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E partendo da [...] rilancia la categoria del [...] battaglia di Marx. Non più di una [...] fa solo qualche impenitente esploratore della «società [...] potuto «so-spettare» che il pensiero «alto» sarebbe [...] lo spazio catodico. E invece oggi la [...] oggetto, non solo di ricognizioni [...] ma anche di una [...] si inter-roga sullo «stallo» ontologico generato dalle [...] (bastino, a titolo di esempio, un paio [...] recenti: «Il delitto perfetto», di Jean [...] e [...] di Maurizio [...]. Ora arriva, fresco di [...] «Ecografie [...] televisione» di Jacques [...] e Bernard [...]. La pungente visione dello [...] televisive che informa il discorso del filosofo [...] in modo esemplare dal brano che segue. A una domanda concernente «Essere [...] di [...] risponde con queste pa-role: [...]. Allora si potrà dire qualcosa [...] abbia un [...] di [...] un [...] di necessità o di pertinenza. Si deve dire, non [...] ma contro lo stato attuale della televisione, [...] può discutere un te-sto come [...] e [...] ad esempio, in televisione. Questo non vuol dire [...] ma. Sono le parole conclusive [...] capitoli finali di questo libro che raccoglie [...] tra [...] e [...]. Il capitolo immediata-mente successivo [...] «Spettrografie». È il capitolo cru-ciale, perché [...] solo ci ricon-duce a uno dei motivi perma-nenti nel [...] (e nel lin-guaggio) di [...] ma mette in gioco uno [...] lati più inquie-tanti [...] del tempo domi-nato dalla «ridondanza» [...] immagine «formattata»: la [...] la [...]. Del resto, da qualche [...] ha ripreso a circolare. Non si tratta dello spettro [...] comunismo, ma di qualcosa di ben più attuale: si [...] del fan-tasma che «ritorna» [...] tecnologico, che ricomincia a emettere [...] im-placabile proprio nella merce post-moderna [...] per definizione, [...] questo «golem» aggrovigliato di Immagine [...] Informazione, di Alta Definizione e di «Tempo Reale», vero [...] contemporaneo. È un fantasma che [...] impo-ne, e pone domande al pensiero, [...] immaginario, alla politica (si [...] e di nuovo intercet-ta una consistente letteratura [...] dopo decen-ni di sonnolenta obsolescenza. In Jacques [...] poi, nella [...] ricerca filosofica, la [...] del fantasma diventa quasi [...]. È lui stesso che [...]. Il suo libro imme-diatamente [...] italiano -reca, come è no-to, un titolo [...] «Spet-tri [...] Marx». Un testo dove [...] «inventore» del [...] arriva a coniugare il fanta-sma [...] la tecnica, cioè, seppu-re un [...] obliquamente, con il modo di [...]. [...] parte, in un film del [...] -un 16 [...] televisivo, diretto da Ken [...] e evo-cato in Ecografie [...] che si produce in un [...] con Pa-scale Ogier, recita queste precise parole: «Essere ossessionato [...] un fantasma è avere la memoria di quello che [...] si è mai vissu-to al presente. Il cinema è una [...]. Lasciate ritorna-re i fantasmi. La tecnologia moderna, contrariamente [...] sia scientifi-ca, decuplica il potere dei fanta-smi. [...] appartiene ai fantasmi». /// [...] /// Se il cinema è una [...] figuriamoci la te-levisione! E subito chiarisce: «. Essa non è data, [...] vagliata, inve-stita, [...] inter-pretata da numerosi dispositivi [...]. Insomma, [...] televisivo, anche quello in [...] «dove ci accadono gli eventi che non [...] un artefatto. La televisione è un [...]. Segnato non solo [...] attualità, ma innanzitutto dalla virtualità. Già, la virtualità, [...] «apparire» che fa vacillare [...] che «probabilmente non si può più op-porre [...] filosofica alla realtà attuale, come si [...] tra loro. La virtualità è apparire, cioè [...] fantasmatica. È il fantasma, ap-punto. [...] immediatamente una «logica dello spettro» [...] virtualità elettronica, nella tele-visione, come prima nel cine-ma. [...] spinge a fondo il [...] «Lo spettro è prima di tutto qualcosa di [...]. Ma è del visibile [...] di un corpo che non è presente [...] ossa. È una visibilità di notte. Non appena [...] tecnologia [...] la visibilità porta la notte. E anche se non [...] nella notte, dal momento che siamo captati [...] che non hanno nemmeno bisogno della luce [...]. Siamo già spet-tri di una [...]. [...] il filosofo riferisce il suo [...] nel rivedere, durante un ciclo di incontri negli Stati Uniti, tre anni dopo che Pascale Ogier era morta, il [...] stra-niante che produce-vano le parole [...] dallo schermo, quando alla [...] do-manda: «Crede ai fantasmi? », [...] «Sì, adesso sì». Effetto cinema, certo. Ma an-che nel mondo [...] sottrarsi [...] del fantasma, sopratutto oggi, [...] informatiz-zato, che moltiplica le merci, so-prattutto le [...] materialmente im-palpabili, in cui è proprio la [...] cui «si è privati», a richiamare il [...] violenza della fru-strazione stessa». Precisa ulteriormente [...] «La parola spettro, a [...] dice qualcosa dello spettacolo». La logica spettrale è [...]. In un cer-to senso [...] del lut-to, e come ogni lavoro prodotto [...]. [...] il filosofo arriva a circumnavigare Guy [...]. E alla fine, «scandalosa-mente» [...] spettri di Marx: «La que-stione del feticismo, [...] è al centro di questo dibattito sulla [...]. Anche Marx era ossessiona-to [...] il suo annidarsi in quella «tecnica» e [...] produzione che strappava [...] anima e la carne [...]