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È il dato nazionale, [...] in 513. Agli studenti corrispondono 111. Vediamo, invece, il dato [...] di scuola. [...] classica, scientifica (ovvero i [...] e magistrale raccoglie 886. [...] tecnica è la più frequentata: [...]. [...] professionale è invece frequentata da [...]. Infine, gli istituti [...] e i licei artistici: 91. /// [...] /// Il rapporto più alto [...] classi (25,60 alunni per aula) riguarda i [...] Lecco. Il rapporto più basso, [...] sempre nei licei per gli alunni in [...] provincia di Bolzano: sono 45, divisi in [...] per classe, beati loro. I giovani preferiscono gli istituti [...] 3. Nella prossima puntata, pedagogisti [...] le cause della crisi [...]. I ragazzi del baretto ROMA. Siamo in provincia, qua-ranta [...] della ca-pitale, nei locali di un istituto [...] struttu-ra è [...] brutta come tutti gli [...] negli ultimi dieci, quindici anni; manca [...] sul tetto, ma le [...] abbondano. La palestra [...] e dicono funzioni bene, [...] alla costruzione è ben curato, le aule [...]. Oltre la rete, da un [...] ci sono palazzoni recen-ti, [...] la campagna, intro-dotta da un [...] di cemento armato, un serbatoio [...] perché [...] siamo sotto il livello del [...] e pare che [...] manchi spesso; malgrado il to-tem. Gli allievi di seconda [...] romana da Costanti-no ai barbari. Roma: diciotto su venti non [...] sono mai stati. Ma come, chiediamo, sta [...] passo! Il quale ba-retto per [...] diverse: quando il bar del paese, effettivamente, [...] un [...] fuorimano, quando il «pub» [...] quando la discoteca. Ma torniamo alla vecchia Ro-ma, [...] Costantino. [...] cerca di tirare fuori [...] studenti pa-role che motivino la strategia di [...] la religione cristiana quando ormai, pene-trata anche [...] stava diventando troppo pericolosa per le istituzioni. I ragazzi annaspano, cercano [...] intuisce che «la gente non riusciva più [...]. Il professore si gira [...] e commenta solo un [...] sconsolato: «Noi coi romani [...] ci vedevamo dentro la [...] eravamo abituati alla politica»; [...] non capiscono [...] non ci provano nem-meno. La [...] prosegue e, a [...] parlare di come [...] romano inghiottì le spinte [...] piano piano alla mente il primo centro [...] Moro [...] chia-ma al governo i comunisti, op-pure [...] degli studenti negli organismi [...] scuole: spegnere le velleità inno-vative [...] fittiziamente dentro lo stato. Non si po-trebbe spiegare [...] A noi la spiegavano così, [...] dei neri anni Settanta. Ma il do-cente, interrogato, [...] ragazzi oggi non riescono più a saltare [...] di là dalla storia: «Ho provato a [...] vici-ni, ma si confondo-no, perdono il senso [...] e finiscono per non capire né la Roma [...] quella di oggi». Va bene, ma a [...] di province di confine che non si [...] il centro [...] di genti lontane che [...] pagare le tasse a Roma, non si [...] alla Lega? In fondo questi ragazzi il [...] magari anche distrattamente. La mattinata in II E [...] con [...] di narrativa: grosso modo sostituisce [...] di una volta. Il testo di riferimento [...] è La storia di Elsa Morante. Il professo-re, per aiutarci, [...] nella lettura chiede agli studenti di [...] ne pensino dei capitoli già letti nelle [...]. Ai ragazzi della II E La [...] non piace perché: 1) il libro è [...] è noioso; 3) non ci so-no sentimenti; [...] niente; 5) i fatti che succedono sono [...] era me-glio lo zoo di Berlino che [...] scorso; 7) non ci stanno storie [...] 8) e poi sempre [...] guerra! Viene richiesta loro la [...] subito: «Quella ragazza [...] un sac-co di problemi [...]. Questi studenti sono duri, [...] che qualcuno entri nel loro mon-do, nelle [...] il loro uni-verso e non voglio-no [...] con gli altri, con [...]. La risposta è molto [...] «Lì [...] un sacco di cose. Anzi, quan-do stanno per [...] finisce la puntata, così uno aspetta sempre [...]. Questo, in effetti, è [...] importante di quelle strutture narrative. E per-ché i ragazzi [...] II E riconosco-no la struttura narrativa delle [...] e non quella de La Sto-ria [...] Elsa Morante? Con i ragazzi della I E [...] si ripete uguale. La lettura scelta per [...] Grandi speranze di Dickens. Il primo commento è [...] sveglio, si capisce che non ha paura [...] gli altri, coetanei o no che siano: «A [...]. E quanto devono essere [...]. Due ore, co-me un film? Siamo [...] ora, manca-no pochi minuti alla [...]. Gli occhi dei ra-gazzi inseguono [...] fa-tica le parole di Di-ckens sulle pagine: anche [...] sa che a [...] in quel modo, la [...] battaglia è persa. Sotto i banchi corro-no [...] segnali per la vita dopo la scuola, [...] al bar, per la sera in birre-ria, [...]. Suona la campa-nella e, [...] epoca in ogni parte del mondo, bastano [...] svuotare [...] la classe: rimaniamo soli [...] stanchi entrambi, a nostra volta. Finché il solito chiacchierone [...] si riaffaccia dalla porta e dice contento: «A [...] vado a Roma». Bene, e che vai [...] «Vado al bowling, [...]