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Nei suoi progetti aveva [...] memoria e alla storia. Vanni Scheiwiller ci regala [...]. Quelli di Montale erano azzurri, [...] quelli descritti martedì [...] nel re-portage da Lugano sui [...] del Diario Postumo. Mi ha fatto pia-cere [...] anche Maria Corti, su Repubblica». A proposito del caso [...] di Dante Isella sul Corrie-re, [...] in dubbio [...] del Diario Postumo di Monta-le, [...] è erede Annalisa Cima, Scheiwiller confessa la [...]. Il suo gesto per [...]. Oltre a [...] testimoniare per-sonalmente [...] e degli incontri tra la Cima e Montale, posso aggiungere che la prima assi-curazione sulla [...] di questi manoscritti [...] avuta proprio da Bianca Montale. Questa bagarre è una lotta [...] bande di filologi. In-vito Leonardo Mondadori a [...] altro per quel [...] di sangue che dovrebbe [...] Mimma e Arnoldo». Intanto, mentre alla Mondadori [...] il caso si arricchisce di un nuovo [...]. Giorgio Montale, avvocato di Bianca Montale, [...] una lettera che apparirà oggi [...] chiede alla signora Cima [...] o di tacere». La Cima gli risponde, dopo [...] mostrato a [...] in an-teprima assoluta gli autografi [...] saranno esposti a Lugano [...] dal 24 al 26 ottobre [...] il 13 novembre alla Columbia Uni-versity di New York [...] le poesie e una selezione delle [...] e dopo [...] della filologa Maria Corti, [...] ieri su Repubbli-ca, che rivelava [...] natura dello scherzo di Montale ai critici. Bianca Montale, attraverso il [...] di [...] dato il pro-prio assenso [...] Diario Postumo facendo affidamen-to solo sulle verifiche [...] filologi della casa editrice. Dun-que, i documenti aventi [...] da Annalisa Cima sarebbero «privi di valore». La Ci-ma ha sempre precisato [...] le sue richieste riguardavano non le [...] ma solo la cura [...]. Non può incolpare la Mondadori. Le verifiche duraro-no ben [...]. La lettera incri-minata, che [...] Cima esibi-sce, è datata 26 novembre 1986 e [...] e la firma di Bianca Montale. Secondo [...] di Bianca Montale, invece, [...] do-cumenti aventi contenuto eredita-rio sarebbe stata portata [...] Bianca Montale solo il 7 marzo 1997» [...]. Potrei in-contrare Bianca per [...] scritta dei diritti finanziari, trattenendomi quelli morali. Infat-ti non dovevo mettere [...] subito, tutte le vo-lontà di Eugenio Montale [...] tredici [...]. E ciò perchè le [...] e prelegato durano in eterno e vanno [...] a momento debito, così come Montale vole-va». Antonella Fiori [...]. [...] 6 di ieri mattina, [...] San Raffaele di Milano. Una settimana fa era uscito [...] con [...] a sbattere contro un muro, [...] aveva riportato serie fratture e [...] perforazione di un pol-mone. Poi il blocco renale [...]. Aldo Rossi, [...] è morto. Se [...] contemporanea, non solo italiana, è [...] di Aldo Rossi. Con [...] con i suoi scritti ed [...] suoi inse-gnamenti, con la [...] teoria ma, so-prattutto, con i [...] edifici costruiti in ogni parte del mondo, Aldo Rossi [...] riconsegnato [...] a se [...]. [...] e a trovare nella [...] nel proprio divenire le leggi e le [...] suo farsi. Queste forme, agli inizi [...] so-no forme elementari (il cubo, la pira-mide, [...] degli archetipi, giocati [...] e progetti essenziali ma [...] allusiva, come nel concorso per un monu-mento [...] Resistenza [...] Cuneo (1962), nel progetto del municipio e [...] partigiani a Segra-te (1965) o come nel [...]. Dal Gallaratese, il complesso [...] di Milano (rea-lizzato assieme a Carlo [...] nel 1970, alla scuola [...] Fagnano Olona del 1972, al cimitero di Modena [...] vocabolario di Rossi ricombina in [...] termini [...] poche parole. Parole essenziali, già dette [...]. /// [...] /// [...] di Aldo Rossi, pubblicato la [...] volta nel 1966 e ristampato in decine di edizioni [...] tutto il mondo) e la [...] memoria a suggerire quelle parole. Messe insieme, parole e [...] analoga» dai sapori metafisici. Non a caso per [...] i disegni di Rossi si sono fatti [...] De Chiri-co, di Sironi e di Morandi: [...] gusto [...] insoli-to, per quel suo [...] e fuori del tempo, per [...] spiazzante dei suoi disegni, [...] che precedevano o ac-compagnavano i suoi progetti. Ma i [...] di Aldo Rossi sono [...] contamina-zioni di tanti suoi improvvisati epigoni postmoderni. Rossi usa la lezione [...] come cata-logo eclettico buono per tutti i [...] luogo concreto della costruzione della città e [...]