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A proposito di viag-gi [...] siamo fra i pochi ad [...] pagato. Il treno è per [...] dagli uffi-ciali delle varie armi ed essi [...] di salire gratis insie-me alla famiglia. Non solo in estate [...]. Pare che i peggiori [...]. /// [...] /// [...] la capitale della [...] anche [...] un milione di abitanti per [...] grande quan-to [...]. Le persone di origine [...] il [...] della popolazione e infatti [...] mandorla durante la sosta se ne vedono [...]. Si sente già la [...] che il treno costeggerà [...] perché adesso sono in [...] dei pesci che vivono nel lago e [...] seccare per [...] con la birra. Sono [...] ma vanno a ruba. Il [...] compare improvvisamente e ci [...] due ore. Viene chiamato [...] for-se a causa delle [...] km di lunghezza, 48 di lar-ghezza, il [...] mon-do. Prima che fosse conclusa [...] facevano passare i treni sulla superficie ghiacciata. Anche adesso da ottobre [...] camion e automobili prendono la [...] percorrendo la stes-sa strada. Le spiagge sono di [...] alcuni punti, sab-biose in altri, [...] è molto tra-sparente, si [...] fine-strino del treno. Molti pescano, pochi fanno [...]. Dicono che le acque [...] tanto fredde che nel lago ci vivo-no [...]. Da dove sarebbero venute? Inutile [...] la Siberia è una serie di leggende [...] e anche questo delle fo-che del [...] ne farà parte. Sul treno i commerci [...] le casse di [...] passata la [...] sono agli sgoccioli. Do-po [...] il georgiano tornerà in [...] Mosca, per preparare il prossimo carico. /// [...] /// Ci siamo fermati cinque [...] arrivare a [...] la capitale di un [...] e [...] chilometri quadrati per più [...] milioni di abitanti. Eccetto [...] una grande città, che [...] di sera tardi, si è trattato di [...] un totale di 48 minuti di sosta. Dai finestrini abbiamo visto [...] Russia [...] nota: filari e filari di betulle, campi [...] non perdita [...]. I tetti delle case [...] bianco al grigio scuro e adesso di [...]. Distese di [...] il fiore viola che [...] tutta la Russia, si intervallano a campi [...] gialli di cui nessuno ci ha saputo [...]. La taigà ogni tanto [...] dei pezzi interi di verde cupo. E pen-sare che [...] colore che si [...] della Siberia è il [...]. Abbiamo fatto nuove co-noscenze, Oxana [...] marito Najib. Sono saliti a [...] nella regione di Cita [...] Mosca. Si accompagnano a [...] una giovane madre che [...] bimbo di sei mesi, [...] diretta in Giordania, dove [...]. Najib è irakeno e [...] molto ricco. O me-glio di essere [...] fami-glia molto ricca imparentata con [...] il presidente. [...] innamorato della Russia ma [...] bene cosa fac-cia a Mosca. [...] moglie Oxana ha il viso [...] una madonna slava. Racconta di [...] perso la testa per Najib [...] anni, ora ne ha 23. Pietroburgo ma ho abbandonato gli [...] e [...] se-guito a [...]. [...] vissuta due anni in [...] poi sempre con il [...] anno in Marocco e infine insieme sono [...] Mosca. Si trascina dietro una quantità [...] di ortaggi e di biscotti [...] dalla madre per il viaggio. [...] figlia unica e per [...] che ha dato alla mamma abbandonando studi [...] uno straniero, adesso ha deciso di riprendere [...]. Conosce benissimo [...] e vor-rebbe imparare qualcosa [...] che vedere con il [...] economia, politica, non sa [...]. Il marito la lascia [...]. Nel corri-doio ha confessato a Vera [...] che non ama vedere la [...] fuori casa. La stazione di [...] è [...] da kirghisi che vendono [...] in-sapori albicocche. /// [...] /// Arriviamo che è domenica [...] città più note della Siberia occidentale. Non che lo sapessimo [...] in giro per il treno. Ce ne siamo accorti [...] città sulle rotaie si è vestita a [...]. I bambini hanno la [...] bambine i fiocconi nei capelli, gli uomini [...] meglio e le donne si sono date [...] rossetto. Perfino Vera [...] si è cambiata di abi-to. Ha indossato una maglietta [...] fuoco su una gonna ne-ra a fiori [...] lei ha le labbra colorate di rossetto. Sta-mattina dimostra dieci anni [...] è molto contenta quan-do le facciamo i [...]. Nel saloon di [...] un ospite im-portante, la capotreno Liudmila [...]