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Immaginiamo di avere una testa [...] bronzo e di [...] fa-re una copia. Niente di straordina-rio, si [...]. Basta fare un calco, [...] plastica o gesso e aspettare che si [...]. Giu-sto, ora però pensiamo a [...] ot-tenere [...] per il calco. [...] la cosa si fa più [...] anche solo da immaginare. Sarebbe come dire: stampiamo una [...] senza passare per il negativo. Ma la tecnologia ci [...] anche ciò che, almeno in un primo [...]. È così che la [...] una società di restauratori [...] ai lavori di Palazzo [...] ha presentato un progetto [...] Sovrintendenza dei Beni archeologici di Roma per ricostruire [...] Marco Aurelio che fa parte della colle-zione Ludovisi [...] cui copia de-ve tornare alla sala del [...] di Palazzo [...] da dove proviene. Perché ardito? È presto [...] vogliono, per [...] fare la copia senza [...] calco. E, per di più, [...] finora usa-to solo per la produzione indu-striale, [...] di generi che finora si sono per [...] a vicen-da. Ma vediamo in che [...] metodo. A [...] il modo più semplice per [...] una copia di [...] -mettiamo, per esempio, un bronzo [...] quello di ricoprire [...] con gomma di silico-ne (che [...] quasi ovunque ha sostituito il gesso). Il calco che si [...] silicone si indurisce viene poi riempito di [...]. Il modello di cera [...] una «cami-cia» di terra refratta-ria e infilato [...] la fusione co-siddetta «a cera per-sa», vale [...] metodo conosciuto e usato da migliaia di [...]. Tutto bene, se ci [...] a [...] non parti-colarmente rovina-ta. Il bronzo origina-le però [...] in buone condizioni: potreb-be presentare dei punti [...] essere rico-perto da una patina [...]. In questi casi il [...] può utilizzare, a me-no di non rovinare [...]. Il Marco Aurelio a [...] Campidoglio, ad esempio, presentava questo tipo di problemi: [...] che lo ricopriva non permetteva di utilizzare [...]. Quando si trat-tò di sostituire [...] con una copia, [...] centrale per il restauro pensò [...] di pro-cedere in modo diverso: con la fotogrammetria. Usando una speciale macchina fotografica, [...] tecnici ottennero delle immagi-ni [...] non solo tridi-mensionali, ma che [...] indicazioni sulla profondità [...] raffigurato. Partendo da questo modello [...] poi costruito il modello fisico, pro-cedendo per [...]. In so-stanza, la ricostru-zione [...] strati sovrappo-sti: il computer ha dato indicazioni [...] che ha ta-gliato «fette» di ma-teriale che, [...] han-no preso la forma [...] a ca-vallo. Un raggio molto debole, [...] in campo oculistico, e che quindi non [...]. Con questo raggio si [...] della superficie, men-tre una telecamera con un [...] punto laser [...]. In questo modo si ot-tiene [...] triangolazione: si co-nosce la distanza della teleca-mera [...] del puntatore laser [...] e dei due ap-parecchi tra [...] loro. Questo per-mette di ricostruire [...] tridimensionale». [...] sul computer si delinea, con [...] di punti, nello stesso momento [...] cui si passa il laser [...]. Il computer unisce poi [...] punti in modo da creare una su-perficie [...]. A questo punto, avviene [...]. In una va-sca piena [...] stato li-quido passa un raggio laser (lo [...] la scansione) che, sulla base dei dati [...] ca-talizza (ovvero fa in-durire) la resina lad-dove [...]. E la re-sina diventa una [...]. Dal niente emerge la [...]. Con questo meto-do, per altro, [...] crea già dei mo-delli per la produ-zione in serie, [...] fi-nora nessuno aveva pensato di [...] alle statue, alle opere [...] insomma, ai beni culturali. La cosa interessante è che [...] sarebbe in questo modo molto [...]. Su og-getti distanti fino [...] e mezzo la definizione va da 1/10 [...] millimetro. Fino a 40 metri [...] facciata di un palazzo, per intenderci) la [...] 8/10 di milli-metro a 2 millimetri. Il livello di definizione [...] Marco Aurelio, per intender-si, è di 5 [...]. Questo vuol dire che [...] state tagliate a 5 millimetri [...]. Il cavaliere di plastica [...] quindi di essere rimodellato in superficie con [...] «colmare», per [...] così, quei vuoti. La stessa cosa dovrebbe [...] model-lo creato con il nuo-vo sistema, ma [...] sempli-ficato: la superficie da colmare sarebbe infatti [...]. [...] di preci-sione dei prodotti [...] scarto di 4/10 di millimetro per far [...] vite non entri più nel suo si-to) [...] per i Beni culturali? Bisognerà aspettare per [...] di questo progetto. Ma cercare metodolo-gie sempre [...] «riprodurre» le opere è comun-que opera meritoria, [...] non è più una parolac-cia. Cristiana [...] IL REVISIONISMO, inteso quale [...] i fatti storici, o le in-terpretazioni che [...] è una caratteristica del-le epoche terminali: la [...] e millennio a cui stia-mo assistendo non [...] se in ognuno di noi ciò che [...] tendesse a sovrapporsi rispet-to alle azioni che [...]