→ modalità contesto
modalità contenuto
INVENTARICATALOGHIMULTIMEDIALIANALITICITHESAURIMULTI
guida generale
CERCA

Modal. in atto: NO FILTRO (BD NON AUTORIZZATA)disattiva filtro SMOG

Legenda
Nodo superiore Corpus autorizzato

ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Unità 2-Nazionale del 1997»--Id 1549917187.

Videoguida per la navigazione in KosmosDOC.org

Il brano seguente è un frammento di trascrizione automatica (OCR) della pagina richiesta. Questo sistema di indicizzazione della Biblioteca digitale non liberamente visualizzabile mostra parzialmente ciascuna Entità Multimediale suddividendola in piccoli segmenti separati da «[...]» (medesimo periodo o primo periodo successivo) e da « /// [...] /// » (periodo successivo non adiacente). Per riscontrare nella pagina i termini ricercati suggeriamo l'uso di ctrl+F o analoghi, ove il proprio browser lo consenta.

Mezzo secolo di lavoro dentro [...] il sangue e [...] le vene storiche. A Giancarlo De Carlo [...] decano degli archi-tetti italiani non sta proprio [...] è uno splendido e [...] occhia-lini tondi, barba incolta, [...] e cravatta scura. Insignito dalla Regina Elisabetta [...] per [...] per anni docente di [...] Venezia e Genova, autore di importanti vo-lumi come «Questioni [...] ed urbanistica», «Nelle città del mondo» e «La [...] De Carlo ha posto in suo sigillo [...] Urbino, sui muri di Terni, sui capannoni [...] Breda [...] Pi-stoia, sulle chiese di Catania, sulle case [...] importanti città. Il suo cuore batte [...] Genova, [...] è nato, dove ha insegnato e, perché [...] suo studio è a Milano; il suo [...] deposi-tato in una progettualità che non si [...] pause, dalla critica al razionalismo alla fondazione [...] Team X, dalla rivolta del Sessantot-to intesa anche come [...] alla teoria del [...]. Professor De Carlo, decine [...] centri storici italiani lan-guono nel degrado. Basta pensare a Genova: [...] più grande [...] 150 ettari, 40 chilometri [...] palaz-zi dei Cinque e [...] esempio di medioevo marittimo [...] salvato nel disordine e [...]. Alle soglie del Duemila cosa [...] pen-sare, che nei centri storici [...] è meglio della moderni-tà? «È [...] in un centro storico inserire [...] moderna? [...] risponderebbe [...]. Io invece rispondo di sì, [...]. [...] prendiamo città storiche come Ve-nezia [...] Genova notiamo un conti-nuo stratificarsi di linguaggi [...] epoche in [...]. [...] storico [...] dire che esiste uno stile [...] e che va tenuto fuori dai centri storici. Quello che si chiede [...] un livello di alta qualità nella progettazione. Creati-vità, comprensione del [...] di lettura devono portare [...] legata al contesto particolare e unico nel [...]. Nel 1951 ha cominciato [...] Urbino, diventando una sorta di pioniere del [...] riqualificazione [...]. È passato quasi mezzo [...]. La coscienza della qualità del [...] «Sì, direi che è cresciuta. Il nostro [...] più questo problema, altri Paesi [...] molto dal caso ita-liano. Questo non vuol dire [...] la questione. Citando Urbino, una parte diretta [...] mia storia, credo di [...] fatto degli edifi-ci [...]. Dunque, se si priva [...] possibilità di avere ulteriori stratificazioni di linguaggio, [...] fuori dalle possibilità creative, [...] diventare un fatto di [...] poi in sostanza non esiste perché ogni [...] mettono le mani, si mette lavoro e [...] di [...]. Lei ha fatto interventi [...] ma ha anche progettato recuperi di manufatti [...] ex officine Breda di Pi-stoia. Non le pare che [...] Italia [...] sia costruito troppo e adesso il campo [...] ormai [...] «Secondo me bisogna demolire [...] non ha significato. Definire se ha significato o [...] è il [...] o [...] hanno significato per strati di [...] che non hanno voce. Faccio proprio [...] della Breda di [...] sono na-ti i sindacati, [...] il Pci, ci sono state lotte sociali [...] grande industria. Dunque per i la-voratori [...] han-no un significato che va al di [...] fisica, anche se al-cuni sono bellissimi perché [...]. [...] per fare delle case po-polari [...] non ha senso, biso-gna invece costruire delle case [...]