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Il sofferto ruolo [...] di cultura tra filosofia e [...]. /// [...] /// Una quindicina di ore [...] al tardo pomeriggio, non sembrano essere riuscite [...] tutto il nodo: che cosa è davvero [...] sono gli orientamenti politici che lo defini-scono, [...] dovrà avere nella sfida della globalizzazio-ne? Inutile [...] mega convegno organizzato da «liberal». Se la affascinante riflessione [...] illustri (solo ieri Amato, Abete, Tremonti, Vacca, Scalfari, Pa-nebianco, [...] Claudia [...] stenta ad individuare un [...] condiviso da tutti o da molti e [...] sfide del duemi-la, la «colpa» sembra essere [...]. Tutti, anche con qual-che comicità [...] si dicono liberali, tutti iscrivono nel liberali-smo [...] della società futura che voglia [...] ricca e civile, ma di [...] mercato, la globalizzazione, i diritti [...] esclusi, [...] delle [...] sfugge e assume la valenza [...] un [...] che cambia forma a [...]. Bastava [...] Scalfari e il professor Cofrance-sco. Si è partiti con [...] di un liberalismo di sinistra [...] uno di destra, si è finito per scoprire che [...] direttore di Repubbli-ca) veniva considerato [...] un giacobino (anche per [...] sul problema del conflitto [...] mentre [...] veniva definito da Scalfari «un [...] di estrema de-stra». A ben vedere la [...] anche tra le posizioni di Galli della Loggia [...] Angelo Pane-bianco, due dei relatori del conve-gno. [...] insistito sulla necessità di [...] della politica di fronte alla sfide del [...] globalizza-zione, tanto il secondo [...] fiducia nelle virtù del [...] della socie-tà aperta e meccanismo [...] grado di produrre automaticamente [...]. Se un merito ha [...] dun-que quello di [...] fatto emergere con nettezza [...] gra-do di paura e di diffidenza che [...] di mercato hanno per-sone pure tutte iscritte [...]. Scalfari, ad esempio, non [...] convinto delle virtù automatiche del mercato, pro-fessa [...] primato della politica e della prevalenza, in [...] generale su quello individuale. Mino [...] della storia e quindi [...] che «naturale», e vede tanta [...] di rivincita sulla [...] se prima ce [...] troppa adesso si in-travede il [...]. Infatti ammonisce: attenzione è [...] capitali-smo europeo, abbattere quel com-promesso tra liberalismo [...] è rappresentato dallo stato so-ciale. Il più spregiudicato, in [...] rapporto [...] è stato in fondo Giuliano Amato, [...] dei relatori del convegno e protago-nista di [...] applau-dito dalla per la verità non molto [...]. Il presidente [...] ha ricordato come il tema [...] abbia storicamente angoscia-to sempre sia i liberali americani, sia [...] marxisti europei. [...] e gli inter-rogativi erano [...] fu-rono molto diverse, per ragioni stori-che e [...]. Non è un caso che [...] statalismo ha [...] solo, sia pure [...] differenze tra le varie esperienze, [...] Europa e non è un caso che nel vecchio [...] si annidi ancora una certa paura e una certa [...] per il [...] del capitalismo. È un retaggio del comunismo, [...] anche della social-democrazia, ricorda, [...] «che [...] di mercato ci sia un [...]. Attenti a non ripercorrere [...] passato, ammonisce Amato, perché oggi non sarebbero [...]. La storia ci insegna che [...] di [...] dato [...] possibilità di redistribuzione, ma la [...] e [...] cresci-ta di nuove disuguaglianze potrà [...] ideologie [...]. In fondo cosa vogliono dire [...] ultime elezioni in [...] Se questa è la realtà, [...] Ama-to, il rischio più grande sarebbe quel-la di dare [...] «istituzionali» a questa diffidenza. Ci sono, afferma, gli [...] poteri di bilancia-mento (a cominciare [...] per regolare il mercato [...] limite, [...] ri-porterebbe al dominio del [...]. Insomma, il problema, per [...] il socialista è di [...] a vicenda ma anche [...]. In fondo, in sintonia [...] convegno. Oggi saranno di scena [...] politica, da Silvio Berlusconi (anche se la [...] è confermata) [...] presi-dente della Repubblica Francesco Cossiga, [...] Marco Pannella, i filosofi [...]