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Era la «kapò» del [...] nazista di Bolzano. Migliaia di ebrei, di [...] passarono per quel lager prima di finire [...] che li portavano in Germania verso una [...]. Hilde è stata finalmente [...] di Bolzano che conducevano le indagini per [...] Procura diVerona. La «tigre», finalmente lo [...] e, se fosse ancora [...] anni e dovrebbe vivere ad [...]. [...] della terribile kapò i [...] anche con [...] di alcuni storici di Bolzano, [...] è tenuta una grande mostra sul lager, [...] quale, si sono fatti numerosi studi, raccogliendo [...] sopravvissuti. In [...] erano già stati identificati altri [...] aguzzini del lager di Bolzano, il maresciallo delle Ss Karl [...] e il suo aiutante hans [...] che [...] in Germania. Le ricerche di Hilde [...] Germania [...] state affidate [...] e alla inchiesta è [...] magistratura tedesca. Ma ormai molti libri [...] evidenza la partecipazione delle donne alle persecuzioni. Negli anni scorsi erano [...] ragioni che portavano a diventare kapò: carriera, [...]. Le stesse motivazioni, insomma, [...]. In un saggio da [...] «Donne del Terzo Reich», di Claudia [...] (Giunti editore, tr. La propaganda hitleriana pose [...] tedesche, protestanti e cattoliche, la necessità di [...] attraverso specifiche organizzazioni femminili, [...] della selezione raziale. Il regime fece delle donne [...] soggetti partecipi alla causa del totalitarismo, affidando loro una [...] funzione [...] gerarchico della società. La tragedia del Galeazzi: basta [...] dei colpevoli, oppure [...] una «responsabilità» più ampia? Morte [...] e potere della tecnica Soltanto una nuova etica potrà [...] Il rapporto con la tecnologia è un fatto quotidiano [...] capillare. Investe la vita di [...] proprio alle macchine noi affidiamo la nostra [...] ed effetti dei congegni. Una scelta voluta ma [...]. Non è difficile figurarsi, [...] successo a Milano, altri pazienti che entrano [...] iperbari-ca. [...] di rischio estremo, quindi di [...] li sfiora, risve-gliando in loro quel che [...] probabilmente aveva oscurato. Ossia la consapevolezza che [...] in grado di [...] la salute può [...]. Dopo la tragedia (dopo [...] qualsiasi [...] sa-pere, vogliamo chiarezza sulle [...] prodotta. Infatti restare nel buio [...]. Solo la sco-perta [...] o della colpa di [...] liberarci [...]. E questo non tanto [...] bisogno di un capro espiatorio, bisogno che [...] è più forte di quanto sia-mo disposti [...]. Ma per la speranza [...] cause, in fu-turo non si corra più [...]. Compito degli inquirenti accerta-re [...]. E se, come sem-bra [...] clinica milanese, queste ci sono, gravissime (dalla [...] mac-china al collaudo mai effettuato), [...] sollievo e rassicurazione. E addirittu-ra giustificare il [...] realtà dopo tutto sia sotto control-lo. [...] delittuoso sono pur sempre cosa [...]. Come tali, emendabili. [...] semplicemente cambiando si-tuazioni e personaggi [...] il contrario. Come se, attraverso le no-stre [...] sciagurate, a [...] fosse una realtà infinitamente più [...]. [...] senza che lui in realtà [...] farci nulla, un fato che è come un oscuro [...] divino. Senonché neppure una concezione fatalistica [...] condizione umana, per cui noi [...] di creature che sono in [...] di forze più grandi di loro, rende piena-mente [...]. È vero, [...] oggi dipende dalla tecnica, potenza [...] un tempo dipendeva dagli dei, i [...] con sovrana indifferenza. Ed è al-trettanto vero [...] governa il mondo attraverso strumentazioni [...] può presumere di manovrare [...]. Eppure, se la tecnica [...] destino, lo è in un senso che [...] tragica piutto-sto che una concezione fatalistica [...]