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PAGINA II [...] 25 OTTOBRE [...] TRE DOMANDE [...] domande a Natalia [...] scrittrice (// lusso e [...]. Rizzoli) e giornalista di [...]. Attualmente tiene sul «Venerdì» [...] Repubblica [...] rubrica «Questioni di cuore» in cui risponde [...]. C'è un romanzo che [...] cena delle cozze (Feltrinelli) [...]. Vi si descrive in [...] una figura di [...] che nel testo non [...] i discorsi dei familiari che sono in [...] ritorno a casa. Il pater [...] viene [...] distrutto davanti a un pentolone [...] cozze, il suo piatto preferito. [...] descrive benissimo [...] laminare attraverso dati anche [...] è un uomo per bene, gran lavoratore, [...]. La conclusione è una totale [...] generale ribellione che avviene nel tempo [...] di una cena. E nella saggistica? Amo molto [...] ad esempio quella di Karen Blixen. E poi quel filone [...] è A sangue freddo di Truman Capote. Ma tornando ai romanzi, [...] apprezzato II [...] addolorato (Adelphi) di Anna Maria Ortese: [...] ogni pagina ti svela il mistero e [...] un altro. /// [...] /// Ogni personaggio non è mai [...] stesso. Il timbro di questo [...] pieno di sortilegi. E [...] questo mondo fiabesco in due [...] a [...]. Nelle tante lettere che le Indirizzano al «Venerdì», ha notato [...] bisogna [...] presente che non 6 una [...] da giornale femminile. Non a caso mi [...] gli uomini. Ho scoperto che è [...] sul posto di lavoro (sarà anche per [...] uomini non volevano vi approdassero le loro [...] risulta evidente che gli uomini tra di [...] mai di questioni sentimentali, si vergognano a [...]. Cosi scrivono lettere (perlopiù [...] tra le altre cose, in un buon [...]. Con una sincerità che a [...] è addirittura imbarazzante. Posso cosi constatare che il [...] privato, dei sentimenti, [...] è oggi ancora molto importante, [...] di più di [...] si crede, o si vuole [...] credere. INCROCI FRANCO DELLA Flaubert [...] Dacia [...] è il grande narratore [...]. /// [...] /// È attraverso queste schegge [...] Zim-mer, tra le metamorfosi mitiche, rivela il viluppo [...] trama in cui il protagonista della storia [...] vita, tra le mille vite possibili che [...] del sogno di Visnù, il buio del [...] si riflettono e si rifrangono le mille [...] forme, il volto variopinto dei Maya. Ma questo fondo buio, [...] si insinua anche nelle presenze più luminose, [...] Indra. È il segreto che [...] del dolore e il frutto della sapienza». È «il segreto che [...] della vanità mondana, ne [...] e ne disperde il fogliame». Riflettendo sulle pagine di Zimmer [...] a una forma laica, moderna, europea. Alla forma del romanzo: [...] e vite, in cui esso ci permette [...] seme del dolore e al frutto della [...] esso si racchiude. Ma [...] dei possibili porta a [...] possibilità del nulla, che in occidente ha [...] acre. È questo il sapore [...] per esempio in [...] di Mario Soldati. Cesare Gar-boli, [...] nota che accompagna la [...] libro, sottolinea soprattutto [...] scandaloso del racconto che [...] al volume: la storia transessuale di [...]. Io ho pensato invece [...] sentore di nulla che si. Solita da anni,. Come non pensare [...] folgorante di leopardi quando nello Zibaldone parla della noia, [...] che «sente il suo nulla [...] ogni momento». Eppure il nuovo irrompe. Eugenio scopre il tradimento [...]. Non dice nulla, e [...] spogliarsi la vede in modo nuovo. Non è il solito [...] vede, ma un corpo desiderato e accarezzato [...]. Vittoria è al suo [...] letto. Ed è [...] che scopriamo che questa [...] Eugenio ancora più a fondo nel suo nulla, [...] nulla. Lo scrittore che ha [...] il nulla al centro del possibile 6 Flaubert. /// [...] /// Dacia Maraini non ci [...]. Pensa che Flaubert abbia [...] libro su Emma. Allora cerca si scoprire [...] Emma, perché la [...] figura turba ancora il [...]. E per compiere la [...] Dacia Maraini schiaccia il romanzo di Flaubert nel [...]. Emma è la [...] amante non amata Louise [...]