. In questo metodo e [...] tanto la lezio-ne dei geografi francesi quanto [...] la mano del gi-gantesco monumento a San Carlo Borromeo, [...] e vecchie centrali elettriche, transenne ro-mane, cabine [...] tetti a triangolo e una bandierina svet-tante [...]. Aldo Rossi era nato [...] Milano [...] 3 maggio del 1931. Nel 1949 si iscri-ve [...] Politecnico [...] Milano e nella seconda metà degli anni Cinquan-ta [...] collaborazione alla rivista [...] allora diretta da Ernesto Nathan Rogers, [...] di cui diventerà redattore fino al 1964. Intanto fa il suo [...] Ignazio Gardella, uno dei padri [...] moder-na italiana, con cui, [...] realizzerà il nuovo teatro Carlo Felice a Genova. Nel 1963 è assi-stente [...] Ludovico [...] e solo due anni [...] al Politecnico. Cominciano i suoi viaggi [...] con la Spagna e con gli architetti [...]. Poi nel biennio 1968-69 [...] ad un grup-po di docenti (ci sono [...] come Franco Albini, Ludo-vico Barbiano di Belgioioso, Piero Bottoni, Guido Canella, Paolo Por-toghesi) di una coraggiosa speri-mentazione [...] del movimento studentesco e delle occupazioni. Su [...] si abbatte la repressione del [...] della Pubblica Istruzione che, nel 1971, sospenderà Rossi e [...] altri [...] in tutte le università italiane [...] verrà [...] reintegrato nel 1975 e chiamato [...] cattedra di Composizione architettonica [...] di Venezia). In quegli anni insegna [...] in università e scuole di mezzo mondo: [...] Svizzera [...] Brasile, dagli stati Uniti alla Cina. Rossi e i suoi [...] se-gno e i [...] da studenti e da [...]. In que-sto senso [...] milanese è uno, forse [...] italiana contem-poranea, capace non solo di [...] vi-ta ad uno stile, [...] maniera nei suoi epigoni, ma, come scrisse Manfredo Tafuri, [...] di alimentare di continuo, in-torno alla propria [...] pro-pria figura, una polemica e un in-teresse [...] fine, lo stesso concetto di autonomia». Gli anni 80 e [...] del consolidarsi della fama di Aldo Rossi [...] (nel 1990 vinse il prestigioso premio [...] e del moltiplicarsi di [...]. Non è sempli-ce [...] anche [...] sol-tanto alcuni: la serie di [...] resi-denziali [...] di Berlino, il Teatro Carlo Felice a Genova, il centro commerciale di Parma e il [...] edilizio di fronte alla stazio-ne di Perugia, [...] in Giappone, il Museo [...] di Maa-stricht, [...] di Linate, gli uffici Disney [...] Orlando o la bellis-sima Villa Alessi, [...] per cui aveva disegnato anche [...] splendida serie di caffettiere. Su tutti il suo [...] la lezione di un grande maestro che [...] lasciati. Renato Pallavicini «Il tempo è [...] mio regista» «Vi [...] riconciliazione con [...] -scriveva Aldo Rossi [...] al terzo volume della raccolta [...] sue opere complete, curata da Alberto [...] ed edita [...] -. Mi sembra di [...] esprimere ciò che prima [...] attività; forse questo mi capita perché ho [...] affinità tra [...] e il regista, in [...] entrambi potrebbero essere inutili e in realtà [...] antichi muratori o il processo tecnologico hanno [...] di Hollywood ha messo [...] regista». [...] non ha compreso nella [...] Triade la fortuna e il [...]. Poteva [...] un greco, non un romano». E ancora sul tempo [...] scrivendo: «Il tempo è galantuomo e ho [...] lo fosse massimo negli edifici: che la [...] e le stesse intemperie, conferissero alle costruzioni [...] alla struttura osteologica [...]. Purtroppo devo constatare, con [...] vi sono edifici che il tempo non [...] il concetto architettonico sia per i materiali. Ecco quindi che il [...] come una analisi possibile delle costruzioni; e [...] come un campo sperimentale degli stessi». Poi, correggendo tante interpretazioni [...] «In molti miei progetti si cita a sproposito De Chirico; [...] guardare [...] delle stazioni, senza tempo. Nei quadri urbani di Sironi [...] è già passato: in altri termini il [...]. Penso che la realtà [...] il treno è sempre una condizione capovolta [...] tempo. A volte questa condizione si [...] per [...]. /// [...] /// Aldo Rossi teneva lezione in [...] del Trifoglio, al Politecni-co di Milano, [...] di Ingegneria prestata [...] sugli scalini, con i quaderni [...] gi-nocchia per prendere appunti. Rossi parlava di [...] e di [...] o di Louis Etienne [...] unendo il pensiero filosofico [...] storia di un secolo. Parlava in modo assai [...] straordinaria precisio-ne di un linguaggio scarno e [...] parole che affasci-navano chi [...]