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La firma è avvenuta [...] tra il ministro degli Esteri Lamberto Dini [...] bosniaco [...] che hanno discusso alla Farnesina [...] del processo di pace nella ex Jugoslavia [...] bilaterali in continua crescita. [...] ha ribadito che il [...] è soddisfatto» delle condizioni in cui si [...] sabato, che «non rispettano gli standard» di [...] fissati [...]. Lo stadio [...] è in pie-di. Gli altoparlanti alternano musica [...]. Va e viene [...] delle bandiere, quasi tutte [...]. È la gente di [...] che ha invaso Sarajevo [...] fi-nale [...] il partito del presiden-te. Saranno cinquantamila, gli orga-nizzatori [...]. Tantissimi volti imberbi, caricati [...] sui pullman e sganciati nei pressi dello [...]. Il partito ha i mezzi [...] e [...] e si vede. Ma anche macchine private [...] e giù per il centro, [...] che hanno esposto le [...] o meno sponta-nei agli angoli delle strade. Sì, il [...] di [...] si sente a casa [...]. E questo è naturale. Ma si sente anche [...] solo padrone in que-sta casa, e non [...] delle regole di una competizione elettorale. I militanti spesso ti [...] sfidarti a dissentire in qualche modo, e [...] non aspettano altro che un tuo gesto [...]. Occupano gli incroci con [...] traffi-co. Ma ci sono anche [...] papà, mamma, bambini sulle loro vecchie «600». [...] gode di un consenso organizzato, [...] non fittizio né forzoso. Ieri mattina eravamo a [...] del sindaco Selim [...]. [...] è riuscito a tenere le [...] etniche lontane dalla [...] città nel corso di tutta [...] guerra. È un [...] il simbolo della convivenza [...] terra martirizzata. Io non so fare [...] che accadrà nelle urne. So che [...] ha impedito o disturbato [...] meeting, e anche [...] dei croati ci ha [...]. Gli raccontiamo che la [...] Sarajevo, era passata una telefonata di [...] per togliere il blocco [...] aveva organizzato attorno al meeting della Lista [...] opposizione. Dico solo che nel [...] i partiti nazionalisti totalizzarono [...] dei consensi. Ogni punto in meno che [...] stavolta sarà me-glio per tutti. Poi potremo finalmente pensare [...]. Che per me e [...] sono soprattutto di co-municazione: [...] Sava e la ferrovia per [...]. Lasciamo il municipio di [...] per tornare a Sarajevo. Ci met-tiamo cinque ore, [...] di corriere che vanno al meeting di Sarajevo. Barcollano sot-to il peso [...] di slogan e musiche. Tutti allo stadio [...] tutti a ricevere [...]. Il quale arriva in [...] divisa e il basco per oggi sono [...]. Parla poco, neanche [...] leggendo dai fogli. Il dettaglio è importante, [...] a parla a braccio che trova i [...] militareschi. Ieri non è stato [...]. Come ogni buon leader di [...] ha lamentato che la tv, compresa quel-la di stato, [...] privilegiato [...] solo il [...] degli spazi elettorali. Ha salutato le genti [...] disparate del suo paese. Ha reso omaggio al [...] nella guerra. Ha tempesta-to contro [...] «che prote-sta perfino quando [...] armi». Ha parlato di pace, [...] evitare incidenti nella giorna-ta di domani. Ha inneggiato al suo [...] stadio a un deli-rio da tifoseria. Non ha incitato la [...] le terre perdu-te, come gli era capitato [...] ha rivendicato il diritto di ognuno di [...]. Il presidente bo-sniaco ha [...] consi-glio esecutivo del partito aveva deci-so di [...] di sa-bato. Da settimane [...] ave-va, infatti, minacciato di [...]. Strano paese, la Bosnia [...] a costruire. Si annusa [...] che po-trebbe vivere in [...] malgrado la tensione politica e mili-tare ma [...] guerra sono lì, non ancora rimarginate. Compreso il fatto che [...] e [...] se-condo [...] che gestisce le elezio-ni, [...] alle ur-ne come normali cittadini. Uno stadio, il [...] che osanna [...] decine di migliaia di [...] acclamano il loro lea-der. Il quale però per [...] di chiusura preferisce gli abiti civili alla [...]. Sarajevo ha chiuso la [...] seguita a quattro anni di guerra. Do-mani si vota sotto [...] e la supervi-sione organizzativa [...]. Una visita al sindaco di [...] Selim [...]