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TEOLOGIA No, il serpente [...] Eva alla mela. Tutto ciò è sola corruzione [...] fatti. Adamo mangiò la mela. Eva mangiò Adamo. Il serpente mangiò Eva. Questo è il buio [...]. Il serpente, frattanto, fa [...] suo pasto in Paradiso -sorridendo [...] il querulo richiamo di Dio. TED HUGHES (da Pensiero -Volpe [...] poesie, Mondadori, [...]. Due esempi, roventi di [...] poi, a loro volta, rimbalzate sui giornali. Peter [...] ha scritto per la [...] il resoconto di un [...] Serbia: è diven-tato un libro, tradotto da [...] con il titolo Un [...] ha scatenato feroci discussioni. Alain [...] pensatore pari-gino di origine [...] in-tervenuto per anni su vari giornali francesi [...] dei croati: anche i suoi articoli sono [...] in Francia da Gallimard [...] Italia dal piccolo editore [...]. Forse per questo, [...] da noi Il crimine [...] non ha suscitato reazione alcuna. Inve-ce merita, e non [...] il contrario esatto di quello, ormai celebre, [...] in tutto, per opinioni [...] sensibilità, per scrittura. Il duello è esplicito. [...] in-sulta [...] gli dà [...]. Dice che è «un [...] quelli sempre più attuali, che sono ovunque [...] par-te». Dice che «dallo scoppio [...] un incomprensibile spu-tasentenze a favore dello Stato [...]. [...] accusa [...] di [...] un genio, e dunque autorizzato [...] deformare la verità: «la ragione di [...] è costituita esclusivamente da impressioni [...] e da nostalgie estetiz-zanti». /// [...] /// [...] è andato oltreconfine, dietro [...] fronte, fuori dal campo di bat-taglia: nella [...] «messo al bando tutto intero» dal [...] e delle televisioni. Il suo è un [...] un reportage. Contro le immagini di [...] sca-glia una serie di immagini. La [...] Serbia: una livida steppa, [...] spogli, case costruite a metà, ombrelli scadenti [...] il vento, cani stecchiti nel-la neve alta [...]. I suoi serbi: ombre di [...] civiltà antica e sco-nosciuta, impietriti dalle privazioni materiali ma [...] condanna del mondo. È forse immorale, è [...] queste [...] sofferenze (lo squallore, il [...] denti scheggiati, il gelo) quando [...] chi muore? O è [...] i popoli in buoni e cattivi, aggressori [...] vittime e soli malvagi»? Peter [...] risponde, ancora una volta, [...] un gesto lirico. Va sulla sponda serba del [...] Drina; [...] riva [...] la Bosnia, cadaveri, case bruciate, [...] profughi: «là sulla Drina sentii la necessità di far [...] un sasso [...] verso la sponda bosniaca (solo [...] poi non ne trovai nean-che uno)». [...] invece, non vuole lanciare [...] ponte verso [...] sponda; per lui la [...] una parte sola, e il suo libro [...] di [...] umanitaria, ma indifferen-te [...] in carne e ossa; [...] del fatto che si possa essere croati; [...] ma cieca da-vanti a quello che più [...]. Non è vero che [...] Ju-goslavia sono tutti uguali, ugual-mente feriti da [...] era il regime comunista a tene-re insieme [...] essere di-viso. Oggi però il legittimo [...] croati e bo-sniaci è soffocato dalla paura [...]. Essere moderni si-gnifica vivere [...] dove tutti sono uguali per-chè vivono «nella [...] co-municazione e di consumi», in un mondo [...] gigante-sco supermercato: chi rivendica autonomia è un [...]. Chi ha ragione? [...] con la [...] scrittura aspra, tagliente, piena [...] con le ampie volute [...] con la [...] illumini-stica denuncia [...] Sono due visioni opposte, [...] entrambe verità. E che, in fondo, [...] cosa. [...] e [...] nemi-ci, combattono in realtà [...] quella contro il conformi-smo, i pregiudizi, la [...] dei media, spacciatori di [...] surrogato [...] che è [...] «Cosa si sa là [...] un sapere a base di internet e [...] qualsiasi sapere effettivo, che può nascere solo [...] imparare?». Quisling [...] GIOVANNI GIUDICI Un giovane [...] Spezia) richiama cortese-mente la mia attenzione su un [...] al passato che da qualche tempo af-fiora [...]. Perchè non [...] Forse, come ognuno, sono un [...] portato a dare di quel che ho. La memoria, ad esempio: [...] che sia, naturalmente, anche memoria storica, di [...] libri di scuola e [...] corrente (giornali, TV ecce-tera). Si dovrebbe dare per [...] dice «Hitler» non ha bi-sogno di diffondersi [...]. Ma proprio qualche giorno [...] suddetto Insegnante (e qualche giorno prima con [...] a Mila-no) mi è accaduto qualcosa di [...] il mio arcai-co punto di vista. Avevo con scher-zosa iperbole [...] presidente quisling» o «un comita-to quisling», insomma [...] di «quisling» ossia di vaga-mente «illegittimo» sostituito [...] «legittimo» come i vari governi fantoccio che [...] quello di [...] Quisling in [...] la Germania nazista aveva [...] paesi oc-cupati durante la Seconda guerra mondiale. E in entrambi i [...] interlocutori mi avevano guardato con aria interrogativa [...] interrogativa avrei forse potuto [...] io). Ora mi domando se [...] storia in cui loro avevano studiato non [...] tedesca della Norvegia, [...] evento «marginale» nel contesto [...] e di tanti «quisling»; o se forse [...] ancora aggiornati [...] dei loro studi; o [...] nomignolo fosse già caduto [...]