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New York mi tràpana [...] percorro le strade maciullate. [...] e ora, e ora? A [...] incontro mio Padre, alla mia età, ancor [...]. Padre, [...] le [...] ferite, [...] perdono quelli che ho ferito! ROBERT [...] (da Poesie -1940-1970 traduzione [...] Rolando [...] Longanesi) Ma la specie [...] GIOVANNA ZUCCONI Non perdete tempo a cercare il suo [...] o nelle storie letterarie. /// [...] /// Eppure, Robert [...] ha scritto uno dei [...] e lancinanti del Novecento. La spe-cie umana uscì [...] Francia [...] 1947. [...] che era scampa-to al [...] vide il suo libro rimanere confuso nella [...] soprav-vissuti [...]. Qualche anno dopo la [...] lo col-locò al di sopra degli altri, [...] parola cruciale, quella che sancisce [...] di [...] umana e letteraria: classico. La specie umana venne [...] Italia, nei Get-toni, la collana diretta da Elio Vittorini. /// [...] /// Soltanto quattro anni dopo [...] Einaudi, avrebbe pubblica-to Se questo è un [...] Primo Levi. Dopo di allora, Primo Levi [...] scrivere. Altri libri (grandi classici), [...] antidoti [...] così Levi trovò la [...] almeno finchè resistette. [...] invece, non scrisse più nulla. È morto di recente, [...] letterarie e da una società senza memoria. Fino ad oggi, quando La [...] risorge: Einaudi lo ripubblica nei Tascabili, in [...]. Bene; ma le ragioni [...] che hanno avvolto [...] erano già tutte nel [...] proprio in esse è la [...] com-movente grandezza. /// [...] /// Se questo è un [...] parola «uo-mo», cioè la fiducia nella ragio-ne [...] dello sterminio. [...] non parla della preziosa, immortale [...] di «un uomo»: parla [...]. Alla brutalità, alla sofferenza, [...] contrappone la forza dello spirito ma quella [...] corpo, [...] ed eroica «specie umana» [...] apparteniamo. Scrive al plurale: «ci [...] quasi più carne sopra [...] la volontà soltanto resi-ste, volontà desolata, ma [...] che ci permetta di durare». In un mondo furiosamente [...] non ci sono più illusioni, non [...] più fiducia né fede. Ma i corpi, prima [...] poi ridotti quasi a scheletri, resi-stono; almeno [...] conservano le proprie funzioni fisiologiche, sfuggono al [...] ne vuole solo la morte: «Ora bisogna [...]. Abbiamo diritto al sonno. Le SS lo accettano, [...] ore consentono a non essere più le [...] SS. Se ci vogliono an-cora, [...] da SS, dobbiamo dormire. Le SS tollerano egualmente [...] ad orinare e a defecare. Ori-nare non dà fastidio [...] SS. [...] si inchina innanzi [...] indipendenza, alla libera dispo-nibilità di [...] stesso [...] che orina. [...] non sa che ori-nando si [...]. Così, a volte, ci [...] il muro e si fa finta, mentre [...]. Questa è la grandezza [...]. Proprio lui, che era [...] un prigioniero politi-co, e dunque sapeva e [...] sconvolgente inno alla natura, alla esistenza della [...]. Per questo non ha [...] già arrivato allo sche-letro, [...] estremo, oltre non poteva [...]. Eppure [...] ancora chi lo accusa del [...]. Pier Vincenzo [...] ha scritto, in La [...] Nove-cento: «Levi non ha vissuto Au-schwitz da intellettuale, [...] estraneo a quel tanto di cultu-ralismo e [...] appanna altre testimonian-ze, direi [...] così nobile di [...] di Robert [...]. Cesare [...] ha scritto, pochi giorni [...] Stampa: «. Infatti: perché contrapporre Levi [...] come fanno [...] e [...] E perchè due eminenti [...] la parola «intellettuale» come un insulto? E [...] insistere sul fatto che Vittori-ni [...] La specie umana sol-tanto perché [...] era il ma-rito di Marguerite Duras, [...] del più venduto fra i Gettoni? Sa-rà [...] è davvero ridut-tivo considerare [...] un principe consorte, e [...] un oggetto di scambio nei corri-doi editoriali. /// [...] /// Ma senza esage-rare. Spezzato invano GIOVANNI GIUDICI Annunziatore [...] a un mondo soffocato da bana-lità e [...]