. Chi non [...] vita quotidiana comporta fiducia, [...] non [...] questo o in quel mezzo, [...] nel mondo [...] parte? Entrare in una camera [...] non è, quanto ai rischi, cosa mol-to diversa che [...] su [...] o su un ascensore. Benché [...] mi-noranza di persone sappia come [...] ad essi più o meno [...]. /// [...] /// Solo [...] In realtà la fiducia di [...] noi diamo prova quando ci consegniamo corpo e mente [...] tecnica (e lo facciamo in tutte le ore del [...] e della notte) è [...] che affidarsi a una determinata [...] e [...] mondo delle mac-chine significa correre [...] limitati. Infatti [...] siamo di fronte a una [...] fede: che la [...] non il migliore dei mondi [...] indubbiamente il migliore dei [...]. Si dirà: di questo [...] a dubitare. Sappiamo che agli effetti [...] tec-nologico della natura si accompa-gnano effetti non [...] anche disastrosi. E sappiamo anche che [...] spesso ir-reversibili, quasi sempre tremenda-mente minacciose. Eppure si tratta del [...]. Nostro nel senso che [...] come no-stro. Di più: lo vogliamo [...] se mai la volontà di potenza ha [...]. Pronti a [...] le spalle, naturalmente, magari va-gheggiando [...] ritorni o fu-ghe evasive (nel qual caso dovrem-mo però [...] consapevoli che tutto ciò, lusso estremo, possiamo [...] solo in forza di ciò [...] condanniamo). In realtà die-tro il no [...] un più profondo sì. Ne fa da spia [...] al superfluo che ci viene generosa-mente elargito, [...]. Ce lo conferma il [...] la tecnica può riparare ai guasti della [...] non possiamo non [...] non [...]. Ma soprattutto ce lo [...] per cui a sostenerci nel no-stro «folle [...] spinta in [...] è [...] di un arre-sto (non [...] quella mac-china, ma [...] tecnologi-co) che non implichi [...]. Naturalmente ci si può [...] seria-mente, e non solo per un certo [...] pure piace, se non sia venuta [...] di farla finita. Perché mai dovrebbe continuare [...] della storia universale, dal momento che non [...] più come sia cominciata e dove vada [...] crediamo di sapere che sia co-minciata dal [...] nel nul-la? Proprio [...] però il pensiero tro-va [...]. [...] che tutte le possibilità [...] senso alla storia degli uomini, dal-la fede [...] Promessa alla fede laica nel Progresso, si siano [...] caso trionfa là dove la tecnica appare [...] la terra e a espropriare [...] della [...] dignità morale. Ma siamo sicuri di [...] di un progresso fatale, a sen-so unico? E [...] la condizione [...] che è sottomesso a [...] cui si rimet-te senza riserve, non fosse [...] burattino bensì quello di una creatura capace [...] del suo stesso desti-no, quasi ne portasse [...] scelto e continuare a [...] In [...] suo libro famoso (Il princi-pio responsabilità. [...] per la ci-viltà tecnologica, [...] italiana qualche anno fa da Einaudi) lo [...] Hans Jonas si domandava se [...] avesse o non avesse [...] suicidarsi, cioè di abbandonarsi al demone [...] che è in essa. La [...] risposta è che no. Non per-ché [...] debba farsi carico (an-che [...] dalla tecnica, anzi, proprio in questo mondo [...] decisioni sono condizionate dalle varie scienze, economia, [...]. Se Jonas, come in [...] fatto dire, si fosse li-mitato a fondare [...] di chi verrà dopo di noi a [...] abbiamo vissuto noi, il suo argomento sarebbe [...]. Infatti chi viene dopo [...]. E poi sarebbe facile obiettare: [...] ma che cosa ne possiamo noi, se la morale [...] è più cosa nostra? Come pos-siamo rispondere a degli [...] se la libertà ci è tolta e la neces-sità [...] attraverso il nuovo si-gnore della terra, il grande appara-to [...] La forza [...] di Jonas sta invece nel [...] che a restituire [...] è lo stesso movi-mento che [...] in [...]