelle marce [...] procedere. Io penso che il [...] mille motivi, non fece nulla per incrementare [...]. Non sono rimasta sorpresa quando [...] interrotta. Dopo diciassette mesi di [...] sviluppo politico, mi sono sentita triste. Non voglio vedere cadaveri [...]. A nessuno piace vedere [...]. Per me la so-spensione [...] stato un gran dispiacere. Le sei contee [...] tendine del colonialismo inglese. A parte [...] e comprensibile disgusto che provocano [...] attentati [...] in Inghilterra, più a fondo, [...] sensibilità inglese [...] la nozio-ne che hanno la [...] e invece non ce [...]. Sento [...] (il reve-rendo Ian [...] lea-der del partito prote-stante [...] Party, [...] che usa la parola [...]. Lo stesso fa [...] (David [...] leader del partito Ulster [...]. Ma se vo-gliamo parlare [...] verità è che il paese è stato [...] 1922, contro il volere del [...] irlan-dese, [...]. Quando parliamo di storia, [...] mettere tutte le carte sul tavolo e [...] che ci sono dietro questa storia tragica [...] sviluppata. I cattolici [...] del nord sono stati [...] cittadini di secon-da categoria, ma di nona [...] anni, e così è ribollita la rivolta, [...] ha preso il carattere di una guerriglia». Queste parole vengono ripetute [...] romanzo. [...] «Quelle parole sono il mantra [...]. /// [...] /// Lui potreb-be rispondere: [...] lo so, perché non le [...] mai sperimentate, ma vo-glio la mia identità, nel mio [...]. [...] una frase nel romanzo [...] storia penetra nel suolo come [...] pioggia, la grandine e la neve, il [...]. Questa è la realtà [...]. Non ho cercato di scri-vere [...] per [...] o contro [...]. [...] e lo scontro delle parti [...] dello stesso territorio. Il punto di vi-sta [...] verso la giustizia è particolare alla persona [...]. Ho cercato di costruire una [...] o una parabola per le tante voci, [...]. Tra gli scrittori inglesi [...] dei nomi: Harold Pinter, Ian [...] sen-tono solo delle espressioni [...] irlandese. [...] «Non possono capire. La loro noia è una [...] di irritazione. Che diavolo, non hanno mai [...] a [...] non ci hanno neppure mai [...] piede [...] è la principale strada [...] a [...]. La più grande ostili-tà [...] da noia e mancanza di comprensione. Per gli scrittori inglesi [...] vicina, preferiscono occu-parsi di posti più distanti. Non potrei [...] ma mi pare che siano [...] anche dalla re-pulsione di [...] con delle bombe nelle strade [...]. Ho vi-sto per esempio, [...] gli israeliani entrarono in Li-bano e uccisero [...] dei titoli sui giornali inglesi che dicevano: [...] e [...]. Se si fosse trattato [...] avrebbero scritto: [...] as-sassini [...] ammazzano dei [...] ». Continuerà a scrivere [...] contemporanea, sul con-flitto? «Il mio [...] libro Down by the river tratta un tema contempora-neo, [...] non il conflitto in sé. È stato descritto come [...] incesto e aborto, ma questo è sbagliato [...] profon-dità [...]. Tanti anni fa quando [...] sulle country [...] (ragazze di campa-gna) non [...] in me stessa per trattare certi [...]. Sono rimasta molto colpita dalla [...] che qualcuno ha usato: [...] abbia-mo [...] in Irlanda, ma lo [...] ed è su questo che [...] voluto scrivere. Non sono tra quelle che [...] perché può causare un dolore [...] ma allo stesso tempo non sono [...] con chi vuo-le [...]. Tutti dicono che questo [...] momento per la cultura [...] «Ero in America la [...] scrittori irlandesi e si parlava appunto di [...]. Ho det-to: [...] di eccitarci troppo, cer-chiamo [...] probabil-mente anche in Africa o in America Latina [...] sviluppi in atto di cui non sappiamo [...]. [...] più fortunata in questo, [...] montarci la testa, cerchiamo piuttosto di ricordarci [...] Ja-mes Joyce». Alfio Bernabei Pagine [...] 2. /// [...] /// Ovvero: Joyce, Beckett, Wilde, [...] Neil Jordan (romanzi e film), gli [...] Van Morrison, [...] Doyle e i film [...] libri. Anche di recente, sono [...] irlandesi pubblicati in Italia. Su alcuni (come [...] Man» di [...] Einaudi) torneremo molto presto. Oggi, nel giorno in [...] alle urne, vi proponiamo due interviste molto [...]