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Il sole, avviato al [...] bagliori tra le fronde del bosco di [...] alla dolce notte estiva. Gli uccelli cinguettavano pigri [...] pigramente il sole radeva le erbe della [...] del castello si tingevano di rosa mentre [...] luna pallidamente biancheggiava nel cielo di levante. Hartmann amava quel castello, [...] quasi servitore, circondato di rispetto e ammirazione [...] grande cultura e [...] del suo scrivere. Hartmann il saggio, lo [...] ma non sapevano la nostalgia e il [...] suo cuore. Hartmann il saggio, cavaliere [...] terra, aveva lasciato il castello, in cui [...] cadetto senza diritto [...] per cercare fortuna nel [...]. E il mondo, che [...] lui alla cerchia di quelle colline, gli [...] impiego alla corte di [...] in grazia del fatto [...] e scrivere e aveva letto i poeti [...] e le vite di Cristo e i [...] Chiesa. Ma la spada, che [...] ora, al fianco sinistro, gli serviva solo [...] duello il suo signore. Amava quel castello, e [...] i libri e il silenzio della [...] stanza, dove a lungo [...] penna in mano intento a scrivere e [...] poesie. Ancor più amava le [...] corte nelle lunghe sere invernali, con la [...] pacata, quando bagliori di sguardi al tremolio [...] incrociavano muti, mascherati dalle note della viola [...] suonava accompagnando le sue poesie. E, leggendo, il poeta [...] a cui appartenevano quegli occhi, e le [...] cavalieri della terra di Francia, la terra [...] dei romanzi che anche ora, nel momento [...] sole tramontava e la terra [...] alla notte, nel sacro [...] gli avevano insegnato che [...] deve affidarsi a Dio, [...] romanzi lo seducevano con il nitore della [...] rilucente tra gli strappi [...]. Per acquietare il desiderio [...] lui, povero cavaliere armato [...] speso notti e notti a rifare nel [...] e nei suoi bei versi limpidi e [...] della splendida fanciulla povera che il principe [...] aveva presentato alla corte [...] Artù [...] di stracci [...] come regina del torneo. Il cavaliere Hartmann invece [...] il culmine dell'arco della vita, e di [...] che quelle concesse da una condizione modesta [...] versi chiari e [...] il suo signore avrebbe [...] sala grande del castello e lui doveva [...] delle cause e le sentenze: sarebbe stata [...] e per questo pensava di andare a [...] sera, senza indugiare a scrivere versi d'amore, [...] nel gran silenzio della notte campestre. Con questo proposito ben [...] aveva intanto varcato la soglia del castello [...] per la grande scala di pietra. Ma gli venne incontro [...] che il figliuolo del [...] dai capelli biondi e [...] leggermente indisposto, era già a Ietto e [...] compagnia. Hartmann passò rapidamente nello [...] dove era raccolta la piccola e preziosa [...] e prese due libri: uno giaceva sul [...] per la prossima lezione di latino del [...] lo estrasse per sé a caso, un [...] fretta, un po' perchè amava la sorpresa [...]. Si sedette accanto al letto [...] bambino dopo [...] sfiorato la fronte con una [...] stupito di [...] vispo e sorrìdente e con [...] più sana del mondo. Cercò di assumere [...] severa e aprì il libro [...] aveva portato per lui: «De [...]. Mentre leggeva scandendo le [...] principi [...] infantile, sicuro in cuor [...] bambino non [...] neppure, pregustava la sorpresa [...] aveva portato per sé: un romanzo d'amore, [...] che piacevano alle dame e che attiravano [...] quando leggeva alla corte riunita, sguardi furtivi [...] pronti appena lui alzava gli occhi dalla [...]