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[...] da antica iniziazione cavalleresca [...] presenza del cappellano spaziale, con la croce [...] sul petto. La madre non riusciva [...] lacrime. Il fratello Claudio aveva [...]. Soltanto Mario restava impassibile. Riudiva nella mente la [...] lo svegliava ogni mattina e che lo [...]. La voce di una [...] femminile, che evocava per lui Immagini preziose [...] «Tu non piangerai, soldato. TU affronterai la morte [...] assoluta certezza, per la nobile Causa, per [...] contro il Nemico. Tu non ti [...] soldato». E Mario restava immobile, [...] nulla, mentre il suo corpo veniva cosparso [...] facevano indossare la tuta bigia e lucente [...] in pesce. Quindi entrò nello scafandro, [...] un robot Sotto la superficie dello scafandro [...] di diverso colore. Ogni dieci centimetri sbucavano [...] avrebbero aderito alla [...]. Mario doveva subire una metamorfosi: [...] diventato un guastatore solitario quando [...] partorito dal grembo, [...] dello spazio. Prima che gli mettessero [...] madre lo baciò: lo sguardo era prosciugato [...]. Anche il fratello Claudio [...] alla [...]. E Mario non sostenne [...] di quegli occhi. Vi leggeva le parole [...] prima: «Esaltato e sciocco, vai a morire [...] sbagliata». In fretta ricordò il [...] era stato impartito dalla [...] «Tu non dubiterai, soldato». Con un cenno, scostò [...]. Il casco venne chiuso [...]. Mario penetrò [...]. I fili della tuta [...] macchina. Il computer entrò subito In [...] con la [...] mente. La simbiosi era pronta. I familiari e i [...] da lui. Mario, [...] sì sollevò dalla Terra e [...] in cerca [...] che [...] in orbita. Era ormai giunto nei [...] il pianeta chiave per [...] Galassia. Quel mondo era conteso, [...] uomini e [...] Mario non aveva mai [...] Nemico: sapeva che era umano come lui, e [...]. La morte per fuoco [...] diretto che Mario aborriva. Improvvisamente [...] madre fu colpita. I congegni elettronici si [...] e le piccole [...] vennero maternamente espulse dal [...]. I soldati si sparpagliarono [...] vuoto. Anche Mario vagò nello [...]. La parte [...] del suo cervello cominciò [...] dati per la rotta che avrebbe dovuto [...]. La meta era [...] dove esisteva una base terrestre. /// [...] /// Mario puntò senza timore. I Nemici non [...] mai catturato. Lo scafandro militare si [...]. Un puntino luminoso apparve [...]. Amico o nemico? Il [...]. /// [...] /// Mario senti un lancinante [...] destro. Lo stupore lo sbalestrò [...]. Un attimo dopo, la [...] funzione, isolando la gamba colpita. Ma la sofferenza persisteva, [...] nervi, raggiungeva la mente di Mario e [...]. Impassibile, [...] controllava [...] comandi Non [...] era accorto che la parte [...] era stata ferita. Impossibile: la simbiosi fra [...] ele-mento meccanico doveva essere perfetta. Era la condizione base [...] autonomo. La macchina era staccata [...]. Indifferente, precisa, eseguiva il [...] quale era stata costruita. Mario avvertiva lo strazio, [...] prendere nessun provvedimento . Se io scafandro non era [...] grado di [...] e [...] allora si trattava di ferita [...]. E anche la piccola [...] duramente colpita. Perché il congegno di [...] scattato? Per nessuna ragione, il Nemico doveva [...]. Mario si mosse a [...]. Spiò sul [...]. Si convinse di essere [...]. /// [...] /// Forse poteva salvarsi. [...] acuiva la coscienza del [...]. Esistevano due Mario sotto [...] di [...] uno [...] uno di nervi e sangue. E a gemere era [...] Mario. Pro testava perché voleva [...]. Aveva solo vent'anni. Lo vedeva benissimo mentre [...] la tuta. Come poteva [...] Esìsteva forse un terzo Mario? E [...] era? La confusione divenne insostenibile. Recitò a voce alta [...] soldato: «Tu non piangerai, soldato. Tu non dubiterai. Tu affronterai la morte [...]. Ma non ci sarebbe mai [...] una fiammata liberatrice. Avrebbe dovuto affrontare [...] di giorni, forse di [...]. Ora la tuta alimentava, [...]. E la macchina deve [...]. Ma il computer seguiva [...] stata l'informazione primaria. E puntava senza esitazioni [...] verso la base terrestre. Avrò un processo per [...]. Ma che colpa ho, [...] si è inceppata?» Tacque di botto non [...] la frase sacrilega. Le macchine erano infallibili. Soltanto uomini come suo [...] Claudio [...] e criticare tutto il [...]. Fece un movimento convulso, [...] alla gamba divenne atroce. /// [...] /// Sto parlando con una tuta! /// [...] /// Maledisse ogni Istituzione, ogni [...] aveva creduto fino a pochi istanti prima. Óra capisco perché». Pensare era più tormentoso del [...] alla gamba. Il condizionamento militare si [...] foschia spazzata dalla brezza. Emergeva una problematica esistenziale che [...] trovava una risposta. Era [...] di vita della giovinezza. La morte, ora, non [...]