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[...] de Bonafini guida da [...] madri di Plaza de Majo [...] Un libro al giorno «Mi [...] per i figli scomparsi» [...] 3. E, per quanto si [...] ha preso dime-stichezza con la parola scritta, [...] smesso di leggere neppure per un giorno. Lucia [...] di 29 anni, studentessa [...] Scandicci [...] sta per laurearsi in Lettere, è stata [...] promossa dalla Regione Toscana [...] Ga-binetto Vieusseux, assieme ad al-tri nove [...]. [...] ha preso in prestito dalla [...] comunale ben [...] volumi che, assicura, ha letto [...]. Il che significa un [...] libro ogni giorno e mezzo. Per non contare tutti [...] e letti per compilare la [...] tesi. Ma [...] la giornata di una lettri-ce [...] la lettura è diventata un [...] auto-matico. E così leggo mentre [...] sono in bus da Scandicci a Firenze, [...] in pale-stra mentre sto pedalando sulla cyclette». Non ha preclusioni, se [...] libri di fantascien-za e i romanzi di [...]. Legge di tutto, Lucia: [...] psicologia, ai romanzi di Ken Follett, dalle [...] personaggi, alla letteratura classi-ca. Date queste premesse, è [...] la quantità di libri che ha preso [...] alla biblioteca non costi-tuisca per lei un [...]. È stato sempre così [...]. Solo che [...] la Regione ha preso [...] di premiare i «grandi lettori». Mille volte in Plaza de Majo, [...] anni di ricerche. [...] de Bonafini non avrà pace [...] non vi sarà giustizia per i due figli e [...] nuora [...]. I miei figli non [...] scom-parsi». [...] de Bonafini, che guida [...] Plaza de Majo», rievoca i terribili ricordi [...] figli, tra [...] e la complicità di [...]. Non voglio soldi ma [...]. TONI FONTANA ROMA Allora, [...] degli anni Settanta, era solo una ma-dre. /// [...] /// [...] de Bonafini sistema le spesse [...] sotto le qua-li ciondolano due medagliette con un «Che» [...] una colomba della pa-ce. La raggiungiamo, seguendo un [...] sulla testa, tra le delegazioni del con-gresso [...] Rifondazione Comuni-sta. Jorge aveva 26 anni come [...] moglie Maria Ele-na, Raul 23. Eravamo una famiglia operaia, io [...] in una fabbri-ca tessile a la Plata, vicino a Bue-nos Aires. Allora non capivo il [...] davano da fare nel quartiere, volevano la [...] solidarietà, una casa migliore e ci-bo migliore [...] ma per chi non ne aveva e [...] an-cora oggi come i bambini che gi-rano [...] strade [...] Latina. Erano rivolu-zionari come lo [...]. A casa nostra i [...] giorno nel 1977. Erano a bordo di cinque [...] portava la scritta [...]. E uno portava con [...] di metallo con dentro gli strumenti della [...]. Tutti vedevano, ma i [...]. Quando tornarono, [...] dopo, per pren-dere anche [...] Raul, un vici-no vide tutto, ma non mi [...]. Così, il più delle [...] che avvenivano con clamore, ma [...]. Quando i soldati arrivavano bloccavano [...] traffico, creavano [...]. Arrestavano, torturavano e se [...]. Così si viene assaliti da [...] angoscia terri-bile». Si comincia cercare, disperata-mente, [...] carceri, nelle caserme. E si trova-no porte [...]. Si comincia a cer-care [...] ai sin-dacalisti, bussando alle chiese. Ma non si ottengono [...]. Raul, diceva [...] troviamo [...]. E [...] cresce, non trovi i [...] loro letto, nella nostra casa. Pensi ad un sequestro, [...] hanno arrestati, poi che so-no scomparsi perché [...] fatto sparire». Altre sono scese sulle [...]. Una madre ci ha [...] plaza de Majo, è la piazza storica [...] Buenos Aires, li [...] la Casa [...]. Man-dammo una lettera [...] an-dammo a bussare ad [...] vennero con noi, altre chiu-sero rassegnate la [...]. Il primo giovedì eravamo [...] siamo molte di più. Allora era tutto più [...]. Sparirono trentamila persone, un [...]. Indifferenti e com-plici erano [...] mecca-nismo infernale. I complici erano la [...] i conservatori e i fascisti. La Chiesa, o almeno una [...] di essa, porta una grande responsabilità. Molti cappellani militari stavano [...] e confortavano i soldati che compivano gli [...]. La polizia prendeva i [...] metteva tutti assieme, poi li faceva saltare [...] la dinamite. E [...] dei vescovi che benediva-no i [...] fatti a pezzi. Ma [...] anche i preti di [...] vescovi co-me monsignor Angelelli che fu as-sassinato [...] quel che stava accadendo in Argentina. Scomparvero anche molte suore [...] operavano nei quartieri popolari. Mio marito è di [...]. [...] a Buenos Aires mantenne sempre [...] atteggiamento molto distaccato e indifferente. [...] un avvocato, tal Guido, che [...] alcune famiglie vennero ac-colte. Ma, che ricordi io, [...] San-dro [...] ci aiutò, e non [...] di auguri al ge-nerale [...] quando [...]. E solo [...] mostrò le immagini di Plaza [...] Majo, invece di quelle dei mondiali di calcio. Dagli italia-ni invece ci [...] ci sostennero i parlamentari della si-nistra. Andreotti, con molta indif-ferenza, ci [...] solamente una volta. Gli operai delle fabbri-che [...] alcuni che costruivano cuscinetti a sfera per [...] chiu-devano le scatole inserivano un messaggio di [...] denuncia». Mio figlio Raul morì [...] campo di concentra-mento [...] mio figlio Jorge e [...] stati fucilati. Ma i miei figli [...] sono spariti. Vogliamo la giustizia, non [...] dove si trovano i corpi. Vogliono comprarci, gli stessi [...] gli assas-sini, ora vogliono pagare anche noi. Mi darebbero 200. Non dimentico che ci [...] giro, sadica-mente. Una volta mi hanno [...] della Giustizia e mi hanno fatto vedere [...]. Ma avevo già saputo [...] Raul e Jorge, i detenu-ti che venivano [...] ci informavano. Noi combat-tiamo una lotta [...] pro-seguiremo la nostra rivoluzione perché la rivoluzione [...] perché è permanente come la terra e [...]. Il 30 aprile prossimo [...] andiamo in Plaza de Majo, col tempo [...] abbiamo aperto 15 sezioni, 25 donne lavorano [...] i giorni e senza percepire alcun consenso. /// [...] /// Con noi lottano avvocati, [...]. E tanti giovani». /// [...] /// E tanti giovani». (0)
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