. Il quale a un [...] i pollici nelle orecchie e sventolando le [...] dita aperte, gonfiate le gote e strette [...] un suono inconfondibile. Il cavaliere alzò gli [...] guardò sbalordito. Mi hanno messo a Ietto [...] tisana perché non ho mangiato la cena». Per quanti sforzi facesse, Hartmann [...] a mantenere il cipiglio severo. Il bambino si rizzò [...] letto per accostare la bocca [...] del cavaliere e disse [...] Sono [...] al ruscello a pescare i gamberi Li [...] mangiati, lì, in riva al ruscello». Se vuoi [...] e accostò ancor più la [...] del cavaliere [...] una volta ti porto con [...]. Hartmann non riuscì ad [...] a fingere di arrabbiarsi, e neppure a [...]. Amava molto quel bambino, [...] più attento alle cose che gli andava [...]. Forse sognava di farne [...] lui, ma sapeva bene che questo non [...]. Era il primo figlio [...] avrebbe ereditato il feudo e sarebbe divenuto [...] Ma il suo insegnamento non sarebbe andato [...] giovane conte, divenuto uno dei compagni più [...] signore, [...] Federico n, con lui [...] il mare di Sicilia nelle notti di [...] canzoni che [...] insieme nelle pause delle [...] italiane o francesi, accompagnandosi sul [...] o sulla viola. E avrebbe vissuto gli [...] del Sud insieme al suo imperatore e [...] caduto, infine, nella battaglia di [...]. Ma questo [...] mai saputo. Prese il libro ebe [...] sé e fu un po' contrariato quando [...] una vecchia prosa francese, la Vìe da [...] che gli era già [...] altre volte, e che sempre aveva riposto [...]. Non amava le vite [...] Tuttavia pensò dì leggere qualche pagina e andare [...]. Ma tutto andò altrimenti [...] pensato. La «torta di Gregorio Io [...] con [...] dei destino [...] incombeva sul [...] a Udine, Laura Mancinelli vive [...] lavora a Torino, dove insegna «Messaggio razionale [...] (Einaudi 1978). [...] germanica alla Facoltà di lettere [...] filosofia. [...] della da questi lavori [...] è la produzione narrativa: [...] professione ha tradotto «I Nibelunghi» (Einaudi [...] e il dolci abati di [...] di ambiente medievale (Einaudi [...] «Il« Tristano» di Gottfried von [...] (Einaudi 1985); un excursus [...] Mozart» (Einaudi 1986), che fa suo qualche [...] letteratura [...] europea ha dato luogo [...]. La leggenda del cavaliere [...] LAURA [...] non era adatta alla [...] penna gentile, non [...] mai rifatta nel suo bel [...] tedesco. A lui [...] lacrime d'amore e le [...] respinti, che ingentilivano la squisita trama di [...] stesso scriveva. Perché mai una fosca storia [...] e [...] il libro [...] dov'era e si gettò pesantemente [...] Ietto. Rimase a lungo immobilizzato [...] torpore, non vero sonno, bensì pesantezza eccessiva [...] cui la coscienza si dibatteva in [...] strana. Fu per vincere [...] che Hartmann fissò il [...] che già più volte gli si era [...] di rifare in versi [...] Chrétien de [...]. Era un lavoro di [...] Io metteva inevitabilmente a confronto con il [...] di romanzi del suo tempo. Ma aveva bisogno di [...] pensiero ad un proposito certo, ad un [...] che avrebbe riempito i lunghi pomeriggi [...] sopraggiungente. [...] era al culmine, ora, [...] le giornate avrebbero cominciato ad accordarsi, i [...] a farsi più obliqui, i ciliegi avrebbero [...] avvampanti [...] poi i grandi faggi, [...] querce si sarebbero spente nelle loro foglie [...]. Solo un lungo lavoro di [...] poteva [...] dalla malinconia [...]. Decise di alzarsi e [...] tutte le sue penne, come ipoteca sul [...]. Ma quel torpore mortale sembrava [...] ogni movimento. A gran fatica riuscì [...] membra divenute [...] e a sedersi sul [...]. Ma il suo braccio [...] Perché [...] ai comandi del cervello? Perché [...] sulle coltri come fosse un ramo secco? [...] »Furono consultati i migliori medici della regione, i [...] suo braccio, lo soppesarono, lo immersero in [...] freddi, lo massaggiarono con le sostanze più [...] conclusero che forse sarebbe guarito così come [...]