. Eliot ne pronosticava la fine [...] a bang [...] a [...] non in un boato, ma [...] un piagnucolìo. Dai tempi della «Terra [...] «Uomini vuoti» sono passati più di [...] e la secolariz-zazione della [...] arrivata ben più in basso di quel [...] supponeva già oltre i limiti della tollerabilità. Nessuna apocalisse finora, benché [...] non avremo il tempo di accorgerci; ma [...] di risposte a cui [...] scienze umane sembrano ormai condannate, si stanno [...] grandi interrogativi sulla sorte del genere umano, [...] storia e il senso ultimo della vita. Ma [...] cena» (esposto a Milano [...] i primi di gennaio [...] oratorio della Passione in [...] non è soltanto un [...] serie di quadri che si possano appen-dere [...] è il luogo e il modo stesso [...]. In [...] frutto di un quin-quennio [...] ripropone in termini non [...] ma di tragedia la passione di un Cristo [...] crimini [...] le stragi, la fame, [...] miseria, i campi di sterminio, la droga, [...]. Scritture in alfabeto crittografico [...] sui quattordici grandi pannelli ordinati lungo le [...] lo spettatore in una dimensione che è [...] e propria lettura. In mezzo (con sù [...] i frammenti di un pane invano spezzato) [...] di questa Cena veramen-te ultima che prelude, [...] al volto appena distinguibile di un Cristo [...] mare di intenso azzurro. Ma striato di sangue. Ritorno a [...] con amara ironia Il [...] lapsus del potere FRANCO RELLA [...] libro di Thomas Ber-nhard [...] (Estinzione, tradotto magni-ficamente da A. Lavagetto, Adel-phi, Milano 1996), [...] libri più importanti [...] decen-nio, forse il libro [...] Bernhard, perchè ci mette nel cuore di [...] storie più allucinatorie, ma al contempo ci [...] il senso stesso della [...] scrittura e del suo [...] alle forme a cui egli consegna la [...] delle cose e del mondo. Giustamente Pietro Citati, a [...] libro, ha ricorda-to Dostoevskij. Io direi soprattutto Dostoevskij [...] suo racconto più umoristicamente atroce, [...] marito. Un uomo maturo, di [...] nome [...] ri-ga del libro, [...] della pietra tombale che [...] a Ro-ma ossessionato dalla memoria di [...] il feudo austriaco dove [...] dove vive la [...] fa-miglia. Questa ossessione si tra-duce [...] rivolto a interlocutori di cui cogliamo a [...] in tanto, il nome e qualche traccia [...] in cui ribolle odio, disprezzo, ran-core espressi [...] che è diventata ormai [...]. Comunque quel «fanatismo [...] quando riesco a farne [...] è la sola possibilità di [...] dalla mia disposizione [...] dal mio tedio spirituale». Dentro questa sorta di [...] ribollente irrompe un telegramma con [...] della morte del padre, [...] del fratello. Ed egli decide di [...] dove so-no rimaste le [...] stesso. Il suo mo-nologo si [...] interiore e allucinato, in quanto sente [...] chiudersi su di lui, [...] seduto alla scrivania del padre, o con [...] del padre, o mentre si fa la [...] sapone del padre. Lascio al lettore il [...] teatro con cui egli risolve la [...] antino-mia, il paradosso di [...] un odio ugualmente irresisti-bili, e cerco di [...] più generalmente rivolti a tutta la [...] opera che lo stesso Bernhard [...]. Diciamo subito che [...] di Bernhard è umoristica, nel [...] in cui Pirandello defini-va [...] il sentimento del contrario, e [...] lo proponeva come [...] tragica del moderno. Basterebbero i nomi di Pirandello [...] Kafka, di Beckett, [...] Montale, e, appunto, di Bernhard [...] di quanto Pirandello avesse visto giusto. Il riso umoristico, lo [...] Baudelaire, è «diaboli-co», nel senso proprio del [...] cui diabolico deriva, vuol dire «dividere», «sepa-rare». Ma il paradosso, che [...] Baudelaire [...] intravvisto, è che la forza che divide [...] contraria alla forza che tiene co-munque vicine [...]. Di [...] il riso, come una sorte [...] li-berazione da questa insostenibile prossimità. Tutta la scrittura di Bernhard [...] librata, miraco-losamente senza cadute, nella tensione di [...]. Ma la proposizione po-trebbe [...] tanto più mi allontano da [...] e da me stesso, [...] e il mio io [...] mia coscienza. [...] modo per affrontare questa [...] maniera [...] a cui ricorro sempre [...] la serietà». E questa maniera [...] questa maniera umoristi-ca, non [...] contro le persone. Si rivolge anche con-tro [...] «Tutto ciò che verrà messo per iscritto [...] Estinzione verrà estinto, mi dissi: Si rivolge [...] linguaggio. Quante volte com-pare un «cosiddetto», [...] «come si usa dire», che mette in guardia contro [...] della lingua che usiamo. Ma quante volte Ber-nhard [...] contro la [...] stessa lingua: «Atroce è [...] trovo adeguata a una si-tuazione simile, la [...] in contesti in cui la parola atroce [...]