. Ecco il perché dello [...] impietoso e aspro di Flaubert, che era [...] amante. Il libro di Dacia Maraini [...] un enigma. Il suo titolo è [...] Cercando Emma. [...] sparisce subito nella goffaggine [...] Louise [...] nella grossolana indifferenza di Flaubert. Ma sparito [...] è sparita anche Emma, [...] più nelle pagine di Dacia Maraini. In esse troviamo invece [...] di rimettere le cose a posto. Di correggere Flaubert. L cosi che Charles [...] viene riscattato alle dimensioni [...] dostoevskiano. È cosi che gli viene [...] attribuita una laurea in medicina che Charles [...] non ha mai avuto. Strano segno dei tempi, forse, [...] un personaggio con una laurea che il suo autore [...] ha mai preso. Infatti Flaubert era stato [...] di avvocatura per sfuggire ai quali, il [...] "scegliersi" una terribile malattia, [...]. Strana vendetta anche questa, fare [...] una matricola universitaria un [...]. Ma è curioso che [...] giustizia porti, per una sorta di contrappasso, Dacia Maraini [...] perdere, quando parla di Flaubert, lo smalto [...] che ingarbugli le date, che renda opaca, [...] di Flaubert anche la [...] pagina. Forse perché Dacia Maraini [...] che Emma non è e non può [...] Louise [...]. Emma é la trama [...] simile a mille altre vite, ma invisibile [...] Flaubert. Non è la crudeltà [...] Flaubert [...] ci mostra il suo corpo devastato dal [...]. È invece il suo [...]. Una volta che una [...] visibile, è compito dello scrittore condurre questa [...] suo compimento. In questo rigore morale [...] letteratura: il suo seme di dolore e [...] di sapienza. Heinrich [...] e simboli [...] Adelphi. /// [...] /// Di rado impongono la [...] sempre contornano il racconto: abitano la terra [...] confondono le loro tracce con quelle di [...] insieme cumulando sofferenze di corpo e anima, [...] e abiti smessi come ricordi e speranze. Insomma una [...] che [...] alla scrittura, che entra nella [...] trasfigurata: donne e uomini restituiti [...] noi e a se stessi, con le loro paure [...] desideri, con vizi tanti, rare virtù, imbroglioni e angeli, [...] e lavoratori; razzisti e [...] maledettamente somiglianti a noi, eppure [...]. Una diversità di fondo, [...] quella culturale: una diversità basata su esclusione [...]. Ma prima di parlare [...] e immigrazione, vorrei brevemente ricordare un altro [...] assai prossimo che chiamerei letteratura di gente [...] fame, di sonno, di solitudine, di razzismo [...] dice uno di loro. Storie fatte di sguardi, [...] su di noi, sul nostro mondo. Negli ultimi anni ne [...]. Qualche lettore ricorderà le [...] Salah [...] raccontata da Fortunato, dei [...] e Saidou Moussa Ba, [...] Pivetta e Miche-letti, del tunisino Mohsen Melliti, [...] Nassera [...] a cura della giornalista Atti [...] Sarro. Storie diverse -anche per [...] tuttavia connotate da tratti comuni: [...] impossibile tra immigrati e [...] il crollo di ogni speranza di riscatto [...] «ricco e civile»; la [...] alterità: straniero nel paese ospitante e straniero [...] ha lasciato. Libri di sofferte esperienze [...] alla disperazione estrema, passando per la droga, [...] crimine. Storie vere che si [...] immaginarie [...] in un inseguirsi, e [...] e finzione, per cui non sai cosa [...] racconto. Ma quale è [...] del-A GOSTINO [...]. La cui diversità si [...] giacché si tratta, a ben vedere, di [...] pelle scura, apparso sulla scena metropolitana per [...] sotto le spoglie del pugile, del cantante [...] si nasconde [...] della conoscenza che insegna [...] a morire: ma i suoi corsi, fatti [...] sono riservati ai reietti. A loro Gabon parla [...] che tutti i fannulloni della città hanno [...] attraverso i suoi racconti: un altrove molto [...] Utopia, Il luogo che non è, dove identità [...] hanno senso, dove gli abitanti sono un [...] un solo uomo che [...] pensa e li dorme, [...] e li ride, [...] lavora e li é [...]. Un paese dove lo [...] Nero, come nella fissità dei ruoli teatrali [...] piangerà la morte di Prospero. [...] capace di riscattare una [...] follia metropolitana, come può essere sintetizzata, e [...] titolo di stampa: «Pazzo minaccia a mano [...] gli intima lo sfratto, poi spara sulla [...]. Assediato, si suicida, implicato [...]. Il Nero ha trovato [...] di Prospero, trasformata in un sacrario di [...] sorta di grande macchina anestetica-, dentro cui [...] poesia, memorie e affetti perduti: la moglie [...] India per seguire un santone, la [...] in giro per il [...]