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Dà voce, quella canzone, [...] confronti della donna in carriera, im-pegnata e [...] uomo». Mi scuserà Alberto Asor Rosa [...] quando ho letto il suo articolo non [...] quella can-zonetta dalla testa. Forse è solo cattiva [...] (anzi, partito: lo stesso di Asor Rosa, [...] Pds, [...] cui ultimo congresso -lo ricordo a me [...] lui -un documen-to di donne ha posto [...] anche la prima parte della Costitu-zione) e [...] di frequen-tare e di essere in relazione [...] investono tempo, energia, intelli-genza e passione in [...] politica che lì si pratica. Dunque, [...] di essere come gli [...] di ac-contentarsi di occupare piccoli spazi sen-to [...] alle donne come me più che a [...] molte -pratica e teorizza una politica che [...] potere (via Dogana) e che, nel Sottoso-pra [...] del patriarcato, vie-ne definita «politica prima». Comincio dalla seconda accusa, [...] accontentate di «scavare nic-chie e orti conclusi». So bene che una [...] istituzionale delle donne ha perseguito politiche, cosiddet-te [...] ad accrescere, attraverso quote o azioni positive, [...] nelle istituzioni. Credo di essere innocente, [...] punto di vista, agli occhi di Asor Rosa, [...] criticato quelle politiche. Gli chiedo, però: è [...] il problema di occupare piccoli spazi sia [...] Mi spiego con un esempio. E con [...] domanda: le donne che, [...] del Pds, sono responsabili delle telecomunicazio-ni, [...] della scuola, della sani-tà [...] più piccoli degli uomini che, nello stesso [...] il lavoro, la giustizia, gli enti locali? Non [...] in tempi di partiti del leader, tutte, [...] occu-pare piccoli spazi e che, quindi, come [...] un tempo, dobbiamo ag-giornare [...] Il primo rimprovero, invece, [...] forma: «Le donne hanno smesso di considerare [...] politica un affare globale», adattandosi anche loro [...] può vincere anche mantenendo inalterate le strutture [...] potere». Dunque, la «gonna» che [...] non essere come un uomo, è il [...]. Delle due obiezioni che [...] ha a che fare con [...] che provo ogni volta [...] vuole assegnare un posto, un ruolo, in [...] virtù del quale sarei legittimata a stare [...]. Perché torna [...] di [...] di-visione -a noi il potere, [...] voi la [...] criti-ca, a noi la Storia, [...] voi [...] -che, in un tempo in [...] donne e uomini condivi-dono storia e spazio pubblico, ha [...] un sapore troppo antico. La seconda obiezione, più [...] senso di questo cambiamento della politica. Per me, la cosa [...] ha a che fare con la struttura [...] le relazioni tra donne, quelle tra uomini, [...] e uomini. Non mi riferi-sco ai [...] gli uomini stringono, stringete alleanze o entrano, [...] ma al codice che lì vi lega [...] prima e va oltre le alleanze e [...]. È fatto quel co-dice, [...] re-gole e lingua condivise, ac-cettazione di gerarchie [...]. Quel codice tra loro, [...] scontato: è un patrimonio a disposizio-ne di [...]. Anche di tutte? No, [...]. Non è questione di [...] debolezza, di scarsa visibilità del tessu-to di [...] agli occhi delle donne, degli uomini, di [...] e il senso dello stare di una [...] non altrove. Il suo non essere, [...] appare, cioè, di passaggio: diri-gente, eletta, ministra [...]. Infatti, per esempio, molta [...] dalle laburiste inglesi che hanno da-to vita [...] selezionando e so-stenendo alcune [...] appunto, formazione alla rete, allo scambio reciproco [...] auto-nomia. Ancora: dalle donne la [...]