. DAL NOSTRO INVIATO GIANNI [...] IL REPORTAGE Flash da una [...] elettorale dominata dai partiti nazionalisti Ma gli [...] di guerra spengono le illusioni [...]. Elezioni come que-ste non se [...] ancora viste. La tornata precedente fu [...] 1990. Vinsero i partiti nazionali-sti: [...] dei bosniaci musulmani [...] dei serbi [...] dei croati [...]. I comunisti rifor-matori, i [...] i libera-li si presentarono divisi. Si fossero presentati insieme avrebbero [...] un [...] dei voti. Accadde così che i [...] presidenza collegiale fossero espressione uni-camente dei partiti [...]. Il seguito è storia [...] serbi si ritirarono dalle istituzioni comuni e [...] pro-prio Parlamento e dopo qualche mese fu [...]. Le armi tacquero soltanto [...] il governo americano rinchiuse i protagonisti locali [...] una base militare chiamata Dayton e gli [...] accor-do di pace, con annessa una nuova Bosnia [...] composta di due «entità» [...] istitu-zioni comuni la cui messa in opera [...] alla quadratu-ra del cerchio. Tra passato e futuro La [...] ha soppresso nel frat-tempo il [...] della popolazione (la stima più [...] parla di [...] morti) e ne ha spostato [...] loro domicilio naturale il [...] (un milione [...] profughi [...] della Bosnia da una zona [...] e un milione [...] in altri paesi). Il paese è sconvolto, [...] suo tessuto sociale, quindi elettorale. Come leggere allora questo [...] scorta armata? Dove fini-sce [...] bellico (sia esso offen-sivo [...] dove comincia (se comincia) la passione politica? Come [...] far previsioni su una scena [...] ri-voltata sin nelle sue [...] Parlare [...] gli uomini di [...] e i militanti del [...] con i rappresentanti [...] conduce alla stessa ri-sposta: [...] i pri-mi, vinceranno loro dicono i secon-di. Stessa musica nella [...] dove [...] di [...] non dà segni apparenti [...]. Poi però vai a [...] un pomeriggio così, senza aspettarti [...] cosa, giusto per vedere un meeting [...] nel cuore della Bo-snia musulmana, [...] patria dei [...] dove sventolano solo bandiere [...] di [...] e ti ritrovi una folla [...] di [...] persone che inneggiano al-la Bosnia [...] e [...]. Dice [...] candidato al parlamento bosniaco [...] del dopoguerra: «Sì, [...] gente e ne ho [...]. Ma resta il fatto [...] accesso ai media, che io per esem-pio [...] avuto la possibi-lità di dibattere in tv [...] omologo di un altro partito. No, non facciamoci illusioni. Io su que-ste elezioni ci [...] messo una pietra sopra. Però nei prossimi due [...] avrà avuto il tempo di accor-gersi del [...] politico nel quale [...] portata i partiti etnici. E noi avremo avuto [...] elaborare un programma e di preparare i [...]. Ma su quale elettore [...] democratica bosnia-ca? «La gente [...] o 50 anni. I più giovani perché [...] alla modernità e perché hanno vi-sto con [...] come il loro fu-turo possa essere compromesso [...]. I più anziani per-ché [...] gli anni che gli restano da vivere [...]. E poi quella classe [...] abbastanza diffusa anche se ur-bana, che dalla [...] perché non la sentiva propria». Che distanza tra le [...] e quelle infervorate, quasi [...] nei raduni nella parte [...]. Inneggia a [...] il fon-datore e capo [...] la seconda guerra, evoca la Drina e [...] Sava [...] fossero divinità, il la-voro nei campi, il [...] suo [...]. I raduni però non [...]. Lunedì scorso erano a [...] una cittadina nella zona [...] a ridosso della zona [...]. [...] conta venticinquemila ani-me, e [...] che tutte o quasi accorressero a sostenere [...] di [...] che ai comizi viene [...] nostra [...]. È accaduto inve-ce che [...] fossero più di duemila e corre voce [...] incidenti di questo tipo [...] (È pur vero che a [...] fino ad un minuto [...] vigore del trat-tato di Dayton [...] la bandiera croata, con [...] è segui-to poi, dopo il passaggio sotto [...] Pale: saccheggi di case e cose, incendi e [...]. È possi-bile però vedere [...] un altro segnale che va nella direzione [...] da [...] Al croni-sta viene il [...] i desideri con la realtà. Va quindi a sollecitare [...] una figura «istituzionale», se così si può [...]