. Questo, in una certa [...] inevitabile: Henry [...] elaborando il concetto di [...] chia-rezza la simultanea esistenza, nella percezione umana, [...] passato, ossia due fratelli siamesi indivisibili i [...] un pro-cesso fluido che già [...] nelle pagine più vertigi-nose [...] Confessioni, aveva magnificamente indi-cato. Un confine importante co-munque [...] essere valicato: non [...] a definire questo simbo-lico Rubicone [...] della storia perché so be-ne fino a [...] con-cetto, attaccato da più parti, sia diventato, [...] teoreticamente fragile. Mi piacerebbe piuttosto [...] un nome antico e popolare: [...] li-mite della buona creanza che, fuori dai sofismi, separa [...] onesto [...] co-lui che sbaglia senza [...] voluto da colui che mente [...] di mentire. Certo a queste seconde [...] na-zisti che, pressati dalle armate del generale [...] prima di abbandonare il [...] Au-schwitz, minarono i forni cre-matori nel maldestro tentati-vo [...] sempre una testimonianza materiale che, visibilmente, li [...] esecrazio-ne. Tuttavia, nelle medesime non [...] mio giu-dizio bisognerebbe includere perfino chi, come Jean Paul Sartre, durante una famosa polemica con Albert Camus [...] gulag sovietici, trovò il cinismo necessario a [...] «Anche se tali campi esistessero, non do-vremmo [...] né [...] per non togliere la [...] di [...] (testimonianza ripor-tata da [...] in Un mondo a [...] Feltrinelli, [...]. E allora? Come affrontare [...] passato? In quale modo evitare che essi [...] di burattini lanciati uno contro [...] in spregio [...] storica? La risposta potrebbe [...] con mano le radici che uniscono, piuttosto [...]. Troppo facile, direte voi. Ma se davve-ro vogliamo avanzare [...] conoscenza, senza lasciarci soffocare [...] diagno-stica della Realpolitik, dovrem-mo assumere [...] antro-pologica. Impariamo, almeno per un [...] spirituale: non prestiamo at-tenzione al colore delle [...]. Rivolgiamo lo sguardo dentro [...]. Ad un patto pe-rò: [...] bianchi rossi e neri, non siano dimenticati [...] per cui combatterono restino al loro posto. Solo così il ricordo [...] né in un alibi interiore, capa-ce di [...] lo chieda innocenza e bontà; né in [...] pronta ad essere cancellata qua e là, [...] contrap-poste e strumentali necessità di questo o [...]. La me-moria, come sapeva Primo Le-vi, [...] è un archivio che ognuno può alterare [...] bensì certifica-zione [...]. Solo sco-prendo la verità [...] potremo conoscere noi stessi e la comunità [...]. Ce [...] abbastanza per una vita. Ma non per Cristina [...] li arricchì di senso con una personalità [...] del deforme. E che in vecchiaia [...] la propria autobio-grafia, usando come inchiostro lo [...] asceta. Ci so-no parecchi motivi per [...] av-vinti a questa prosa che [...] percorsa dalle milizie della guerra [...]. Perché Cristi-na, secondo uno [...] scrive in forma di confessione rivol-gendosi a Dio; [...] scrivere formalmente si umilia, ma il Padre-terno, [...] che [...] perché racconta senza censure [...] al padre e [...] per la madre Maria Eleonora [...] Brande-burgo. Insomma, Cristina è [...] e [...] della monarchia seicentesca. Racconta strane storie: forse [...] qualche contagio -ce lo potrebbe spiegare uno [...] materiale -a lei bambina era proibito bere [...] poteva dis-setare solo con la birra; i [...] svedesi, [...] erano così [...] un anno prima di [...] imbalsamato di suo padre. Ma i fatti più strani [...] nella [...] anima: la giovanissima sovrana era [...] con una «camicia», una placenta, che le copriva il [...] e [...] fu scambiata per un ma-schio, [...] di [...] sulla [...] venuta al mondo era fiera, [...] che «le donne non do-vrebbero [...] regnare», [...] aggiunge, per «tutto quel-lo che [...] appannaggio del mio ses-so». Fin da piccola, Cristina si [...] un tentativo [...] metamorfosi: «Ero instancabile. Dormivo spesso [...] e sulla nuda terra. Mangiavo poco e dor-mivo [...] e spie-ga del suo odio per le [...] i lavori femminili. Col suo corpo di [...] rapporto così fusti-gante, così anoressico, che [...] lunghe marce a piedi [...] per giorni. Sovrana bambina, avrebbe potuto godere [...] tutti [...] invece scelse di vivere «in [...] vili» la contraddizione che genera-zioni di donne hanno [...] metaforico: la contraddizione [...]. /// [...] /// Sovrana bambina, avrebbe potuto godere [...] tutti [...] invece scelse di vivere «in [...] vili» la contraddizione che genera-zioni di donne hanno [...] metaforico: la contraddizione [...]. (0)
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