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Domenica 28 agosto [...] tolsero subito al mio papà [...] laghetto di [...]. Il laghetto inferiore di [...] era [...] già da tempo [...] dì papà, ne era [...] una signorina (le signorine, anche quelle ogni [...] parentesi, gli piacevano) . Eppure quel laghetto non [...] dei laghetti della Boemia del sud, nei [...] il vapore, le canne si -agitano e [...] si trattava piuttosto di un onesto laghetto [...] città, da una parte la birreria, [...] i pioppi, e per [...] e casolari. /// [...] /// Le carpe si avvicinavano, [...] facevano piazza pulita del panino e via! Le faceva nutrire anche [...] scarti del malto della [...] na birreria e le [...] a delle 1 focaccine. Crescevano, [...] proprio come se ; crescessero [...]. Quando i tedeschi arrivarono, [...] come tante altre cose. Per il resto i [...] cosa [...] perché papà era furbo [...] tempo prima della guerra diceva che nella [...] saremmo mangiati, bevuti e goduti tutto quello [...] mamma ogni tanto gli rimproverava che era [...]. Ma non era proprio [...] periodi in cui guadagnava un bel po' [...] ci dava tutto quello che poteva, e [...] dispensa pendevano dei fagiani con delle belle [...] un prosciutto di cui ognuno poteva tagliarsi [...]. [...] però anche dei periodi in [...] gli ufficiali giudiziari venivano a [...] i mobili e noi stavamo [...]. [...] anche [...] occasione in [...] noi ragazzi stavamo [...] ed era quando a volte [...] radio si diffondeva [...] dov'è la mia patria. Una volta suonarono [...] che eravamo già a [...] su e rimanemmo 11, in piedi sui [...] nostre camicie da notte, e papà ci [...] ospiti, che vedessero come eravamo educati [...]. E questo era tutto ciò [...] possedevamo [...] dei tedeschi. Con il busto impacchettato [...] mobili ci trasferimmo [...] della guerra da Praga [...] dove papà aveva il [...] e il suo unico laghetto. IL SIGNOR sindaco spalancò [...] non fece nulla, non voleva avere papà [...]. Forse diceva qualcosa a proposito [...] e poi della rivolta [...] magari quella bicicletta cantava quello [...] avveniva [...] di papà. Nonostante avessimo poco pane, [...] e forse sperava che nessuno gliele avrebbe [...] guerra e che le carpe avrebbero resistito [...] lieto fine. Andava al laghetto con [...] anche col buio, era diventata [...]. Sulla riva fangosa [...] quattro tipi con delle [...] le canne in mano. E papà, come affascinato, [...] dopo passo, quasi volesse [...] come si permettevano di [...] laghetto. Quando il primo, snello [...] stivali da cavallerizzo, si girò, papà scorse [...] SS e un volto che [...] arrivarono i nazisti e [...] il diritto di parlare con i suoi [...] Ma [...] di finire in campo di concentramento ruppe [...] lago e liberò gli [...]. Non ti andrebbe una carpa? [...] tirò fuori una carpa [...] la gettò tra sé e papà in [...] dove la carpa affondava morendo. Tutti e quattro i teschi [...] ridere. Poi uno di [...] e urlò: «Sparisci, ebreo! Il mio papà si [...] avviò dritto come sempre, non. [...] fu brutta dappertutto, ma [...] fu un pochino peggio. La distruzione di [...] colpi tutto il mondo. Ma [...] il mio papà, la [...] io, noi abbiamo visto [...] . E la mamma, minuta, [...] chiari, dovette andare a lavorare nei campi [...] e spesso ritornava con [...] di pianto, perché sulle tombe era cresciuta [...] dai corpi degli uccisi [...] alta e folta. Noi non potremo mai [...] di [...] ci è rimasta aggrappata [...] si aggrappa alla pelle una zecca, che [...] e delle zampine ha una nera croce [...]. Il papà ne rimase [...] negli occhi quella maledetta tristezza che il [...] porta addosso da secoli. E smise di andare [...] ci credeva più che un giorno le [...] di nuovo sue. I miei fratellini do-'. [...] solo in tre e ogni [...] gli mandavamo a [...] dei pacchi da venti chili [...] i francobolli , speciali di [...]