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È come in un [...] Charles Dickens. [...] di capanne di mattoni si [...] lungo un rigagnolo maleodorante, dove [...] se [...] è stata soppiantata da carte [...] rifiuti che coprono anche gli argini. Il luogo è un insieme [...] enormi piazzali dove si alzano mon-tagne di spazzatura, ben [...] per prodotti, [...] le bottiglie di birra, più [...] libri [...] rifiuti misti, verdure imputridite, strisce [...] stoffa, scatolette sventrate, nere poltiglie. Ogni tanto da qual-che [...] viene fatta bruciare e si al-za un [...] aggrava il [...]. Deposito di [...] villag-gio è anche luogo [...] venti-mila persone, tutte arrivate dalla provincia dello [...]. Accanto alle montagne di rifiuti [...] sono le [...] in mattoni o in cartone, [...] che si rincorrono lungo i sentieri polverosi, [...] tavolo [...] rivendite di cibo cotto. La miseria, lo sporco, [...] in-credibili. Una corte dei miracoli [...] sopravvivenza grazie a un mestiere inventato, forse [...] ma in ogni caso tolle-rato, quello [...] rifiuti «in proprio». La divisione dei com-piti [...]. [...] chi raccoglie solo cartoni, [...] chi solo le bottiglie di plastica della [...]. Tutto viene portato sulla [...]. Visto che, dentro, anche [...] specializzate, ci de-ve essere una mente organizzativa [...] per la so-pravvivenza. I rifiuti vengono cata-logati [...] ai centri di rici-claggio. Qualcuno ci guadagnerà e [...]. Ma non sa-ranno la [...] vecchio che, si-mili a dei mendicanti, arrivano [...]. Pechino produce ogni giorno [...] tonnellate di spazzatura. Gran parte viene raccolta [...]. Ma ne resta [...] per alimentare questa [...]. Il [...] della città, a meno di [...] in espansione per cinesi espatriati [...] per non cinesi, dove un appartamento di nemmeno 30 [...] quadri costa in affitto mille [...]. Appena ad un chilometro [...] i più ricchi di Pechino dove sorgono [...] costosi, e i night club più alla [...] più esclusivi e dove impazza il [...] Plaza, preferito dai cinesi [...] possono andare a dilapi-dare [...] lire solo per una [...]. Banale contrasto tra miseria [...] di qual-siasi [...]. Eppure Pechino più che [...] di sviluppo destinata a riempire di meraviglia [...] i connotati, qualche volta avvilenti, di una [...] Ter-zo [...] allo splen-dore del centro [...] i luo-ghi di raccolta dei dannati, forse [...] se riusciranno ad entrare nel girone del [...]. La città ha trovato [...]. Piatta e orizzontale come [...] fa pensavano fosse la Ter-ra, [...] vio-lento che [...] schiacciata ai lati e [...]. Alla dimensione orizzontale la [...] speculazione immobiliare di questi ultimi anni ha [...] verticale: palazzi imponenti, costruzione di trenta piani, [...] sopraelevate, hanno radicalmente modificato il profilo di [...] volta era il [...]. Forse in nessuna città [...] mai successo che dal violento muta-mento urbanistico [...] altrettanto violento mutamento so-ciale. La città piatta era [...]. La città verticale è [...] disuguaglianza. /// [...] /// Al [...] del China [...] nei ristoranti dove servono [...] i filetti di car-ne australiana, i manager [...] con i loro par-tner stranieri. Non rischiano niente in [...] quasi totali-tà dei casi sono rappresentanti di [...] che hanno nelle mani [...] po-tere economico. Ai piani inferiori, i [...] nelle [...] si congratulano con loro [...] fortuna di un la-voro che garantisce un [...] superiore al salario medio pechinese. Al piano terra e [...] del centro, la folla dei tassisti, dei [...] e giornali, dei mendicanti, delle ban-carelle volanti [...] cotto. E [...] lato del viale, appena [...] dei palazzi, la lunga sfilza delle bettole, [...] affollate. In nessun altro po-sto [...] mangia sempre e tanto come a Pechino. È una ven-detta nei confronti [...] tempi della [...] bettola è anche il modo [...] sempli-ce per darsi agli affari, fare soldi in [...]