. Marx voleva scacciare lo [...]. È questa la [...] con-traddizione, secondo [...] perchè, appunto, lo «spettro è [...] e [...] ap-partiene ai fantasmi». Solo che Marx già [...]. E forse voleva semplicemente [...] dello spettro sul vivente. /// [...] /// Con «Della grammatologia», che [...] procede attraverso la decostruzione [...] del [...] inteso come quel privilegio [...] come incarnazione del «logos» e, quindi, come [...] può rendere disponibile [...] per il soggetto finito. Su questa strada, [...] arriva a rintracciare un vizio [...] nello stesso [...] per il legame prioritario che [...] filosofo tedesco instaura tra essere e parola, il che [...] una determinazione [...] come presenza. Nato in Algeria, a [...] nel 1930, partito da studi [...] Jacques [...] è stato un animatore, insieme [...] Roland [...] e con altri, della rivista «Tel Quel», diventando nel 1980 assistente [...] Normale [...]. È poi passato a [...] College [...] de [...] di Parigi, da lui [...]. Tra i suoi numerosi [...] da ricordare «La scrittura e la differenza» [...] «Della [...] (1967), «La disseminazione» (1972), «Dello Spirito» (1987), «Spettri [...] Marx» (1993). Proprio in questi giorni Einaudi [...] «Margini della filosofia». Attuale e virtuale al [...] la televisione incarna una [...] spettro». In alto a sinistra, Jacques [...] Ecografie della televisione di Jacques [...] e Bernard [...] Raffaello Cortina 1997 [...]. Un mezzo sicuro per [...] Ridurre le proprie pretese. Oro degli ebrei A Trieste [...] ancora La Cassa di Risparmio di Trieste [...] documentazione su depositi (non [...] giacenti dalla seconda guerra mondiale e, se [...] certo», provvederà ad [...]. La Cassa aveva già [...] «oro degli ebrei» triestini che, recuperato in Austria [...] sconfitta dei nazisti, è stato trovato al Ministero [...] Tesoro a Roma. Ora si è deciso [...] ricerca, anche se -si rileva -verrà probabilmente [...] sia perché i nazisti avevano confiscato tutti [...] agli ebrei, sia perché, se si fosse [...] altri fondi, le ricerche sarebbero state effettuate [...]. [...] irrazionale della rappresen-tazione, dunque un [...] feno-meno, una pura apparenza. Ed è una rappresentazione [...] dal tempo e dalla cau-salità, pertanto regolata [...] ragione. Poiché tale principio si [...] plurali-tà degli individui, questi saranno condannati [...] inenarrabi-li dolori. Saranno condannati dun-que a [...]. Ecco perché [...] alla [...]. [...] che resta dopo la totale [...] scrive Schopenhauer. Il nulla di questo mondo [...] «con tutti i [...]. Da un impareggiabile maestro [...] alla cui scuola si vantava di essere [...] Nietzsche, [...] ci aspetteremmo una sia pur fugace traccia [...] alla felici-tà. Eppure, non solo questo [...] la forma, fram-mentaria e aforistica, di un [...] Eudemonologia o Eudemonica (dottrina della felicità), come Schopenhauer [...] appunti dedicati [...] di essere felici, che [...]. Ora tutti questi appunti, [...] dei suoi scritti postumi, sono stati raccolti [...] la prima volta da Adelphi a cura [...] Franco Volpi con il titolo [...] di essere felici». Il motivo per cui, [...] Germania, questo piccolo trattato dedicato alle strategie da [...] per conseguire la fe-licità è passato inosservato, [...]. [...] ad apprendere [...] di essere felici da [...] universal-mente considerato il maestro per eccellenza del [...] Sarebbe [...] controindicato, se non perfino sciocco. Ma solo apparente-mente. Perché leggen-do le cinquanta massi-me [...] compongono questo spiazzante li-bretto, si scopre [...] di [...]. Si tratta, infatti, di [...] brevissi-mo manuale nelle cui massime il «cupo» [...] Danzica pro-spetta alcuni ingegnosi rimedi per non lasciarsi [...] morsa costituita dal dolore e dalla noia. Certo, dolore e noia [...] due invalicabili macigni entro cui oscilla [...]. Dolore per gli affanni [...] tormen-tiamo nel tentare di conseguire di-speratamente una [...]. Noia per [...] insoddisfazione dopo averla invano conseguita. Se le cose che desideriamo [...] troppo tardi, oppure noi arriviamo troppo [...] che la nostra vita sia [...] fi-ne. Non ci accorgiamo, piuttosto, [...] finitezza [...] invariabilmente ino-stri progetti al [...]. Che fare, allora? Rassegnarsi [...] Rinun-ciare asceticamente a vivere? No. Scrive Schopenhauer (massima n. È tutto [...] il segreto [...] di essere felici: riuscire a [...] passabilmente. Perché se [...] abbiamo appreso che felicità [...] pure chi-mere, mentre reali sono sofferen-za e [...] disin-canto [...] atto: smettere di cercare [...] i piaceri e preoccuparci di sfuggire quanto [...] sofferenza e al dolore. Come? Mostrando carat-tere nel [...] che si vuole da ciò che invece [...] «Il mezzo più sicuro per non diventare [...] Schopenhauer (massima 36) -consiste nel non chiedere [...] felici, dunque nel ridurre le proprie pretese [...] assai moderata in fat-to di piacere, possesso, [...] infatti proprio [...] alla felicità e la [...] attirano grandi sventure». Forse si comprende meglio [...] società sono sempre di più popolate da [...] più maledetta-mente infelici. Giuseppe [...] di essere felici di Arthur [...] Adelphi [...]. /// [...] /// Giuseppe [...] di essere felici di Arthur [...] Adelphi [...]. (0)
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