. [...] dunque un qualcosa della Storia [...] rie-sce a trovare cittadinanza definiti-va sulle pagine [...] appe-na nella mente e nel ricordo di [...] Così pare. Per gli altri passa [...] come (non so) gli sguardi di due [...] di due treni che [...]. [...] per fortuna, qualche dizionario italiano [...]. [...] i ragazzi e [...] sociale Nietzsche e [...] del contagio STEFANO VE LOTTI Non è facile misurare il livello di ottundimento a cui [...] porta la nostra convivenza, nazionale e globale. Parlo di quella convivenza [...] scambi simbolici più comuni -conversazioni, giornali, tv, [...] distratte, e quando non distratte, vio-lente. Potrebbe sembrare che le [...] orrori oltre il con-fine, le mostruosità della [...] di volgarità su cui lascia-mo svettare i [...] non passino den-tro, non [...] di noi personalmente, almeno finché ci si [...]. Naturalmente non è vero. Questa litania infernale entra [...] monoto-nia getta un incantesimo, [...] pugno come un sortilegio. Ma nep-pure nei momenti [...] questo paesaggio sembra un unico grande spappolamento [...] è facile misu-rare il proprio degrado mentale [...]. È solo per contrasto [...]. È solo quando si [...] un versante in om-bra di questo stesso [...] si risveglia improvvisamente, come da un sonno [...]. Un risveglio di questo [...] per me una recente visita alla comunità [...] «Centro Lorenzo Mori». Non si pensi a [...] pensi piuttosto a un casolare tra le [...] una «piega», un versante [...] stesso mondo dai tratti infernali appena ricordato, [...] offrire a molti un appi-glio, una base [...] un pun-to di riferimento -pratico mentale morale [...]. È una coope-rativa sociale [...] culturali, non di «assistenza» o «beneficenza», nata [...] la cura dei bambini e degli adolescenti [...] di qualsiasi socie-tà che intenda avere un [...] è scritto in un pieghevole del Centro). Che una convinzione tanto elementare [...] traduca in [...] difficile, tale da richiedere una [...] infinita, la dice lunga sulla no-stra vita sociale. Se i visitatori occa-sionali [...] sentono prevedi-bilmente pesi morti nei confronti del Centro [...] serve più a ristabi-lire [...] mentale del visitatore che [...] a chi vi lavora o ai suoi [...] i volontari e gli obiettori di co-scienza [...] dare solo un apporto limitato. Infatti, nei confron-ti dei [...] ragazzi che ospi-ta, il Centro si è [...] un ambiente favorevole alla «forma-zione [...] e per mante-nere un [...] è necessario [...] anima e corpo. Non è possibile un [...] tempo», [...] di responsabilità limitata. Il Centro, diretto da Fabrizio Mori, [...] universitario di paletnolo-gia, ospita una decina di [...] supera mai, tra operatori e ospi-ti, un [...] a 4. Ciascun ra-gazzo porta con [...] unica, segnata per lo più dalle violenze [...] da carenze ambien-tali o genetiche, o da [...]. Nel-la stanza dove parliamo [...] Mori, [...] affaccia ogni tanto qualcuno, per fa-re una [...] o per annunciare che il pranzo è [...]. Può darsi che sia [...] che ha passato i suoi primi quattor-dici [...] recluso, in un istituto o in famiglia; [...] a una «terapia» fanatica e sbagliata, e [...] di parlare; uno di loro, destinato per [...] vivere come «lo scemo del villag-gio» in [...] regione, si è poi laureato [...] di Pisa. Il Centro non promette «terapie», [...] richiede [...] a dottrine, né si presenta [...] una panacea. Ciò che mi colpisce ancora [...] volta è [...] semplicità di ciò che of-fre, [...] rarità di questo bene così sem-plice, e [...] differenza che tale offerta può [...] nella vita di centinaia di giovani. Cominciamo [...] semplicità: Mori, uno dei [...] avvertire [...] della biologia e [...] anche nel suo campo [...] sottovaluta affatto il peso che i fattori [...] for-ma di un individuo; ma sa per [...] questo peso può essere un alibi, e [...] siano le condizioni genetiche di partenza (oggi [...] in cui si cresce [...] differenza tra [...] mancata e [...] che si di-spiega al [...] possibili-tà. Il comportamentismo non [...] direi che è più una [...] di buon senso. E [...] tocchiamo il se-condo punto, la [...]