. Ma per [...] sembrerebbe. Infat-ti è proprio la [...] il riconoscimento della nostra re-sponsabilità. Responsabilità per quello che, [...] il nostro destino? Jonas non si è [...] teorizzare questo pa-radosso. [...] potrebbe portarci non solo a [...] sulla tragicità della condizione [...] dominata dalla tecnica. Ma anche a trovare [...] per quelli che sono i nostri comportamenti [...]. Nel momento in cui [...] ap-pare non più come [...] che mi annienta, ma [...] cui mi affido [...] scelta e voluta, il [...] più quello che era. E io nel mondo. Se non al-tro perché [...] dovrei ri-conoscere che ogni mio gesto e [...] ricadono, quanto ai loro effetti, non solo [...] ma anzitutto su me stesso. Sergio Givone [...] 3. Viene subito da [...] divisioni su quale argomento? Per [...] leggere il secondo di questi messaggi, pubblicati [...] nel libro di Federico Argentieri Budapest 1956. La rivo-luzione calunniata uscito [...] il supplemento [...] nel 1956. Si tratta infatti pro-prio [...] del 30 ottobre 1956 in cui Togliatti [...] suo avviso «il governo ungherese -rimanga oppure [...] guida Imre [...] -si muo-verà [...] verso una direzione reazionaria». Le divisioni dunque riguardava-no [...] situazione a Bu-dapest: vi era chi riteneva [...] con [...] e chi, come Togliatti, [...] ungherese ormai avviato sulla via di controrivoluzione, [...] la necessità di un intervento per impedire [...]. Sono stati appena pubblicati [...] sedute del Presidium del [...] del [...] 1956 fatti dal Capo [...] Dipartimento [...] del [...] cosiddetti «appunti di Vladimir Malin» [...] emerge la grande incertezza regnante in quei [...] Cremlino. Ne esce fuori che [...] venne vo-tata [...] la decisione di non [...] Ungheria, ma il giorno dopo [...] riconvocò il Presidium per [...] appena presa. Quali fattori determinarono questo [...] due: la crisi del Suez [...] nella [...] fase drammatica con il [...] egiziane da parte delle forze [...] e [...] dei dirigenti dei paesi [...] Pc occiden-tali intimoriti che il contagio un-gherese [...] ca-sa loro. Togliatti in particolare era [...] riper-cussioni interne: nel Pci erano ap-parsi «gruppi [...] di-rezione del nostro partito di non [...] preso posizione in difesa [...] Budapest» e «esi-gono che [...] direzione del nostro partito [...] ri-tengono che Di Vittorio dovrebbe diventare il [...] par-tito». La lettera di Togliatti [...] questo contesto come un ulteriore contributo, non [...] insignificante, indi-rizzato a far pendere la bilancia [...] soluzione milita-re. Così subito dopo [...] deciso di inviare i [...] Budapest il vertice del [...] sente il bisogno di [...] Togliatti che pren-derà le decisioni necessarie per fermare [...]. Togliatti non appena venuto [...] la celebra privatamente, come ha riferito Pietro Ingrao, [...] bic-chiere di vino in più. Infine facciamo una modesta [...] Canfora ancora ritie-ne che sia possibile una interpre-tazione [...] Togliatti a Mosca del 30 ottobre 1956 [...] nostra, condivisa da Argentieri e da diversi [...] americani, non rimane che ripubblicare il testo [...] con i commenti di Canfora e nostri [...] lettori la possibilità di trarre le proprie [...]. /// [...] /// Infine facciamo una modesta [...] Canfora ancora ritie-ne che sia possibile una interpre-tazione [...] Togliatti a Mosca del 30 ottobre 1956 [...] nostra, condivisa da Argentieri e da diversi [...] americani, non rimane che ripubblicare il testo [...] con i commenti di Canfora e nostri [...] lettori la possibilità di trarre le proprie [...]. (0)
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