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Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1997»--Id 2032128425.

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Era la «kapò» del [...] nazista di Bolzano. Migliaia di ebrei, di [...] passarono per quel lager prima di finire [...] che li portavano in Germania verso una [...]. Hilde è stata finalmente [...] di Bolzano che conducevano le indagini per [...] Procura diVerona. La «tigre», finalmente lo [...] e, se fosse ancora [...] anni e dovrebbe vivere ad [...]. [...] della terribile kapò i [...] anche con [...] di alcuni storici di Bolzano, [...] è tenuta una grande mostra sul lager, [...] quale, si sono fatti numerosi studi, raccogliendo [...] sopravvissuti. In [...] erano già stati identificati altri [...] aguzzini del lager di Bolzano, il maresciallo delle Ss Karl [...] e il suo aiutante hans [...] che [...] in Germania. Le ricerche di Hilde [...] Germania [...] state affidate [...] e alla inchiesta è [...] magistratura tedesca. Ma ormai molti libri [...] evidenza la partecipazione delle donne alle persecuzioni. Negli anni scorsi erano [...] ragioni che portavano a diventare kapò: carriera, [...]. Le stesse motivazioni, insomma, [...]. In un saggio da [...] «Donne del Terzo Reich», di Claudia [...] (Giunti editore, tr. La propaganda hitleriana pose [...] tedesche, protestanti e cattoliche, la necessità di [...] attraverso specifiche organizzazioni femminili, [...] della selezione raziale. Il regime fece delle donne [...] soggetti partecipi alla causa del totalitarismo, affidando loro una [...] funzione [...] gerarchico della società. La tragedia del Galeazzi: basta [...] dei colpevoli, oppure [...] una «responsabilità» più ampia? Morte [...] e potere della tecnica Soltanto una nuova etica potrà [...] Il rapporto con la tecnologia è un fatto quotidiano [...] capillare. Investe la vita di [...] proprio alle macchine noi affidiamo la nostra [...] ed effetti dei congegni. Una scelta voluta ma [...]. Non è difficile figurarsi, [...] successo a Milano, altri pazienti che entrano [...] iperbari-ca. [...] di rischio estremo, quindi di [...] li sfiora, risve-gliando in loro quel che [...] probabilmente aveva oscurato. Ossia la consapevolezza che [...] in grado di [...] la salute può [...]. Dopo la tragedia (dopo [...] qualsiasi [...] sa-pere, vogliamo chiarezza sulle [...] prodotta. Infatti restare nel buio [...]. Solo la sco-perta [...] o della colpa di [...] liberarci [...]. E questo non tanto [...] bisogno di un capro espiatorio, bisogno che [...] è più forte di quanto sia-mo disposti [...]. Ma per la speranza [...] cause, in fu-turo non si corra più [...]. Compito degli inquirenti accerta-re [...]. E se, come sem-bra [...] clinica milanese, queste ci sono, gravissime (dalla [...] mac-china al collaudo mai effettuato), [...] sollievo e rassicurazione. E addirittu-ra giustificare il [...] realtà dopo tutto sia sotto control-lo. [...] delittuoso sono pur sempre cosa [...]. Come tali, emendabili. [...] semplicemente cambiando si-tuazioni e personaggi [...] il contrario. Come se, attraverso le no-stre [...] sciagurate, a [...] fosse una realtà infinitamente più [...]. [...] senza che lui in realtà [...] farci nulla, un fato che è come un oscuro [...] divino. Senonché neppure una concezione fatalistica [...] condizione umana, per cui noi [...] di creature che sono in [...] di forze più grandi di loro, rende piena-mente [...]. È vero, [...] oggi dipende dalla tecnica, potenza [...] un tempo dipendeva dagli dei, i [...] con sovrana indifferenza. Ed è al-trettanto vero [...] governa il mondo attraverso strumentazioni [...] può presumere di manovrare [...]. Eppure, se la tecnica [...] destino, lo è in un senso che [...] tragica piutto-sto che una concezione fatalistica [...]. Chi non [...] vita quotidiana comporta fiducia, [...] non [...] questo o in quel mezzo, [...] nel mondo [...] parte? Entrare in una camera [...] non è, quanto ai rischi, cosa mol-to diversa che [...] su [...] o su un ascensore. Benché [...] mi-noranza di persone sappia come [...] ad essi più o meno [...]. ///
[...] ///
