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Il Saggiatore manda in [...] di poesie dal 1947 al 1995. Si parte con la [...] Gates [...] e si arriva alla Ballata [...] che chiude le «Nuove poe-sie» dal [...] in poi. Il libro si apre con [...] prefazione di Gin-sberg, che ha lavorato a questa [...] fino [...] della morte, e si chiude [...] una nota del traduttore Luca Fontana, quanto mai doverosa. I contatti fra Ginsberg [...] Fontana, [...] e-mail, proseguirono fino alla vigilia della morte [...]. Io gli mandavo sfilze [...] cui lui ri-spondeva molto minutamente». Il risultato è una nuova [...] di Ginsberg, al-la quale Fontana [...] dedicato tre anni di vita. Fontana, [...] nata [...] di ritradurre tut-to Ginsberg? «Il [...] è nato da [...] di Luca [...]. Avevano pensato a me [...] testi inediti, poi Ginsberg mi ha fatto [...] semplice. Mi ha chiesto se [...] era cambiata in questi ultimi 30 anni. Io gli ho detto [...] allora abbiamo deciso di ritradurre tutto. È nato un rapporto molto [...] in cui mi han-no colpito soprattutto la [...] erudizione, [...] metrica. Era una memoria vivente della [...]. Essendo figlio di un [...] poeta [...] -veniva da una [...] russa, assolutamente laica e comunista [...] abituato a scrivere versi in rime baciate e a [...] i poeti del [...]. [...]. E questo [...] nella traduzione. La [...] poesia è piena di echi. Si sentono [...] Blake, Whitman, [...] Shakespeare. Non è un poeta [...] Ginsberg. E questo sposta [...]. I Beat incarnarono un [...] ridotto a fenomeno di costume, che è [...] della [...] del radicalismo Usa. I Beat sono più [...] Statua della libertà. Ma [...] su di loro nasce dal [...] raduno di San Francisco, dove Allen comparve assieme ai Jefferson [...] alla Che Guevara: [...] arrivato mediato dal [...] e nessuno più di lui [...] le scatole piene della triade [...]. Nella nostra percezione di Ginsberg [...] Beat [...] manca totalmente la [...]. [...] azzerato, filtrato da quelle tremende [...]. /// [...] /// Devi forzare il tuo sistema [...]. Un esempio è [...] verbale dei sostantivi in [...] «Sì. Ginsberg usa sostantivi in [...] che in inglese è normalissimo. Io ho forzato [...] my [...] diventa [...] i [...] my [...] diventa [...] il [...] e così via. Perché non si debbono [...] ma le funzioni del linguaggio. La tradu-zione è ricerca, [...] è un la-voro infinito». La domanda più difficile: [...] «Per tradurre in generale, [...] scrittore e [...] deciso che la traduzione [...] è meglio fare una bella traduzione, piuttosto [...] sulle seghe che ci fa-cevamo da ragazzini. Non sopporto la dimensio-ne masturbatoria, [...] tinello, della letteratura [...]. /// [...] /// Nino [...] Mario Merola, Angela Luce. Che ci fan-no, questi signori [...] nel Ma-schio Angioino, fotografati in una [...] Ginsberg e delinea un nuovo [...] tutto «napoletano» di leggere il [...] Ci fanno, ci fanno. Angela Luce, tra [...] al Maschio Angioino ha [...] concerti che riman-gono «fra i ricordi più [...] il cortile era pieno, la gente era [...]. E ci fanno, comunque, perché [...] senso della mostra [...] (concepita e realizzata da Marcello Garofalo, Pietro Baldoni e Vittorio Guida) [...] di [...] fra lin-guaggi, il cross-over. Cultura «alta» e cultura [...] Non [...] più, sono la stessa cosa, fanno parte [...] (di un Im-maginario) di riferimenti che si [...]. [...] Goffredo Fofi [...] fra i fo-tografati della [...] «sdoganato» Nino [...] e due giganti come Merola [...] Luce sono parte integrante del-la cultura di questa [...] si propone come leader in Italia. Non a caso alla presentazione [...] an-che Renato Nicolini, che negli [...] ben poco giudiziosi di Garofalo Guida [...] Baldoni deve [...] riscoperto lo spirito di certe [...] a Massenzio. [...] comunque, [...] Marcello Garofalo -che fra [...] è il critico, quindi il teorico -ce [...] sotto [...] tratto dal cata-logo (per [...] lui e la casa editrice Electa). Ma pro-viamo a [...] anche noi, da cronisti. Il tutto si con-cretizza [...] fotografie (magnificamente realizzate, a co-lori, da Guida) [...] Ma-schio Angioino. In ciascuna foto, un [...] e della cultura partenopea [...] scene e situazioni che [...] famosi e popolari. In-fine, a chiudere il [...] ha come didascalia un verso di Ginsberg. /// [...] /// In questa pagina ne [...]