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L [...] / VENERDÌ [...] NOVEMBRE [...] «Itaca e oltre» Claudio Magris ha raccolto [...] apparsi sul «Corriere» negli ultimi anni: ma [...] è affatto frammentario. Sembra un saggio [...] contemporaneo E Musil incontrò [...] »Emilio Salgari. [...] sotto: Robert Musil. In basso: [...] di Thomas Mann [...] libro di Claudio Magris (/luca [...] oltre. Garzanti) si presta a [...] paradossale, in armonia con lo [...] di approccio [...] d'arte: non sembra tanto che [...] libro sia una raccolta di articoli [...] sul «Corriere della Sera. Non è la prima [...] concepita a tasselli, che affronta [...] disparati [...] nello spazio e nel tempo (da Flaubert [...] Musil, [...] Borges a Canetti, da Thomas Mann a Salgari, [...] Svevo a Novalis) risulta alla lettura avvincente e [...] di un discorso che diventa epocale e [...] i grandi temi di attualità. È già accaduto allo stesso Magris [...] sia pure in maniera meno [...] in Dietro le parole (dove [...] il titolo rimanda a una realtà sottesa ai vari [...] del mosaico), è già accaduto a Ferruccio Masini ne Gli schiavi di [...] (Editori Riuniti, 1981) e nel [...] recente [...] e certamente più [...] Il suono di una sola [...] (Guida, Napoli 1982). Ma [...] tra Magris e Masini [...]. Se ambedue prendono atto [...] e culturale della nostra epoca, se ambedue [...] sostenere che il [...] nella perdita di un [...] della fede in un centro) politico, etico, [...] persino geografico, o-gnuno poi procede per la [...] le proprie carte nautiche. Magris fa totalmente [...] la concezione [...] del saggio come avventura [...] con tutta la curiosità per [...] che gli deriva dalle [...] Salgari, con tutta la [...] sensibile attenzione per quella [...] cui è acuto interprete e rigogliosa espressione [...] «Il saggio è il discorso obliquo e indiretto [...] prende a prestito e [...] cosa [...] perché alla vita vera [...] alludere e non la si può rappresentare [...]. Solo il titolo del [...] per sé un piccolo capolavoro e una [...] che va molto al di là della [...] titolo di un saggio su Novalis compreso [...]. La letteratura moderna è [...] verso [...] verso [...] con qualcosa, [...] alla [...] «casa», questo luogo familiare e non ostile [...] esistito o non esiste più. Si parte dalla dolorosa [...] Itaca non esiste, ma si viaggia perché si [...] Itaca. I richiami ad Ulisse, [...] sia al romanzo di Joyce, affiorano continuamente [...]. [...] dello scrivere è vista [...] odissea alla ricerca di colmare Io iato [...] e la vita, è una continua fuga [...] non ha mai posseduto, [...] ha nostalgia come se in un tempo [...]. E allora [...] comune a molti [...] autori visitati da Magris [...] nostalgia ora struggente ora drammatica, che non [...] su un oggetto preciso o su una [...] (di volta in volta [...] la realtà anteriore alla [...] più immaginati che vissuti). La perdita delle grandi [...] perdita che è divenuta [...] decenni, dopo Io sgretolarsi delle illusioni sessantottesche, [...] ideologici onnicomprensivi, e dei modelli sociali da [...] prodotto quella perdita di centralità che fa [...] il vero centro del mondo. Ma a un navigatore [...] come Magris e alla [...] sottile ironia non sfuggono [...] mode del momento che, proprio perché inquadrate [...] epocale, appaiono per quello che sono: delle [...] ripropongono come originali tematiche già vecchie [...] del secolo. Nietzsche e [...] giustamente sottratti [...] offrono il pretesto a [...] Essere, [...] e il Corpo blaterano [...] macchiette di un dozzinale film comico». Il fine lettore di Roth, [...] Musil e di Borges sa [...] usare la scimitarra di [...]. Magris è conscio del [...] attraversando un periodo di restaurazione, ma proprio Magris, [...] della cultura di quel fin de [...] che esprimeva la decadenza [...] di una serie di valori, tanto simile [...] cui ci troviamo in questo fine secolo, [...] risparmia critiche molto severe a coloro che [...] valori in termini tanto goffi da sembrare [...] «Quel vago c spesso vacuo fervore di riscoperte [...] assai presto nella propria [...]