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Domeni-ca prossima, alle 20 [...] chi ha vinto e il giorno dopo [...] riguadagnare casa. Durano troppo i festival? Sì. Sembra essere diventato un pun-to [...] per i direttori [...] alla lunga (dodici giorni è [...] rego-la), un [...] per gusto gigantista e un [...] per orchestrare meglio [...]. E questo [...] del Cin-quantenario ha fatto [...] grande. Superbo e celebrativo, sembra [...] gonfia ogni giorno la ruota. Gli ospiti vanno e [...] sulla [...] per ritrovarsi accanto Francis Coppola [...] Ro-bert Altman, John Hurt o Lena Olin, Gina [...] in tail-leur turchese con [...] Jack Palance conciato da pirata per una [...] del tesoro». Perfino Michael Jackson, come [...] vedere in giro con il viso coperto [...] rosso fuo-co: giusto cinque minuti, am-messo che [...] di esse-re portato via di peso dal [...]. E proprio Jackson [...] sera ha officiato nella [...] stanza [...] al riparo da sguardi indiscreti, [...] rito delle im-pronte nel cemento (il prezioso calco sarà [...] tra oggi e do-mani nello spazio apposito [...] del [...]. Sono rimasti delusi, [...] i fans di De Niro [...] Stallone, [...] di «Co-pland», il poliziesco [...] James [...] che la [...] avreb-be tanto voluto portare [...] festival (i bene informati dicono che dopo [...] col pubblico [...] deciso di [...]. Blindati a [...] du [...] a una ventina di [...] i due divi americani [...] con parsimonia, preferibilmente in coppia per rafforzare [...] (solo un colle-ga del «Messaggero», per interces-sione [...] Vittorio Cecchi Gori, è riuscito ad [...]. È [...] in [...] corrispon-denza, a descrivere il [...] parlando di apparizione shock: [...] chili per esigenze di scena, con i [...] misura [...] e [...] da ragazzo invecchiato. [...] di quanto fece De Ni-ro [...] finale di «Toro scatena-to», il cinquantenne ex Rocky [...] volentieri di mettersi a dieta stretta, spiegando [...] poi cercherà di alternare film [...] a grosso budget e [...] di recitazione. Una scelta a suo [...]. [...] commerciale di [...] e «Day-light» deve [...] suonato come un campanello [...] per il divo. Meglio cambiare (con giu-dizio) [...] troppo tardi. Non senza [...] prima onorato, con una [...] Hollywood» appena aperto sulla [...] gli affari in comune [...] Bruce Wil-lis e Schwarzenegger. CARO DIARIO Jack il [...] Lollo e Silvester fa lo smilzo [...]. Altro che fine della [...]. Non [...] ma non [...] un bel quarto [...]. Lui, comunque, [...] presa benissimo. Come una pro-va, non [...] della nemesi, ma sicuramente della [...] prevedi-bilità del tasso criminale di un paese: «Ho vissuto [...] anno nella [...] Angeles e non mi è [...] niente, [...]. [...] del [...] dissensi suscitati dal film, accolto [...] e con qualche fischio, il regista non si separa [...] dallo sce-neggiatore Nicholas [...] un esper-to di spionaggio e [...] che è [...] End [...]. Insieme a Bono de-gli [...] altro amico di vecchia data, [...] lavorando a un altro pro-getto (una love story [...] intitolata The [...] Hotel) messo in frigo per [...] momentanea del cast. E per ingannare [...] hanno co-minciato a discutere [...] anche a giudicare dalla selezio-ne [...] di questa torbida fi-ne [...] violenza. Politica, razziale, familiare, aperta [...] o fisica, immotivata o dettata dal desiderio [...]. Ce [...] abbastanza per scrivere [...] biblioteca, loro si sono limitati [...] farne una sceneggiatura un [...] strampalata che ricorda va-gamente I [...] di Altman, con quel produttore figlio di put-tana coinvolto [...] un omicidio. E che contiene omaggi [...] Chris Mar-ker, Sam Fuller, [...] e [...]. Una riflessione seria ma [...] nelle intenzioni), co-struita su sei personaggi e [...] cinque settimane. Per [...] tedesco è un ritorno negli States dopo [...] tutto sommato fallimentare con Coppo-la. Ma adesso le cose [...] «Fare un film è uguale ovun-que: a L. È il [...] cinema, la frontiera prossima ventura. Quando il digi-tale, che gli [...] molto a cuore, sarà qualcosa di più di una [...] tec-nologia. Hollywood, dice Wen-ders, è [...] registi, attori e tecnici europei: rotelline in [...] che macina e sforna [...]. Ergo, non è stato [...] Andie McDo-well -protagonista con Bill Pul-lman e Gabriel Byrne [...] ruolo della sofisticata ed [...] moglie del producer specializzato [...] titoli inequivoca-bili tipo Creative killing. /// [...] /// Che [...] la vio-lenza? Molte cose, evidentemente. Ma soprattutto, dice Wenders, [...]. Certo, la violenza fa [...] del cinema: «Ha indubbia-mente un lato affascinante [...]