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Lo scrittore Raffaele Nigro [...] e i conflitti trasportati da quelle acque Guerra [...] «Questa è [...] propizia ai drammi del [...]. I clandestini lo affrontano e [...] della costa. Sono giovani berberi accucciati [...] pescherecci, sono guerriglieri tamil, pastori macedoni e [...]. Vengono a piedi dalle [...] Bangladesh e dagli acquitrini di [...]. Dalle terre che mio [...] come luoghi della povertà, luoghi dove gli [...] decomporre nel fatalismo e [...]. Da «Adriatico» di Raffaele Nigro (Giunti) [...] BARI. Guardare oltre quel mare, [...]. Raffaele Nigro da tempo [...] barbaglio [...] là dove [...] si fa mirag-gio, mistero, si [...] inquietudine e in-certezza. Al di là di [...] forse si cela la [...] lungo rapporto fatto di abbracci, di grida, [...] di silenzi tra due sponde così vicine [...] allo stesso tempo. E adesso che a [...] dedicato un grande romanzo, «Adriatico» appunto, finalista [...] Premio Strega, Nigro non pensa di abdicare, di rinunciare [...] coinvolgere. Dalla finestra di casa [...] Bari, continua a mirare le onde lunghe e [...] di inquietudine per via dei con-tinui sbarchi [...] di paura, [...] solcano, ma anche onde [...] mani tese, di comprensioni reci-proche. Nel suo ultimo romanzo, «Adria-tico», [...] ricordi di un re-porter televisivo sulle tracce [...] albanese, lei raccon-ta [...] di vita del Mez-zogiorno. [...] e Basilicata, intende narrare proprio [...] trasformazioni [...] Mezzo-giorno italiano, il passaggio da [...] società contadina fondata su [...] di miseria a una realtà [...] e consumistica. Nel giro di [...] i figli dei braccianti [...] attorno a Di Vittorio hanno abbandonato le [...] sono fatti avvocati, notai, medici e giornalisti. Le campagne si sono [...] e tutti hanno voluto una [...] metropolitana e borghese, regola-ta secondo i ritmi della televisione. Chi era tagliato fuori da [...] corsa ha intrapreso una guerra privata o di clan [...] il possesso di beni. Ne è venuta fuori una [...] fondata sullo scom-piglio». Ma è così lungo tutta [...] costa adriatica? «In questo Adriatico [...] una divi-sione in due tronconi. Dove un tem-po dominava [...] Repubblica del Leone ora ci sono due mari. Il ma-re di Venezia vive [...] realtà di [...] autarchia [...] che guarda verso [...] non vi-ve più [...] se non per [...] politica aperta e lungimirante, con-trapposta [...] quella che era [...] Se-renissima. /// [...] /// Non esiste nessun mare come [...] connaturato alla storia [...]. [...] è sviluppato questo rapporto tra [...] «Le due sponde hanno avuto mo-menti di vicinanza e [...] di silenzi. Dal Quattrocento [...] sono apparsi i turchi [...] non è stata facile. Finalmente un dialogo diventa [...] metà [...]. [...] turco si scompone; [...] austroungarico si frantuma; albanesi e [...] tro-vano la forza [...] nazio-nale. Ma non fanno in [...] che appaiono fascismo e nazismo. [...] tornare [...] e si chiudono in un [...] che è soprattutto mezzo politico di difesa [...]. Fino agli anni Ottanta [...] Berlino ha diviso i popoli delle due [...]. [...] impediva il dialogo e allontana-va [...] economie e le culture di questi popoli, sino a [...] contrapposte. Allora la vita e [...] del sud Europa e i flussi migratori [...] nel Tirreno e a Napo-li. Con la caduta del [...] Berlino si è riaperto un dialogo interrotto, un [...] certamente dram-matici, complicato, ma che ha spo-stato [...] questio-ni». [...] muro [...] che tipo di relazio-ni ha [...] tra le genti delle [...] «Sulla costa italiana i pescatori [...] sfruttamento. Diciamo che da sempre [...] del pe-sce tra le due sponde. Ma i traghetti settima-nali [...] Settanta e [...] portavano i turisti sulla [...] gli slavi nelle [...] contribuito a mantene-re vivaci [...]