. Siamo alla fine [...] pesante. Intere perife-rie, nate attorno [...] vedono private del loro riferi-mento naturale, il [...]. Nono-stante le difficoltà oggettive ed [...] il quartiere operaio ha una [...] caratterizzazione so-ciale che adesso rischia [...] scom-parire. Ecco, in questi quartieri [...] «Facendo [...] conversione, riutiliz-zando le aree industriali, conser-vando tutto [...] significa-to e che può essere ancora usato. Quindi non costruire per [...] il nuovo in omaggio [...] i soldi delle imprese. Questa operazione permetterà anche [...] non dequalificare la ma-nodopera, come invece accade [...]. Oggi è più importante [...] urbani o le periferie post-industriali? «La vita [...]. Oggi, direi, le periferie [...] maggiori. Sono sta-te costruite secondo [...] del [...] della gente e secondo [...]. La questione del loro recupero [...]. Le grande città italiane [...] ultimi anni segni di ri-sveglio oppure [...] una stagnazio-ne della progettazione [...] «Ci [...] stati dei ritardi, ma il passo [...]. Farei il caso di Napoli [...] Venezia. Na-poli è in pieno [...] Venezia [...] un nuovo tono. Altre metropoli so-no state più [...] o hanno avuto meno [...] rispetto al passato è evidente, [...]. Sulle questioni urbanistiche, secondo lei [...] sinistra italiana ha aggiornato le sue teorie, [...] stata insomma una nuova [...] «No, mentre ci sono stati [...] risultati non [...] una elaborazione da parte della [...] italiana. Direi che faccio fatica [...] un pensiero di sinistra su questa mate-ria. Una gran parte degli [...] oggi si dedicano a que-stioni del tutto [...] hanno più relazioni con i problemi della [...] sembrano ahimé neanche venire da quella sorgente». E allora, secondo lei, [...] la chiave di [...] progressista [...] «Quella di cominciare a capire [...] confusi, cercando di comprende-re la [...] unicità e quindi la necessi-tà di avere strumenti appropriati. Sulla spinta di sogni [...] generici, si corre il rischio di essere [...] e [...] su alte tecnologie, su [...] vero senso delle parola, come simbolica-mente testimoniano [...] grattacieli nel cielo di [...] fi-gure della modernità che [...]. Secondo alcune teorie america-ne, [...] questo secolo gli architetti hanno lavoro contro [...]. Il distacco tra ideologie [...] «È vero che una gran [...] degli architetti ha lavorato contro [...] nel Novecento, ma è altrettanto [...] che è nata una consapevolezza del rapporto tra architettura, [...] e società come non [...] mai stata nel passato. Per esempio la consapevolezza [...] movimento moderno è stata fondamentale. [...] che è stata portata dai [...] architetti del movimento moderno di questo se-colo al problema [...] ha avuto [...] notevole. Poi possiamo anche [...] erano univoci e schematici, ma [...] at-tenzione [...] creata loro. Tocca a noi, invece, [...] pro-blematici, visto che abbiamo alle spalle un [...]. Un periodo di grandi [...]. La grande promessa sta negli [...]. Veniamo [...] parlando del recupero della Dar-sena, [...] un recente convegno ad [...] detto che [...] il cuore. In quel dolore ingloba anche [...] Expo disegnata da Renzo Piano che ha restituito lo [...] non mi piace, lo tro-vo [...]. Non [...] di trattare questa zona come [...] vi-cina alla città, come città che si espande verso [...] mare. Invece, [...] sia negli usi della gente. Persino i magazzini sono [...] con altri che non [...]. Per concludere, da quale [...] il recupero dei [...] «Il recupero di Barcellona, [...] degli anni Ottanta, è partito dagli spazi [...] è occupato [...]. I Comuni, dunque, non [...] diritto di [...] progettazione, di dirigere e [...]. [...] occuparsi [...] città». Marco Ferrari Così sarà [...] futuro De Carlo, decano degli architetti, spiega [...] recupero e restauro millefoglie La salvezza? Solo [...] i linguaggi [...] 1. [...] Intervista a Renzo Piano: [...] di progetti raccolti in un [...] appena uscito «Giornale di bordo» [...] del Duemila torni [...] I mali, iniziati nel dopoguerra, [...] sono acuiti negli anni Sessanta. Colombo, Magellano, Cook, [...] hanno già scoperto tutto. A noi resta [...] del pensiero. Che dà ansia, smarrimento, paura [...] una spedizione nei ghiacci. Che è soggetta agli [...] co-me una diligenza del Far West. [...] un certo senso. Si parte per conosce-re, [...]