. Speranze multietniche Uno dei [...] a Sa-rajevo, il presidente del Parlamento bosniaco [...] elezio-ni del [...] Miro [...] il quale osa persino [...] percentua-le: «Io credo che i partiti nazionali [...] in misura schiacciante. Se [...] avrà il [...] sarà per essa un gran [...]. Non facciamoci illusioni: i [...] hanno ancora [...] della guerra e ne [...] la gente. Tengono aperto un clima conflittuale [...] crea-no paura [...] tra i cittadi-ni e soprattutto [...] i profughi. Sarà interessante vedere se [...] si affermerà nella [...] perché in quel caso nel [...] Parlamento comune si può ipotizzare una cooperazione con [...] bosniaca». Con bi-lancino balcanico [...] aggiun-ge: «Vedo però come un [...] eccessiva [...] nella parte serba: i tempi [...] sono maturi, sono ancora in-stabili, credo che sia [...] a dover passare sotto le [...] caudine del-la ricostruzione». E conclude serafi-co: «Sarà una [...] che distruggerà il partito di [...] e i suoi alleati, e [...] sarà pronta per governare». Lo stesso ragiona-mento di Zlatko [...] il ra-gionamento prevalente tra [...] non si riconosce nei partiti na-zionali. A Sarajevo sono tanti, [...] nei villaggi [...]. [...] nei suoi mee-ting (pochi ma [...] affollati, lui in divisa militare, in genere in qual-che [...] e molto cen-trati sulla [...] figura) replica così: «Ad ognuno [...] porre una domanda: dove era quando i tempi erano [...]. E state attenti, per-ché [...] che sradiche-rà le ingiustizie da questa terra, [...]. Le ingiustizie ci saranno [...] nostro dove-re [...]. Ma non dovete cre-dere [...] elettorali! Ogni tanto si lascia [...] e parla di riconquista-re le città perdute. Tiene i suoi sulla corda [...] militare e na-zionale. Mohamed [...] inge-gnere elettronico disoccupato, ne [...] qualche settimana lo staff elettorale: il nostro [...] Una Bosnia [...] sovrana, in-dipendente. Cosa realizzare di più [...] di guerra? [...] raccoglie la vecchia clas-se [...] creò le con-dizioni per la guerra. Il nuovo può venire [...]. Il fascino di Haris [...] una spina nel fianco di [...] e porta il nome del [...] ex primo ministro, Haris [...]. Martedì sera teneva un [...] stadio olimpico di hockey su ghiaccio, a [...]. [...] ha il suo fascino: [...] nel suo impermeabile un [...] frusto e circondato dalle [...] corpo (un mese fa è stato sprangato [...] sen-te la folla che lo acclama in [...] subito a parlare. Un discor-so pacato, si [...]. Fa-vorevole alla convivenza delle [...] chiamarci bo-sniaci se non fossimo di origini [...] rapido sviluppo economico integrato, [...] pe-rò raffredda minuto dopo [...] presenti. Comuni-ca di non [...] ancora deciso quale indicazione [...] ritiene che le condizioni per libere elezio-ni [...]. Ragiona con pacatezza, evita [...]. Chi lo conosce avanza [...] consape-vole di non essere [...] par-tito, aspetti [...] del voto per poi [...] il caso di riproporsi tra le massime [...] pae-se. I partiti multietnici speravano [...] lui, ma finora non è stato così. Quanto [...] dopo le spran-gate iniziali, [...] ha dato or-dine di [...]. Cosa succede dunque in Bosnia [...] macchina polverosa e confusa di questa campagna [...] Le [...] sembrano es-sere due: il livello del successo [...] chi dice che po-trebbe [...] voti del suo partito: affermazione personale ma [...] manovra politica dopo) e la fronda [...] nella [...]. Miro [...] ha evocato persino la possibilità [...] una vittoria [...]. Sa-rebbe la fine del [...] Pale, il riemergere di [...] Luka, il preva-lere della [...] quella [...]. Ma sarebbe anche una [...] provocare contraccolpi e reazioni golpiste, altri segnali [...]. La guerra, appunto. Tutti i nostri inter-locutori sentono [...] escludere una ripresa dei combattimenti. E per la stanchezza [...] la pressione della comunità inter-nazionale testimoniata dalla [...]. Ma tutti aggiungono: la guerra [...] impen-sabile anche nel [...] eppure. Sostenitori [...] bosniaco [...] attacca manifesti elettorali Jacqueline [...] R. /// [...] /// Sostenitori [...] bosniaco [...] attacca manifesti elettorali Jacqueline [...] R. (0)
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