. Questo che ho chiamato [...] che non è il senso comune) fa [...] Centro dia il giusto peso agli aspetti [...] in cui [...] si sviluppa. Al Centro si coltivano [...] sapendo che non possono essere disgiunte dalla [...] di chi ci vive. E infatti anche il [...] subito [...] leggera, dove è ammessa [...] graffiante -nella migliore tradizione toscana -perché tra [...] un rapporto di stima [...] fiducia; e non [...] pesante dei gruppi chiusi [...] a un credo, inca-paci di leggerezza e [...]. Lo ripeto, si tratta [...] del reale, non di un luogo fuori [...]. I ragazzi frequentano le [...] zona, si inseriscono, quando è possibile, nel [...] fanno molti sport, vanno al mare e [...] spinti ad avere una loro vita indipendente. Il «Centro Lorenzo Mori», pur [...] una cooperativa di privati, ha stabilito con la Usl [...] della [...] (Siena) una proficua colla-borazione. Non ultimo suo merito [...] estraneo alla [...] idea di società dal [...] la dimostrazio-ne che persino quelle istituzioni che [...] di (giustificate) la-mentele o di (scellerate) furie [...] possono prosperare o morire nel solito marciume, [...] e la dedizione possono tra-sformarsi in strumenti [...] civile. FRANCO RELLA Marco Vannini [...] almeno [...] a esplorare la grande [...] mistico (sue sono le edizioni più significative [...]. In [...] libro, Mistica e filo-sofia, (Piemme, [...] Vannini rende esplicito il suo progetto attraverso un [...] porta da Margherita [...] e [...] fino a Hegel e [...] Nietzsche. Questo percorso è te-so [...] solo i rap-porti tra mistica e filosofia, [...] mistica è in realtà «la filo-sofia nel [...] forte e più nobile». Fanghiglia Platone voleva strappare lo [...] dalla «fanghiglia barbarica» dei sensi, [...] uscire [...] delle dissomiglianze» che abitano il [...] dal «naufragio nella molteplicità». Ugualmente Margherita [...] Cusano e la grande mistica [...] alla «morte del corpo» e [...] a Dio», [...] attraverso appunto la ne-gazione del [...] e [...] «come centro di volizioni e [...] di produzione di [...] in quanto tutto ciò che [...] «proprio», tutto ciò che è personale è male. Lo stesso pensiero che [...] sciocchezza» del pen-siero [...] è individuato da Vannini [...] cui, in Hegel, lo Spirito giunge a [...] la negazione. Ma que-sto movimento si compie [...] Hegel attraverso [...]. In una parola: attraverso i [...] e gli eserciti di Napoleone. Ma il luogo in [...] di Vannini si fa più proble-matico è Nietzsche. Il rapporto tra [...] e [...] è più complesso (a mio [...] anche nei mistici). A questo rapporto è [...] Forme [...] paradosso di G. Franck (Feltri-nelli, 1996), che [...] parte del volume, in un saggio di [...] questo dualismo si trasfor-mi in Baudelaire nella [...] una sconfitta: [...] di procedere oltre che [...] mondo sulla soglia, o sul crinale, di [...] o di una di-sperata «vaporizzazione». È Nietzsche, secondo Franck, [...]. Bene e male, io e [...] vita e morte si fronteg-giano in una tensione e [...] un conflitto che appare in-superabile. È il «paradosso tragico» [...] Nietzsche di pensare uno spazio intermedio, che [...] in cui si generano le for-me in [...] si mostra e si esprime. È lo spazio di [...] cui, con gli occhi del tragico, è [...] dissidio che anima il mondo. La verità, per Nietzsche, [...] nel velo che la copre e la [...]. Un velo, [...] della differenza, in cui [...] volti di Apollo e di Dioniso, [...] e della nega-zione della [...] forma che rende percepibile e comuni-cabile il [...]. Il pensiero abissale di Nietzsche [...] mai in fondo [...] nella fascinazione [...] in quanto «se vuole [...] il pensiero deve tendere sempre a produrre [...] e parziale». Ma è que-sto pensiero [...] della dimensione estetica, che diventa la «divinizzazione [...] si pone co-me «sovrabbondanza di mezzi di [...]. Culmine della comunicabilità e [...] esseri viventi. [...] si iscrive anche il pensie-ro [...] ritorno che Nie-tzsche stesso aveva sospettato di nichilismo. Accettare [...] ri-torno è accettare il divenire [...] necessario e inevitabile. Ma questo può essere, [...] del Nano nello Zarathu-stra, il ritorno del [...] spleen e malinconia come in Baudelaire), oppure [...] la com-presenza di tutti i tempi [...] del tempo ritrovato (co-me [...] Proust). Diversità Il sapere di Nietzsche [...] nega-zione del corpo e del mondo. Non è negazione [...] e della di-versità. È il pensiero che [...] nella «regione della dissomiglianza» [...] Platone (e Agostino). Di cogliere «il senso [...] plurale e del suo dispiegarsi». Non è un pensiero [...] passione e ai sentimenti, ma è piuttosto, [...] Franck in una formula felice e forse definitiva, [...] affettivo». /// [...] /// Non è un pensiero [...] passione e ai sentimenti, ma è piuttosto, [...] Franck in una formula felice e forse definitiva, [...] affettivo». (0)
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