. [...] cate-gorico e provocatorio: [...] è un ruolo in via [...] estinzione, bisogna tornare alle [...] le discipline, diventando come Leonardo [...] un [...] scienziati, lavorando con il coraggio [...] e la prudenza della storia. Quale sarà dunque [...] del Duemila? «A me -sostiene Piano -interessa [...] insieme: scolpire fortemente il [...] o [...] precedente; an-che rendere [...] complice, partecipe, intrisa [...] del territorio». Alle soglie del nuovo [...] celebra i suoi [...] e [...] di pro-getti con un [...] («Giornale [...] bordo», Passigli editore) che è già di [...] viatico alle nuove forme. Il Novecento, secondo il [...] degenerare la [...] e tutti i valori [...]. I mali sono ini-ziati [...] si sono [...]. [...] anni Settanta [...] stato un arresto delle [...] anni Ottanta è iniziato a riassorbimento dei [...] dalla deindustrializza-zione. La città, dunque, è [...] sanare le proprie ferite? Forse. Ma il cammino appare [...]. Anche [...] della rapidità cerca il suo [...] il lin-guaggio del nostro tempo. Per Renzo Piano le [...] ambiente e tecnologia. Nel primo caso deve [...] verde, scegliere bene i ma-teriali, trovare soluzioni [...] energetico; nel secondo deve adeguarsi [...] (elettroni-ca, telematica, controllo del [...]. [...] è quello di ri-spondere ai [...] bisogni della [...] -alla qualità della vita e [...] lavoro, con la consapevo-lezza che [...] corrisponde tanta parte del disa-gio [...]. Ma Piano demolisce anche uno [...] che assilla [...] «Dob-biamo liberarci della retorica della [...]. In che modo? [...] di ragionare in termini [...] dal [...] trovando nel materiale, nella [...] più [...]. Nella ricerca del giusto [...] del luogo e forma del prodotto (un [...] suo amico Kenneth [...] valo-rizzare soprattutto la «leggerezza», [...] rapporto [...] sia nei termini poetici [...] Italo Calvino, giocando sul ruolo degli elementi immateriali: [...] trasparenze, le vibrazioni, le grane, i colori. In qualche modo il [...] Piano è parso emulare la natura, an-che se [...] di allusio-ni: «Si riconosce qualcosa, come spesso [...] ma non si sa cosa. Ed è [...] ancora il rapporto tra struttura, [...]. [...] di progettualità. Dal 1966 Piano inizia [...] la flessibilità e la facilità di co-struzione [...]. Sono tipici de-gli anni Sessanta [...] lui defini-sce «spazi senza forma», lavori un [...] impossibili. Ap-partengono a quel ciclo la [...] mobile per [...] dello zolfo a Pomezia, il Padiglione per la X IV Triennale di Milano, [...] labora-torio di Genova, il padiglione [...] italiana [...] inter-nazionale di Osaka. E da lì che [...] progetto del Beaubourg (ora in ristrutturazione), una [...] della sacralità museale, il pri-mo esempio di [...] e pieno di percorsi trasparenti. Da lì Renzo Piano [...] suo pro-gramma di riabilitazione e ammo-dernamento delle [...] Laborato-rio di quartiere di Otranto, la ristrut-turazione degli [...] di [...] il progetto per [...]. Negli anni Ottanta ecco [...] per un dialogo tra edifici e natura, [...] parchi: la [...] di Houston, il pa-diglione [...] le stazioni della metropolitana [...] Genova [...] in costruzione, la ristrutturazione del Lingotto di Torino, [...] co-munale San Nicola a Bari, il recupero [...] di Osaka, gli interventi [...] di Pompei e nei Sassi di Matera. [...] realizza il suo nuovo [...] Punta Nave nel ponente genovese, una struttura completamente [...] del cielo e nei riflessi del mare. Piano definisce così il concetto [...] architet-tura sostenibile, una seconda natura che si [...] a quella vera. Si iscrivono a questo [...] Centro culturale [...] a [...] in Nuova [...] lo [...] dedica-to a Padre Pio [...] San Giovanni Roton-do, la ricostruzione della [...] a Berlino, il Centro [...] scienza e la tecnologia ad Am-sterdam, il Museo [...] Fondazione [...]. Se questo è il percorso [...] Piano [...] dove sposterà [...]. Non senza una punta di [...] ambiguità, pare di capire. No, niente di oscuro. [...] frutto del mestiere: il gusto [...] e il rispetto [...]. ///
[...] ///
[...] frutto del mestiere: il gusto [...] e il rispetto [...].

