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I sondaggi li danno esattamente [...] pari: [...] contro [...] Slogan razzisti per vincere in Kentucky In uno dei collegi decisivi la sfida [...] voto tra [...] e [...] PIERO SANSONETTI LOUIS VILLE (Kentucky). [...] uno spot elettorale che appare [...] Kentucky: si vede un contadino [...] col cappellone e [...] un [...] fesso. Il contadino suona tre [...] e poi si rivolge agli spettatori, parlando [...] e metà in ingle-se: «Grazie mille mi-ster [...] -dice -che hai levato [...] americani [...] Messico». Poi arriva un cinesino sorri-dente [...] recita la stes-sa formula, con ac-cento cinese: «Mille [...]. Alla fine [...] di ogni razza, molto scomposta, [...] tutti ringraziano [...] per avere stanziato soldi americani [...] favore [...]. Dis-solvenza, e la voce del [...] «Elettori -grida -dite a Scotty [...] che i soldi dei [...] vanno spesi in Kentucky. Elettori, [...] Chi sono [...] e [...] Due simpatici signori di [...] due ex deputati -che si [...] contendendo [...] seggio del Senato americano messo [...] palio in Kentucky. I sondaggi dicono che [...] pari: 44 per cento contro 44 per [...] per [...]. [...] sondaggi non oscillano neanche di [...] punto. /// [...] /// Co-sì la campagna elettorale [...]. E siccome [...] è quello di mobilitare il [...] elettorato, [...] avversario, nessuno si pone [...] un leader repubblicano confezio-na avvisi [...] fascistelli e un [...] ripugnanti come quello [...]. Le elezioni americane di marte-dì [...] di pochi voti. Almeno, queste so-no le [...]. La bat-taglia più spettacolare [...] Senato, ra-gion per cui in questa ultima [...] partiti sono impegnati allo stremo per conqui-stare [...] voti nei collegi chia-ve, cioè nei collegi [...]. [...] cinque: New York, California, stato [...] Washington, Nord [...] Kentu-cky. Si decide [...] chi vince e chi perde. I repubblicani devono conquistare [...] questi collegi per arrivare alla ago-gnata maggioranza [...] seggi su 100. I democratici de-vono conquistare tutti [...] cinque questi seggi per annullare il van-taggio repubblicano e [...] il controllo del Senato (arrivando [...] voto di Gore che darebbe [...]. /// [...] /// Non [...] chiesa, non ci so-no [...] ci sono aiuole: solo il profilo di [...] basse, due piani, tutte uguali, di mattoncini [...]. Al pianterreno di una di [...] co-struzioni, una vetrata lascia vede-re una grande stanza divisa [...] in due parti: a destra è una tintoria, a [...] -piena di tavoli e computer -è la sede, il [...] repubblicano. Ci sono le bandiere [...] lo stemma del partito, [...]. /// [...] /// Un palchetto con sei [...] sette in punto della sera arrivano gli [...]. /// [...] /// In versione da pensionato, con [...] e sotto la cravatta. [...] lo presenta al pubblico. Dice che è [...] che doveva essere [...] posto [...] dibuo-no di Clinton. /// [...] /// [...] forte è la [...] famiglia: mostra [...] bionda moglie e spiega che [...] ha dato 9 figli. Poi dice che anche [...] non hanno controllato molto le nascite e [...] 46 ni-poti. [...] ha già 12 figli e [...] intende fer-marsi: èa [...] del Kentucky e passa il [...] tempo a picchettare le clini-che «liberal». La gente applaude e [...] continua a parlare del [...] e della famiglia. Urla: «Io credo [...]. E la poli-tica, [...] ne par-la poco. Si limita a giurare, [...] repubblicani, che voterà a favore di qualsiasi [...]. /// [...] /// E il presidente [...] un uomo simpatico e [...] del suo avver-sario storico, di Clinton. Racconta che in gennaio era [...] a Washington, alla stanza 414. Proprio accanto a Monica [...] che stava alla 412, [...] lo sapeva. E una mattina si è [...] e ha sentito un gran trambusto, ha visto le [...] i flash. Allora ha chia-mato la [...] le ha detto: «Elisabeth, sono arri-vati i [...] le Tv, devono essere [...] per me: Elisabeth, penso [...] abbiano rifatto bene i conti e abbiano [...] io il Presiden-te». [...] se non si capisce [...] prendendo in giro Clinton, Monica, i giornalisti [...]. Ride anche il pubblico, [...] da signore di una certa età e [...]. È un pubblico molto [...] non si entusiasma mai. Alle 7 e trenta [...] finito e la caro-vana [...] per [...] trenta chilometri da [...]. In una giornata il gruppo [...]. Si muove da solo, [...] un camioncino Ford rosso e grigio. Due posti a se-dere [...] cassone dietro, dove ha sistemato un cartellone [...]. Sono i camioncini [...] dai contadini nelle campagne americane. [...] davanti al municipio di [...] città natale del grande Abramo Lincoln, e saluta uno ad uno [...] per il comizio. Poi si fa fare [...] risponde. Parla a voce bassa, quasi [...] non usa re-torica. Ha [...] molto disincanta-ta. Dice cose piuttosto sensate ma [...] mostra [...] un moderato. [...] di tabacco, decisamente un [...] è uno di quei democratici del sud [...] non [...] dai re-pubblicani. Fa parte di una [...] partito democrati-co, abbastanza ostile a [...] a Hillary -che si [...] dei [...]. [...] è molto sorpreso che [...] ci sia un giornalista italiano e si [...]. Chiede della crisi di [...] nuovo premier -vuole sapere se è un [...] si capisce se la cosa lo inorridisca [...] -e poi mi spiega perché la [...] corrente si chiama dei [...]. [...] sono dei democratici fanatici, che [...] guardano alla politica ma so-lo fanno il [...] che [...] che votare un repubblicano voterebbero [...] cane giallo, per questo sono stati definiti gli [...] i cani gialli. Sono quelli come Ted Kennedy. I [...] radicali, e infatti negli ultimi [...] anni hanno votato spesso contro Clinton. Stavolta però, se riusciranno a [...] qualche [...]. /// [...] /// Stavolta però, se riusciranno a [...] qualche [...]. (0)
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