. In qualche misura è [...] una sorta di mercato [...] di contrabbando. Di là venivano [...]. Poi con la guerra [...]. Di [...] partivano cibi e dollari, di [...] prostituzione. La Sacra Corona [...] e [...] organizzazioni [...] del nord della Puglia hanno [...] della Croazia, di [...] e di Bar. Poi è crollato il regime [...] Alia e [...] si è aperta una falla [...] ha versato migliaia di clan-destini, profughi, fuggitivi, illusi, [...]. E che atteggiamento ha prevalso [...] prevalsa la [...] xenofoba. Oggi [...] incer-tezza sul tipo di rapporto [...] instaura-re. Io dico che facciamo [...] e aiutare quei popoli e dunque [...]. Il suo primo romanzo, «I [...] del [...] vincitore del Cam-piello 1987, narra [...] storia di una famiglia nello scenario tra la fine [...] Settecento e [...] stato davvero [...] delle regioni meridionali e [...] «Nonostante le [...] Nord, di-co che un aggancio [...] Sud al setten-trione [...] stato. Lo hanno costruito i [...] e sangue. [...] che ha mandato diplomati [...] Sud al Nord e viceversa. [...] fatto [...] della distribuzione delle merci e [...] prodotti lavorati. Non [...] un setten-trionale che non abbia [...] qualche parente o una qualche ascendenza meridionale. /// [...] /// È sul versante economico [...] sviluppate due [...] diverse [...] a passo diverso. Il Nord ha guarda-to [...] Sud come a un bacino di forza lavoro, [...] una zavorra pericolosa. Il Nord ritiene [...] il luogo della luce e [...] e il [...]. Il suo romanzo «La baronessa [...] è incentrato sullo scontro tra cristiani e turchi e [...] degli albanesi nel Meridione [...]. Storicamente quando è cominciata [...] culture trai popoli [...] «A partire dagli antichi Illiri. Le mi-grazioni verso Occidente [...]. [...] Gargano in età preistoriche furono [...] di molte città della costa e [...] meridionale. E [...] greci che approdarono in Calabria, Sicilia [...] Puglia venivano da quelle la-titudini. Nel Quattrocento, con [...] balcanica da parte dei [...] ancora uno spostamento consistente verso ovest. Schiavoni e albanesi invadono [...] sebbene mal tollerati, riescono a fon-dare piccole [...] vissuto fino ad oggi in dignitosa po-vertà [...] Paese che le ha ospitate. Pur conservando la lingua [...] non so-no cessati. [...] trasmissione di tradizioni e di [...] orali. Pensiamo [...] o al greco di [...] vengono da ol-tre Adriatico e così molte [...]. Lei è stato uno [...] ad allacciare un ponte con [...]. [...] degli ultimi anni, dalla ca-duta [...] regime [...] verso [...] dai pri-mi confusi passi de-mocratici [...] del governo sociali-sta? «Con apprensione e pena. Ricordo il primo invito [...] nel 1990 da parte della Lega degli Scritto-ri. Per me è stato [...] cuore [...]. Un tuffo in una realtà [...] ferma a metà Ottocento. Tutta-via un viaggio tra [...] erano [...] dignità. [...] della let-teratura a dominare la [...] albane-se: Ismail [...] e [...]. [...] era un grande scrittore ma [...] uomo ambiguo e potente; [...] era [...] che aveva [...] vita per il [...] a sconvolgere [...]. [...] contraddizioni tra il bisogno [...] eguaglianza politica e cultu-rale e le ispirazioni [...]. Perciò beveva molto. Dopo il mio rientro [...] una lunga serie di arti-coli [...] il tentativo di costituire [...] degli scrittori del Sud Adriatico [...] verificarono i primi eso-di. Arrivavano a casa mia [...] Rai, do-ve lavoro, dei profughi accompagna-ti da lettere [...]. /// [...] /// Poi [...] stato lo sbarco di Bari, [...] esuli, [...]