. [...] una donnona tipi-camente russa, più [...] che alta, e mette soggezione. Sarà intorno alla cinquantina [...] vol-ta i capelli ossigenati dovevano essere biondi. Accetta di scambia-re quattro [...] ma la prima cosa che ci chiede [...] lamentele da esporre. Rassicurata, racconta del suo [...]. [...] da tre anni al [...] degli otto treni che coprono la linea [...]. Coor-dina una squadra di 28 [...]. Pri-ma faceva la maestra [...] sia da come parla dei suoi colla-boratori, [...] da come descrive la Russia che vede [...]. Dice testuale: [...] esplodere il viola dei [...] pizzo verde [...] che spun-ta, mi incanto [...] gio-vani betulle, mi intenerisce la pel-liccia bianca [...]. Una volta superata [...] resta da ol-trepassare la [...] Siberia, [...] dove il petrolio esce [...] scherzano i rus-si. Da quando siamo partiti abbia-mo [...] i fiumi [...] e [...] adesso è la volta [...] un altro dei grandi fiumi [...]. Quante volte li abbia-mo [...] geografi-ca e ora sono lì sotto i [...]. Sono più belli di [...] ma abbiamo di-menticato se è così in [...] questo vale solo per la Russia. /// [...] /// Stiamo entran-do in Europa. Lo indica anche una specie [...] monumento nella foresta fuori città, a non molti chilometri [...] luogo in cui furo-no sepolti i [...] zar e la [...] famiglia, trucidati dai bolscevichi. Il posto non si [...] è un ricordo di un viag-gio precedente. Per di qua in Eu-ropa, [...] là in Asia, diceva più o meno [...]. Abbiamo sen-tito parlare di [...] smarrimento che si prova ritor-nando dalla Siberia. Dicono che dipenda dal [...] sente che lo spazio andrà restringendosi sempre [...] a essere occu-pato completamente dagli uomi-ni e [...]. Alle no-stre spalle lasciamo [...] quadrati, pari alla su-perficie di 228 [...] e 32 milioni di [...] in meno di quanti vivono nel nostro [...] normale che cominciamo a soffrire un [...] di claustrofobia. [...] è tornata a chiamar-si così [...] la regione invece continua a [...] come il rivoluzionario amico di Lenin. Vi vivono 4 mi-lioni [...] e nono-stante possegga molte ricchezze, fra le [...] i russi la ri-cordano soprattutto per la [...] dura di un bellissi-mo colore verde che [...] per abbellire i loro palazzi. Il treno si è [...] la sosta più lunga del viaggio. Nella carrozza della coppia [...] stata una lite. [...] vuole assolutamente impadronir-si di tutti [...] costumi russi, alcoli-smo compreso. Dunque, come tutte le [...] è salito sul treno, si è attardato [...] di vodka nel [...] e forse Oxana si [...] del solito. Ecco allora le ur-la, [...] lacrime. Il gior-no dopo la [...] il giro del treno. Vera [...] la butta sul religioso: [...] non è vietato [...]. [...] nel [...] dice anche che Oxana [...] vari lividi sul corpo [...] che il marito la [...] giorni. E ancora che la [...] confessato che vorrebbe divor-ziare ma ha paura [...]. /// [...] /// È piovuto tutta la [...] regione di [...] il tem-po comincia a [...]. Il pae-saggio non offre [...] betulla, betulla. Sono più numerose però [...] contadini e i campi coltivati. [...] umano che avan-za: adesso 3 [...] di persone devono vivere su [...] di [...] km quadrati, i numeri di [...] sono lontani. [...] una regione di diamanti e [...] oro [...]. Ma come nel caso [...] essa viene ricordata per [...] sale. Tutto il sale della Russia [...] dicono, ma forse si [...]. La so-sta stavolta è [...]. Da-vanti ai vagoni si [...] varietà di merci e di venditori. La caratteristica adesso è [...] e il pollo fritto li vendono sotto [...]. Per la pri-ma volta [...] il treno. Senza annunciare la par-tenza [...] si mette in marcia: lo afferria-mo al [...]. Al [...] troviamo [...] novità. Le rac-conta, come al [...]. Alle nostre spalle sono [...] bisogna [...] poco raccomandabile: alcu-ni sulla [...] qua-rantina, camicie nere sbottonate sul petto, tatuaggi. Osservano in-torno e ordinano [...]. Pare che salgano sempre [...] e scendano a [...]. Li chiamano i [...] dal numero delle carte da [...]. E la polizia? [...]. E la capotreno? [...] E voi? [...] possiamo [...]. Qualcosa [...] di tanto in tanto [...]. Per esempio avverte i [...] non lasciar-si attirare. E poi anche loro devono [...] da vivere, [...]