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Tra brutte imitazioni e [...] discesa di uno scrittore sopravvalutato. I «ricordi» di Filippo Scozzari Autobiografia [...] vetriolo di una «matita» del Movimento secoli, [...] in-teri quartieri dove mettere al lavoro uomini [...] vittime fra le vitti-me. Ora, il nostro Paese, [...] anni, ha conqui-stato molte nuove e necessa-rie [...] culturali, sen-za le quali saremmo tutti cer-tamente [...]. Nel caso in questione, [...] soltanto di un riconosci-mento di una realtà [...]. Perché, [...] pure, in assenza di una [...] definitiva, della conquista del-la piena laicità, far sì che [...] te-levisione smetta [...] un mondo separato dalla vita [...] un discreto risultato. A dire il vero, [...] della valutazione del singolo for-mat, [...] già qualche talpa che, [...] magari coscientemente, la-vora a scavare lungo la [...] con lo stesso entusiasmo [...]. E [...] penso a quel programma [...] «Scherzi a par-te». Saranno pure scherzi da [...] pre-confezionati, eppure, al di là [...] (ma in questo caso [...] fotte nulla) quella cosa lì ha comunque [...] mostrare che il lin-guaggio di tutti, poco [...] o lo status del mal-capitato, tanto per [...] fare a meno, anzi, non desidera rinunciare [...] intuia-mo. Dico così, e subito [...] Cesare Zavattini, lui che per primo disse [...]. Lo disse alla radio. Molti anni fa. Ricordate? Finendo così su [...] pagine dei gior-nali. /// [...] /// Ma il suo, ba-date [...] un atto esemplare, eroico, assi-milabile ai gesti [...] Pietro Micca, di un Balilla, di un Enri-co Toti, [...] Nazario Sauro. Era, insomma, sempre il [...] concesso a un uomo colto, a un [...] letteraria. Ben altra storia è [...] parola da Clau-dio Lippi o da Moira Orfei [...] Pinco Pallo. Si sappia, in-somma, che [...] di Paese che pone al primo po-sto, [...] pane e perfino delle rose, il problema [...] del (cosiddetto) turpilo-quio in tivù. Saremo pure i più [...] banali, ma, a no-stro modo, anche i [...] più sinceri. Probabilmente la pa-rabola comincia a [...] in maniera visibile proprio nel ro-manzo più letto e [...] e ge-neralmente il più osannato, [...] leggerezza [...] se non altro per [...] di furbizia e di concessioni [...] lettore (prima fra tutte quella di [...] continuamente [...]. Ma per me non [...] mi dispiace che così sia, che le [...] decadenza siano ora tanto marcate [...] romanzo, scritto ancora in [...] in antepri-ma da Adelphi, [...] (la traduzione, che sembra [...] Ena Marchi; la ban-della recita: [...] è la prima al [...]. Kundera ha sempre praticato, [...] o meno sistemati-co e intensivo, quella variante [...] che si potrebbe denominare [...] (dove [...] che i teoremi possono [...] uno e sono comunque sottoposti alla legge [...]. Chi lavori con que-sto [...] che per comodi-tà possiamo dire ancora [...] e che è anche, [...] scommessa, si muove evidente-mente su un perico-loso [...] ri-schi fondamentali sono due, in qual-che modo [...] teore-mi siano troppo facili e -so-prattutto -che [...] nitido il teorema ma sbiadisca la realtà, [...] Bor-ges e compagni continua ad esistere (è vero [...] da [...]. Finché Kundera irretiva coi [...] realtà spessa e viva e piena di [...] in lui come quel-la della [...] Cecoslovacchia, le cose più [...] e anche teoremi non eccelsi di-ventavano accattivanti [...] intensi di quei luoghi, quella gente, quella [...] ed è anche per que-sto che il [...] secondo me Lo scherzo, più ricco di [...]. Da quando è in Francia [...] perso di vista questo «fondo» ricco e [...] invece funzio-nano poco, [...] a conferma che la [...] dei teoremi. Il ro-manzo [...] breve romanzo, esplora, sempre con [...] teoremati-che, quel problema di identità appunto e reciprocità nella [...] che finisce per esprimersi nella possibilità stessa di [...] o no [...] letteralmente. [...] è buona; [...] a occhio e croce, molto [...]