. Ma è sempre più [...] modo irri-flesso, rimbalza [...] dalle tv agli schermi [...]. Mentre i film di Sam Fuller, Martin Scorsese o Kurosawa, che sono a volte [...] dicono qualcosa e ci permettono di capi-re». Il nome di Tarantino [...] ma è ovvio pensare a lui quando [...] Cielo sopra Ber-lino allude a [...] di san-gue gratuito sugli [...]. Per questo in The End [...] non si vedono, nono-stante [...] corpi massa-crati: i cadaveri sono [...] più che mostrati, la rappresenta-zione non è mai cruenta. E i due killer [...] di Hollywood, sono imbranati, pro-vinciali, ridicoli: «Un [...] Oliver e Hardy che sdrammatizza totalmente la scena [...] è il miglior anti-doto [...]. La fine della violenza, [...]. /// [...] /// Lo pensa Wenders e se [...] rende conto il personaggio di Gabriel Byrne, pagato [...] per mettere a punto un [...] si-stema di controllo [...] che dovrebbe [...] il crimine a L. In questo gio-co al [...] donne si salvano: i personaggi femminili del [...] esattamente la coscienza pulita. Solo perché erano escluse [...] di violenza e potere?». Cristiana Paternò [...] 2. Sensazione difficile da spiegare, [...] Wenders ce lo siamo [...]. È stato uno dei cinea-sti [...] cari -a noi ea tutta una genera-zione di spettatori [...] cavallo fra anni [...] e [...] ma ora ce lo siamo [...]. Ovviamente, [...] colpa nostra. Le vie si biforcano ed [...] difficile dire [...] sbagliato stra-da, e a quale [...]. Sta di fatto che [...] prendeva direzioni più dinamiche, e scopriva [...] Pechino e di Taiwan, i Coen, John [...] fino a Tarantino), lui [...] una vena moralista e declamatoria, trasformandosi in [...] guru [...]. [...] -con [...] di «I fratelli [...] -delizioso, a dimostrazione che [...] è morto -sono an-gosciosi pistolotti sulla cattiveria [...] toni da Papa che non gli [...]. La solerte pubblicità, qualche mese [...] «lanciato» come un [...] atto di violenza, una sorta [...] manifesto del buonismo cinematografico. Per fortuna non è [...]. Anche perché momenti violenti, nel [...] ci sono [...] inseriti in un contesto che [...]. Il che va benissimo, [...] in di-scussione [...] di «esaltare» la violenza [...] va ribadito che da sempre la rappresentazione [...] al centro [...] e [...] da Tarantino per condannare Ome-ro, Shakespeare [...] le tragedie greche. Dove ci si sbudellava [...] e più [...] che in [...] Fiction». Tornando a «The End [...] bisogna dare atto a Wenders [...] fatto un film meno «teorico», [...] programmatico di quanto te-mevamo. /// [...] /// Wenders ha [...] la [...] consueta vena [...] (ci-nema che parla di cinema, [...] inten-derci) con una storia che smaschera, anche con una [...] ironia, i mecca-nismi della macchina hollywoodia-na. Eccoci dunque [...] le peripe-zie di Mike Max, [...] film [...] che un bel giorno [...] dei materiali scottanti che sembrano provenire dagli [...]. Subito Max viene rapito da [...] killer: ma proprio [...] per [...] i due vengono a loro [...] accoppati, grazie a un [...] sistema di controllo con cui [...] sta «monitorando» [...] città di Los Angeles. Max si salva, ma [...]. /// [...] /// [...] moglie prende in mano [...] produzione e si fidanza con un rapper [...]. E noi scopriamo che [...] un mago dei computer che [...] mettendo a punto il suddetto siste-ma: una rete di [...] che con-sentono di spiare Los Angeles, una [...]. Ci avete capito qualcosa? No, [...] Beh, consolatevi: nemmeno noi. Perché il vero problema [...] è assolutamente la morale di fondo, che [...] condivisibile, ma le contorsioni e le ingenuità [...] rendono il film incom-prensibile. Pare di capire che [...] discorso ci siano due «conver-sioni», due folgorazioni [...] Hollywood: quella di Max, che come Mattia Pascal [...] il cinema e si rifà una nuova [...] di [...] le perversioni del potere [...]. Più che la «fine della [...] il film sembra raccontare [...] del pentitismo: ovviamente, un pentitismo [...] che [...] peso morale delle immagini, [...] che i film hanno sulle [...]. Ma [...] è talmente in-tricato, da far [...] che Wenders sia il primo a non avere le [...] chiare; [...] destinatari del messaggio, usci-ranno [...]. Co-me, forse, buona parte [...]. /// [...] /// Alberto Crespi basso Il [...] due rapinatori Bill Pullman in «The End [...] Alla [...] la poetica commedia di [...] storia di un bambino [...] femmina Dal Belgio la malinconica infanzia di [...] «Ma vie en rose» narra con toni leggeri [...] come quello di [...] identità sessuale in un [...]