. Che relazioni si [...] secondo lei, con gli albanesi [...] «È possibile [...] scambio, purché lo si voglia. Ma nel rispetto della [...] dei suoi intellettuali, della [...] cultura». Pesano ancora, a suo [...] del fascismo e delle occu-pazioni militari [...] sponda adriatica? «No, quegli [...] e gli [...]. Che [...] «Al Nord la storia [...] una più facile normalizzazione delle sin-gole vicende [...] Sud la strada è più lunga. Intanto la povertà è [...] a Macedo-nia e Albania -e ci sono [...] quella del [...]. [...] quanto tempo [...] prima che si arrestino i [...] mi-gratori, la corrente di esportazione della droga, delle armi [...] della prosti-tuzione e [...] di [...]. Facciamo abbastanza per fare [...] «No, facciamo pochissimo, non riusciamo [...] un tornaconto immediato». E gli scrittori, come si [...] «Sono prevalentemente di terra-ferma. Forse per loro [...] è ap-pena un fiume. Per gli occidentali la sponda [...] ha si-gnificato [...] più la Grecia, il [...]. Marco Ferrari [...] 1. Solo la voce di Ismail [...] riusciva a superare [...] alba-nese. Qualcuno, [...] parte, in-vocava un appiglio ma [...] lo offriva. A [...] esatta della storia ci ha [...] Raffaele Nigro con «La baronessa [...] il romanzo che ha proposto [...] come un mare di scambi e non insormontabile barriera [...]. Siamo alla confluenza tra [...] tra est e ovest, tra latinità e [...] e Islam: popoli [...] dei conti-nenti ma anche [...] abissi della storia. [...] di vicende politiche aumentano [...] le paure ma anche i segnali di [...] di contaminazione. [...] resta [...] di diversi popoli come [...] che si parlano su queste coste e [...] termini linguistici. [...] in «Mediterraneo: un nuovo [...] i termini greci e romani, [...] mutato la fonetica adattan-dosi [...]. E la parole corro-no sulle [...] da [...] arri-vano in Veneto [...] dalla Croazia alla Grecia, [...] si arriva alle Pelagie. Ma, avver-te [...] la penisola balcanica non [...]. Solo la Dalmazia è mediterra-nea [...] in certi [...] storia si è ridotta a [...] città affacciate [...] centrale. Anche se nelle prime [...] inserita nella Dalmazia gran parte [...] della [...] e della Bosnia. Il [...] con le [...] sem-pre rimasto fuori. [...] av-verte lo studioso e scrittore [...] i confini etnici non esistevano, mentre quelli di Stato [...] cambiano tuttora. [...] dunque, ha il primato della [...]. Sono rari i periodi [...] avuto gli stessi governanti e leggi in [...]. [...] Novecento sono stati ultimi testi-moni [...] come Gregor von Rezzori e Enrico [...]. Nel mezzo di questo [...] e [...] si eleva un infinito [...] -le italiane Tremiti, le greche Ionie e [...] tempo Veneziane, -ognuna con la propria dimensione, [...] specificità, la [...] storia fatta di con-taminazioni, [...] attac-chi, di arrivederci e addii. Spesso so-no «isole beate» [...] del continente. Lawrence Durrell, navigando attorno a [...] «Considerazioni su di una Venere [...] rilancia [...] di Gideon su una origine [...] de-gli [...] quali discendenti degli [...]. Ma forse, più che [...] e le ipotesi originarie, il simbolo della [...] spiegato Esiodo. Sotto gli olivi di Puglia, [...] esile ma costante delle [...] Cicerone. Ne secoli la cultura [...] la dimensione [...] di fronte a [...] può es-sere foriere di commerci [...] anche di lutti. [...] corre quasi visibilmente il confine [...] Oc-cidente e Oriente». Quando quella porta [...] si chiuse si aprì [...] Nord. Nella strada verso [...] e le metropoli ci [...] penne di Tommaso Di [...] e Nino Palumbo, [...] di Giuseppe Cassieri e [...]. /// [...] /// Nella strada verso [...] e le metropoli ci [...] penne di Tommaso Di [...] e Nino Palumbo, [...] di Giuseppe Cassieri e [...]. (0)
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