. Ci chiediamo quanto que-sta [...]. Il so-spetto che i [...] a destra e a manca è forte. Dopo le spiegazioni di [...] sulla vera attività eco-nomica [...]. Lasciamo il vagone risto-rante [...] errore perché più tardi non potremo più [...]. [...] sparisce e chiude tutto [...] cause [...] come qualcuno spiega. Tutto il treno invece [...] giocatori sono [...] e che non bisogna [...]. Quando il ristorante riapre, [...] ci sono più e [...] nega perfino di [...] chiuso: benedetta faccia tosta [...]. Co-munque, per la cronaca, [...] solo un pollo, un pove-ro ufficiale che [...] alla moglie che custodiva i soldi delle [...] il debito. /// [...] /// Siamo in [...] una delle più piccole repubbliche [...] Federazione, 42,1 mila chi-lometri quadrati, 1 milione e [...] abitanti. Il treno non passa [...] la patria dei [...] e delle mo-tociclette. Le facce hanno subito [...] di colore mattone illuminate da occhi [...] e capelli rosso fuoco. I denti delle venditrici [...]. Il treno è improvvisamente [...]. Siamo a sole due [...] da Mosca, cioè quasi a casa. [...] tempo di riprendere con-tatto [...] ricominciare a pensare ai propri affari, ai [...] vita di tutti i giorni in-somma. Vera [...] si occupa del suo [...] Caucaso: a quale stazione do-vrà recarsi dopo [...] a Mosca, quale autobus [...] metro dovrà prendere, ecc. Oxana rica-pitola quanto le occorre [...] Najib smaltisce la sbornia, [...] si ricorda della setta della [...] fa parte, la [...] una delle migliaia che hanno [...] so-prattutto [...] della Russia. Arri-va anche Olga una delle [...] con una lettera in inglese da correggere. Sempre da [...] sap-piamo che [...] notte la ragazza ha fatto [...]. Ha giocato con i [...] ad-dosso interi secchi di acqua. /// [...] /// [...] oltre alla regione an-che [...] conservato il nome del rivoluzionario, forse perché [...] fu la prima vittima [...] Stalin [...] le vittime, si sa, sono rispettate in Russia [...] poten-ti. Ci fermiamo solo 15 [...] cose si possono fare in 15 minuti. Parlare di politica per esempio [...] una mendicante. Ha occhi di un [...] il volto scavato da burroni di ru-ghe. [...] sembrava bravo, poi ha fatto [...]. Adesso vedo bene questo [...]. Secondo me è competente [...] combinare qualcosa di buono. I tempi di una [...] De-vo [...] sincera, non li ricordo più. Vede io non me [...] chiedo la carità, anche se una volta [...] continuo a spe-rare. Vorrei solo esserci ancora [...] paese sarà in grado di sostenere i [...]. Quando cioè i pensionati [...] chiedere la carità, nemmeno una volta al [...]. Le merci pro-poste ai [...] li-mitano a pesci secchi, a birra e [...]. Sul treno ci si prepara [...] cena, domani mattina alle 6. [...] ha preparato un tavolo [...] bianca ma siamo tal-mente abituati a quelle [...] che non la notiamo. Osserviamo accuratamente il me-nù [...] ricordo perché sappiamo che ormai non [...] più niente da mangiare. [...] ha un principio: il [...] vuoto a Mosca, cioè non devo-no esserci [...]. Il fatto è che [...] molto prima di arri-vare. Già a metà viaggio, [...] dei due secondi, pollo [...] solo il pollo. Poi mano a mano [...] le bibite, [...] e perfino il pane. Tanto più che lui [...] io a dire di no ai clienti. Ma non [...] niente da fare, non vuole [...]. La tovaglia bianca dunque [...] ma a parte due po-modori striminziti [...] ben poco da metterci [...]. I saluti si fanno [...] foto. [...] è la più get-tonata e [...] si presta volentieri. Si raccomanda però di [...] a [...]. Certo, promettiamo, in-sieme al [...]. No, il giornale non [...] fo-tografie [...]. /// [...] /// Il treno si è svegliato [...] alle 4, secondo [...] impartito dalla capotreno che aveva [...] sapere che dopo [...] le [...] sarebbero state chiuse. Nessu-no tuttavia sembra assonnato. Forse abbiamo recuperato cammi-no [...] di ore di di-stanza temporale fra [...] e Mosca. Il viaggio è veramente [...]. Allora ci facciamo abbordare [...] decine di tassisti che of-frono i loro [...]. Non proviamo nemmeno a [...] transiberiana. No, ci sentiamo rispondere, non [...] aerei. /// [...] /// No, ci sentiamo rispondere, non [...] aerei. (0)
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