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È quanto sono riuscito [...] Joanne Harris, narratrice in-glese. Dunque una lettura senza [...]. Il romanzo è grande, [...] ma lo si legge in [...] tempo, segno che ha una sufficiente [...] ad [...] per il lettore, che è [...] un pregio. Soprattutto lo è se [...] storia raccontata du-ra quaranta giorni, più due, [...] in coda, [...] temporale della Quaresima. [...] si con-centra per intero [...] un paese inventato, presso [...] lungo la [...] forse un omaggio al [...]. [...] i fatti non è rivelato, [...] una citazione del 1975. /// [...] /// [...] di una data certa, però, [...] a sfumare una rigorosa temporalità, cioè una rigoro-sa storicità, [...] un rigoroso realismo (o naturalismo, e si vedrà perché). Questa sospensione temporale [...]. A [...] nel giorno della fine [...] una giovane madre con la figlioletta. Affitta una [...] un laboratorio e un negozia [...] pastic-ceria «al cioccolato», ove dimostra [...] che gestionale. Ma siamo in Quaresima [...] mobilita le co-scienze dei parrocchiani contro quella [...] una diabolica e [...] attesa della Pasqua. Si for-mano due partiti, mentre [...] di una piccola flotta di zingari fluviali complica ulteriormente [...] cose. Que-sta comunque mi sembra [...] superficiale di [...] che altri-menti diventerebbe un epigono [...]. [...] ove ci sia, del romanzo? Non [...] culinaria di una funzione me-diatrice [...] racconto onella [...]. Da questo punto di [...] in parte va, certamen-te) ad allinearsi dietro [...] Lu [...] a Lancaster, a Laurence [...] accanto a Nero Wolf, [...] a [...] formalizzando un genere a [...] che cinematografico, il [...] o il [...]. /// [...] /// Come nel deamicisiano «Cuore» [...] storia è affidato al diario quotidiano (o [...] di Vianne [...] e di padre Francis Reynaud, [...] al-ternata e quindi oppositiva. Ed ecco che prende forma [...] natura vera del racconto, una [...] allegoria, o qualcosa di simile. Va da sé che [...] per essere tale [...]. Di che? Penso a certe [...] (per indicare [...] assie-me una costante [...] metaforico [...] e Quaresima, giù fino ai [...] e barocchi testamenti di Carneva-le. Che son poi i [...] e corpo, piacere e virtù. [...] si impersona nei due protagonisti [...] confronto così come nei luoghi emble-matici dello scontro, la «Céleste [...]. Il conflitto aspro [...] Francis [...] e [...] in-veste due concezioni della vita, [...] fi-losofia e una religione, e Vianne di-venta [...] contro [...] cattolico, in nome di una [...] e in-fantile felicità, il simbolico cioccolato appunto. [...] è la qualità impietosa di [...] finta religione, [...] della Chiesa, la caccia alle [...] la persecuzione dei nomadi e della gente che ha [...] religione». [...] travestita da dovere. In questa circostanza la picco-la [...] diventa una lente [...] sotto la quale Vianne può [...] davvero una strega. Ed [...] giorni riesce a cambiare la [...] di un paese e dei suoi parametri di giudi-zio, [...] tutto con la mediazione di [...]. Non mancano le diramazioni del [...] (la gola) e la sazietà, [...] cultura [...] e quella del piacere, la [...] e la strego-neria della gola, [...] vero e [...] la liberazione e le costrizioni. Attorno alle figurine di [...] si alimenta [...] la nostalgia e pure la [...] i sentimenti cioè, accompagnati da uno stato di esalta-zione [...] anche linguistica [...]. Però sempre sotto il [...] scrittura sincopata, che procede per paratassi, elencazioni, [...]. /// [...] /// [...] di Joanne Harris Garzanti Pagine [...] Lire 29. Passando per Montale e Calvino [...] disoccupata [...] fa in Europa la [...]