. Pechino è la città [...] del reddito è prodotto dal settore terzia-rio. Sono an-che i negozi di [...] più diversi che aprono e chiudono nel giro di [...] per donna. [...] nel terziario mi-nuto della città [...] mobilità enor-me, con ascese e cadute che alimen-tano [...] di facili guadagni e fanno [...] invece gli usurai [...]. Ai pechinesi questa loro [...] piace molto. La vedono fi-nalmente [...] che tutti hanno di fare [...] speri-mentano una sorta di democrazia delle opportunità di cui [...] godo-no in nessun altro campo della vita sociale. Stanno certamente meglio, [...]. In questi ultimi 2-3 [...] medi mensili si sono triplicati, toc-cando i [...] Yuan, [...] più di 100 dollari americani. Come usare que-sti soldi? Le [...] piccolissime e non [...] spazio per i mobili. [...] è ancora un sogno lontano [...] se delle [...] lo scorso an-no, la metà [...] di privati). Dopo la televisione e [...] i vestiti anche se gli accosta-menti dei [...] molto azzardati (i bottoni e sciarpa verde, [...] un giaccone rosso) e [...]. /// [...] /// [...] e il sangue ha [...] immobiliare del 1993-1994, quando i profitti hanno [...]. [...] metri quadrati [...] ma appena il [...]. [...] ai centri commerciali, ai [...] le [...] alle ca-se e alle [...] per stranieri, al rifacimento di tutto il [...]. La corruzione ha toccato [...]. [...] del [...] accusato di [...] ricevuto [...] fantasmi di una metropoli tra [...] e grattacieli NEGLI ANNI 50 [...] parola [...] scandita nel finale del famoso [...] di Ho-ward Hawks La cosa da un al-tro mondo, [...] stata: «Scruta-te il cielo! Alla fine dei 60 [...] stato ancora scrutato, ma con ben altro [...] serie di Star [...] ne aveva fatto [...] riserva di curiosità e [...] che [...] astronave di nome [...] si era messa a [...] missione scientifi-ca quinquennale. Che cosa era successo? Non [...] segre-to: dai tempi della guerra fredda, dal [...] del maccartismo, dai tempi in cui persino [...] madre, un figlio potevano es-sere [...] nemico della patria (come [...] di Leo Mac Carey [...] rinuncia) molta acqua era [...] ponti. La nuo-va frontiera [...] e il periodo di [...] avevano permesso lo sviluppo di una diversa [...] una diversa impo-stazione della ricerca scientifi-ca: la [...] di essere finalizzata alla distruzione, essa -pur [...] competitivo -era di-venuta un valore in sé. La serie di [...] alla quale sembrano essersi [...] di San Diego, nacque da questo conte-sto. Dopo una terza guerra [...] atomico, vi si diceva, [...] era dive-nuta più saggia [...] ave-va compreso la bontà del princi-pio di [...] storica di singole città (la famosa Prima Direttiva, [...] spesso violata nei vari episodi). In realtà lo show [...] modello western della colonizzazione, tempe-rato dalla tolleranza, [...] razionali-smo coltivati negli anni 60. Poco conciliante verso i [...] ambizioni del movimen-to femminista che proprio in [...] stava istituzio-nalizzando e attendo a sug-gerire una [...] rigorosa pedagogia della [...] Star [...] non dimostrò particolare simpatia [...] fe-nomeno [...] di quel decennio. In un episodio intitolato «Viaggio [...] Eden» un gruppo di [...] dello spazio (che si [...] suonare un pessimo rock galattico), capeggiati da [...] si im-padronisce [...] per fare rotta verso [...] loro sogni, un paradiso che evidentemente coincide [...] della contro-cultura sessantottesca, forte-mente [...] e [...]