. O forse no. E Hartmann rimase con [...] inerte, pesante come piombo, e [...] trascorreva veloce, e lui [...] che avrebbe voluto affilare, alla bella storia [...] folle per amore, che [...] foresta in compagnia del fido leone. La malinconia [...] gli faceva sentire più grave [...] sventura. E che avrebbe potuto [...] scrivano, privato del braccio destro? Che gli [...] vivere della carità del suo [...] avrebbe potuto più scrivere, [...] né comporre versi Perché proprio il braccio [...] Perché [...] destino aveva va-luto [...] destino, ecco. Il destino con le sue [...]. Hartmann si sentì schiacciato, [...]. Che cosa può [...] contro il destino, contro [...]. /// [...] /// Potrebbe [...] alla pietà altrui, [...] alla memoria perché chi soffre [...] che non è solo. Questo potrebbe fare, se [...] scrivere. Ora che gli si [...] più profondo della scrittura, Hartmann sapeva che [...] più potuto scrìvere. Guardò nel ruscello sulle [...] e vide i [...] disperati. Hartmann capì che degli [...] fermati là, al riparo dei primi alberi« Chi [...] a gran voce. Allontanati di lì, che [...] bere e a lavare le nostre piaghe». Hartmann capì che erano [...] Attendevano [...] nel bosco che lui se ne andasse [...] ruscello. Era vietato, infatti, ai [...] ai sani« Vattene in fretta, bel cavaliere [...] voce [...] e non voltarti a [...]. Non te ne verrebbe [...]. Nessuno ama vedere le nostre [...] e nessuno ama noi. Anche se in fondo [...] degli sventurati come potresti essere anche tu, [...]. Hartmann [...] il gelo [...] il cuora Si alzò e [...] capo chino si allontanò dal ruscello. Rientrò lentamente al castello [...] che ora si abbeveravano come bestie al [...] solitudine, [...]. Ripensò alle parole [...] che non aveva veduto, [...] quella sorte gli pesava sul cuore. Di che erano colpevoli [...] Perché erano stati colpiti dalla sventura? Ed egli [...] in fondo ufo [...] a salutare il suo [...] era già a letto. Hartmann si sedette sulla sponda [...] letto, e cominciò con voce dolce: «Giace in Francia [...] terra / che [...] tutti Aquitania / né dal [...] è disgiunta». Si stupì egli stesso [...] sconosciuti gli venissero quasi suo malgrado alle [...] versi del poemetto che avrebbe composto, [...] »Il giorno seguente, tra [...] tutti, Hartmann era guarito! Lo avvinse con la [...] giovane cavaliere che, giunto ad un. Diciassette anni di penitenza [...] scoglio per placare [...] di Dio, o il [...]. Una storia cruda, indurita [...]. Quando chiuse il libro [...] entrava dal-la finestra alta e stretta, [...] di un giorno corrucciato [...]. Guardò il bambino addormentato [...] il viso. No, quella storia non [...] a lui, e neppure alle dame della [...]. E lui stesso [...] dimenticata al più presto. Non amava storie coti sinistre [...] fatica della giornata gli fece [...] la [...] di papa Gregorio che Io [...] turbato. X verbali redatti nella [...] si accumulavano sul tavolo del signore mentre [...] colori nel cielo caldo [...] campagna sveva. Si pranzò tardi» come [...] cui si teneva giustizia, tardi ma con [...] voleva la giornata. Di lontano si annunciò [...] cotto in forno in una veste di [...] circondato da rape, cipolle e cavolfiori, che [...] agreste profumo a quello succulento della carne. In rituale [...] seguirono le trote del [...] mandorle e noci e infine il dolce [...] giustizia», [...] grande involto di pasta [...] e rode, irrorato di caldo miele di [...]. E in luogo della [...] castello, il fotte vino delie colline [...] Danubio. Quando Hartmann si ritirò nella [...] sulle sue palpebre pesava il [...] della notte [...] vino. /// [...] /// Quando Hartmann si ritirò nella [...] sulle sue palpebre pesava il [...] della notte [...] vino. (0)
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