. Il silenzio esprimeva il rispetto [...] che si de-vono a un Maestro, la cui autorità si riconosce con facilità e con [...] caduti gli obblighi in [...] messa [...] dalla contestazio-ne. Poco dopo, nel 1974, [...] ministeriali che so-spesero [...] consiglio di facoltà. Aldo Rossi, insieme con [...] avevano rappresentato il «sale» [...] e della cultura mila-nesi [...] costretto a «emigrare», per continuare a inse-gnare. Il suo libro più [...] delle città», stampato allora [...] Marsilio [...] una copertina lucida bianca e rossa, era [...] e [...]. A Milano Rossi continuò [...] a lavorare nel suo studio in una [...] una stretta e scura via ot-tocentesca a [...] Misso-ri. Studio per nulla high [...] vec-chiotto e polveroso con i [...] porte ingiallita, le pareti rivestite [...] suoi quadri che [...] la [...] architettura, figure geometri-che che invadevano [...] e piazze, su-gli scaffali gli oggetti del suo design, [...] e bollitori, che erano [...] volta architetture riprodotte nella scala [...] un appartamento o [...] da cucina. Con gli stessi oggetti aveva [...] una sorta [...] facciata, aperta a tutti gli [...] che sorgeva appoggiata a una parete tra un piano [...] dello scalone [...] di una Triennale [...] fa. Uno dei pochi lavori [...] Milano [...] chiese negli ultimi tempi, chissà in [...]. Con pochi altri e come [...] altri Aldo Rossi rappresentava [...] in-ternazionale, cosmopolita della [...] città, Milano, nella tradizione dei [...]. [...] aveva potuto lavorare ovunque, in America e in Europa, più che nel suo paese (soprattutto [...] ven-tennio), attento alle dimensioni dei [...] e docente universitario a Venezia [...] rappresentare una no-stalgia». Francesco Dal Co e Manfre-do Tafuri [...] altro maestro scompar-so troppo presto) gli dedicarono [...] pagine della loro «Ar-chitettura contemporanea», che ap-parve [...] a sottolineare «in tutta la [...] problematicità [...] che Aldo Rossi ha [...] architettonica del nostro seco-lo». Francesco [...] con [...] di una morte inattesa. Dal Co avvertiva, già nella [...] storia, la vici-nanza con un altro grande [...] Louis Kahn: [...] di Rossi constata la scomparsa [...] un ordine logico del discorso architetto-nico, in coincidenza [...] borghese. [...] esprime [...] per [...] antecedente tale trasformazio-ne, bensì la [...] per un ordine linguistico ancestrale. Come Kahn, anche Rossi [...] esorciz-zare la perdita del centro, manon nu-tre [...] esterni. La logica potrà affermarsi [...] in cui il linguaggio nascerà da [...] continuamente variata, di poche [...] loro valore semantico originario». Da [...] nasce il ricorso alle figure [...] si deposita nel paesaggio. Dal [...] un [...] Heinrich [...] «Come per il fondatore del [...] ma proprio in tale definitivo [...] si dimostra che la nostalgia soggettiva può essere partecipata [...]. Guido Canella lo sente [...] un amico fraterno, ma anche, senza timidezze, [...] grande architetto italiano del dopoguerra, come Terragni [...] Novecento: «La [...] opera aveva un sapore [...]. Aldo Rossi sapeva ridare [...] attraverso le citazioni de-gli [...] di Palladio o di [...] espressionista la critica del [...]. /// [...] /// Guido Canella protesta [...] riconoscenza di Milano: «Il suo [...] più belle [...] italiana. Il suo cubo ridà [...] spazio tra anonimi palazzi di via Manzoni [...] ridà vita a un luogo. Eppure alla [...] inaugurazione susci-tò proteste volgari. Qualcuno tra i candidati [...] inserire nei suoi programmi politici la demolizione. [...] per Aldo Rossi, che [...] che si esprimeva nel solco della grande [...] cultu-ra radicata che sa proiettarsi al di [...] e confrontarsi. Come lui fece nel [...] in al-tre università e costruendo in tante [...] tra Berlino e Zurigo, tra [...] e la Francia. Quando im-perversava [...] style, fu [...] di Milano, di cui intravvedeva [...] spirito originale e indimenticabile. Avremmo voluto [...] tra noi, nella nuova sede [...] architettura alla [...] in quella periferia di un [...]. /// [...] /// Avremmo voluto [...] tra noi, nella nuova sede [...] architettura alla [...] in quella periferia di un [...]. (0)
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