. Bisogna forse partire dal [...] Marco [...] / fannulloni. Si tratta di una [...] cui compaiono tra i tanti imbroglioni, prostitute, [...] due figure indimenticabili della marginalità, due «diversi»: [...] di cuore e il suo migliore amico, [...] di [...] e il tempo si [...] essere ora succhia il latte e ora [...]. E [...] accompagnerà il vecchio amico [...] in un viatico, reso più leggero da [...] con gli amici, che si concluderà quando [...] pietà placano i demoni della metropoli e [...] sonno. Anche il romanzo [...] tempesta di Tadini si chiude [...] un viatico per [...] bianco in punto di morte, [...] sorta di [...] funebre, intonato [...] dal Nero [...] due naufraghi su una scialuppa. Uniti dalla solitudine: questa [...] capire la coppia Prospero -il Nero, «quel [...] e nero». Ma per certi versi [...] chiave che ci fa capire [...] tra il giovane e [...] racconto di [...] ovvero [...] come esito della solitudine, [...] conto della differenza [...] né di quella culturale. [...] ad un tempo, come [...] e come surrogato della società: evento «sentimentale» [...] attraverso la convivenza in evento «politico». Nel romanzo di Giulio Angioni, Una [...] compagnia, ben altro è il rapporto [...] tra [...] e Tore Melis, sardo, [...] a Milano. Si direbbe un rapporto [...] giovani «simili e diversi», in cui la [...] bene da vivere malgrado la fabbrica, il [...]. [...] diventa strumento di crescita, [...] ricerca di qualcuno che ti aiuti ? [...] uno specchio, le [...] fattezze. Qualcosa che ricorda il [...] ma che può valere solo per il [...]. Il quale impara a Libri [...] Mario [...] «Immigrato», Theoria, 1990. /// [...] /// Moussa Ba, «La promessa [...] De Agostini, 1991. /// [...] /// Nassera [...] «Volevo diventare bianca» a [...] A. /// [...] /// Marco [...] «I fannulloni», Einaudi, 1990. Giulio Angioni, «Una ignota [...] Feltrinelli, [...] Emilio Tadini, «La tempesta», Einaudi, 1993. /// [...] /// Elisabetta [...] «Mezzi di trasporto», Garzanti, [...] se stesso attraverso la distanza [...] che lo separa [...] africano. [...] gli parla con la sapienza [...] suoi avi [...] «una sapienza arcana -dice Tore Melis -che [...] era noiosa, per me che [...] di [...] il mondo, e invece poi [...] ha fatto riscoprire la saggezza anche dei miei: nel [...] sentenziano i suoi avi con [...] miei». Ma fuori le differenze [...]. Soprattutto per [...] e sono insostenibili: vengono [...] rapporto con gli altri, con le [...] la nostra visione dei [...] bianchi vogliono le cose nonostante il mondo, [...] sole e della pioggia. Sta ancora 11 il [...] bianca». [...] non si piegherà, non [...] quel vantaggio e per questo tornerà in Africa. Non già per la [...] della fabbrica, ma per la sconfitta più [...] di essere riconosciuto da [...] anche dai migliori tra noi -come un [...] come un minaccioso fantasma: «un corpo estraneo, [...] di anticorpi della vostra razza. Ritroveremo questo tema nel [...] di Elisabetta [...] in cui [...] narrante é una donna [...] viaggia sul rapido [...] in uno scompartimento di [...] com'è il caso di dire, con due [...]. [...] di quelle «sagome scure», [...] e il loro silenzio sono percepiti dalla [...] mancanza, una vertigine, che prima si fa [...] Il cui segnale più alto, parossistico, coincide [...] il treno si fermerà nella galleria e [...] sarà «incorporata dal buio e dal silenzio, [...] e silenziosa del loro corpo». Ecco che ricompare il [...] minaccia la donna bianca, di cui parla [...] la [...] dietro cui si nasconde [...] subire [...] dei [...] barbari», subire [...] contaminazione. Ma torniamo al racconto. Quando il treno si [...] galleria la donna cede al terrore, si [...] immagini che gli rimanda il vetro del [...]. Il racconto non è [...] persona, come per una perdita di coscienza, [...] ora riflette uno scompartimento in cui siedono [...] di colore e una donna. Tra loro, lentamente, inizia [...] parole: segue uno scambio di cibo, di [...] Poi, [...] un braccio armato si allunga e spara [...] cadono colpiti. Ora tutto è calmo [...] notte. Sul pavimento resta una [...] mista a briciole, come una traccia indelebile [...] la donna, che ciascuno di noi. Anche [...] romanzo di Roberto Pazzi, Le [...] del dottor Malaguti la realtà [...] cori [...]