. Bruno Miserendino «Questo è [...] Eugenio Garin è un grande maestro; sorpren-de [...] il tentativo com-plesso e sofferto di ricostruire [...] intellettuale venga ri-dotta dal Corriere della Sera [...] ad un titolo che ne cambia completa-mente [...] che suona così: [...] il fascino discreto del [...]. [...] a Garin: [...] Eravamo tutti maestri di [...] professore». Rammarico [...] Vito Laterza, editore di «Intervi-sta [...] lunga conversazione di Mario Ajello con Eugenio Garin, [...] il suo rammarico per la rilettura in [...] pensiero di colui che, oltre che autore [...] anche il suo maestro. In effetti il «taglio» [...] «Terza [...] del Corriere si dimostra tanto più [...] a Garin. Iniziamo dal «Fascino discreto [...]. Il libro giudica «semplificante» [...] «innocenza, anzi purezza di tutta la cultura [...] non costantemente ribelle, da una parte, e [...] ap-pello di tutta la pseudocultura fasci-sta, anzi [...] fasci-sta. [...] coerenti e irreprensibili che scrivevano [...] «Enciclopedia italiana» di Gentile, valga per tutti [...] di Calogero. Sarebbe que-sto il fascino [...] Se è così [...] è presto sciolto. Il fascismo era talmente [...] gli intellettuali che lo stesso Garin dovette [...] il suo nome a un com-mento scolastico [...] Rodolfo Mondolfo su Cartesio. [...] firmare perchè ebreo. Le leggi razziste vietavano [...] di testi di autori israeliti. A questo proposito Ma-rio Ajello [...] for-me di travestimento. Ed ecco la ri-sposta di Garin: «Quando negli an-ni Trenta, lessi le parole che Croce [...] pubblicato nel [...] allorché aveva rilanciato le pagine [...] su [...] dissimulazio-ne [...] destinate a una nuova fortuna [...] Italia [...] le condizioni illiberali della [...] riflettei a lungo sulle conclusioni: [...] e raccomandando la dissi-mulazione, dimostra e raccomanda la [...]. È difficile trovare in [...] descrizione di un ruo-lo tollerante o fascino-so [...] co-stringeva, se si voleva dire la verità, [...] vie più tortuose. Eppure, pur in [...] doveva cer-care di dire la [...]. Chi aveva chiesto a Eu-genio Garin [...] piacere di firmare quel testo di Mondolfo, [...] al suo vero autore? Fu Giovanni Gentile. E non [...] dubbio che sul filosofo [...] un passo si esprimono apprezza-menti e ammirazione. Nel giudica-re il pensiero di [...] Garin fa proprio un passo [...] Karl [...] do-ve si esprimeva [...] che «la [...] presa di posizione a favore [...] nazionalsocialismo fosse insita [...] ma, [...] sia sulpiano umano che teorico. [...] al fascismo, scrive a Mussolini [...] con quel gesto, egli ritiene di riaffer-mare [...] liberalismo nella libertà, come intendevano [...] uomini della gloriosa [...]. Insomma, Garin non è [...] con chi etichetta la filosofia [...] nella [...] essen-za, come fascista. Passiamo dalla fi-losofia alla [...] il rac-conto di un Gentile antirazzista che [...] adoperò a favore di israe-liti italiani e [...] durante [...] tedesca aiutò uno scolaro [...] Garin [...] banda Carità. Sono solo due dei [...] il libro ripor-ta, e che fanno concludere [...] Garin: «Al molto di cui sono debitore a Gentile [...] grande, al ringraziamento per la [...] fiducia nel mio lavoro, [...] ricordo la gratitudine per la [...] coraggiosa [...]. Garin però non se [...] con-dannare chi uccise o chi rivendicò [...]. Gentile, purtroppo, si era [...] Repubblica di Salò, e i misfatti dei [...] lì, davanti ai nostri occhi». Ma tanto poca è [...] in questo libro che, parlando della pa-cificazione [...] antifascisti, [...] riconosciuto il valore del De Fe-lice [...] si esprime così: «Ma gli assassini restano [...] loro mandanti restano assassini. E il fa-scismo resta [...] riuscito di sopprimere la democra-zia in Italia, [...] in Ita-lia». Di quel regime non [...] nul-la, non [...] nessuna spigolatura, [...]. Ma tutta la pagina del «Corriere» è poi mossa da una interpretazione che mette in [...] di [...]