Solo [...] In realtà la fiducia di [...] noi diamo prova quando ci consegniamo corpo e mente [...] tecnica (e lo facciamo in tutte le ore del [...] e della notte) è [...] che affidarsi a una determinata [...] e [...] mondo delle mac-chine significa correre [...] limitati. Infatti [...] siamo di fronte a una [...] fede: che la [...] non il migliore dei mondi [...] indubbiamente il migliore dei [...]. Si dirà: di questo [...] a dubitare. Sappiamo che agli effetti [...] tec-nologico della natura si accompa-gnano effetti non [...] anche disastrosi. E sappiamo anche che [...] spesso ir-reversibili, quasi sempre tremenda-mente minacciose. Eppure si tratta del [...]. Nostro nel senso che [...] come no-stro. Di più: lo vogliamo [...] se mai la volontà di potenza ha [...]. Pronti a [...] le spalle, naturalmente, magari va-gheggiando [...] ritorni o fu-ghe evasive (nel qual caso dovrem-mo però [...] consapevoli che tutto ciò, lusso estremo, possiamo [...] solo in forza di ciò [...] condanniamo). In realtà die-tro il no [...] un più profondo sì. Ne fa da spia [...] al superfluo che ci viene generosa-mente elargito, [...]. Ce lo conferma il [...] la tecnica può riparare ai guasti della [...] non possiamo non [...] non [...]. Ma soprattutto ce lo [...] per cui a sostenerci nel no-stro «folle [...] spinta in [...] è [...] di un arre-sto (non [...] quella mac-china, ma [...] tecnologi-co) che non implichi [...]. Naturalmente ci si può [...] seria-mente, e non solo per un certo [...] pure piace, se non sia venuta [...] di farla finita. Perché mai dovrebbe continuare [...] della storia universale, dal momento che non [...] più come sia cominciata e dove vada [...] crediamo di sapere che sia co-minciata dal [...] nel nul-la? Proprio [...] però il pensiero tro-va [...]. [...] che tutte le possibilità [...] senso alla storia degli uomini, dal-la fede [...] Promessa alla fede laica nel Progresso, si siano [...] caso trionfa là dove la tecnica appare [...] la terra e a espropriare [...] della [...] dignità morale. Ma siamo sicuri di [...] di un progresso fatale, a sen-so unico? E [...] la condizione [...] che è sottomesso a [...] cui si rimet-te senza riserve, non fosse [...] burattino bensì quello di una creatura capace [...] del suo stesso desti-no, quasi ne portasse [...] scelto e continuare a [...] In [...] suo libro famoso (Il princi-pio responsabilità. [...] per la ci-viltà tecnologica, [...] italiana qualche anno fa da Einaudi) lo [...] Hans Jonas si domandava se [...] avesse o non avesse [...] suicidarsi, cioè di abbandonarsi al demone [...] che è in essa. La [...] risposta è che no. Non per-ché [...] debba farsi carico (an-che [...] dalla tecnica, anzi, proprio in questo mondo [...] decisioni sono condizionate dalle varie scienze, economia, [...]. Se Jonas, come in [...] fatto dire, si fosse li-mitato a fondare [...] di chi verrà dopo di noi a [...] abbiamo vissuto noi, il suo argomento sarebbe [...]. Infatti chi viene dopo [...]. E poi sarebbe facile obiettare: [...] ma che cosa ne possiamo noi, se la morale [...] è più cosa nostra? Come pos-siamo rispondere a degli [...] se la libertà ci è tolta e la neces-sità [...] attraverso il nuovo si-gnore della terra, il grande appara-to [...] La forza [...] di Jonas sta invece nel [...] che a restituire [...] è lo stesso movi-mento che [...] in [...]. Ma per [...] sembrerebbe. Infat-ti è proprio la [...] il riconoscimento della nostra re-sponsabilità. Responsabilità per quello che, [...] il nostro destino? Jonas non si è [...] teorizzare questo pa-radosso. [...] potrebbe portarci non solo a [...] sulla tragicità della condizione [...] dominata dalla tecnica. Ma anche a trovare [...] per quelli che sono i nostri comportamenti [...]. Nel momento in cui [...] ap-pare non più come [...] che mi annienta, ma [...] cui mi affido [...] scelta e voluta, il [...] più quello che era. E io nel mondo. Se non al-tro perché [...] dovrei ri-conoscere che ogni mio gesto e [...] ricadono, quanto ai loro effetti, non solo [...] ma anzitutto su me stesso. Sergio Givone [...] 3. Viene subito da [...] divisioni su quale argomento? Per [...] leggere il secondo di questi messaggi, pubblicati [...] nel libro di Federico Argentieri Budapest 1956. La rivo-luzione calunniata uscito [...] il supplemento [...] nel 1956. Si tratta infatti pro-prio [...] del 30 ottobre 1956 in cui Togliatti [...] suo avviso «il governo ungherese -rimanga oppure [...] guida Imre [...] -si muo-verà [...] verso una direzione reazionaria». Le divisioni dunque riguardava-no [...] situazione a Bu-dapest: vi era chi riteneva [...] con [...] e chi, come Togliatti, [...] ungherese ormai avviato sulla via di controrivoluzione, [...] la necessità di un intervento per impedire [...]