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Pagina da Preview Biblioteca Digitale--Pagina de «l'Unità-Nuova Serie(PCI)-Nazionale del 1966»--Id 1343522870.

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Le sue imprese sono narrate [...] un libro che si intitola appunto [...] Il barone di [...] (Mondadori, L. Erano vere o inventate quelle [...] Giudicate voi [...] Una volta [...] raccontava il barone di [...] dovetti recarmi in Russia. Voi sapete che io [...] che né il caldo né il freddo, [...] né la tormenta mi spaventano: decisi perciò [...] cavallo. A un certo punto [...] e la neve cadeva così fitta che [...] vedeva a un palmo dal naso. La sera scendeva, e [...] a fioccare. Non potevo scorgere né un [...] né una casa per [...] la notte. Non mi perdetti [...] per tanto poco. Smontai da cavallo, lo [...] piccola croce che spuntava dalla neve, mi [...] mantello e mi addormentai profondamente. La mattina dopo mi [...] in giro: non riuscivo a credere di [...]. Infatti mi trovavo a giacere [...] una pozzanghera, in mezzo alla piazza principale di una [...] e. Guardai per aria anch'io [...] di vedere? Il mio [...] ne stava in cima al campanile, legato [...] alla [...] croce. [...] poveraccio scalciava nel [...] ed era sul punto di [...] strangolato. Estrassi rapidamente la. La pallottola tagliò le [...] ricadde in piazza sulle sue quattro zampe, [...] io balzai senz'altro in sella, spronai, e [...] viaggio. [...] facendo, però, mi chiedevo [...] addormentato sulla neve in aperta campagna, mi [...] in mezzo a quella piazza, e come [...] mio cavallo ad impiccarsi alla croce del [...]. Finalmente trovai la soluzione [...]. Era accaduto semplicemen--te questo: [...] neve che avevo attraversato era stata di [...] aveva completamente sepolto la città, ad eccezione [...] campanile. Io avevo legato il [...] quella croce. [...] la notte, però, era [...] la neve si era sciolta lentamente ed [...] abbassato con lei, fin che tutta la [...] disciolta ed io mi ero trovato a [...] sulla piazza principale della città. [...] povero cavallo, [...] essendo legato alla croce del [...] era rimasto lassù anche col disgelo. Purtroppo il tempo si [...]. La neve tornò a cadere [...] coprì ogni cosa: pensai bene di seguire [...] russo, mi comprai una slitta, [...] attaccai il cavallo e via difilato [...] Pietroburgo. Temevo una cosa sola, [...] i lupi potessero attaccarmi: in Russia, difatti, [...] numerosi come i passeri da noi. ///
[...] ///
Non feci nemmeno in [...] mano alla pistola, il lupo saltò in [...] e cominciò a [...] un pezzo alla volta. La povera cavalcatura nitriva [...] di spavento e correva con tutte le [...] non riusciva a scrollarsi il lupo di [...]. Ben presto il lupo [...] la schiena e gli entrò nella pancia, [...]. Che fare? Avrei potuto [...] ma con questo non avrei potuto ugualmente [...] vallo, sarei rimasto tutto solo nel bosco, [...] tra un cavallo morto e un lupo [...]. Per fortuna mi venne [...]. Afferrai la frusta e [...] il lupo, [...] addirittura dei brandelli di [...]. Proprio come avevo pensato, [...] " più in fretta che potè di [...] correndo a più non posso per sfuggire [...]. Ma io non gli [...]. Andò a finire che [...] trovò al posto del cavallo, e come [...]. In quella città fui [...] folla: tutti volevano vedere come facevo filare [...] alla mia slitta. Mi ricevettero con tali [...] che lo Zar [...] mi invidiò moltissimo. Il suo destino è [...] quello di [...] madre! Inutile cercare di recuperare [...] di calore: tanto, il tenue bagliore che [...] altra stanza della baracca [...] che la mamma era già al lavoro. Ed ecco che la campana [...] le cinque: faceva appena a tempo a [...] una mano, prima di andare [...] sartoria. Si vesti al buio, [...] roba a tastoni; era cosa svelta, dormiva [...] poiché era magra come un chiodo, a [...] fortuna, non portava ancora il busto. Infilò la sottana ed [...] gli stivaletti no; gli stivaletti eleganti con [...] bottoncini lucidi bisognava [...]