. Tornatore, già venduto il film [...] da fare [...]. Sono proprio bravi questi [...] che sperimentino il realismo «rubato alla vita» [...] di La promessa (usci-to [...] Italia), sia che affronti-no in toni da commedia [...] sessuale, co-me [...] di Ma vie en [...] tra gli applausi alla [...]. Il titolo, ambiguo quanto [...] mondo in-teriore -roseo, rassicurante, riscal-dato da una Barbie [...] vola co-me Campanellino -nel quale si ri-fugia Ludovic, [...] garçon di sette anni che si crede [...]. Cresciuto in un ridente [...] sembra usci-re da Edward. Mani di Forbice (colo-ri [...] famigliole sorridenti), il fanciullo esprime con disarmata [...] tendenze mascherandosi vo-lentieri da donna e «indossando» [...] capelli dalla foggia femminile. I problemi nascono quando Ludovic [...] di [...] sposare da grande [...] del-la casa accanto. Sembra solo una battuta infantile, [...] il bambino è davvero convinto di essere una femmina: [...] stato Dio a sbagliarsi, dice istruito dalla sorella, facendo [...] una [...] di troppo nel suo patrimonio [...]. Immerso in [...] riden-te e solare, che [...] di più lo sviluppo amaro della vi-cenda, Ma [...] rose resoconta il manifestarsi di un «differenza» [...] rompe le amicizie, solidifica [...]. Sì perché è chiaro che [...] giro di qualche set-timana Ludovic e [...] fami-glia cominciano a essere messi [...]. Sulla base di una [...] il ragazzo viene al-lontanato dalla scuola e [...] po-co anche il papà perbenista e un [...] licenziato. A po-co può la [...] nel tentativo di restituire [...] maschile» a Ludovic. Pur costretto a tagliarsi [...] a gio-care con le pistole o a [...] continua a sentirsi fem-mina, [...] che durante la recita [...] chiude la [...] in bagno per [...] il costume in scena. Non era facile trattare [...] delicato nel paese [...] emergenza pedofila, ma il [...] Alain [...] sfodera una gra-zia ammirevole [...] costume e fughe oniriche, commedia e dramma: [...] ri-tratto, universale, di un mondo adulto incapace [...] deve essere facile per dei genitori) di [...] con i temi [...] sessuale. Ma se il re-cente Beautiful [...] mostrava in una chiave più [...] la sco-perta omosessuale [...] pubera-le, Ma vie en rose [...] ferma prima: senza ipotecare il futuro di Ludo-vic, il [...] usa insomma il piccolo episodio di intolleranza sociale per [...] il pubblico a guardarsi dentro, a [...] sui veleni del pregiudizio a [...] sessuale. An-che se la cornice [...] offre [...] a [...] e ai suoi bravi [...] il messaggio in modi ironici o addirittura [...] la naturale «femminilità» di Ludovic insidia le [...] grandi. Vista la delicatezza [...] non sorprende che il [...] interviste a rassicu-rare i giornalisti sul grado [...] dal piccolo at-tore scelto per interpretare Ludo-vic: «Georges Du [...] è figlio [...]. Gli ho parlato chiaramente [...] ha avuto nessuna diffi-coltà nel separare i [...] e della realtà. Altrimenti avrei rinunciato al [...]. Sarebbe stato un vero [...]. Non si sentiva la [...] secondo titolo [...] in the [...] -presenta-to ieri dalla [...]. Sponso-rizzato da Martin Scorsese, [...] Matthew Harrison sfodera un cast di prima [...] tono [...] in linea coi gusti [...]. È la storia di [...] (dice di essere alla [...] stesso) che si ritrova in tasca un [...] da consegnare per conto dello zio trafficone. Tra sparatorie che non [...] di Sinatra, chiacchiericcio in libertà «alla Tarantino» [...] del dirigibile [...] as-sistiamo così alla maturazione [...] Redmond: troppo fesso per essere davvero un pericolo [...] per non avere la meglio sulla solitudine [...] bella hostess. Linda Fio-rentino, James Woods, Michael [...] Lili Taylor fanno da [...] gesta del prota-gonista e [...] Kevin [...]. Ma [...] appare fasulla, lo stile è [...] le situazioni risultano arti-ficiose. Per una volta Belgio batte America. Michele Anselmi [...] 1. Sulla parola (nel senso [...] è ancora da farsi). Ovvero, in questo caso, [...] Tornatore, del protagonista Tim Roth e della [...] (il musicista Morricone, il direttore della fotografia Spinotti, [...] Quaranta, il costumista Millenotti) che ci lavoreranno. Ieri mattina è stato [...] tra la Medusa (che produce) e la New Line, [...] indipendente Usa affiliata alla Warner. La New Line distribuirà [...] Stati Uniti. Il film si chiama «La [...] pianista [...] ed è ispirato a [...] Alessandro Baricco. /// [...] /// Il film si chiama «La [...] pianista [...] ed è ispirato a [...] Alessandro Baricco. (0)
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