. Nino [...] con le ali -appunto -da [...] do-mina un paesaggio napoletano in cui il Vesuvio, [...] caso, è ironi-camente rovesciato, come [...] allo specchio. Citazione: Il cielo sopra Berlino [...] Wenders. Dida-scalia: «Guru [...] Guru [...] si al-larga nel vasto spazio [...] petto». Oppure: Angela Luce, con [...] la ferocia, si mette in posa da [...]. Cita-zione: [...] Thurman nel poster di [...] Fiction (solo che ha in [...] un fumetto di [...]. Didascalia: [...] in the Pepsi [...] sei nel-la generazione Pepsi. Ancora (e questi dovete [...] a vedere a Napoli): Mario Merola atteggiato [...] Brad Da-vis in Querelle, Mario Martone e Angela [...] in bagno come nel Disprezzo [...] Godard, Enzo Moscato vestito da donna come Michael Caine [...] Vestito per ucci-dere, Franco [...] in divisa da lottatore [...] allude a To-kyo [...] Marina Confalone inseguita da [...] una grottesca versione napole-tana di un film [...] Ed Wood, ancora Nino [...] che rotola a terra [...] in Fino [...] respiro. Il tutto nasce, come spiega Ga-rofalo [...] sotto, da [...] citazione contenuta in una poe-sia [...] Ginsberg: un film di Antho-ny [...]. Dawson (alias Antonio [...] I [...] vengono da Marte. Il che, nel-la mente [...] ha fatto innescare un ubriacante gioco di [...]. Alcuni sono impossibili da [...] importa: la mostra è originalissima e bellissima [...] pone come gioco -coltissimo, ma pur sempre [...] e scherzando, defini-sce una poetica e una [...] uno spettacolo napoletano che mescola i linguaggi [...] a tutto pur di comunica-re. Leghisti [...] atto: il Nuovo viene da [...]. Alberto Crespi Divi «made [...] tutti in posa per Ginsberg Papà Respiro Addio di Allen Ginsberg il Saggiatore [...]. E tutto nacque dai [...] italiani. Ginsberg aveva individuato una [...] di massa [...] un sorgere improvviso di [...] nazionale pieno di gare, bombe di morte [...] sistemi polizie-schi segreti, droghe che aprono la [...] navi che lasciano la terra, terrori chimici [...] male a portata di mano. E soggiunge-va: «Gli unici [...] che possiamo conoscere sono quelli [...] di comunicazione di massa. Questi mezzi sono esattamente [...] cui le sensibilità e le confessio-ni della [...] e più per-sonali sono più proibite, soffocate, [...]. Qual era (è) allora [...] più idoneo per rendere la misura della [...] o quanto meno [...] una trac-cia? Sin dal [...] Robert Frank aveva fatto [...] bellissima mostra (dal titolo [...] umani orribili) alla galleria [...] Solomon di New York, [...] Gin-sberg aveva fatto in gioventù dei suoi [...] Allen Ginsberg amava [...]. È perciò ipotizzabile che la [...] aperta, onnicomprensiva e oriz-zontale delle sue composizioni, il verso [...] e flessibile che si piega a ogni sfumatura della [...] comu-ne, il lessico ampio che abbraccia il sublime, [...] e [...] e alla car-nalità dei corpi, [...] gusto della free [...] mutuata dalla frequentazione [...] degli anni [...] abbiano trovato nella fissità fotografica [...] mag-giore forza per la difesa [...]. Quel che dovrei sem-plicemente [...] pulsione, perversa perché il deside-rio sbaglia oggetto, [...] co-me una [...] (Roland [...] par Roland [...] 1975). Restan-do invece [...] della Beat [...] William Burroughs in [...] and a [...] (1975-1977) sosteneva: «Ricordia-moci che la [...] scritta è [...] che la prima scrittura fu [...] immagini, e così dipingere e scri-vere furono a un [...] momento una singola operazione». E Gin-sberg, come seppe [...] nesso fra musica e poesia, riuscì a [...] tra scrittura e visio-ne, tra fotografia e [...]