. Ora, che ci siano [...] grande consenso è vero. Ma perchè dimenticare chi [...] o al confino? E chi morì? Perché [...] ci fu la rottura resi-stenziale? Una rottura [...] culturale. Il «lungo viaggio» non fu [...] passeggiata, né una co-moda avventura trasformista. E, in-fine, [...] una qualche altra dittatura [...] momenti di più forte potere abbia visto [...] intellettuali [...] Contro quei regimi purtroppo, [...] le latitudini, si sono sem-pre schierate eroiche [...]. E solo alla fine [...]. Ma torniamo al libro [...] Eugenio Garin. Al suo centro, co-me [...] il titolo, [...] il ten-tativo di definire [...]. [...] è necessario per [...] di cultura un chiaro [...] anche au-spicabile che non sia legato da [...]. È un ruolo dif-ficile quello [...] si ritaglia [...] che non può essere «di-simpegnato», [...] che deve difende-re la [...] autonomia dal potere e dai [...]. Deve [...] nella temperie della [...] età, [...] e prendere po-sizione, riuscendo però [...] a [...] non rimanendo [...]. Il compagno di strada In [...] non poteva man-care un accenno al Garin [...] di strada» del Pci, al ruolo degli [...] alla loro reticenza nel criticare il mondo [...]. [...] punto ecco la risposta: «Per [...] alle giuste osservazio-ni e agli interrogativi sottintesi [...] colpe degli intellet-tuali di sinistra, conviene fare [...] precisazioni e di distinzioni rilevanti, e soprattutto [...] fine, parliamo sempre di italiani e a [...] cioè di un paese che per primo [...]. Questo ha fatalmente fatto [...] al fascismo si era opposto dapprima almeno [...] e alla fine si era rivoltato e [...] con gioia disfatta, una sorta di aprioristica [...] in positivo, oltre al sogno utopistico di [...] an-che [...] comunista». /// [...] /// [...] del nostro dopoguerra. Eppure resta un interrogativo: bisognava [...] la caduta del muro di [...] Gabriella Mecucci [...] 3. [...] ne ha parlato presentando «Tre», [...] nuova collana di testi [...] prossima settimana in libreria e [...] è curata, appunto, da tre «saggi»: lo stesso [...] Remo [...] e Gianni Vattimo. Uno dei primi due [...] tre [...] anno, uno per ogni [...] proprio a «I fatti e le opinioni» [...] Paolo [...] altro è [...]. Nes-sun intento polemico o [...] avvertito [...] e Giuseppe Laterza, ma, [...] «un modo rigoroso e corret-to per affrontare [...] dove nascono: spesso si tratta di contesti [...] un lin-guaggio tecnico, magari con formule matematiche, [...] di [...]. Ma in questo modo [...] nodi concettuali che ri-guardano tutti ed è [...] filoso-fia assolve la [...] funzione pubblica. Non, come si pensava [...] nella politica o peggio [...]. Per [...] «se un libro ci [...] di Oliver Cromwell, formule matematiche e calcolo [...] si forma il consenso e [...] deve lasciare [...] cioè [...] opinione altrui, allora ci [...] di veramente utile sul concetto di tolleranza, [...]. I libri, che, ha [...] «chiedono al lettore di [...] di fermarsi a riflettere, in cambio però [...] finale», saranno tirati [...] inizio in [...]. I libri infatti, concepiti [...] area intermedia che sta [...] let-tore «debole» di [...] e quello accademico che [...] «sono concepiti -ha detto [...] -per essere capiti» e [...] canale nuovo rispetto alla consuetudine accademica per [...] solo scopo di pubblicare libri è [...] valere ai concorsi universitari». E a proposito di [...] ha anche spiegato che [...] sele-zione dei giovani autori è solo la [...] fare noi, in picco-lo, quella [...] dei concorsi che la [...]. Edilio Rusconi vendette lettere [...] Secondo il settimanale tedesco «Zeit» [...] svizzero con simpatie naziste avrebbe confidato ai [...] morire di [...] acquistato la corrispondenza del [...] Martin [...] Edilio Rusconi, futuro editore. Francois [...] noto anche come «il [...] suicida nel [...] a 81 anni, aperto [...] Hitler, aveva amministrato i lasciti di ex gerarchi [...] quello di Martin [...] ex segretario del fuhrer. /// [...] /// Francois [...] noto anche come «il [...] suicida nel [...] a 81 anni, aperto [...] Hitler, aveva amministrato i lasciti di ex gerarchi [...] quello di Martin [...] ex segretario del fuhrer. (0)
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