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Lo script del film, [...] e da Umberto Marino [...] dello stesso Sepulveda, «con cui è nato [...] di amicizia». Secondo [...] «il cinema di animazione [...] di film che riescano a sfondare. Io non sfido nessuno, [...] condizioni perché non ci sia un monopolio [...]. E racconta la storia [...] «Freccia [...] il suo prece-dente film, che è stato [...] «dalla quale però non [...] se non che è stato tagliato per [...] Usa». E il ci-leno Luis Sepulveda [...] «la super-ficialità della Disney. Quando ho saputo che [...] diritti del libro ho avuto paura che [...] un film giapponese o americano. Poi quando ho saputo [...] libro sarebbe stato affi-dato a [...] e alla Lanterna Magica [...]. Non amo Disney perché se [...] bambino vede Hercules fa confusio-ne con la [...] stessa mitologia». Michael Douglas e Matt Damon [...] Laguna [...] Michael Douglas è arrivato [...] serata, il giovane Matt Damon arriverà nottetempo. I due divi americani [...] della giornata di oggi (Douglas come inter-prete [...] «A [...] di Andrew Davis, Damon [...] di John Dahl, in [...] orari diversi per il loro approdo [...] Excel-sior. Douglas, abbronzato, polo azzurra [...] è arrivato a Venezia intor-no alle 19. In mano solo una [...] di uno shopping in città. A destra Valeria Golino [...] Niccolò Senni in [...] delle pere» Madri difficili Lungo [...] il primo film italiano in gara La [...] personaggio che ricatta tutti con la forza [...] che non ce la fa a vivere Golino: [...] il cliché della [...] fatale» LA RECENSIONE [...] e Domitilla: i veri [...] VENEZIA. [...] non i frutti. Perché è di eroina (e [...] sue [...]. Ma [...] delle pere è anche la [...] di una famiglia «allargata», di una madre in-fantile e [...] di due «padri» inconci-liabili e soprattutto di un quattordicenne [...] da grande, parola della regista, «sarà un [...]. Il ragazzino si chiama [...] no-me fessacchiotto e gravoso [...] che alle comprensibili obiezioni della gente, lui [...] un nastro registrato. Incolto e fo-rastico, lo [...] non ci vuo-le molto a capire che [...] sotto quella criniera di [...] sensibilità a fior di pelle. Figlio di una madre sciroccata [...] continua a «farsi» e di un regista sperimentale perennemente [...] dovuto prendere cura della donna, [...] quale fa quasi da «mamma». Nella casetta a un [...] romano, in pieno quartiere Testaccio, [...] ospita ogni tanto la [...] Do-mitilla, [...] da [...] successiva con un giovane [...] è il vero pilastro economico della situazione. E proprio durante una di [...] trasferte, mentre [...] col suo gruppo rock «Le [...] elettriche», la piccola si ferisce al naso con una [...] presa dalla borsetta della mamma. È una Roma natalizia, [...] quella che fa da teatro alle ge-nerose [...] il quale, sentendosi in [...] vo-lendo coinvolgere i genitori, vuole ad ogni [...] sorellina ad una serie di analisi del [...]. Pare facile! Tranquilli, non è Aids, [...]. Ma questo vale per [...] e immatura, [...] per i due padri, [...] che attraverso quel calvario [...] fatica del crescere e il piacere [...]. Se [...] è vivere, [...] si può [...] «nonostante» i genitori. Francesca Archibugi nutre il [...] Natale di annotazioni ora buffe ore leziose, [...] stile che ormai è diventato un [...] il suo marchio di [...]. Alle prime appartengono le [...] te-levisivi e gli incespichi amorosi di [...] alle seconde la citazione [...] Ti [...] Dolly [...] di Kusturica («Ogni giorno, [...] pro-gredisco sempre di più») e la battuta [...] Wes Montgome-ry. Ma [...] il film non entusiasma, pur [...] una [...] leg-gerezza drammatica, una [...] nitida cifra stilistica. Sarà perché lo sguardo [...] nei confronti della [...] Sil-via (ben resa da Valeria Golino) [...] a volte irritante, sostanzialmente ideologico; al pari [...] sommario in cui vengono [...] padri (Sergio Rubini è [...] Stefano Dionisi il «borghe-se»). Sicché sono i due [...] a rubare la scena ai grandi, sen-za [...] e anzi portando nei rispettivi personaggi (Niccolò Senni [...] Francesca Di Giovanni fa Domitilla) [...] di gioiosa, liberatoria, ammirabile ribellione. Michele Anselmi [...] delle pere» E Archibugi conquista [...] platea veneziana [...] VENEZIA. /// [...] /// Se [...] rinuncia al festival per [...] suo fi-glio alla grande prova del primo [...] Valeria Golino, Silvia nella finzione vicina al [...] pere (accolto in Sala Grande da un [...] minuti), va e viene [...] fricchettone che divide col [...]