. In quella del dottor Malaguti [...] fradicio di pioggia, esitante entrerà Ali, venditore [...] come altri, dal sagrato di una chiesa [...] città del nord -anche questo è successo [...] un cartello in arabo e italiano con [...] chiedeva di «non venire più davanti alla [...] vogliamo [...] cose inutili e superflue». Seguiva la firma di [...]. Nella Certosa risuona una nenia [...] è Ali che canta per farsi coraggio. È una delle canzoni d'amore [...] antiche del [...] berbero. Malaguti rapito da quel [...]. Ali è uno dei [...] sempre attendeva, «uno degli angeli che mostrano [...] soltanto a un certo [...] maturazione di questo diverso modo di abitare [...]. Ancora la figura dell'angelo, [...] si avvolge nei suoi stracci mentre si [...] che profana il limite per noi inviolabile [...] e i morti, ci costringe nello spazio [...] case. Grande letteratura [...] senza trama il circo zoppica MARINO SINIBALDI Con Grande Circo Invalido Marco [...] conclude una trilogia di racconti [...] lunghi (i precedenti erano / [...] e Crampi, apparsi tra il [...] e il [...] che presentano numerosi clementi in [...]. Il più immediato è [...] protagonisti di queste storie: marginali assoluti, senza [...] sociale nè sentimentale, come testimoniano i loro [...] improbabili e ancor più le parabole esistenziali [...] perdite. Figure del genere popolano [...] nascosto delle nostre città, quello più silenzioso [...]. Ma i racconti di [...] non hanno nulla di [...]. O meglio, la realtà [...] se ne nutrono ma rapidamente la abbandonano [...] diverse: quasi metafisiche a volte, come in Crampi, [...] uomo solo correva una assurda maratona autostradale [...] capra. Ma più spesso adottando [...] venato di ironica simpatia, come in questo [...] uno sgangherato terzetto di sbandati provenienti [...] universo scolastico -sono infatti [...] un bidello confusamente acculturato, uno studente ampiamente [...] allo scopo di effettuare gesta di [...] urbano. Più vicine alla provocazione [...] quella violenta delle ideologie; e anche [...] con una forte sfumatura [...] il primo obiettivo è il furto sistematico [...] nei presepi natalizi delle Chiese romane. Ma i progetti [...] imprese dei tre sono [...] più ridicolo, per [...] che li domina, dato [...] mondi [...] ma non hanno salutato il [...] soprattutto perchè [...] cosa che li tiene [...] un inganno: la fedeltà a una donna [...]. [...] 6 attratto [...] di queste esistenze, dominate da [...] sorta di radicale doppiezza. In esse infatti si [...] grazia [...]. E questa equivocità è [...] degli ultimi lavori di [...] nei tre testi citati [...] precedenti racconti di Grande Raccordo (1989) e [...] in questi anni. Nonostante certe apparenze, non [...] minimalista in questa scelta, che anzi vorrebbe [...] alta di letteratura. Si allaccia, nelle ultime [...] Grande Circo [...] a un pianeta, il [...] quelli raccontati dalla fantascienza, «identico a questo, [...] ai nostri alberi, i cani ai nostri [...] parole, e noi identici a noi». A [...] la letteratura sembra probabilmente [...] un universo parallelo e alternativo dove a [...] ascolto. Quelle vite marginali e [...] esprimono la verità [...] perchè ne incantano la [...]. Ma al di là [...] obiezioni, questa idea della letteratura avrebbe forse [...] più solide, di invenzioni più motivate, di [...] in questi anni è [...]. Cosi questo ultimo racconto [...] stanco e scontato, tra quelli che [...] ha pubblicato: nonostante la [...] li avvolge, i personaggi hanno spesso movenze [...] stralunata bizzarria delle loro avventure sfiora [...] gratuita. Restano le doti di [...] un talento affabulatorio che [...] tra i suoi coetanei e una affinata [...]. Ma allora non sarebbe [...] misurare queste qualità su un terreno meno [...] non sarebbe ora di abbandonare la maniera [...] ad andare oltre i limiti del Grande [...] Circo Invalido», Einaudi, [...]. Andrea De Carlo è andato [...] con risultati [...] una fisionomia di scrittore di [...]