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[...] Anversa 1997): un im-pressionante [...] le immagini di luoghi metropolita-ni, ritratti da [...]. [...] storici, ma di pagina [...] muoviamo nello sterminato, in-forme paesaggio degli agglomera-ti [...] dilagati ovun-que nel mondo, cancellando la differenza [...] campagna. Condomini immani, nebulose lu-ci [...] e gratta-cieli ripetuti [...] terreni informi di periferie, [...] e [...] che vaga fra sottopassi, [...]. [...] Il libro ci turba proprio [...] restituisce [...] percetti-va che tutti noi facciamo, [...] senza farci caso, quando dobbia-mo traversare questi enormi [...] cresciuti a dismi-sura nel giro [...] pochissimi decen-ni. Ma appunto, quali sono [...] tale nuovo paesag-gio? La mia impressione è [...] di uno spazio segnato da una [...]. Si tratta infatti di una [...] umana, originata [...] dalle nostre esigenze, la quale [...] ha assunto ormai una dimensione tale da mostrarsi al [...] stesso come [...] un mondo estraneo, governato da [...] noi [...] più, ma da cui siamo [...] in tutto il nostro essere. Non solo: proprio perché alieni [...] al punto da ri-sultare [...] questi luoghi riescono [...] a [...] e a [...] fanno pau-ra, sono minacciosi, gelidi, [...] ma spesso proviamo nei loro confronti [...] un fascino, come se fossero [...] di [...] potente, numinosa, perfino euforizzante, di [...] anche noi, [...] possiamo in [...]. Una volta era la [...] come il luogo del Sacro: nei [...] gli dèi facevano sentire [...] magnifica e terribile. Ebbene, il nuovo spazio [...] fascinoso, è diventato per noi come una [...] del Sacro, del numi-noso, [...] facevano nel-le foreste, noi oggi la proviamo [...] dei grandi ag-glomerati urbani. La loro caotica [...] dove si so-vrappongono una [...] disparati e divergenti (cartel-loni pubblicitari, manufatti in-comprensibili, [...] abbaglianti, oscuri-tà terrifiche, visuali interrotte o [...]. È [...] che [...] facciamo tutti, men-tre vaghiamo nella [...] infinita»: immersi in [...] di se-gnali sovrapposti e senza [...] cen-tro, rinunciamo a una visione [...] a un senso complessi-vo, per [...] solo gli stimoli funzionali ai nostri scopi, mentre il [...] si perde in una nebbia su-bliminale, in macchie di [...]. Il nuovo paesaggio, in [...] un paesaggio opaco, incapace di annunciare con [...] senso. Il che ci porta a [...] nuova ambivalenza: da una parte sembra che un simile [...] senza senso, quasi fosse la rappresenta-zione visibile del Nul-la, [...] un nichilismo cosmico [...] a insediare nelle nostre costruzioni. [...] il nuovo paesag-gio pare invece [...] misterioso, che ancora ci sfugge, ma di cui sentiamo [...] la presenza. Proprio in quanto [...] lo spazio urbano si [...] di un [...] o di una possibilità [...] riscatto, che sembra aleggiare lì, fra le [...] e macchine, dove non [...] che solitudine, angoscia e [...]. Ma con ciò arriviamo [...] ambivalenza: dila-ganti per ogni dove, [...] i [...] paesaggi sembra-no [...] di cor-rezione e miglioramento: ci co-municano [...] di impotenza, fatalità e [...] il pae-saggio da noi stessi costruito fosse [...] senza più rime-dio. Ma proprio la rabbia o [...] generata dalla constatazione dei nostri [...] spinge per ciò stesso verso [...] verso il bisogno di ripensare il [...] per ritrasformare il mondo in [...] vivibile, amabile [...]. Rileggo le righe precedenti e [...] accorgo di [...] descritto il nuovo spazio urbano [...] se fosse un luogo [...] una dimen-sione non solo esterna, [...] anche interna a noi. E forse è proprio [...]. Nei nostri sogni, nelle [...] non ci parla più solo attraverso i [...] natura (il mare, gli ani-mali, la luna, [...]. Gli ascensori, i parcheggi [...] ciminiere nella nebbia, le gru sotto la [...] della no-stra interiorità. Ma allora, per comprendere [...] rischi e le opportunità del nuovo paesaggio [...] più i discorsi di architetti, sociologi e [...]. Occorre anche [...] «psicanalisi dei luoghi urbani», [...] faccia capire come le nuo-ve forme del [...] nel profondo la nostra psi-che. E forse è proprio una [...] quella che i fotografi di [...] urban spa-ce» hanno messo in [...] fotogra-fando il paesaggio urbano senza andare alla ricerca del [...] ma cercando di resti-tuire [...] percettiva co-mune a tutti noi, [...] portato alla luce il rimosso, le immagini dei luoghi [...] che vediamo senza sapere di vedere, il paesag-gio come [...] non alla nostra attenzione [...] inconscio. Giampiero Comolli [...] 