. Qualche volta è dolce [...] mamma, qualche altra volta esce a razzo [...] piccolina Domitilla. /// [...] /// Mentre il tedesco Lola [...] vedere una ragazzetta nei guai grossi ignorata [...] sono troppo presi dai rispettivi in-trighi adulterini. Francesca Archibugi di figli [...] Ludovica (11 anni) che ha i capelli [...] ac-compagnata al Lido e [...] un impegno e [...]. E poi Angelica e [...] (Edoardo), ri-masti a casa, nella campagna to-scana. Sono tutti nati con [...] regista non ci ha mai pensato due [...] lo stress del set col pancione stretto [...] suoi vestiti a fiori. Ma credo di [...] conservato la lezione liber-taria [...] dice Francesca. Che però ha voluto [...] fragile -«per niente autobiografico» -ep-pure eroico. Tanto da levarsi di [...] il momento di [...] vivere gli altri. Qualcuno chiede di capire [...] sciagurata». Regista e attri-ce si [...] e stenta-no a rispondere. È Valeria che con-trobatte [...] ver-de, di quelle estive, simbolo del film: «Silvia [...] solo negativa. È poco presente, è [...] per le cose pratiche. Però stimola [...] dei suoi cuccioli. Che so, per Natale [...] volo so-pra Roma invece di un gadget [...]. Con mia madre, che [...] ha in comune questa distrazione appas-sionata». E Francesca aggiunge: «Il [...] il [...] perché se Silvia avesse [...] tutto sarebbe fi-nito bene. Ci sono anche i [...] film: Francesca Di Giovanni, 6 anni e [...] Nic-colò Senni, che per fare il film [...] lezioni di chitarra ma adesso si è [...] disor-dinati «per separarsi dal personag-gio». E ci sono i [...] Sergio Rubini e Stefano Dionisi, uomini, per una [...] loro compagna anche se confusi, irri-solti. Mi è piaciuto rovesciare gli [...] senza cadere [...] cliché, quello della [...] fatale». E ha ro-vesciato i ruoli [...] Archibugi, tornando sul suo tema di sem-pre, il rapporto [...] ma con [...] netta. È uno scambio indi-spensabile, [...] che riu-sciamo a capire da soli». Si fanno paragoni con [...] Mi-gnon è partita, Verso sera, Il grande [...]. Si parla di Hermann Hes-se [...] leggere fino a 18 anni, perché poi [...] Valeria -e del Libro della giun-gla o [...] di [...] le Seghe elettriche. E [...] Non è il tema. E nean-che la tossicodipendenza [...] C, «che è comunque una malat-tia sociale perché [...] anni di ritardo, spesso in perso-ne che [...] farsi. Come se [...] giovanile continuasse a [...] dice Francesca. Alla liberalizzazione è favorevole [...] il controllo alla polizia -ma avver-te «Silvia [...] avrebbe po-tuto essere schizofrenica: volevo un personaggio [...] con la forza della [...] debolezza, che non ce [...] vivere. Ma non vorrei che [...]. E poi le emozioni. Cristiana Paternò [...] 1. [...] è bambino molti lo prendono [...]. Solo da grande, quando [...] giova-ne cestista conteso da tutte le univer-sità [...] Stati Uniti, scoprirà che il padre [...] chiamato così perché era [...] Bill «Jesus» Monroe, un grande campione dei [...]. Capita, quando si nasce [...]. Gli stes-si [...] vivono oggi [...] che si chiamano Diego, [...] fra dieci anni i bimbi [...]. Jesus [...] ha un dono, quello [...] a basket, e tan-ti problemi. Suo padre Jake non [...] tifoso dei [...]. Era anche un poco [...] ha ammazzato la moglie in un accesso [...]. In-fatti sta in galera, [...] pallaca-nestro [...] mentre il figlio fa [...] accinge a diventare ric-co, a sfondare nel [...]. Ma un giorno, Jake riceve [...] carcere una strana visita. Gli offrono una set-timana [...] a condizio-ne che convinca Jesus a firmare [...] Big State University, il college per il quale «tifa» [...] stato di New York. Ora, voi direte giusta-mente: [...] tiene tanto a Jesus, perché non lo [...] gli offre ponti [...] anziché coinvolge-re un padre [...] il ragazzo odia e [...] vedere? Avete ragione: ma se passate sopra [...] premessa, [...] Game, opera dodicesima del [...] Spike Lee, diventa una sorta di poema sportivo, uno [...] sullo sport che, chissà perché, solo gli [...]