. Il papà trovava i [...] i pacchi e io andavo dai contadini [...] e nei villaggi a [...] da mangiare. Non davo [...] esile e gracile, avevo [...] nessuno faceva caso a me. Si trovavano persone meravigliose, [...] o come il fornaio [...] ma ce [...] anche di diverse. [...] andavo di villaggio in villaggio [...] una piccola bi-: [...] sulle [...] bussavo ai cancelli, avevo freddo, [...] un podere aspettai due ore in cortile prima ; [...] la padrona di casa mi portasse un minuscolo sacchettino [...] farina. Nessuno mi invitava a [...]. Non portavo mai a [...] la mamma mi diceva sempre bravo, mi [...] e diceva: «11 mio piccolo commerciante». E la mia gioia [...] quando riuscivo a [...] a forza di elemosinare, [...] e papà stavano seduti uno di fronte [...]. Due giorni prima della [...] spalando là neve davanti a casa. In quel periodo [...] PAVEL Carla [...] Pavel è nato a Praga II 2-7-1930. Il suo vero nome [...] Otto [...]. Il padre, commesso viaggiatore, [...] si trasferì con tutta la famiglia a [...] un paesino non lontano [...]. Nonostante ciò, la guerra Investi In pieno la famiglia. Per la loro origine [...] e i due fratelli di [...] Pavel finirono nel [...] campi di concentramento di [...] e Auschwitz, ai quali [...]. Il giovane Pavel finì, [...] lavorare In miniera. Dopo la guerra la [...] famiglia si trasferì a Praga [...] Pavel frequentò una scuola , commerciale. Appassionato di sport, nel [...] Iniziato a lavorare alla radio cecoslovacca come redattore [...] Ano ai 1956, quando è passato alla rivista [...] (Stadio). Dal 1957 ha lavorato [...] rivista [...] (li soldato cecoslovacco). Noi febbraio del 1964, alle [...] invernali di [...] è stato colpito da una [...] forma di malattia mentale : (psicosi [...]. Da allora la [...] vita è stata un [...] uscire dagli ospedali psichiatrici. Negli Intervalli tra un [...] nelle [...] psichiatriche [...] Pavel ritornava al lavoro [...] li 31-3-1973, non ancora [...] è morto a Praga [...]. Tutti i libri di [...] Pavel sono stati pubblicati [...] II [...] primo ricovero. Alcuni sono usciti postumi. /// [...] /// Nel [...] (La morte dei caprioli belli), [...] primo libro di Pavel di narrativa pura. [...] sul pubblico dei lettori [...]. Stessa sorte tocca nei [...] (Come ho Incontrato I pesci), [...] postumo. Nel 19771 due libri vengono [...] in volume unico col titolo [...] viola). Davanti a casa si [...] ne uscirono tre uomini in . E il papà in [...] «In [...] voi non fate un cavolo». Quel signore a [...] volta decise che bastava, [...] distintivo e disse: [...]. Bene, la Gestapo, si [...] fece a voce alta: «Alla faccia de! /// [...] /// E poi ci perquisirono [...] cima a fondo. In una stanza rimasero a [...] stupiti, avevano trovato in una casa ebrea un alberello [...] Natale [...] con la stagnola, e quello [...] i baffetti rivolse da cima a fondò. [...] carpe che nuotavano nei perfino [...] leggero [...] alla mamma. Poi salirono seCchi. Il papà non parlava [...] verso il laghetto. Oltre i pioppi apparve [...] sembrava quello delle fiabe, tutto ghiacciato, e [...] clic splendeva. Dappertutto silenzio, un enorme [...]. Sotto agli [...] papà cominciò a tastare [...]. Avanzò di un pezzo [...] ghiaccio gli risuonava sotto la scure come [...] chiesa. Poi si voltò verso [...] «Le carpe [...]. Non gli hanno tagliato [...] ghiaccio». Si piantò a gambe [...] il ghiaccio. Il colpo rimbombò nella [...] rabbrividii. Disse: «Èqui che lo [...]. Stava 11 e spaccava [...]. Una pioggerella di ghiaccio [...] faccia e i vestiti. Ritagliò un quadrato di [...] tirò fuori dall'acqua. Si voltò verso di [...] «Dobbiamo [...] amico mio. Tra un paio di [...]. GUARDAVA come stregato [...] trasparente, dove si disegnava [...] fondo e ogni sassolino. L'acqua palpitava e [...] le penetrava dentro con [...] portavano la vita, quel quadrato di acqua [...] meta di un pellegrinaggio di carpe. Papà sapeva ii fatto [...]. /// [...] /// E che carpa! In quel momento ne [...]. Si comportavano come se [...] gli importava affatto che stessimo li a [...]. In pochi secondi la [...] di carpe e ne [...] vano sempre di più. In quel momento papà [...] qualche impulso profondo, sconosciuto, si inginocchiò su! /// [...] /// Ci giocava insieme e [...] raccoglievano intorno alle mani come se fossero [...] bambini, dorate e argentate in quel chiaro [...] di luce come i [...] mai più visto in seguito delle carpe [...]