. Ma [...] letteraria di Magris induce [...] che va oltre la [...] Itaca e persino oltre [...] così come gli scrittori del Novecento, che [...] come un continuo esilio, tracciano una rotta [...] che non c'è, Magris [...] disgregata dei nostri giorni [...] un quotidiano, dimostrando di fatto che [...] sia pure passando attraverso [...] pure attraverso illuminazioni e frammenti [...] è possibile costruire un [...] et [...] con tutto Io spaesamento [...] del caso, che sia comunque un intervento [...] sul recente passato, ma che sia fruibile [...] parola per parola nel nostro tormentato presente. Solo che mentre Masini [...] mare aperto facendosi carico dei rischi della [...] certezza, senza tentare improbabili [...] ma volendo trasformare il [...] una autodistruzione dionisiaca, Magris talvolta dà [...] impressione di credere a [...] certezze o a un ordine perduto [...] magari nella [...] Austria di [...] o magari esistente in [...] giacché il nihili-smo, scrive, [...] che dà sapore alle altre idee, ma [...] un piatto troppo monotono. Al fondo dello spaesamento [...] Magris, [...] ben guardare, una patria c'è, un luogo [...] che è esso stesso più [...] a-spirazione che una realtà; [...] e [...] rappresentata dalla poesia di [...] è anche il luogo [...] Magris: Trieste nel cuore della Mitteleuropa, densa [...] di spinte centrifughe, ma pur sempre un [...] di un centro, fatto di atmosfere, di [...] di un lento decomporsi, in grado tuttavia [...]. Mauro [...] ancora non parla. Per gioco si può [...]. Nella [...] nativo si perde, entra [...] straniero che deve chiedere notizie e indicazioni [...] cammino da percorrere per raggiungere luoghi noti. Ricorda che in una villa [...] due passi da casa [...] quando egli non aveva ancora [...] anni, D. Lawrence cominciò a scrivere [...] di Lady [...]. Il passante non ne [...] di lui: [...] so, non glielo saprei [...]. Così, quella villa, il [...] fera un tempo o [...] oggi: tra tacciate e pareti di cemento [...] i tempietti e i tabernacoli di un [...] in distrazione. C'è ancora, non c'è [...] Basta [...] un lontano pinnacolo (città verticale) e la [...]. Rainer Maria [...] nei diari fiorentini dedicati [...] Lou Andreas Salomé, tentò di decifrare la parola detta [...]. Non sempre riuscì a [...] del [...] sospetta che, per [...] sia -necessario [...] tra vecchia distrazione e [...] nativo che, per caso, si trasforma in [...]. Il nativo deve ricordare [...] che fino a qualche anno fa sapeva [...] la parlata dei poveri di San Frediano [...] di Santa Croce. Giorgio Pasquali chiedeva ai [...] pronunziate un articolo e un nome: [...] sole». Se 11 discepolo metteva una [...] di zeta, due consonanti, una [...] e una s, al posto [...] Una scultura di Henry Moore esposta a Firenze al Forte [...] di una città è sempre [...]. Non c'è una soia immagine [...] città, ma tante immagini di una città quanti sono [...] che [...] o [...]. [...] atteggiamenti del nativo e [...] due: uno si rivela nella distrazione indotta [...] nel non vedere, [...] si manifesta nello shock [...] guardare e vedere. Il nativo che abbia [...] città e io straniero, in occasioni e [...] quelle strade e quelle piazze, riscoprono o [...]. [...] contemplata da una lontananza rivela [...] antica cerchia e un labirinto, intricato ma compatto, percorso [...] . Il luogo della sosta [...] è [...] dal quale il viandante [...] perché ormai provi un netto sentimento di [...] di qualunque luogo che [...] lasci riconoscere come [...]. La sosta gli suggerisce una [...] che [...] fa toccare [...] limite consentito dalla passione e [...] della mente: la patria [...] è là, in quella visione, [...] nella parola, nel racconto dello spaesamén-to. [...] della visione c'è anche [...] che vede anche se stesso: laggiù la [...] frastuono e della memoria collettiva, qua iì [...] e della lontananza. La luce è la [...] Firenze, quella luce che si accende sul discrimine [...] ombra (lo ha detto bène Mario Luzi). Di colpo il viandante [...] è nella patria vera. La luce è la stessa [...] via [...] tagliata In due: da una [...] la fredda luminosità di gennaio, [...]. Il senso di calore [...] gelo [...]. La riflessione, è la [...] come esprimere queste [...] con la parola? Infante [...] Appunti da Firenze dove la metropoli ha cambiato [...] strade, piazze e opere d'arte. E la gente parla [...] esse, egli ne, deduceva che il giovanotto [...] Pistoia e il quartiere un tempo estremo [...]. Solo in [...] si diceva «i/ [...]. /// [...] /// Certe finezze sono andate [...]. Anche la parola può darsi [...] una patria perduta. Forse no, visto che [...] lontananza e le proprie metamorfosi. La guerra e [...] del [...] cancellato un volto che molti [...] creduto eterno. San Frediano e San [...] Croce [...] sono arricchiti di case ristrutturate, dove nessuno [...] lingua. [...] si sono dispersi e confusi. Il romanesco medio dei [...] di massa ha fatto irruzione nei quartieri, [...] lapidi con le terzine dantesche (una lingua [...] ora si fa sentire tra una parola [...] toscano che accomuna San Frediano e Santa Croce, San Gervasio e Rifredi, Ro-vezzano e Legnaia. Firenze è sempre stata [...] Trieste, e a Trieste V accomuna un [...] essa infonde [...] che vi giunga. Luogo dipartenze per volontari esili, [...] soste di esiliati. Ai primi del secolo [...] Umberto Saba. Non [...] intese con i vociani. Né si capì con Firenze [...] perseguitato, vi tornò sul finire del 1943. [...] fu anche [...] del goriziano Carlo [...] o quello di Scipio [...] che condivideva la gestione della [...] delia [...] con il valdese Piero Jahier. Qualche anno prima dello [...] Saba e i vociani, a Firenze si era [...] Paul [...]