(0)
(0)


Nota sulla tutela della privacy. e Nota sulla tutela del copyright.

Nonostante i continui tagli che il settore culturale è costretto a subire - biblioteche storico/letterarie ed Archivi storici in particolare -, nell'epoca del Web 2.0 non termovalorizziamoci!La funzione di servizio pubblico sia essa offerta da un Ente pubblico o privato ha un costo; affinché il progetto possa mantenersi e continuare ad essere sviluppato sarebbe necessario un sostanzioso finanziamento pubblico, ma in sua assenza? Sareste disposti ad "adottare" una pagina e renderla fruibile a tutti in una rigorosa logica senza scopo di lucro?
Visualizza: adotta una pagina della Biblioteca digitale KosmosDOC

Consultazione gratuita del cartaceo in sede: .

Biblioteca Digitale


Perché è necessario essere utente di una biblioteca abilitata al sistema KosmosDOC per visualizzare la descrizione catalografica, le istanze materiali nei singoli inventari, la trascrizione completa e l'oggetto digitalizzato?
Il progetto è senza scopo di lucro, ma purtroppo le spese sono ingenti. Da alcuni anni IdMiS - Istituto della Memoria in Scena (ONLUS) -, anche grazie al Comitato promotore Fondazione Giovanni Frediani ed all'Associazione Culturale Controtempo, ha investito molte risorse sia monetarie che umane nella progettazione del sistema, nella traduzione digitale del proprio patrimonio archivistico, bibliografico - specialmente dell'emeroteca -, biblioteconomico, e museale; in assenza di un contributo pubblico minimamente adeguato ci vediamo costretti a chiedere alle biblioteche che vorranno aderirvi ed indirettamente agli utenti la condivisione dei costi e/o la partecipazione attiva all'elaborazione delle unità bibliografiche che ciascun ente vorrà inserire per il prestito digitale interbibliotecario.
Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

(237)
(1)



La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


(214)


(118)

Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(192)

Città & Regione [1975-1976*]

(190)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

(144)


(198)

Interstampa [1981-1984*]

(198)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(197)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(183)

L'Orto [1937]

(161)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(190)


(185)


(203)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(86)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(203)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(203)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(203)

Brescia Libera [1943-1945]

(159)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(192)


(205)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(63)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(195)

Umanità Nova [1919-1945]

(169)



(98)


Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .





Filtro S.M.O.G+ disabilitato. Indici dal corpus autorizzato

visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP)




Interfaccia kSQL

passa a modalità Interfaccia kSQL