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Due miti che coesistono [...] di oggi. Giovani che mito Riccardo De Luca [...] 1. Questa rivoluzione non è [...] nè tantomeno analizza-ta, adeguatamente». Da questo giu-dizio «forte» [...] di un gruppo di sociologi [...] ten-tativo di circoscrivere i [...] giovinezza e le relative [...] collocazione i giovani hanno [...]. [...] si basa su un campione [...] di 1557 in-terviste effettuate nei mesi di [...] 1996 a giovani tra i [...] anni. Nel saggio introduttivo, Pierpao-lo Donati [...] discriminante: [...] di cogliere la condizione giovanile [...] dal contesto genera-zionale e da [...] relazionale (tra generazioni). Cita alcune delle definizioni emerse [...] indagini [...] né maestri», «una generazione del [...] «una generazione senza ricordi», «ragazzi senza tem-po», «suoni nel [...] «ragazzi senza tutela», una «genera-zione di sprecati», una «generazione [...] ecstasy»), e pur riconoscendo ad es-se varia efficacia, insiste [...] discriminante di «confusio-ne» fra le generazioni presenti in una [...]. La sintesi della [...] ri-cerca evidenzia soprattutto alcuni aspetti: [...] relativismo etico, [...] nar-cisistica, lo strumentalismo esisten-ziale e [...] ad un mondo vir-tuale deresponsabilizzato che viene proposto anche [...] una fa-miglia che tende a sostituirsi ad una scuola [...] più neutra e in crisi, altro non sarebbero che [...] di una [...] che, tutta-via, non riesce a [...] conto del carat-tere di maggior rilievo della [...]. A fianco di questo [...] però, la ricerca evidenzia dati più rassicuranti: [...] di giovani, infatti, «conserva un senso positivo [...] del fu-turo». Tuttavia i 5-6 milioni [...] non hanno punti solidi di riferimento, costituiscono [...] allarme, al quale le istitu-zioni devono dare [...]. Il «gorgo» è tanto [...] di espe-rienze e comporta-menti [...] presente ge-nerazione, gli autori riscontrano la tenden-za [...] indi-viduare «capacità di vita». Il dato per molti [...] invece dai [...] della vita. Questa parte, non irri-levante, [...] giovanile esplorato mostra migliori capacità [...] e un senso della [...] che, per [...] lasciano sperare che il gorgo [...] essere al-lontanato. Comunque sia, nella so-cietà [...] si chiami [...] se non vuole permanere [...] emozionale (cosa che impedisce sia la condizione [...] relazione intergenera-zionale), deve acquisire responsabi-lità e progettualità. Scrive Donati: «Diventa vitale [...]. Il limbo [...] tenuti dalle mancate scelte etiche [...] adulti non può però essere eter-no: [...] di punti di ri-ferimento non [...] avere [...]. Il malessere giovanile affiora [...] di Giovani e genera-zioni. Si parla, ad esem-pio, di [...] generazione che si [...] da-to [...] della pre-valente figura materna nei [...] interpersonali inter-ni alla famiglia. Lo strumentali-smo dei «padri» [...] nel paradigma dominante che costituisce la società [...]. Il «nido» familiare che [...] un tempo impensabile nelle genera-zioni precedenti, produce [...] forte [...] e di perdita di [...] autonomia. [...] emerge come valore fondamentale di [...] genera-zione (seguono [...] fami-glia, [...] tempo libero, impe-gno sociale, religione, [...]. Disagio nello stare soli, [...] difficoltà alla me-ditazione interiore fanno sì che [...] subentri a valori precedentemente assunti, quali la [...] sociale. [...] parte, [...] è uno dei va-lori forti [...] tutte le generazioni giovanili. Per quanto riguarda la [...] dato forse più di al-tri desta motivi [...] scarsa partecipazione gio-vanile [...] politi-co. Ciò esprime indubbiamente una [...] mondo politi-co degli «adulti» e [...] di pensarsi in termini [...] sociali collettive. Tuttavia, rispetto [...] del di-simpegno, [...] gio-vanile (religioso, sportivo, cultu-rale) sembra [...] secondo una logica positiva: «Più ci si im-pegna più [...] traggono motivazio-ni a continuare». Il dato che riguarda [...] dovrebbe rendere pensosi gli estremisti [...] di casa nostra sullo [...] ancora incombente sulla nostra società. [...] rivela una crescente diseguaglianza giovanile. Stagna-zioni culturali ed economiche [...] delle ori-ginarie diseguaglianze delle fami-glie. Come reagiscono i giovani [...] Pragmatismo, strumentalismo, desiderio di rea-lizzare i propri [...] di una chiara identificazione di classe o [...] «anche una richiesta di felicità e onestà [...] sen-tono la mancanza». Il lavoro per-de quel [...] ha avuto per le generazioni precedenti e [...] entro cui realizzare il bisogno di riconoscimento [...] e capacità». La parola, [...] indica la ca-pacità di assorbire [...] e di riuscire rapidamente a torna-re al suo stato [...]. E chi la usa in [...] libro non assegna ad essa un significato drastica-mente negativo, [...] fondo [...] è una forma di resistenza. I giovani presi in [...] «troppi miti» (le prefe-renze vanno comunque [...] a Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II, ma anche Che Guevara, Fini, Di Pietro), [...] spesso in un codice sim-bolico esterno e [...] un forte sentimento di [...] esistenziale e sociale, ma [...] capacità pro-pria di non essere nel profondo [...] che gli proven-gono [...]. La deriva è tut-tavia [...]. Quel [...] che mostra di [...] «drasticamente perduto il senso della [...] (4,3 milioni circa di [...] esige un rimedio. Comun-que sia -e questo [...] più si-gnificativo -questa generazione sempre più assume [...] una «condizione» e non di «un pro-cesso», [...] di là del-le sue tendenze [...] e al compromesso, come [...] la dimensione esisten-ziale, riesce ancora ad esprimere [...] componenti fonda-mentali «un progetto di crescita». Maurizio [...] «Americanizzazione», questa la parola [...] spiegare le «involuzioni» dei [...] giovani dopo [...] politico, così ripartite: prima metà del secolo [...] metà (con acme nel [...] a sinistra. Americanizzazione come disimpegno. Lo storico Franco Cardini, [...] un giudizio su «Il mito della giovinezza» [...] un [...] con tutti, con la [...] lo ascolta), con la sinistra, con Gianni [...] che, nel suo libro, [...] essenziale della condizione giovanile rispetto [...] politico. [...] entro il quale muove [...] di [...] della condizione giovanile è per [...] più complesso. La tesi di fondo [...] il mito della giovinezza nasce come mito [...] degli adulti, che, posti davanti al timor [...] di trasferire in essa il «simbolo [...] vitale puro». Ontologicamente ambigua la condizione [...] ma ancor più ambigua la condizione adulta [...] tempo del riconoscimento del divenire adulti dei [...] dai propri fini. Il conflitto generazionale troverebbe una [...] di assesta-mento soltanto nella raggiunta maturità, ma proprio [...] sta il problema. La risposta di [...] implica la specifica storia [...] di sinistra. Un «mito» rivisitato con [...] non indugia a languori passatistici, nè si [...] scettica posizione di distacco che smorza inevitabilmente [...]. Non è un mito [...] condizionato dal divenire storico, e come tale [...] un esperienza di trasformazione della societa, e [...] dimensione politica. [...] però una condizione che gli [...] devono [...] man-tenere ed è quella indicata [...] «Si dice: i giovani sono emotivi, instabili, a volte [...] infantili. Ma non ci si [...] è il risultato di chi impedisce loro [...] e [...]. Emotivi e instabili? Colpa [...] Una generazione (s)perduta Giovani e generazioni [...]. /// [...] /// [...] Il Mulino [...]. Gianni [...] spiega come la giovinezza [...] Novecento non esistesse Seduzione di [...] nata da meno di [...] «La penso come Pasolini: bisogna comprendere gli adolescenti [...] né [...] altrimenti si potrebbero smarrire». È tutto dalla parte [...] in un modo non indulgente e non [...]. /// [...] /// Pasolini amava molto i [...]. Però ne parlava anche [...] intransigenza, perché temeva che i giovani, blanditi [...] non capiti, potessero smarrirsi. Cre-do, appunto, che verso [...] debba tenere un atteggiamento di comprensione e [...] o lusinga. Sarebbe, questo, un mo-do di [...] dalle grandi [...]