Attilio era felice. Dice settanta! [...] come è vero che sono [...] che ti parlo. Parola di César Borgne [...]. ///
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Non parliamo di [...]. Vuol dire bruciarsi le [...]. ///
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Ne bevo un sorso [...] sei ficcato in testa di [...] festeggiare. Lo bevo perché un [...] si abbandona nei momenti difficili. Questo bicchiere e basta. No, non è bene [...] nei momenti difficili. E così, [...] che mi brucio le budella [...] tu ti devi consolare di [...] venduto il tuo prato ». Per qualche tempo nessuno [...]. César, scrupolosamente imitato dal [...] Attilio, [...] a generose, ben intervallate sorsate; [...] a sorsatine fitte accompagnate [...] disgusto. Stavano come se ciascuno [...] il proprio bicchiere. Nella stalla, fiocamente illuminata [...] nuda e sporca appesa ad un chiodo, [...] umidore del fiato della mucca. Impregnava tutto, la mangiatoia, [...] noce, la lunga panca ad angolo dietro [...] sgabelli, la credenza rosa dai tarli, le [...] smunto delle pareti. Distesa sulla lettiera la [...]. [...] compagna, una capra, le stava [...] ritta e immobile; dormiva. Il tempo era senza [...] del mondo inesistente. Aveva, César Borgne, un [...] baffi. Baffi [...] rigonfi sotto le nari, naturalmente [...] verso le estremità della bocca, [...] con due riccioli aderenti alle [...]. Baffi che non richiedevano [...] lungo la linea del labbro, ogni due [...] perché i peli non pizzicassero in bocca. Quando era allegro César [...] punte in fuori, quando era di cattivo [...] in dentro. Adesso, ogni qualvolta, tra una [...] e [...] deponeva il bicchiere, alzava una [...] ed arricciava la punta di un baffo, ora questa, [...] quella; questa in fuori, quella in dentro. ///
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Adesso, ogni qualvolta, tra una [...] e [...] deponeva il bicchiere, alzava una [...] ed arricciava la punta di un baffo, ora questa, [...] quella; questa in fuori, quella in dentro.