. Ma il pianeta si [...] luogo mor-tale per tutti loro. La forte va-lenza simbolica [...] chiarissima, ma il suo messaggio conservatore non [...] e stolidità: co-me spesso si legge in Star [...] (e se è per [...] un poeta della grandezza di Wallace Stevens), [...] identifica nella staticità e [...] di evoluzione, di storia. Il glorioso storicismo di Star [...] totalmente, asso-lutamente laico, rigetta [...] vantaggio di [...] della condizione umana in [...] continua scalata verso una conoscenza (di se [...] che [...] poten-zialmente infinita. A [...] in persona si deve [...] un episodio in due parti, [...] che è per molti [...] non solo della prima serie, ma di [...] quel che dove-va avvenire nelle serie se-guenti, [...] in generale e tut-to sommato persino nella [...] decennio dopo. Tralascio un riassunto e vengo [...] al punto: i due protagonisti -un capitano e una [...] dello spazio -gravemente menomati nel fi-sico, finiscono per vivere [...] un pianeta off [...] una realtà che è pura [...] (oggi si direbbe: una realtà virtuale), ma che consente [...] disgrazia-ti di superare le loro limitazio-ni e condurre mentalmente [...] vita [...] e di bellez-za. Al di là [...] che in America si [...] ad ac-cordare ai [...] agli han-dicappati, [...] è un pri-mo sintomo [...] di un medium operante su [...] scala come la tv, [...] letteraria da tempo si era occupata del [...] di primissi-mo piano come Philip [...]. Dick -della crisi del [...] che sarebbe esploso con [...] voga [...] e che sareb-be stato [...] seconda se-rie Star [...] La Nuova Generazio-ne. Anche la nuo-va serie [...] la prima ad operare su due versanti, [...] non si trattava di predi-care dei valori [...] la bon-tà a causa della propria radicata [...] volta le certezze di tale impostazione sono [...] que-sta volta ogni personaggio scruta dentro se [...] abissi di insicurezza, di nevrosi, di paura. FORSE PER questo com-pare [...] La Nuova Gene-razione la straordinaria invenzione del [...] il ponte ologrammi nel [...] è possibile, il luogo in cui simulare [...] pure per poco tempo, qualunque cosa noi [...]. La Nuova Generazione è [...] il prodotto di [...] computerizzata che si è [...] i sospetti e i timori che il [...]. Kirk ave-va nella prima [...] confronti delle tecnologie sofisticate, salvo poi avere [...] di Picard le sue gatte da pelare [...] ponte ologrammi prenderà corpo nientemeno che [...] di Sherlock Holmes, il [...]. /// [...] /// La Nuova Generazione, in-somma, [...] i con-ti con la New Age allo [...] cui la prima serie di Star [...] si è trovata tra [...] della contro-cultura anni 60: ricercando nella realtà [...] la loro storia perso-nale e il mondo [...] non hanno loro concesso, i protagonisti di La Nuova Ge-nerazione, feriti da un passato familiare doloroso e [...] si trascinano dietro per tutta la vita, [...] questo punto di vista, agli adepti di [...] Virtuale soltanto per-ché vige fra loro il [...] disciplina militare, un senso del dovere che [...] davanti a qua-lunque emergenza, tecnica o morale [...] se que-sto proprio non basta loro a [...]. /// [...] /// La Nuova Generazione, in-somma, [...] i con-ti con la New Age allo [...] cui la prima serie di Star [...] si è trovata tra [...] della contro-cultura anni 60: ricercando nella realtà [...] la loro storia perso-nale e il mondo [...] non hanno loro concesso, i protagonisti di La Nuova Ge-nerazione, feriti da un passato familiare doloroso e [...] si trascinano dietro per tutta la vita, [...] questo punto di vista, agli adepti di [...] Virtuale soltanto per-ché vige fra loro il [...] disciplina militare, un senso del dovere che [...] davanti a qua-lunque emergenza, tecnica o morale [...] se que-sto proprio non basta loro a [...]. 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