. /// [...] /// [...] da [...] con un critico di [...] tem-peramento che dissimula da sempre [...] le spoglie di [...] linguista una pre-potente vocazione alla [...] letteraria [...] che riduci-bile alla storia degli [...] lingui-stici. Se ne accorsero tutti [...] nei «Poeti [...] sconvolgeva e ridisegnava il [...] di questo secolo, non senza decisive innovazioni [...]. Lo si potrà [...] del Novecento» (Bollati Borin-ghieri, [...]. Non si leggeva un [...] e spregiudicato, dai tempi del Luigi Baldacci [...] «Critici [...] del Novecento» (1969): che doveva essere accolto [...] «Sto-ria [...] Letteratura Italiana» [...] ma che costrinse uno [...] a [...] in fretta, con uno [...] e scipito in verità. E il [...] Baldacci, «il più ricco [...] mia generazione», a cui è de-dicato un [...] fi-nalmente restitutivo, è di sicuro il più [...] degli imprescindibili Contini e Fortini): ché [...] sembra [...] se non consan-guineo, certamente [...] di critica stretta al nesso di stile [...]. Questi «Profili» sono dedicati alla [...] militante, in quanto consegnata alla contemporaneità, sia per oggetti [...] che per «animo», quando non [...] al Novecento (casi esemplari: Croce [...] Contini): sicché il lettore non tro-verà [...] i pur amati Pasquali [...] e [...] né quei cri-tici [...] con una materia non interamente [...] dallo scrivente (mettiamo il brillante slavista Ripellino). Il catalogo è questo: Croce, Borgese, Montale, Solmi, Debenedetti, Contini, For-tini, [...] Zanzotto, Pasolini, Calvino, Segre, Garboli, Baldacci, Raboni, Magris. Il lettore noterà da [...] critici di «se-condo mestiere»: giusta intuizio-ne di [...] se è vero che [...] (Montale «in [...] ha toccato, anche sotto [...] del secolo. La tesi di fondo [...] critica filo-sofica, quella che mira alla cono-scenza [...] di valore (alla cui anagrafe è inscritto, [...] Contini), sia di gran lunga vincente su [...] intendendo tale concetto non in senso kantiano, [...] che enfatizzi i connotati di sensualismo ed [...]. Mi si consenta di sottolineare [...] carattere assoluta-mente democratico della critica fi-losofica rispetto [...] di quella [...] le idee generali, la loro [...] sono sempre verificabili, e dunque rettificabili, come per [...] per la prosa crociana, [...] di una sensibilità [...] narcisistico e violentemente [...] al di là di ogni [...] di falsificabilità. Ma la novità del [...] che la preminenza della critica di pensiero, [...] sue cre-denziali, vengono accertate su un piano [...] presupposto del nesso inscin-dibile tra linguaggio e [...] che la saggi-stica letteraria [...] un genere di grande rilievo nella letteratura [...] seco-lo, e chissà se non superiore, glo-balmente, [...] esal-tante narrativa». Non starò a com-mentare [...] sarebbe un giuoco ingiusto. Dico solo che quella [...] Serra [...] vantag-gio di Borgese ha un peso formi-dabile [...] un cànone even-tuale: se è vero che, [...] la nostra critica ha celebrato Serra e [...] Borgese, [...] quale, grazie alle citazioni ben assemblate da [...] dimo-stra invece [...] un orecchio [...] che insensibile ai valori [...]. Una parola su Cecchi [...] che non mi pare af-fatto un campione [...] gusto e che, nella [...] prima eroica fase, ha [...] originali, tra Borgese e Croce. Be-rardinelli, su [...] ha ri-cordato come Calvino, [...] Ottanta, [...] che Cec-chi gli aveva [...] a Borges. Aggiungo che una cosa analoga [...] Cecchi a Sa-vinio e [...] scritta Sciascia nel [...] su «La Gazzetta di Parma». Il fatto che due [...] dalla parte del carabi-niere a cavallo, abbiano [...] omaggio a Cecchi [...]. Su una sola cosa, [...] concordo con [...] riguarda il rapporto [...]. È vero: Contini lo [...] «il primo critico letterario italiano di questo [...]. La ragione resta misteriosa [...] tutte [...] portan-ti: la centralità di Tozzi [...] ad onta di Debenedetti, continua-va a preferire «Tre [...] di Pi-randello (còlto al di qua e [...] dello stile) nello sviluppo della narrativa italiana, [...] una poesia in cammino verso la prosa. Contini e Debenedetti, ho [...] altrove, sono due critici al massimo di [...]