. [...] che alterna [...] e interni, è fascinoso, anche [...] la capacità di Kundera di mette-re subito a fuoco [...] personaggio femminile, che resta al postutto la cosa migliore [...] libro (quel-lo maschile, fin [...] è in-vece più immotivato e [...] ma quanto segue delude [...] un [...] da tutti i punti di [...] ferma re-stando [...] le varie «stazioni» del racconto [...] nel [...] in pugno (fin trop-po) il [...] dei lettori. Il dialogato è spesso [...] non poche, espres-sioni sono di una banalità [...] a scrittori di secondo o [...] («il momento magico, in [...] sceglie quello che sa-rà il suo mestiere», «Immerso [...] pensieri, [...] tornò a casa. Anche, tornando alla scrittu-ra, [...] fra i tempi verbali del passato e [...] storico», come dire, non suona bene. Ma il luogo nel [...] vi è di men buono nel romanzo [...] precisamente, ahi-mè, il finale. Dove prima Kun-dera ti propina [...] storia oniri-ca che a me pare solo una catti-va [...] del bellissimo Doppio sogno di Schnitzler; poi non si [...] -e [...] particolarmente goffa -in-trusione [...] (Inizio: «E io mi domando: [...] ha sogna-to? Chi ha sognato questa sto-ria», ecc. /// [...] /// La frontiera (tra reale e [...] per chiudere poi con una [...] à [...] fra i due protagonisti che [...] il classi-co «come [...] dimostrare» e che a noi [...] ricorda [...] per tanti [...] cominciare dal brutto attacco «in [...] autore» («Vedo le loro due teste, di profilo, illu-minate. Lungo [...] vicenda di que-sto romanzo Kundera [...] purtroppo il modo di scen-dere dal primo [...] dei narratori, producendo un incrocio fra [...] dei narratori probabilisti e [...] versione sofisti-cata di Harmony. Pier Vincenzo [...] 3. Il raccon-to degli Anni [...] Piombo [...] del Movimento da parte di uno dei [...] riviste satiriche e [...] quali «Cannibale», «Re Nudo», «Il Ma-le», «Frigidaire». Domanda im-pertinente, che le [...] Scoz-zari prima o poi suscitano: e se quella [...] fosse stata raccontata meglio dal fu-metto, dal [...] clamorosa rimozione della questione della «qualità», ritenu-ta [...] piuttosto che dal romanzo o dal cinema [...] Certo in questo caso uno dei principali [...] vague fumettara mostra invece notevoli capacità affabulatorie [...] stile di scrittura [...] (già in alcuni dei [...] XXX, usciti sempre [...] si tentava una felice [...] ri-tratti incisivi e rispet-tosi (Del Buono, Schifano. Le pagine di Scozzari sono [...] e autoironiche: basti pensare alla [...] resa del parlato [...] Marcello Ravoni, influente agente di [...] di grido: «Non te [...] niente. /// [...] /// Commenti a caldo spesso [...] battute estemporanee più o meno miso-gine o [...] («Nel 1981 Caselli era dal parrucchie-re. Se guardia-mo poi alle [...] rie-vocate con straziante pietà, di al-cuni dei [...] di «Frigidaire» (Pazienza, Tambu-rini) ci sembra di [...] esistenze un elemento di estre-mismo (ma di [...] e non di ideologia), sotto forma di [...] inferi, per parafrasare [...] una inerme vocazione autodi-struttiva, [...] proterva del terrorismo politico [...]. Estremismo esi-stenziale, [...] che genera barlumi di [...] far meditare oggi ai giovani can-nibali della [...] Arcadia: «Se volete guarire qualcuno dalla [...] mania per i film [...] in una stanza dove [...] rimasto per dieci giorni uno di più [...]. Nella poco indul-gente foto [...] sembra che non si [...] nessu-no: perfino i rumoro-si girotondi con gli [...] na-scondono infatti sorrisi obbliga-tori, «sorrisi al ciclostile». Anche se, bisogna dire, [...] valore [...] emerge con nettezza dal [...] Scozzari, da quelle passeggiate per Bologna o per Roma [...] dei fumettari (ricordo an-che Tanino Liberatore, Massimo [...] e il carismatico Spara-gna) [...]