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[...] di un giornalista italiano con [...] ragazzo [...] nel favoloso mondo del [...] f [...]. /// [...] /// [...] il ragazzo del quale si [...] In questo articolo. Cosi [...] vide il giornalista italiano [...] volta Un assedio, vi dico. La Plaza de [...] era immensa, e nel [...] dei vicoli, mi perdere volontariamente per, sfuggire [...] ma era inutile Assolutamente [...]. Cominciai c [...] » invece [...] « [...] », e in fondo era [...] giusto [...] così: [...] disperati [...] invece che [...] derelitti ». /// [...] /// [...] del 1964, uno dei [...] chi ha raccolto i bollini del 1963. [...] vero che [...] la capitale [...] Inca, è alta 3. Ma quei bambini affamati [...] non sapevo come fare, semplicemente per [...] nella città, per vedere, [...] sedermi, mangiare. Il primo giorno avevo dato [...] propina [...]. Lo avevo notato di [...]. Una sera mi ero [...] una taverna e mi riposano dalle escursioni [...]. Dalla vetrata ; scòrgerò [...] gelati, [...] girai gli occhi, guardai [...] vidi ii ragazzetto scalzo, che mi fissava [...] occhi ironici e seri. Lo chiamai, volevo [...] per la [...] discrezione, [...] un gelato. Invece dileguò come una apparizione. Dovetti [...] uscire e [...] dietro [...]. Rifiutò a bocca chiusa. /// [...] /// [...] proprio vuoi, non un gelato, [...] una [...] (una fetta di pane schiacciato). Il gelato è per [...]. Ma se non puoi, lascia [...] stare. Tu non sei americano, [...] ho visto. I ragazzi non lo [...]. Non sanno che ci [...] sono americani, che lavorano e non sono [...]. Restai stupefatto e quasi [...] un mucchio di secondi. Mangiò e scappò via: [...] devi la [...]. Io «oh ti disturbo [...]. Prima che potessi [...] non [...] più. Da allora, potevo voltarmi [...] sicuro di [...]. Era diventato la mia ombra [...] » non mi inseguivano più. Arerò due ombre, dunque, una [...] la mia, [...] era quella specie di bambino [...] che mi [...] e mi proteggeva. La nostra lingua si chiama [...] quechua (leggi: [...]. [...] vuol dire petto, cuore. Tu [...] adesso, sei nel petto [...]. Ma [...] sapeva poco, non aveva [...] solo immagini (anche se sa-. [...] cioè sole, [...] sul mondo, dappertutto. Co-, mandavano gli [...] i gran-di saggi di [...]. Facevamo grandi pa-. Ci infilava le dita, [...] davanti, agitando [...] il vento, e [...]. Mi portò [...] al Museo [...] ci era già stato, ma [...] volta sola con qualche turista [...] e mi indicò i crani [...] dagli antichissimi [...]. Poi prese una ceramica [...] di indio con il mal di denti, [...] di ceramica si lamentò, verso l'acqua dagli [...]. /// [...] /// Solo nonno e nonna. Ma il nonno è [...] tumulto, davanti a [...]. [...] gli americani, i [...]. Mori là sotto, fra [...] gente che si azzuffava per i [...] americani. Passò un vecchio inca, [...] di fiori recchi sotto il braccio. Fermava i passanti e [...] seccati e sfioriti. Qualcuno cercò spiccioli in [...]. Il vecchio si indignò, [...] solo sorrideva e regalava vecchi fiori. /// [...] /// Forse oggi è il [...] nome. Tu non sai: [...] a [...]. Io ne ho nove, [...]. Io chiedo la propina. /// [...] /// Ma solo quando muoio [...]. Prima cerco di lavorare. Mio nonno, Sebastian [...] che gli Amarti devono fare [...] non chiedere mai elemosina, ma non morire di fame. Passavamo nei giardini di Plaza [...] davanti alla Cattedrale costruita [...] [e pietre dei tempi degli [...]. Nel centro del giardino [...] sottile. Una [ancia luccicava in [...] alla statua di un indio seminudo, con [...] penne colorate sul capo. Mi prese per mano, e [...] condusse sotto un porticato, [...] a una lastra nera di [...]. [...] questa Piazza degli [...] furono [...] e giustiziati, i nobili capi [...] grande rivoluzione del 1780, precorritrice [...] continentale. Il IS marzo del [...] José Gabriel Tupac AMA RU, Micaela [...] Hipolito Tupac [...] Francisco Tupac [...] Tomas Tito [...] José [...]