. Un lettore, certo, può [...] entrambi. Un critico, no: un critico, [...] paradigmi, deve scegliere. Le idee non rispondono [...] Il Novecento critico di [...] MASSIMO ONOFRI La disoccupazione [...] Giorgio Rodano Laterza Pagine 166 lire 14. /// [...] /// Politica e crimine di Hans Magnus [...] Bollati Boringhieri Pagine 288 Lire [...]. /// [...] /// [...]. [...] degli sprechi di Raffaele Costa Mondadori Pagine 337 Lire 32. Era il 25 giugno [...] al Ca-stello di Sarre, in Val [...] si riunirono pieni [...] una dozzina di eruditi [...] scrit-tori fra i quali Dino Buzzati) per [...] Movimento italiano per la protezione della natura, [...]. [...] descrive la nascita e [...] ambientalista in Italia seguendo le gesta del Movimento [...] la protezione della natura, prima associazione protezioni-stica [...]. E lo fa con [...] e spirito di appas-sionato indagatore, avvalendosi di [...] biografie e scritti dei perso-naggi che hanno [...] battaglie «verdi». Come Ren-zo [...] che dal 1943 dedicò tutte [...] sue energie alla salvezza dello stambecco e [...] del Parco nazionale del Gran Pa-radiso («Nessuno sapeva [...] un parco. Io facevo opera di [...] poi); come Erminio Sipari, il par-lamentare abruzzese [...] della nascita, avvenuta nel 1922, del Parco [...]. O come Fausto Stefenel-li, Alessandro [...] o il conte Gian Giacomo [...] Scotti, a cui si [...]. Per molti di questi [...] approccio con la natura fu da accaniti [...] 1950 si legge: «Dai [...] anni uc-cide selvaggina di alta monta-gna; dai [...] si specializza a sterminare camosci». Poi la con-versione di [...] sguardo di un capriolo morente. Un percor-so analogo a [...] Fulco Pra-tesi, fra i fondatori del WWF Ita-lia [...] Presidente, e del pio-niere [...] ameri-cano, Aldo Leopold, prima [...] lui si può leggere «Almanacco di un [...] di recente [...]. Altra radice comune dei [...] ampiamente sottolineata nel libro di Pedrotti, è [...] geografica. Il movimento sorto nel [...] di due culture alpine, [...] e differenti fra loro: infat-ti i partecipanti [...] Sarre provenivano tutti dal tren-tino, dal Piemonte e [...] Val [...]. [...] era rivolto soprattutto alla [...] e animali, ai parchi nazionali, ma anche [...] come quelli delle alluvioni e del disbo-scamento. A proposito di aree [...] tutti sanno che un forte impulso alla [...] parchi nazionali storici (Abruzzo e Gran Paradiso) [...] che le due aree erano antiche riserve [...] quella del Gran Paradiso fu isti-tuita dal Re Vittorio Emanuele II [...]. In quegli anni, le [...] protezionisti si intreccia-vano inevitabilmente con quelle del [...] come la storia del notaio Emil [...] di [...] il martire della resistenza [...] nazifascisti nel [...] e protezionista [...] di Renzo, insegnante di Scien-ze Naturali, [...] fu deportato in Germania; come Fausto Penati, [...] Parco nazionale del Gran Paradiso fino al 1957, [...] e membro del Comitato di Liberazione nazio-nale. Non a caso «Il [...] è presentato dalle belle parole di Vittorio Foa. Con la [...] bruciante energia [...] me lo aveva fatto [...] stambecco era come il [...] un impegno [...] vasto a cui il mondo [...] soprattutto quello politico, era ancora indif-ferente ed ostile, quello [...] rap-porto fra [...] e la natura. In quel momento dovevamo [...] la Repubblica. Ma in-sieme dovevamo salvare [...] Parco nazionale del Gran Paradiso». S [...] o r i a La [...] nelle catastrofi [...]. /// [...] /// [...]. /// [...] /// Il fervore dei pochi Franco Pedrotti Temi Editrice pagine 454 lire 40. /// [...] /// Il fervore dei pochi Franco Pedrotti Temi Editrice pagine 454 lire 40. (0)
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