. Una è con Edna [...] la grande scrittrice di «Uno [...]. [...] è con Mick Mc Govern, [...] inglese che nel libro «Killing Rage» ha [...] di [...] Collins, un militante [...]. E quello che è [...] le ho fatte per sostenere idee sbagliate, [...]. Con queste parole di Collins, [...] dopo un attacco cardiaco [...] del 1995, finisce [...] terrorista [...] scritta a quattro mani con Mc Govern. Nel libro, che ha [...] in Inghilterra, [...] la descrizione amara e [...] di un combattente deluso, di un assassino [...] questo libro «alla moglie e ai figli [...] essi possano vivere in una società più [...]. Ciò che più colpisce [...] gli appostamenti, il clima di violenza e [...] si respira nelle strade. La tensione di [...] che ha imparato a [...] malattia, con una violenza [...] immensamente contrasto alla voce di un uomo [...] di dialogo e di speranza. Dublino e la [...] cultura Storia di [...] divisa in due Uno splendido [...] di Edna [...] Feltrinelli [...]. /// [...] /// Non saranno gli eserciti [...] questione irlandese, ma [...] politico. E forse con [...]. [...] Collins è un [...] irlandese. Mick Mc Go-vern un [...] giornali-sta inglese. Insieme hanno scritto Killing Rage, [...] libro destinato a cambiare [...] di fronte [...] pubblica in-glese e mondiale. Una sorta di confessione, [...] della parabola umana e politica di [...] Collins, un soldato [...] repubblicano irlandese. Abbiamo chiesto a Mc Govern [...] parlarci della [...] esperienza. Se dovessi presentare al pubblico [...] è che questo libro, pur [...] sue inevitabili ripercussioni politiche, rimane personale, [...] che ha creduto [...] che ha visto nella lotta [...] resi-dua possibilità per [...] di una Repubblica [...] Irlanda e che oggi, dopo [...] da [...]. Parliamo allora di lui, [...]. Da un punto di vista [...] ti ha creato problemi [...] di da-re la parola a [...] uomo [...] «No. [...] oltre che la volontà di [...] i [...] cambiamento. [...] è molto cambiato e sentiva [...] bisogno di rac-contare. Un bisogno di espiazione, di [...] di coerenza con [...] resto [...]. [...] non è avvenuta in [...] frutto di un processo lungo, [...]. In Irlanda le reazioni [...] non sono state, come era in parte [...]. /// [...] /// Non credi che si [...] «Al contrario. La storia non si [...]. Solo capendo, cono-scendo i [...] e due le parti si può cercare [...]. [...] ucciso in Nord Irlanda, [...] vero che non si possono chiu-dere gli [...] da loro commesse». A proposito di atrocità, [...] colpisce del libro è la rappre-sentazione senza [...]. Non credete di [...] ceduto ad un desiderio [...] «Assolutamente no. Se [...] qualcosa alla quale abbiamo [...] solo il desiderio di raccontare tutto, di [...] raccontare la verità di [...] la [...] esperienza e lasciare poi [...] di giudica-re». Da un punto di vista [...] e po-litico che giudizio dai dei membri [...] che di fronte [...] ad essere sconfitta è [...] so-cietà. Oggi [...] e il governo inglese sono [...] stallo. Nessuno ha vinto e [...]. Credo che voi ab-biate vissuto [...] simile [...]. A proposito di terrorismo [...]. Spesso in certi ambienti [...] arrivati quasi a giusti-ficare la violenza, ad [...] di solidarietà per i criminali politici come [...] dei loro delitti [...]. [...] «È vero, siamo di fronte [...] un grave problema morale. Credo che il [...] abbia rappresentato una risposta sbagliata [...] un bisogno giusto, comprensibile. So quello che risponderebbe [...] a questa domanda. Lui è sempre stato [...] ha mai ucciso per violenza bruta. Ha considerato la violenza [...] neces-sario per il raggiungimento di un ideale [...]. E nel fare questo [...]. Quello che io penso, e [...] ora anche [...] a risolvere la questione irlandese, [...]. A questo proposito, il [...] ha offerto segnali in-coraggianti. Credo di interpretare la [...] irlandesi nel dire che il risultato delle [...] solo [...]. /// [...] /// Credo di interpretare la [...] irlandesi nel dire che il risultato delle [...] solo [...]. (0)
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