. Questo è il cambiamento [...] mi interessa. MI RENDO CONTO, a [...] solo criticato il pezzo [...] Asor Rosa. Mi difendo dicendo che criticare [...] pen-siero significa [...] sul serio. [...] infatti, come Letizia [...] ap-prezzo il fatto che [...] chieda sconcertato: «Dove sono le donne?». E mi piace che [...] con due donne, Anna Finocchiaro a Franca Bimbi, [...] per gli uomini -lo ricor-dava Finocchiaro a [...] -che si ascoltano molto fra loro, ma [...] donne. A propo-sito: e se [...] imparassero ad ascoltare, a prendere sul serio [...] Da Palazzo Campana al [...] le volte che gli [...] «Dalle donne la forza [...] Questo [...] FRANCA CHIAROMONTE ROBERTO ROS CANI «Ma [...] tutti gli anni a no-vembre occupate le [...] «Non [...] mica colpa nostra, sono i proble-mi che [...] stessi». Botta e risposta radiofonico, [...] degli studenti di una de-cina di giorni [...]. Insomma scuola e occupazione [...] vanno bene insieme», come dice-va una vecchia [...] Bea-tles. /// [...] /// Professori e studenti: [...] scriveva [...] di ieri, con un titolo [...] avrebbe dovuto far saltare sulle sedie molti lettori. Che cosa sta succedendo? Forse [...] doppio, da una parte si sta consumando [...] davanti a una ministro [...] Berlinguer [...] «apre» le scuole il pomeriggio agli studenti [...] e per riunirsi. [...] -a rovescio -se [...] vuol mantenere il suo significato [...] allora finisce per assu-mere una coloritura a metà tra [...] e goliardia. Insomma la parola occupazione [...] cose e ha alle spalle una sto-ria [...]. Il punto [...] non può che essere il [...] e [...] per i giovani italiani. Tutto comincia [...] di Roma il 27 [...] viali della Sapienza un gruppetto di fa-scisti [...] Paolo Rossi, studente iscritto alla Federazione giovanile socialista. È uno shock per mi-gliaia [...] ragazzi, quella morte tra-sforma il malessere del più affolla-to [...] in una vera ri-volta. Si comincia coi corteo den-tro [...] poi arriva [...]. È una esperienza nuova [...] nelle facoltà si comincia a discutere per [...] coi professori (moltissimi di loro aderiscono allo [...] per [...] di Paolo Rossi) da [...] parità e non di subordinazione. La tradi-zione autoritaria dei rapporti [...] ai luoghi [...] vie-ne scalfita. A dormire in facoltà [...] ma di giorno mi-gliaia di studenti prendono [...] con spirito nuovo. La loro richiesta è [...] del rettore Papi che ha sempre protetto [...]. /// [...] /// Ma [...] non si ferma fino allo [...] della polizia. È una esperienza di cinque [...] ma per una generazione è la scoperta della politica [...] forme nuove. Anche chi già aveva [...] e le organizzazioni giovanili scopre una dimensione [...] del rapporto diretto tra stu-denti. [...] è [...] di un «possesso» e insieme [...] una alterità rispetto al rapporto tradizionale gerarchico e paterna-listico. In fondo la politica [...] una mutazione che sta avvenendo tra i [...]. Una vera rivoluzione nei [...] consumi: il 1966 è [...] dei concerti italiani dei Beatles [...] radiofoniche come «Bandiera gialla». Avviene da noi, con [...] era successo negli Usa alla fine dei Cinquanta: [...] non sono più solo degli «adulti in [...] coi loro comportamenti e le loro scelte, [...] culture o su-bculture. Che [...] da noi si incon-trano [...] la politica e la sinistra. Quello che i quattro [...] Sapienza ave-vano fatto presagire si ripresenterà soltanto [...] tardi ma con un segno nuovo. Non più rea-zione, ma [...] nuova. Il compito di aprire [...] a Torino, nello storico Palazzo Campana. La lotta degli studenti [...] apparentemente marginale: i giovani protestano contro [...] di trasferire la sede [...] della città ai [...] edifici del Parco [...] Mandria. Il 22 novembre del [...] assediano il rettorato e sfondano le porte, [...] e li caccia. Cinque giorni dopo [...] decide [...] la polizia li sgombera un [...] più tardi. Ma è lo stesso Viale [...] che quel movimento non fu ideologico, fu [...]. Il carattere di quella [...]. [...] trasforma le aule nella [...] fa scopri-re una dimensione collettiva ine-dita: quel [...] la chitarra veniva trasferito dal privato (e [...] in cui il privato non era poi [...] pubblico e alla politica. Con una mescolanza inedita [...] paese così politicizzato come [...]. La politica tradizionale, quella [...] partito o del sindacato, nelle relazioni uma-ne [...] si fermava ancora sulla soglia di casa. [...] portava la «casa» nei luoghi [...]