. Sono stati appena pubblicati [...] sedute del Presidium del [...] del [...] 1956 fatti dal Capo [...] Dipartimento [...] del [...] cosiddetti «appunti di Vladimir Malin» [...] emerge la grande incertezza regnante in quei [...] Cremlino. Ne esce fuori che [...] venne vo-tata [...] la decisione di non [...] Ungheria, ma il giorno dopo [...] riconvocò il Presidium per [...] appena presa. Quali fattori determinarono questo [...] due: la crisi del Suez [...] nella [...] fase drammatica con il [...] egiziane da parte delle forze [...] e [...] dei dirigenti dei paesi [...] Pc occiden-tali intimoriti che il contagio un-gherese [...] ca-sa loro. Togliatti in particolare era [...] riper-cussioni interne: nel Pci erano ap-parsi «gruppi [...] di-rezione del nostro partito di non [...] preso posizione in difesa [...] Budapest» e «esi-gono che [...] direzione del nostro partito [...] ri-tengono che Di Vittorio dovrebbe diventare il [...] par-tito». La lettera di Togliatti [...] questo contesto come un ulteriore contributo, non [...] insignificante, indi-rizzato a far pendere la bilancia [...] soluzione milita-re. Così subito dopo [...] deciso di inviare i [...] Budapest il vertice del [...] sente il bisogno di [...] Togliatti che pren-derà le decisioni necessarie per fermare [...]. Togliatti non appena venuto [...] la celebra privatamente, come ha riferito Pietro Ingrao, [...] bic-chiere di vino in più. Infine facciamo una modesta [...] Canfora ancora ritie-ne che sia possibile una interpre-tazione [...] Togliatti a Mosca del 30 ottobre 1956 [...] nostra, condivisa da Argentieri e da diversi [...] americani, non rimane che ripubblicare il testo [...] con i commenti di Canfora e nostri [...] lettori la possibilità di trarre le proprie [...]. ///
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Infine facciamo una modesta [...] Canfora ancora ritie-ne che sia possibile una interpre-tazione [...] Togliatti a Mosca del 30 ottobre 1956 [...] nostra, condivisa da Argentieri e da diversi [...] americani, non rimane che ripubblicare il testo [...] con i commenti di Canfora e nostri [...] lettori la possibilità di trarre le proprie [...].

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Il progetto è senza scopo di lucro, ma purtroppo le spese sono ingenti. Da alcuni anni IdMiS - Istituto della Memoria in Scena (ONLUS) -, anche grazie al Comitato promotore Fondazione Giovanni Frediani ed all'Associazione Culturale Controtempo, ha investito molte risorse sia monetarie che umane nella progettazione del sistema, nella traduzione digitale del proprio patrimonio archivistico, bibliografico - specialmente dell'emeroteca -, biblioteconomico, e museale; in assenza di un contributo pubblico minimamente adeguato ci vediamo costretti a chiedere alle biblioteche che vorranno aderirvi ed indirettamente agli utenti la condivisione dei costi e/o la partecipazione attiva all'elaborazione delle unità bibliografiche che ciascun ente vorrà inserire per il prestito digitale interbibliotecario.
Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

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La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


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Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

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Città & Regione [1975-1976*]

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Civiltà cattolica [1850-2000*]

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Interstampa [1981-1984*]

(198)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(197)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(183)

L'Orto [1937]

(161)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(190)


(185)


(203)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(86)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(203)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(203)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(203)

Brescia Libera [1943-1945]

(159)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(192)


(205)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(63)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(195)

Umanità Nova [1919-1945]

(169)



(98)


Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .





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