1. Eppure, forse mai come questa [...] di quelle speranze e richieste im-porti in genere molto [...] a certi [...]. [...] questa volta, inoltre, si [...] tra quali rovi infesta-ti di vipere e [...] costretto a [...] il ministro Berlinguer, al [...] non abbiamo mai risparmiato critiche, ma che [...] -o uno dei po-chissimi -a volere davvero [...]. A questo punto la [...] da una parte [...] chi si sforza di [...] in modo da [...] più agile, che sappia [...] una generazione molto più stimolata, ma anche [...] di quelle per le quali questo sistema [...] pensato. E [...] chi lavora [...] miliardi del finanziamento pub-blico nelle [...] degli [...] e dei gruppi finanziari che [...] so-stengono. E allora non si può [...] provare un [...] strattonata senza riguardi da [...] nutrire almeno qualche dub-bio. In questi giorni hanno [...]. [...] Cossiga, pensando di [...] mettere [...] Marini e gli altri Popolari, [...] loro che «problemi come quello della liber-tà della scuola [...] questioni in ri-ferimento alle [...]. [...]. Poi ha parlato Berlusconi: «Un [...] come quello della libertà [...] non può essere oggetto [...] i comunisti». [...] non sa quello che dice, [...] di [...] che non conosce. [...] libertà [...] è assoluta-mente garantita: per [...] preside ha il potere di cen-surare alcun [...] destra sia di [...] formazione, per-ché i docenti [...] italiana sono formati a una scuola del [...] Cavalie-re, che ci sono alcuni professori che [...] a proprie spese quel «Libro nero sul [...] Lei ha regalato come gadget al Convegno di Forza Italia [...] hanno cominciato a [...] in classe con gli [...] co-munisti, come dice Lei! Inoltre, perché il Cavaliere non [...] il programma di riforma della scuola del suo partito, [...] prevede una gestione scolastica in mano a un Consiglio [...] amministrazione che nomina un preside, il quale avrebbe carta [...] nella scelta e nel reclutamento [...] garantirebbe di più la libertà [...] insegnamento? Possibile che non [...] che spieghi a questo signore [...] la democrazia non consiste [...] della scuola pubblica non so-no [...] ordini di nessuno, che [...] di [...] di confrontarsi. Che hanno passato da un [...] in cui pensavano di insultare [...] del fascista o [...]. [...] persone oneste, che non corrompo-no [...] per esempio, e [...]. [...] delle città [...] sta cambiando in modo [...] gli spazi nei quali viviamo Sottopassi, macchine, [...] una complessità che richiama anche la psicanalisi Roberto Cavallini Partenza da Milano il 31 ottobre Trasporto con [...] Durata del viaggio: 8 [...] Quota di partecipazione: da lire 2. /// [...] /// Il viaggio sarà accompagnato da [...] critico [...]. /// [...] /// Tuttavia la decisione del Minor [...] di Cambridge, negli Stati Uniti, [...] uffi-cialmente [...] scoperto nel 1988 da Silvano Casulli [...] una sigla provvisoria in attesa di [...] ufficialmente con il nome [...] Leopar-di [...] con il titolo di uno dei canti [...] «La Ginestra», non è mera retorica celebrativa. È vero, tutto il [...] bicentenario della nascita di Leopar-di e attribuire [...] a quel sasso dal diametro di una [...] che orbita nella «cintura degli asteroidi» tra Marte [...] Giove, non è una caduta di gusto. Anzi, ci aiuta a [...]. Ci aiuta a ricordare [...] Giacomo Leopardi è [...] di un perio-do in [...] blaterava di «separa-zione tra le due culture». /// [...] /// E che, quasi necessariamente, [...] il Leopardi poeta [...] un «Leopardi Copernicano», come [...] della scienza An-tonio Di Meo in un [...] pubblicato per i tipi della [...] di Cagliari. Leopardi non era solo molto [...] sui fatti della scienza: autore [...] ad appena quindici anni, di [...] complessa e completa «Storia [...] con 350 volumi menzionati e [...] 2000 rimandi bibliografici; di un «Compendio di storia naturale»; [...] «Dissertazioni Filosofiche». Leo-pardi era profondamente consape-vole [...] filo-sofiche e persino esistenziali che ac-compagnano la [...] scientifica. E di questa consapevolezza della [...] della cultura umana [...] mirabile te-stimonianza in ogni [...] poesia. Negli ultimi anni, mentre [...] la separazione di fat-to e [...] separatezza tra le due [...] un [...] dimenti-cati del «Leopardi Copernicano». [...] lassù in cielo, ci [...] commettere più lo stesso errore. E, ne siamo certi, [...] Giacomo Leopardi ne sarebbe stato quanto meno contento. /// [...] /// E, ne siamo certi, [...] Giacomo Leopardi ne sarebbe stato quanto meno contento. (0)
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