. La disponibilità crescente al [...] cospicue di lettori lo ha portato a [...] presunzioni [...] presenti nei primi romanzi [...] deboli di quanto la critica abbia creduto [...] ma non gli ha impedito di affrontare [...] del nostro tempo, anche in anni dominati [...] euforia vi-talistica. Pregi e limiti della [...] ispirazione si trovano confermati [...] opera, [...]. Il temperamento pratico, lutto [...] ben si riflette nella scrittura sobria e [...] analitico, ricalcata sui modi della conversazione quotidiana [...] e disinvolto ceto colto, [...] in senso nazionale. Le scelte stilistiche appaio-no condizionate [...] necessità di rispondere a due esigenze contrapposte, una soggettiva [...] una oggettiva. De Carlo sceglie in [...] in prima persona. Tutto quello che accade [...] lo sguardo di chi racconta, e cioè [...] Leo Cernitori: un quarantenne, fallito ma dotato [...] psichiche e finanziarie, nel quale è agevole [...]. A fare da sfondo alla [...] è una Milano imputridita, devastata dalla corruzione degli [...] amministratori e [...] civile della [...] borghesia. Nella [...] enfatica elementarità i simboli non [...] essere più chiari. Le immagini televisive dei [...] si accordano con lo spettacolo che della [...] i personaggi altolocati del romanzo, frequentatori assidui [...] locali lussuosi, immemori di quella morale del [...] costituito in un passato ormai remoto il [...] della capitale del Nord. Ma il degrado della [...] visto come [...] di una più generale [...] e dei sentimenti che pervade [...] società italiana contemporanea e [...] la [...] privata, e in particolare [...]. Non a caso il [...] da una miriade di personaggi incapaci di [...] il sesso opposto. Separati o single, uomini [...] si dimostrano pronti a cogliere le occasioni [...] offre loro per soddisfare gli appetiti sessuali. Ma la loro anarchia [...] un segno di gioiosa apertura alle esperienze [...] il riflesso dì una [...] colmare illu-soriamente il vuoto che avvertono con [...] coscienza [...] di se stessi. Il protagonista narratore non [...]. Anziché mascherare, scopre con [...] limiti, dichiara il suo fallimento in amore. [...] del romanzo lo troviamo [...] di una pericolosa caduta [...] di sé, che rischia di [...]. A [...] spirituale è [...] subito provata per Manuela Duini, [...] una sera dal cugino pubblicitario. Indipendente, decisa e iperattiva. Ora tenera e sensuale. A mano a mano [...] procede, rivela però la [...] vera natura di donna [...] di controllare i propri stati [...] e ancora alla ricerca [...]. Come tutti gli altri [...] nella vita non ha combinato niente. Sempre innamorata di uomini [...] non è né moglie, né madre, né [...]. Con la musica del [...] è andata meglio. Passa le giornate a [...] incoraggiata da tutti, parenti e conoscenti, ma [...] nessuno. [...] più emergono questi aspetti della [...] personalità, tanto più. Proprio quando sembra che [...] loro energie, essi però scoprono di non [...] meno [...] e quella che rischiava [...] di perdizione finisce per rivelarsi una esperienza [...]. [...] ha una regola -avevano [...] storia può essere vista come una linea [...] raggiunge il punto più alto e poi [...] esaurirsi. Ma non sempre dunque [...] volte [...] non termina. A volte si concretizza [...] lutti quanti coltiviamo di un amore infinito, [...] per sempre il nostro io. E naturalmente ogni comune [...] palpitato con i personaggi è legittimato a [...] esclusiva concessione della fortuna possa riguardare anche [...]. Questo romanzo, cui nuoce in [...] il [...] consolatorio, si regge su una [...] ambivalenza tematica. Da un lato, De Carlo [...] corpo al disagio [...] contemporanea, il luminando i segni [...] mento che ci attorniano. Dal [...] però si lascia irretire [...] e voluttuoso del mondo aristocratico [...] abitato dalle su. Di fatto, il romanzo [...] anche questo: una [...] gita [...] del privilegio, lontano dalla nostra [...] quotidiana, ma non tanto da [...] di [...] entrare anche noi, un giorno [...]. /// [...] /// Di fatto, il romanzo [...] anche questo: una [...] gita [...] del privilegio, lontano dalla nostra [...] quotidiana, ma non tanto da [...] di [...] entrare anche noi, un giorno [...]. (0)
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