. È una esperienza umanamente [...] quella che vivono i ragazzi di Torino [...] giro di pochi mesi si dif-fonderà in [...]. A gennaio del 1968 [...] Palazzo cam-pana, segue Padova, poi Lecce, PUBBLICO buono [...] La strage nella ca-mera iperbarica di Mi-lano, [...] del dolore per le vittime e [...] per [...] irresponsabilità del Presidente [...] in-duce riflessioni e sollecita [...]. A Milano, la Regione Lom-bardia [...] uno spre-giudicato, e sciagurato, pro-getto che, nei [...] deregulation selvaggia del servizio sanitario. Undici persone sono morte in [...] struttura privata accreditata dalla Regione. È necessario porsi una [...] quelle persone si trovavano nella ca-mera iperbarica? Per [...] ma-lattia ogni intervento, sia esso diagnosti-co, terapeutico [...] potenzia-li effetti positivi e possibili effetti negativi. Si può definire efficace [...] effet-ti positivi si dimostrano maggiori di quelli [...]. Il trattamento in camera [...] effetti positivi per alcune (rare) patologie ed, [...] negativi, tra i quali anche il verificarsi [...] quelli di Milano. Ogni intervento ha inoltre [...] diretto, legato cioè [...] della prestazione, ed indiretto, [...] vita delle persone e della collettività. A parità di patologia [...] gli interventi che determinano il massimo di [...] di costo, o, in altre parole, il [...] di beneficio. Mi domando: per quali [...] persone si tro-vavano in camera iperbarica? Si [...] per le quali quel trattamento aveva efficacia [...] di quelle persone sono state esposte in [...] rischi del tratta-mento? Chi ha prescritto il [...] Per quali malattie? Con quali evidenze di efficacia? Il [...] Milano richiama quello, molto meno pubblicizzato e [...] gio-vane donna morta a Roma in una [...] privata come conseguenza di un par-to cesareo [...]. A Roma circa il [...] avviene con tagli cesarei, la maggioranza dei [...] e nocivi (per le donne ed i [...] redditizi per qualche medico). Questi interrogativi evocano le [...] sai tecnici e poco nota alla popolazione, [...] in-terventi sanitari, del rapporto tra il loro [...] il tema della cosiddetta [...]. In un servizio sanita-rio [...] equo dovrebbe-ro essere garantiti solamente interventi in-terventi [...] e, per una determinata malattia, solo gli [...] miglior rapporto tra efficacia e co-sto. [...] di risorse economiche de-finite, [...] dovrebbe essere pienamente responsabile della selezione degli [...] il medico di base dovrebbe essere responsabilizzato [...] dei tratta-menti ai propri pazienti. Oggi non sono esplicitamente [...] ga-rantite alla popolazione, teoricamente il sistema dà [...]. In realtà ci sono [...] accessibi-lità ai servizi sanitari, fortemente associate ai [...] popola-zione. Esiste un forte razionamento, [...] che moltiplica ed aggrava le diseguaglianze di [...] sociali. Le strutture sanitarie abilitate [...] dovrebbero innanzitutto essere autorizzate sulla base di [...] e di risultato, ben definiti ed uguali [...] privati accreditati con il Servizio sanitario nazionale [...]. Per la tutela della [...] il [...] non si deve preoccupare [...] e sicuro funzionamento delle strutture pubbliche e [...] anche di quelle totalmente priva-te. I cittadini usano strutture [...] diritto di essere tutelati, anche per-ché eventuali [...] salute procu-rati da strutture private inadeguate e [...] comunque in danni e costi per la [...]. Pertanto poco sa-rebbe cambiato se [...] struttura di Milano fosse stata completamente privata ed i [...] usata pagando in pro-prio: il [...] doveva comunque [...] e [...] la sicurezza. Non sono certo [...] con [...] da un punto di [...] quali sono le modalità di autorizzazione e [...] le strutture sanitarie, pubbliche e private nelle [...] Mi domando: le strutture sanitarie, pubbliche e [...] esem-pio, Roma, Napoli, Palermo hanno vera-mente i [...] autorizzate o accreditate? Quali sono i controlli [...] regolarmente su queste strutture? LA QUESTIONE non [...]