. Non erano fuori luogo, tempo [...] le sue opere in [...]. Il visitatore si soia [...] lo spaesato [...] si affanna per musei [...] case di amici e trattorie. E un [...] distratto, più attento al [...] che agli splendori della città. A una prima lettura, [...] non abbia capito niente [...] Firenze, [...] si afferra che ne ha intuito [...] verità: quella verità che [...] momentanea di nomadi, [...] a ripensare re/ passo [...] parola detta e scritta. Roland [...] parlerebbe di posizione triviale, [...] letteratura, che aspetta i viandanti là dove [...]. Ma [...] ice sulla strada [...] volto è cambiato, la lingua [...] il linguaggio non sono più quelli [...] del [...] delle mascherate e delle rievocazioni [...] deformano iì volto in caricatura. Lo sguardo [...] deve dirigersi con attenzione [...] disordinata che si è estesa intorno al [...] verso Fiesole, Sesto, Prato, Empoli. La parola deve farsi [...] periferie che tra cento . Confusa e intricata, la [...] è un [...]. I mercatini che fanno [...] al [...] conservatori di modelli, semmai [...] ai piedi delle [...] nelle piazzette, o alla [...] che negli anni floridi del boom la [...] ricopiò sulle taccate delle villette, di cui [...] di nessuno appena sotto le mura, feconda [...] tempo addietro di lattughe e pomodori. Il [...] tra i fiori finti Questa [...] su Canale [...] Parigi museo della pubblicità PARIGI Una curiosa novità che viene da [...]. Il musco della pubblicità, [...] genere nel mondo, e [...] i-naugurato [...] sera nella capitale francese [...] della cultura, Jack Lang. Comprende fra [...] cinquantamila manifesti pub-blicitari e [...] realizzati da autori [...]. Il musco della pubblicità [...] c [...] del «Musco del manifesto». Infatti [...] la stessa sede, nella [...] du [...] a Parigi. Rievocare i bei tempi [...] (gli anni sessanta: una belle [...] e la piccola borghesia di allora non vale. Non è più lei [...] storia. Nei supermercati della periferia, [...] un po' svizzera, si muovono nuove [...] preso dimora in quello spazio sotto le [...] hanno dilatato. Taglio netto, in tempi [...] e campagna, reticolo di orti in tempi [...] fertile per speculazioni tra gli anni cinquanta [...] spazio è popolato di gente che parla [...] un nuovo spaesamento: non più [...] dalla patria antica, ma [...] è uscito dalle mura e chi non [...] entrare nella città vecchia. [...] imposta dalla memoria di [...] si confonde con la prodigalità di chi [...] occhi [...] ammasso delle merci. La crisi ha colto [...] questa soglia. Ma la metamorfosi è [...]. La città che la [...] ancora raccontare è in quel reticolo dove [...] composita, un ceto né proletario né artigiano, [...] o-peraio, né cittadino né contadino. [...] si è perduta [...] aura. Così nessuno dovrebbe mai [...] dove è nato, perché parlerà della città [...] lui, della [...] città imbalsamata: la città [...]. Ormai [...] perduta tutti, i decaduti [...] i poeti, i filosofi, [...] i demoni. [...] per [...] di nuovo è atto [...] e forse il più volgare, perché la [...] la corona, [...] è anch'essa come il [...] ce [...] non se la può [...]. Nella parola bastarda con [...] Firenze racconta se stessa, bisogna cercare la [...]. C'è una vita pubblica, [...] periferia, che aspetta i [...]. Ma [...] è il giorno di [...] diffida di modelli di città [...] passato e proiettati nei [...]. I risultati non consolano. Non pare d'altronde che abbia [...] successo [...] invito di Niccolò Machiavelli a [...] ripari ed argini: nel novembre del [...] il Cristo di Cimabue giaceva [...] pavimento di Santa Croce. [...] aveva ragione quando scriveva che [...] non si trasmette. Fino a qualche anno [...] pensare che nei teatrini della vecchia periferia [...] memoria, [...] di luci e velluti) [...] che non accadeva più nelle strade e [...] che le citta imparassero dai comici a [...] scontro tra un perdigiorno ritardatario e la [...]. Ora la parola dovrebbe [...] com'è il volto di Firenze [...] dove, dopo [...] incontro tra viandanti avvenuto fuori [...] mura, tutti sono stranieri e nativi, tutti ugualmente spaesati [...] confronti di una civiltà che in quella metamorfosi rivela [...] crisi. /// [...] /// Ora la parola dovrebbe [...] com'è il volto di Firenze [...] dove, dopo [...] incontro tra viandanti avvenuto fuori [...] mura, tutti sono stranieri e nativi, tutti ugualmente spaesati [...] confronti di una civiltà che in quella metamorfosi rivela [...] crisi. (0)
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