. Le rigirava in mano, [...] e le lasciava andare c intanto borbottava [...]. Poi si alzò, la [...] proprio in faccia e lui aveva sul [...] soddisfatta. Andò verso i sacchi [...] un retino che [...] nascosto. Prese un sacco, si [...] e tirò su la prima carpa. Solo allora capii e mi [...] una bella paura. Lo tiravo per la [...] «Papà, [...] via. Se ci prendono, ci [...]. Mi guardò con uno [...] oggi so che quella volta non gli [...] se lo avessero preso e ammazzato di [...]. Non poteva partire e lasciare [...] tedeschi le sue carpe. Non faceva più moine [...]. Le metteva nei sacchi, [...] casa e la mamma le metteva in [...]. La nostra casa si [...] in soffitta e in fondo a un [...] pacco incartato. Diedero ordine a papà [...]. Dissero: «Guarda un po'. /// [...] /// [...] giù! Lo stesso papà dovette prendere [...] busto del signor presidente e [...] su! Se ne andarono e [...] a questo proposito aveva già una certa [...] si trovavano ancora dei tedeschi per bene. Ma il papà si [...]. Il giorno dopo venimmo [...] quei tedeschi per bene, quello stesso giorno [...] da noi, avevano passato per le armi [...] dei dintorni. Le candeline fiammeggiavano [...] la stagnola ardeva di [...] e la stanza profumava di bosco. Papà mi aveva rimediato [...] vecchio paio di , scarpe con i [...] sempre un desiderio, ! E io invece gli [...] dei ragazzi a scuola due scatolette di [...] viaggio fino al campo di concentramento. La mamma e il [...] allegra, canticchiavano, ma forse io facevano per [...] restasse un bel ricordo di quella serata. Dovevano sentirsi a pezzi, [...] essere [...] cena insieme per il [...] vita. La notte qualcuno al [...] scuotendo: «Alzati, amico mio, alzati». Era papà che mi [...] mi chiamava amico mio. Io non avevo voglia [...] stanza faceva un freddo atroce. Battevo i denti, avevo [...] che tremava. Mi vestii, nella stanza [...] mamma, mi diede il cappotto e il [...]. Stava succedendo qualcosa, e [...] idea di cosa fosse. La mamma mi disse: «Il [...] sta aspettando in cortile». Scesi le scale, papà [...] teneva in mano una scure e un [...]. Cominciai ad avere paura. Mi fece un cenno. Camminavo dietro di lui [...] ci scricchiolava sotto i piedi e [...] abbeveratoi dei cavalli nella [...]. Verso mattina, quando la [...] non risplendere più e ii gelo si [...] più feroce. Ma il laghetto [...] mai era vuoto, le [...] trasferite dal loro proprietario, il papà in [...] rubato le sue stesse carpe. La mattina presto accompagnammo papà [...] per Praga. Aveva una valigetta in [...] la prima volta le spalle curve. Ma ai miei occhi, [...] notte appena passata, era cresciuto enormemente. QUEL GIORNO stesso io [...] cominciammo a offrire le carpe ai commercianti [...] in cambio di roba da mangiare. [...] prima di Natale mi [...] e i cancelli delle fortezze più inaccessibili, [...] vedere quelle belle bestie grassocce nella borsa, [...] casa esultavano e la mia stanzetta fredda [...] strutto, di carne affumicata, di farina, di [...] bianco, di zucchero, di pacchetti di sigarette. Fui anche invitato più [...] a un tavolo con del caffellatte e [...] Natale, non aspettavo più tanto tempo al [...] accolto come un re. Insomma fu il mio Natale [...] più ricco. Già, e [...] seguente vennero con le [...] i pesci del laghetto inferiore di [...]. In mezzo ai pescatori [...] della Wehrmacht, le carpe sarebbero state confiscate [...] tedesche. Stavo [...] in mezzo ai ragazzi [...] sarebbe andata a finire. [...] fu in grande stile, [...] suonava sulla diga c tutto sembrava promettere [...]. Ma nel laghetto non [...] nulla e nessuno riusciva a [...]. E io quella volta [...] musica in realtà suonava solo in onore [...] che, con la stella di David sul [...] il laghetto ai tedeschi. /// [...] /// E io quella volta [...] musica in realtà suonava solo in onore [...] che, con la stella di David sul [...] il laghetto ai tedeschi. (0)
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