. È vero quello che [...] L. [...] molti privati possono essere [...] i profitti, a ridurre i costi, in [...] sicurezza e quali-tà delle prestazioni. Ma se i privati [...] questo senso, mettendo a rischio vita e [...] cosa fanno i pubblici che, per definizione, [...] finalità di profitto? Ebbene, in maggioranza le Aziende Sanitarie [...] hanno gravi disavanzi di bilancio, più o [...]. Le spese fisse, soprattutto [...] di farmaci, assorbono in mo-do assai poco [...] dichiaratamente sottostimati. Le Aziende Sanitarie potrebbero [...] ri-durre le spese necessarie per garantire sicu-rezza [...] loro prestazioni, non per il profitto, ma [...] disavanzo. È bene ricordare che [...] del-le Asl ci dovrebbero essere proprio le [...] su tutte le strutture sanitarie (pubbliche e [...]. In altre parole la [...] la rigidità nella gestione dei fattori produttivi, [...] delle prestazioni, hanno per il Ser-vizio Sanitario Nazionale [...] ridurre qualità e sicurezza delle prestazioni erogate [...] più o meno come la ricerca del [...] i costi lo ha per le strutture [...]. Inoltre le stesse ragioni [...] Asl di svolgere con sufficiente efficacia, regolari-tà, frequenza [...] dovrebbero garantire sicurezza e qualità di tutte [...] pubbliche e private. Tagli indiscriminati alla spesa [...] lato, e incapacità del Servizio sanitario nazionale [...] nella utilizza-zione delle, comunque limitate, risorse disponibili [...] cause di drammi come quello di Milano. [...] assetto del [...] risente della for-te ambiguità legislativa. Le Asl hanno la [...] della salute della loro po-polazione, che, in [...] prestazioni sanitarie. Parte di queste prestazioni [...] dalle Asl, altre «acquistate» diretta-mente da altre Asl, Aziende Ospedaliere pubbliche e una molteplicità di altre strut-ture [...] private accredita-te. Le Asl sono inoltre [...] di controllo su tutte le strutture sanitarie [...]. Le Asl sono così [...] prestazio-ni, produttori di prestazioni e controllori dei [...]. La scarsa chiarezza ed [...] di interesse è evidente. ANCORA più ambigua la [...] considera che nel [...] italiano, come in altri [...] intro-dotti, invero assai limitatamente e timidamente, elementi [...] nella quale i diversi «erogatori» di prestazioni [...] garantire alla gente le prestazioni più effi-caci [...] la maggiore qualità al co-sto minore. Competizione potenzialmen-te virtuosa che [...] disastrosi se intesa come una competizione tra [...] lato e «privato» [...] probabilmente più definibile come [...]. Nel nostro paese ci [...] gestite dal [...] ma anche altre pubbliche [...] dal [...] istituzioni religiose sen-za (apparenti) [...] università pri-vate, etc. Il confine tra pubblico [...] è così netto. Occorre una competizione regolata [...] le strutture sanitarie accreditate «concorrono» per garantire [...] più efficaci prestazioni. Occorre, per que-sto, distinguere [...] le funzioni di tutela della salute del-la [...] della sicurezza e qualità delle prestazioni da [...] de servizi sanitari. La contrapposizione [...] è inutile e dannosa. Il dramma di Milano [...] non nella «privatizzazio-ne» ma nella inadeguatezza del Servizio [...] nel definire esplicita-mente le prestazioni garantite alla [...] la sicurezza e qualità dei servizi, pubblici [...]. Lo stato, nel campo [...] così come probabilmente anche nella scuola, deve [...] ruolo co-me gestore di servizi ed aumentare [...] di garante dei diritti dei cittadini, «compratore» [...] alle migliori condizioni qualità e sicu-rezza. [...] Epidemiologico della Regione Lazio Alla [...] spetta il controllo anche dei privati CARLO A. /// [...] /// [...] Epidemiologico della Regione Lazio Alla [...] spetta il controllo anche dei privati CARLO A. (0)
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