. Colonne di numeri, onde [...] risultati di elaborazioni tecniche erano le risposte [...]. [...] si trovava vicino. La radioattività non raggiungeva [...]. Mario desiderava viveva. Indipendente come suo fratello Claudio. Eppure voleva morire per [...] a guardare in faccia i superiori, fanatici [...] gli [...] quanto gli altri. Gli avevano mentito: non [...] per fuoco. Adesso si sentiva ancora [...]. /// [...] /// Dubitò che sarebbero riusciti a [...] in tempo, a [...]. Ma non importava niente, [...]. Sopravvivere significava riprendere e [...] spaziale. Mi chiamino pure traditore. /// [...] /// Non voglio trasformarmi in [...] nata ad Agordo, in [...] Belluno, nel 1924, è senz'altro la scrittrice italiana [...] nota. Laureata in lettere, ha [...] guerra il servizio di collegamento tra i [...] di quegli anni ha [...] «Fuoco [...] (Edizione Gallo, 1961). Ila scritto innumerevoli racconti [...]. Del romanzi di questa [...] italiana ricordiamo «La tigre [...] (Gli Shock, 1967), «Tre dita e un orecchio in [...] 1969), «Sfida al pianeta» (Dall'Oglio, [...] «Il labirinto del mio inferno» (Edizioni Sael, 1977), «Cavalieri [...] Tau» (Solfanelli, 1986), [...] nel cosmo», appena apparso [...] Solfanelli. Molti dei lavori di Anna [...] sono stati tradotti in [...] e sono presenti nelle più importanti antologie [...]. Il racconto che presentiamo [...] «Requiem per un soldato», è già apparso [...] «Universo [...] dintorni», antologia di [...] pubblicata da Garzanti nel [...] stato tradotto in francese, tedesco, romeno e [...]. E il solo racconto [...] proponiamo ai nostri lettori in questa rassegna [...] e al mistero, ma ci è parso [...] a una grande (e troppo i conosciuta) [...] scritto che lei stessa ha [...] dedicare ai più giovani. Requiem per [...] ANNA [...] di ghiaccio. Rimase in ascolto, ma [...]. Sfinito, esasperato, sondò con [...] di spazio che lo circondava. Con totale efficienza, il [...] le immagini. Con [...] messa a fuoco, Mario [...] trattava del pianeta [...] uno sferoide rinsecchito, forato, [...]. Laggiù, sul planetoide devastato, [...] nessuno, né uomini né [...]. E tuttavia Mario sperò [...] bestia ferita che cerca la tana. Sperò che su [...] esistesse almeno un superstite [...] le sue braccia. Chiamò, [...] mentre si avvicinava, mentre [...] in orbita attorno ad [...]. Una voce umana rispose. Parole incomprensibili, smozzicate, disturbate [...]. Mario gridò [...] voce altre parole prive di [...]. [...] ultimo sforzo, ordinò al [...] nel punto dal quale proveniva la voce. Non appena [...] si fu posata al [...] Mario [...] I fili dì collegamento. Uscì barcollando [...]. Soltanto la debole gravità [...] permetteva di trascinare la gamba malata. Scrutava [...] nella vaga luce crepuscolare. Infine scorse un movimento. Riconobbe un altro scafandro [...] un braccio verso di [...] e separati dal casco [...] uomini si abbracciarono, senza riuscire a parlare. Quindi, allo stremo delle [...] sul terreno, preparandosi alla notte. Ognuno di loro lottò [...] buio, nel disperato tentativo di sopravvivere almeno [...] giorno. Prima della fine, volevano [...] in piena luce. Intendevano ritrovare [...] un segno della vita [...] terrestre, almeno un brandello di tutto ciò [...] sul loro pianeta. Poi avrebbero lasciato che [...] impadronisse di loro. La notte fu lunga, [...] dominata da paurose costellazioni sconosciute che brillavano [...] deserta. E finalmente [...] cianotica san lentamente [...]. Nella prima luce, Mario [...] compagno che giaceva accanto a lui. /// [...] /// Portava uno scafandro uguale [...] di uno stesso modello di apparecchiatura per [...] la protezione termica interna. Identici anche i guantoni [...] le alte suole degli scarponi. Soltanto le insegne, [...] delle spalle, erano di [...] Mario concluse che il suo compagno doveva appartenere [...] forse a [...] Armata. Osservò con maggior cura. E dai minuscoli dettagli [...] dei cavi di raccordo con la cassetta [...] che il suo compagno [...] terrestre, ma un Nemico. La costernazione durò soltanto [...]. Si sollevò da terra, [...] mise in ginocchio. /// [...] /// Erano uno di fronte [...] e si guardavano. /// [...] /// Mario dovette fare uno [...] a fuoco la vista che ormai gli [...]. E vide, attraverso il [...] che il Nemico non era troppo diverso [...] L Era molto giovane, ancora un ragazzo, e [...] suo fratello Claudio. Un attimo di esitazione. Poi, con un ampio [...] Nemico gli fece capire che loro due [...] superstiti sopra un pianeta defunto. Gli occhi scuri di Mario [...] chiarissimi occhi del suo compagno. Le loro braccia si [...]. Nello stesso istante, come [...] accordo, aprirono il vetro del casco. I loro volti si [...] unirono, cogliendo [...] tepore di vita. /// [...] /// I loro volti si [...] unirono, cogliendo [...] tepore di vita. (0)
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