. Spike Lee, il regista [...] Fà [...] cosa giusta e di Malcolm X, è [...] grande fan di basket e ha dedi-cato [...] preferito (e alla [...] squadra, i [...] di New York: una [...] anche un libro intitolato The [...] in the [...]. In tutto il cinema [...] Lee, [...] basket, la musica, il vestiario e altri [...] popolare afro-americana sono una sorta di ininterrotto [...] sul quale si muovono i perso-naggi. Stavolta, lo sfondo viene [...]. I titoli di testa [...] nel defi-nire il basket come uno dei [...] Mito Americano: commentati dalla magnifica musica di Aaron Copland, [...] sparsi in tutto il grande paese, dai [...] alle strade di New York; [...] ragazzi che pal-leggiano, che fanno canestro, con [...] si stagliano nel cielo e poi accarezzano [...] il tiro è azzeccato. Cinema poetico: cinema in [...] agonistico diventa puramente estetico. Poi, [...] la storia di Jake e [...] Je-sus: che è una tipica storia [...] di una comunità (quella afroamericana) [...] cui i pa-dri sono spesso assenti e i figli [...] a [...] di fronte alle loro colpe. Il film è didascalico [...] del termine: difen-de i valori della famiglia [...] denaro, dà [...] al vetriolo del mondo [...] procuratori, dei traffichini (po-tremmo [...] il lato oscuro di Jerry [...] e [...] a Mog-gi e a [...] lui). A parte alcune zeppe [...] rapporto fra Jake e Jesus è bellissi-mo. Anche grazie ai due [...]. Ja-ke è Denzel Washington, [...] si cala volentieri in una parte aspra [...] comun-que gli consente di sfoggiare un ta-lento [...]. Jesus è Ray Allen, [...] dice nulla ai cinefili ma molto agli [...] vero giocatore [...] e recita benissimo, è [...] del film. Come se Gianni Amelio [...] un Tot-ti, un Nesta e gli facesse [...] di Vittorio Gassman. Cose che succedono al [...]. Alberto Crespi NOTTI E STELLE [...] game», viaggio in uno [...] americani Spike Lee, il canestro è danza [...] Il regista salva i valori familiari assieme al [...]. Buona prova di Denzel Washington [...] Ray Allen. /// [...] /// [...] non va da [...] concorso di Venezia [...] vive una fal-sa partenza da [...]. Come [...] film, rimane e rimarrà sempre [...] mistero. Il tedesco Lola [...] (ap-punto, «Lola corre») è un [...] che si esaurisce nel titolo: una ragazza corre per [...] vie di Berlino [...] alla fine, e la domanda [...] aleggiava in sala era se la protago-nista [...] Ponente fosse, anzi-ché [...] una podista (magari dopata) [...]. Steroidi e crea-tina a parte, Lola [...] si basa su [...] non nuova ma sempre stuzzicante: [...] una situazione iniziale, [...] i possibili svilup-pi narrativi a [...] che Lola ar-rivi o non arrivi in un dato [...] nel dato momento. È un [...] il principio di [...] ma con meno pretese filosofiche. [...] è la seguente: [...] di Lola, Manni, perde sulla [...] 100. Ci sono 20 minuti [...] recu-perare quella cifra: Lola decide di [...] al padre, un direttore [...]. Esce di casa, e corre [...] di papà. E il film, mostran-doci [...] volte, si interroga su quel che può [...] Lola arriva in banca dieci secondi pri-ma o [...]. [...] era discreta per un cortometraggio [...] 15 minuti al massimo. [...] modo di arrivare a [...] di 80 minuti è quella di mostrare [...] tre volte, con le varianti del caso [...] Lola è in anticipo la [...] corsa provoca un incidente [...] si lega con la storia di Manni, [...] ritardo [...] non avviene. [...] era quella di comporre una [...] pa-rabola sul ruolo del caso nelle no-stre vite (sai [...] novità! [...] è un film frettoloso [...] parte benino, grazie anche agli in-serti disegnati [...] Simpson, ma si riduce ben presto ad [...] tro-vata. /// [...] /// [...] è un film frettoloso [...] parte benino, grazie anche agli in-serti disegnati [...] Simpson, ma si riduce ben presto ad [...] tro-vata. (0)
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