. E poi dice che non [...] mai, a Roma! Nicola Fano Gli studenti [...] mondo La storia? Meglio le [...] Tecnico Artistico Professionale Classico [...] 32,04 NORD-OVEST NORD-OVEST Andrea Cerase Artistico Professionale Tecnico Classico CENTRO 19,91 4,51 CENTRO 37,22 38,36 40,21 18,86 [...] SUD e ISOLE Artistico Professionale Tecnico Classico SUD [...] ISOLE SUD e ISOLE 41,57 22,86 3,88 31,68 NORD-EST NORD-EST Artistico Professionale Tecnico Classico Nei testi delle canzoni ascoltate [...] storie private diventano condizione di una generazione Dal [...] «messaggio»: le parole della musica E con [...] del discorso è fondamentale: il musicista ha [...] farsi capire e deve [...] con stile. /// [...] /// Dicono che i giovani [...] diari. O che ne scrivono [...] tempo. Visto il successo di [...] Stile libero, sfociata nel librino «Quello che ho [...] lecito du-bitare della veridicità di tali ricerche. È vero, però, che [...] che amano sono una specie di diario [...]. Senonè così, allora spiegate [...] di un ragazzo come Niccolò Fabi e [...] più famosa, «Capelli», che sembra presa pari [...] di un «quaderno segre-to». Non è solo Niccolò Fabi [...] in musica sto-rie minime e private che [...] sera quando si ripercor-re il giorno passato [...] di [...]. Come Fabi, anche [...] scelgono di [...] in musi-ca. Ognuno con il suo stile, [...] ma tutti con una universalità e un forte orgoglio [...] genere (se gio-ventù [...] iscritta [...]. Il «melodi-co» Gianluca [...] sceglie di camminare nei [...] parla di storie senti-mentali, di sogni che [...] dimessa che stride con la consape-volezza di [...] essere giovane («mi piacerebbe anche a me [...] te/ mi piacerebbe anche a me [...] fingere/ ma devo crescere»). Più er-metica e meno [...] sempre intimista, è anche Carmen Consoli, che [...] ballate per lo più sentimentali tratteggia le [...] contraddizioni di [...] maschile («come mai non [...] di parlare/ ed io non riesco a [...] davvero tanto brava/ a confonderti confonderti/ [...] ho ancora il buon [...] in discussione/ faccio volentieri a meno dei [...]. [...] che i teenager amano [...] privato anche al ritmo del [...]. Prendete La Pi-na e le [...] fotografie [...] che sembrano diari letti ad [...] voce. La [...] «Le [...] amiche», per esempio. Vera e propria rivoluzione nella [...] musicale italiana, il [...] ha cambiato anche il [...] al pubblico. Intanto perché si rivolge [...] simili». Ma soprattutto perché fin dalla [...] na-scita (il [...] in lingua italiana esplode alla [...] degli anni Ottanta dalle esperienze nate in due centri [...] di Roma e Bologna, il Forte Prenesti-no e [...] nel [...] coniuga il ritmo ballabile con [...] messaggio preciso, [...] ritmi [...] e ne fa mezzo di [...] di massa, per poi [...] nel-le [...]. [...] di [...] chiaro (il [...] dei Sud Sound [...] dalla voglia di dialo-gare con [...] imponendo il pro-prio stile, nascono testi che sono messaggi. Il testo, ma in [...] meglio parlare di «discorso orale», diventa fondamentale. Per mandare il messaggio [...] capire bene e per farsi capire be-ne [...] usando il dialetto o lo slang del [...] realtà. Che sia una [...] o la propria ca-meretta. Il [...] è il suono di og-gi. E come tale vive [...] og-gi: è allo stesso tempo impegno e [...] fisicità, moda e cultura. Lo sa bene [...] che ha vissuto sia [...] che quella più impegnata di questa musica. Lui, che ha in-ventato «è [...] la festa» [...] poi fatto cantare ai ra-gazzi [...] tutta Italia non solo «penso positivo», ma anche «a [...] di chilometri di distanza/ da questa stanza/ uomini e [...] schiavizzati/ sottopagati/ diritti ne-gati/ derubati [...] in qual-che capannone in un [...] oriente/ lavorano e produco-no le [...] e [...] non si sa niente/ perché [...] bene a tanti/ tacere verità che sono atroci e [...] vincente/ dal volto appariscente/ che crea la [...] ricchezza/ con la sofferenza di [...] sacco di gente. Mes-saggio e stile, nonché [...] che fa di Lo-renzo [...] gio-vane guru (anche se lui non vuole) [...]. /// [...] /// Prendete ad [...] i Sottotono. La loro forza sta [...] di se stessi, del proprio [...] intrinseco, alla classi-ca maniera dei [...] neri, e in un linguaggio [...] che mescola ter-mini [...] per [...] banda) e del clan. I «cronici» che compaiono [...] i loro brani, ad esempio, sono i [...]. Argomento principale, ad esempio, [...] Articolo 31. [...] ma su sonorità diverse dal [...] si muovono molti dei testi dei [...] famosissimi e ormai campioni [...]. E proprio per la loro [...] italia-na, il loro inno al [...] psichedeli-co [...] tg della Rai: al [...] passato il messaggio di «Acida», [...] trasmessa continuamente dal-le radio. /// [...] /// E proprio per la loro [...] italia-na, il loro inno al [...] psichedeli-co [...] tg della Rai: al [...] passato il messaggio di «Acida», [...] trasmessa continuamente dal-le radio. (0)
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