. /// [...] /// José Gabriel è stato [...] Inca, [...] Sole della nostra libertà. [...] gruppo di ragazzi fotografati i [...] una via di [...] capitale dell' impero [...] dopo che gli spagnoli occuparono [...] Perù, insorse [...] Tupac [...] I. Poi insorsero i fratelli [...] poi i de [...] de [...] Poi, José Gabriel [...] Tupac [...] II. [...] mas grande de los [...] (il più grande dei liberatori [...]. [...] raccontò (incito che sapeva, con [...]. Disse clic il [...] ha sempre [...] alle bufere del vento [...] che le case degli spagnoli, con tutta [...] il loro ce mento, le loro colle [...] pietra crollano quando la terra si scuole, [...] degli [...] resistono. /// [...] /// Viene [...] c lo abbatte, alla [...]. Ma le radici no, [...] protegge, e [...] rinasce. Cosi, dopo Tupac [...] è venuto [...] e la lotta [...] mòri [...] sali sulle montagne e fece [...] pezzi gli spagnoli. Poi tutto il mondo [...] di Itti. [...] spagnoli e tutto il mondo. E Tupac fu preso [...] suoi partigiani [...]. [...] (fu squartato). Gli legarono le braccia [...] a quattro cavalli, li frustarono e li [...] galoppo verso quattro orizzonti. Ma Tupac non era [...]. Era alto come un [...] come le nostre pietre. Gli dovettero tagliare la [...]. Ma [...] non è morto. [...] la [...] anima è subito passata nel [...] di un altro Tupac, e le montagne lo hanno [...]. Con un riso fiero [...] e bianche nel viso grigio:, [...] Sì. /// [...] /// Era disperante, complicato, difficile. Ci sarebbero voluti anni, sarei [...] tornare [...] in Perù, avrei dovuto affidarmi [...] Liga [...] de los [...] associazione di ricche signore proprietarie [...] che si divertivano con la beneficenza. [...] mi seguiva, e si interessava [...] pratiche disperate con un certo [...]. Credevo di non capire, [...] aveva accettato di venire con me, mi [...]. Finché un giorno mi [...]. Non domandai neppure perché. /// [...] /// [...] giorno gli dissi [...] ito. Ironico, triste e serio, [...] mormorò:. /// [...] /// Il gatto aveva la [...] cuccia in una morbida cesta, [...] topo in un buco profondo e il galletto su [...] bella stanga da pollaio. Una mattina il galletto rosso [...] svegliò e domandò: [...] Chi si alza per primo [...] accendere la stufa? , [...] Io no [...] disse il gatto. Quando il fuoco ebbe ben [...] il galletto rosso domandò: [...] scopa la [...] no [...] disse il gatto. E spazzò dappertutto. Finite le pulizie il galletto [...] prepara la [...] no [...] il gatto. Il galletto rosso si [...] Quando non ce ne fu più nemmeno una [...] rosso guardò fuori dalla finestra e chi [...] la strada? La volpe in persona. E saltò sulla [...] stanga. E si accucciò nella [...] ci [...] a. E si nascose nel [...]. La volpe [...] nella stanza. Buongiorno, galletto rosso. Chi di voi mi dà [...] granatina alla schiena?To no [...] disse il gallo. E cominciò a grattare [...]. Le grattò la schiena [...] orecchie, ma quando arrivò alle orecchie la [...] zampa, acchiappò il galletto e lo ficcò [...]. Però, se credevano di [...]. La volpe fece un [...] il gatto dalla cesta e il topo [...] li mandò a far compagnia al galletto Era [...] bella ma assai calda, e dopo un [...] cominciò a pesare. Appena si fu addormentata il [...] rosso si cavò di sotto [...] un paio di forbici, un [...] e un filo e [...] taglia il sacco con le [...] disse il gatto. Unendo le loro forze [...] e saltarono fuori. Allora il galletto rosso domandò: --Chi porta delle [...] disse il gatto. Unendo le loro forze [...] e le misero nel sacco. Allora il galletto rosso [...] ricucire il sacco?. Unendo le loro forze [...] per bene, poi via di corsa a [...]. E da quel giorno [...] il topo aiutarono sempre il bravo galletto [...]. Quanto alla volpe, dopo [...] si svegliò, si rimise il sacco in [...] rimise in cammino. /// [...] /// La volpe, intanto che [...] sul tetto e slegò il sacco proprio [...]. E buttò giù per la [...] quel che [...] nel sacco. Uscì in cortile, si cavò [...] zoccoli di legno e li tirò alla figlia [...] la fece cadere dal tetto. /// [...] /// Uscì in cortile, si cavò [...] zoccoli di legno e li tirò alla figlia [...] la fece cadere dal tetto. (0)
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