. È vero: «Tutti si [...] serio». Forse la verità degli [...] controcultura (e dintorni), si tro-va più nella [...] sbracata o indecente cronaca di queste pagine [...] saggi pensosi e di alte pretese, che [...] sul serio. Filippo La Porta Lo [...] Milan Kundera Prima pagare poi ricordare di Filippo Scozzari Castelvecchi [...]. Le parole sono pietre, [...] essere stimolatrici, dopo quat-tro secoli, di grandi [...] convegni. Difficile che Tor-quato Tasso, quando, [...] primo [...] Gonzaga, abbia pensato alle con-seguenze [...] ne sarebbero derivate a [...]. [...] intanto, non poteva conoscere Andrea Emiliani, [...] e attivissi-mo Soprintendente per i Beni [...] perchè allora il grande poeta [...] ben altri grilli per il capo. Così, quando [...] celeberrima lette-ra tratta del [...] disgiunto», era sì consapevole di [...] una que-stione stilistica seria, ma non tale da diventare [...] punto di riferi-mento per i dipinti futuri. Di quel [...] disgiunto», che è «quello che [...] lega piuttosto per [...] e la di-pendenza dei sensi, [...] per copula o altra congiunzione di parola», si ac-corse, [...] per primo, il giovane Ga-lileo Galilei, che da [...] qual era, ne scrisse per [...] che, di fronte alla stupenda armonia [...] riesce più presto una pittura [...] che colorita ad olio», ragione che portava il poeta [...] condurre le sue opere «seccamente [...] crudamente», apparendo «nelle sue invenzioni, oltre tutti i termini [...] magnifico, ricco e mirabi-le». La suggestiva formula tassiana [...] neppure al De Sanctis, che, però, del Tasso [...] ammiratore. Osserva, tuttavia, il De Sanctis, [...] la [...] mate-ria poetica è piena di [...] e non coglie il mondo nel suo imme-diato, ma [...] traverso i libri», e che così procedendo «lavora sopra [...] lavoro, raffina, aguzza immagini e concetti: la qual forma [...] esteriorità meccanica [...] ed è un lavoro di [...] co-me diceva il Galilei, cercando [...]. [...] e così arriviamo alla [...] superbo Palazzo dei Diamanti di Ferrara, è [...] poeta abbia aperto agli artisti nuove, straordinarie [...] linguaggio. La mostra, che si [...] «Tasso, Tiziano e i pittori del [...] disgiunto», è nata da [...] dalla fortunata occasione di avere a disposizione [...] fan-tastica bellezza appena restaurata da Ottorino [...] firmata negli anni Sessanta [...] Cinquecento [...] Ti-ziano, che raffigura la «Trasfigurazio-ne di Cristo». La vide il Vasari [...] si recò a Venezia per correggere alcune [...] edizione delle sue «Vite», nella chie-sa di San Salvador, [...] tornerà dopo la mostra. Anche Omero ogni tanto [...] il Vasari anche più spesso. [...] o non seppe afferrare [...] di modernità che un maestro ultrasettantenne dava [...] oppure lo storico aretino aveva bevuto [...] di troppo. La Trasfigura-zione, pezzo forte [...] è infatti un capolavoro as-soluto, dove la [...] ruolo decisivo. /// [...] /// Forse è proprio questo [...] che unisce i do-dici affascinanti [...] esposti in una grande sala del Palazzo dei Diamanti. Lo dice, del resto, [...] Emilia-ni, [...] uno dei saggi del catalogo edito da Marsilio, [...] risolutivo che guida [...] o il momento di [...] artisti che abbiamo scelto di illustrare a [...] affermazione del poeta, è la luce». Fronteggia il dipinto del Tiziano, [...] di un altro grande veneziano, il Tinto-retto, [...] cena», un soggetto ricorrente [...] Robusti. Del Tintoretto sono esposti [...] che appartengono ad una serie di sedici, [...] Modena, fiammeggianti di una luce vertigi-nosa. E accanto capolavori di Jaco-po Bassano, Veronese, [...] Federico Barocci, Annibale Carrac-ci. Una mostra bellissima, da [...]. /// [...] /// Una mostra bellissima, da [...]. (0)
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