. È noto-rio che con [...] barrie-re di generi: non solo alto e [...] prosa e poesia, racconto e canzone. Si pensi, per esempio, [...] con i [...] grup-po multimediale in grado [...] satira, fotografia, fumet-ti e molto altro ancora. [...] è quindi una delle tante [...] di rappre-sentare [...] nesso» tra scrittura e visione [...] è sì il nome del [...] delle Forze Americane in Vietnam, che Ginsberg cita nella [...] poesia [...] ma è anche un gio-co [...] parole -letteralmente signifi-ca «più terra [...] Napo-li è la città italiana [...] egli consi-derava vera capitale [...] una delle possibili occasioni di [...] gli steccati tra i generi, di com-binare incroci tra [...] memorie artificiali, di spostare il «New York [...] da un punto [...] di città cosmopolite: nel caso, [...] a [...]. Oggi [...] la città del New Jersey [...] Ginsberg, è diventata un sobborgo di New York, [...] Napoli riaf-ferma in questi anni [...] motivata ansia di internazionalità, [...] espo-nenti del suo «poetico» (vecchio e nuovo, [...] cinematografico. Se un «semplice Urlo [...] nulla nel fracasso odierno» (Zanzotto), minoranze più [...] grande ed egocentrico son-no degli anni [...] possono molti-plicare [...] di quel grido, spostan-do [...] il border-line della con-taminazione. Allen Ginsberg, il più [...] buddista che mostrava devozione [...] Krishna, [...] Allah, Coyote e al Sacro Cuore», [...] del 1996, in occasione di un reading [...] Magazzini Generali di Milano, ac-cettò il ruolo di «icona» [...] di [...] non solo perché la [...] una città da lui molto amata, ma [...] affidato, al di là del suo salmodiare [...] e della rilettura di un suo [...] ancora oggi davvero fon-damentale, On [...] Work, il suo sguardo, [...] in macchina come unico segno di contemporaneità [...] e di vedere le [...]. [...] poi che il «vasto [...] rappre-sentato da una miriade di fram-menti di [...] ci parve una maniera diretta, neanche metaforica, [...] «lo spacco nella coscien-za massificata»; il nostro [...] Ginsberg fu appunto il regalo di una [...] locandina di un film popolare italiano, I [...] vengono da Marte, da [...] al fine di descri-vere [...] di «isolati [...] contro il Potere Generale [...]. [...] dei frammenti (pose e visioni) [...] non può diven-tare [...] integra e totale, come uno [...] caduto non può [...] però il testo (Beat) [...] o fuori di essa, può [...] un quid, effetto [...] (o interferenza) dei due sistemi [...] «La parola scritta è imma-gine». Il tentativo di girare (filmare) [...] fotografare la parola scritta come [...] ad altre immagini interne al [...] stesso, ha preteso una struttura combinatoria estrema, capace di [...] improvvisamente in fenomeno gratuito, in creazione intuitiva, in raccordo [...] fi-nanche una specie di [...] che, tra vero e falso, [...] a [...] visibile quella [...] evo-cata da Ginsberg, tramite, per [...] di un at-tore messo a [...] durante un pro-vino o la perplessità di una ma-schera (Pulcinella, naturalmente) che cambia veste, che muta, che invecchia e [...] medita. La tensio-ne fantastica votata [...] volte ironica, di tutti i topoi (com-presa [...] e della mente) della Beat [...] al centro di [...] popolata di angeli ade-guatamente [...] orribili è stata [...] per dare forma a [...] colletti-vo, certo delirante, in cui il sogna-tore [...]. /// [...] /// La tensio-ne fantastica votata [...] volte ironica, di tutti i topoi (com-presa [...] e della mente) della Beat [...] al centro di [...] popolata di angeli ade-guatamente [...] orribili è stata [...] per dare forma a [...] colletti-vo, certo delirante, in cui il sogna-tore [...]. (0)
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