. O contro la [...] stessa visione delle cose: «Mi [...] buon Alexander e lo trasformo a poco [...] i miei fini, in una persona cattiva, [...] gli altri che prima mi sono parsi [...]. Questo non [...] capito gli in-numerevoli imitatori di Bernhard. [...] «atroce» che egli mette [...] investire an-che il narratore, anche la narra-zione [...] per questo diventa estrema: ci porta davanti [...] che sembra ogni volta il limite ultimo, [...] volta, Bernhard si è mosso per andare [...]. ERMANNO BENCIVENGA Dove fare [...] Una generazione come la mia, cresciuta tra la [...] Vietnam e lo scandalo del [...] tra il maggio francese [...] estremismi, desidera ri-sposte globali: grandi disegni, uto-pie [...] portata storica. Ma il mondo non [...] se lo sono preso [...] e le scarpe [...] e i mercanti [...]. Se vogliamo an-cora provare quella [...] senza li-miti, quel piacere robusto di una liberazione perentoriamente [...] dobbiamo andare al cine-ma: farci assorbire [...] epopea [...] farci lava-re il cervello [...] prodotto mangiasoldi [...]. Una sadica, divertita ironia [...] della storia. Quando [...] è [...] piccolo bor-ghese, una famiglia numerosa [...] le mille lire mensili necessarie per sopravvivere con dignità, [...] destino offre diabolici tiranni, scelte radi-cali e sacrifici supremi. Quando invece [...] sembra [...] cosa per cui valga la [...] di lavo-rare, non [...] modo di [...] senza sconfinare nella colpa o [...] nella barzelletta. Siamo comunque impreparati, comun-que [...] che ci è stato assegnato. Ma il compito rimane. In una società in cui [...] riduzione al mini-mo comun denominatore (alla volgarità, [...] alla violenza gratuita) sembra procedere [...] scala planetaria, forte ormai della [...] superficialità e immediatezza, della [...] irresistibile capacità co-municativa, bisogna [...] (e [...] opporre educando una per-sona per [...] con pazienza quanto valore, e [...] piacere, ci sia nel non [...] an-dare, nel mantenere integrità e [...] nel riuscire a coltivare interessi profondi e arti-colati. I luoghi della politica, [...] di secondo millennio, sono la famiglia, la [...] negozio, la fabbrica: tutti i contesti in [...] non più le masse ma gli individui, [...] in cui a questi individui è possibile [...] con cura, starei per dire con affetto. Alle masse ci pensa [...]. Mauro [...] di Cernusco sul Naviglio [...] lavorare nelle istituzioni e nella società civile [...] più una crescita individuale intesa non come [...] cose ma piuttosto co-me gratificante estensione della [...] lettura, [...] della musica, nella contemplazione [...] non strumentali con gli altri esseri umani)». E aggiunge: «nel mio [...] quoti-diano lavoro di insegnante, e anche di [...] di [...]. [...] umiltà, e anche un [...] in [...] «nel mio piccolo» -e in [...] umiltà e imbarazzo sono ammi-revoli, in [...] di sgarbi e sberleffi. Purchè non funzionino da [...] impedisca-no [...] educativa che è il [...] e la nostra sola speranza di cambia-mento. Purchè con imbarazzata umiltà, [...] testardag-gine, ciascuno di noi continui a fare [...]. Alberto [...] di Firenze mi segnala [...] del Ministero della Pubblica Istruzione: [...] pomeridia-na delle scuole come [...] i giovani e come «centro di promozione [...] civile del territorio», e [...] condotta ai fini di [...] di educa-zione degli adulti inteso come apprendimento [...] vita». E commenta: «certamente non [...] lì ad aspettare le inizia-tive del governo, [...] aprono spazi [...] sono le benvenute». /// [...] /// Nella politica «minore» dei [...] uso tattico delle risorse esistenti non è [...] da vero e proprio modello ope-rativo. Chissà perchè si sono [...] risorse, e che importa? La nostra libertà [...] intersti-zi, nei vuoti di potere, nei lapsus [...] «oliato» an-che troppo bene. Il nostro futuro dobbiamo [...] a scopi di giusti-zia i materiali scalcinati [...] poveri residui di un banchetto sfacciato e [...]. La purezza, la rivolu-zione, la [...] saranno per [...] volta. /// [...] /// La purezza, la rivolu-zione, la [...] saranno per [...] volta. (0)
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