. Mi trovo a colloquiare [...] Gianni [...] di questo suo studio [...] uscito da Later-za, Il mito della giovinezza [...] un discutere coinvolgente, partecipato. Dipenderà certa-mente dalla memoria [...] vissuta negli anni Sessanta e che fa [...] ma significativo, a quel che vien detto. Comincerei dal titolo del [...]. [...] «Come dico [...]. Prima [...] la giovinezza non esisteva, [...] condizione infantile a quella [...]. /// [...] /// Soltanto a partire dalla [...] e poi, violentemente, nel Novecento, si crea [...] della vita. Il mito della giovinezza, [...] giovani è qualcosa che per ragioni diverse [...] nel Novecento in tutto il mondo indu-strializzato. Mito della giovinezza, ma [...] mito dei giova-ni. I giovani vengono considerati [...] soggetto sociale [...] il soggetto ri-voluzionario per [...] curiosa-mente avviene prima nella cultura della de-stra). La giovinezza di-venta mito [...] viene vista dagli adulti come [...]. Più volte nelle pagine [...] parla di ambiguità della giovi-nezza. Ambigua la giovinezza lo [...] suo codice genetico, nelle tendenze contraddittorie che [...] e [...] depres-sione, tra presunzione e [...]. [...] parte, i giovani sono [...] sono i loro padri, quel che è [...] e politica nel [...]. E [...] connotazio-ni dei giovani sono [...] oppure confuse e prive di identità a [...] attorno una [...]. Que-sto per dire anche che [...] forte la responsabilità degli [...]. Ambigua è anche la [...]. /// [...] /// Il loro modo di [...] nella rivolta, ma può essere anche integrato. [...] di per sé non ha [...] e definitiva. La può avere se [...] della società va in una direzione piuttosto [...]. [...] grande responsabilità che spetta [...]. [...] «Per due motivi. Uno [...] psicologi-co. Da una parte, gli adulti [...] che si va dilatando sempre [...] (oggi sono giovani anche i quaran-tenni). Così è più facile [...] dal mercato del lavoro, [...] tenere ai margini le [...] responsabilità dirette. Ca-so tipico quello dei partiti, [...] ha in mano il potere tende a [...] e a non [...] ai giovani, anche se si [...] di [...] di [...]. /// [...] /// Gli adulti si sono [...]. A proposito dei giovani [...] lei usa [...] «navigare a vista». [...] «Credo che i giovani risentano [...] appartenenze forti, senza che tut-tavia ciò [...] di orientamento. Il risultato sem-mai è [...]. È [...] di essere stati ingannati da [...] mai realizzate, e abbiano reagi-to [...] un senso di estremo reali-smo. Anche per quel che [...]. Lo preferiscono flessibile, [...]. Il lavoro non è più [...] per [...]. I giovani e la [...]. Lei sostiene che la [...] giovani sia più [...]. Anche per questo aspetto, [...] cambiati i parametri [...]. È vero che il [...] la politica è molto meno in-tenso di [...] è vero anche che è molto più [...]. Pensiamo alla generazione del [...] la politica un rapporto molto intenso e [...]. Però quanti erano? Una mi-noranza [...] una minoran-za colta. Oggi invece quasi tutti [...] delle percezioni politi-che. [...] è molto minore ma [...]. Nella zona della giovinezza, [...] mostra -lei scrive -vivi interessi per i [...] che non hanno un [...]. Lo percepiamo tutti se [...] della nostra vita. Accade perché [...] è totalmente [...] rispetto alle cose quotidiane della [...]. [...] non ha il problema del [...] della fami-glia. Forse [...] poesie, [...] grandi problemi della vita. Poi, con la cre-scita al [...] del piacere si [...]. È questa per caso [...] che può portare il giovane [...] rifu-giarsi [...] nella [...] «Parrebbe di sì. Si può sfociare nella ricerca [...] politica vissuta come tota-lizzante, come [...] di capo-volgere la realtà. Questo è anche il [...] atteggiamento giova-nile che non riesce a vedere [...] cose in termini graduali». Carmine De Luca Il [...] Gianni [...] Laterza Pagine 115 Lire [...]. /// [...] /// Carmine De Luca Il [...] Gianni [...] Laterza Pagine 115 Lire [...]. (0)
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