. Lei avrebbe portato più [...] solidi, ma chi la sentiva la padrona? Diceva sempre Madame Josephine, [...] Ca-salecchio sul Reno. E [...] metteva gli stivaletti coi [...] il cappellino a padella, coi fiori finti, [...] la mamma si era sposata [...]. Scivolò in cucina: la [...] piena di vapore, mozzava [...] forte della liscivia, poiché [...] quasi di continuo nella gran caldaia del [...] panni fumavano nelle conche, che prendevano tutto [...] stanzetta. La madre alzò gli [...] tolse le braccia dall'acqua. [...] non se la prese: [...] era mica [...] era soltanto sempre stanca [...] diceva che le pareva di [...] tutti a cavalcioni sulla [...] dolorante, quei tre figlioli, a bocca spalancata [...] Teresa se la ricordava con le gote [...] gentile solo pochi anni prima, quando il [...] ancora fatto la fine che fanno quasi [...] è a [...] le brente sulle spalle [...] che prendono il vizio di bere; e [...] li comincia a [...] sul serio, prima son [...] in casa e liti [...] e poi il sangue [...] nelle vene, e cominciano a Vedere schifosi [...] ci sono. Il babbo [...] portato [...]. La mamma non aveva [...] chinato il capo, ma da allora era [...] dura, più impaziente. [...] la capiva e aveva imparato [...] non rispondere ai rimbrotti. Si affannavano in silenzio [...] la bambina versò il ranno sui panni [...] e aiutò a togliere dalla liscivia quelli [...]. ///
[...] ///
Rientrarono di corsa, con [...] ma, appena dentro, il calore svegliò loro [...] e si misero a tossire: la madre, [...] con due macchie di fuoco che le [...] scossa da singulti più [...] un tratto, per la prima volta, una [...] terribile sotto la scapola che le tolse [...]. La madre si calmò [...] aggrottò la fronte, la guardò fissa e [...] voce dove si sentiva tremare lo [...] Mi fai la scena, [...] Da quando hai la tosse così forte? ». Ce [...] tutti, la tosse, con [...] diavolo! La donna scosse il [...] la bocca con un lembo dello scialle, [...] pentolino d'acqua bollente e la versò adagio [...] scuri: li andava a ritirare ogni giorno [...] dove il padrone era un buon uo-mo [...] vera ricchezza nella povera casa. Bevvero ambedue l'acqua che [...] del buon odore del caffè ed il [...] divenne quasi allegra. Infilò i suoi stivaletti [...] lo scialle pesante sulle spalle,« Stasera farò [...]. Ma non stare in [...] ponte ci sono i lumi e poi [...] corsa; stasera porterò buone mance, vedrai ». La madre le raddrizzò [...] cappellino con le sue mani gonfie, smangiate [...]. E [...] si allontanò riscaldata dal [...]. Andava svelta, [...] appena baluginante, perché aveva [...] il quartiere non le piaceva. Era sporco e la [...] facciate delle case scrostate, dai cortili neri, [...] in fondo ai budelli di vicoli [...] avevano il lume acceso [...]. Anche la sartoria [...] ma bisognava [...] atelier, davanti a Madame! Ma era dietro [...] Carlina, nel cuore di Torino [...] del passeggio, era uno [...] bella gente: signore ed ufficiali, preti eleganti [...] di panno finissimo ed il cappello di [...] carabinieri a cavallo, belli ed impettiti sulle [...] lustra. Quando [...] arrivò infine nella piazza, il [...] con la [...] pertica, finiva di chiudere il [...] lampione spento. Ma era appena schiarito [...] poca, pareva fatta d'ombra; il carretto del [...] un odore delizioso e [...] fresco, di grissini appena sfornati, che le [...]. La mano le corse [...] centesimi, tutta la [...] ricchezza. [...] ora? Le mance non sarebbero [...] fino al pomeriggio. Ma [...] era troppo allettante. ///
[...] ///
Il carretto si fermò: [...] ra Bazzotto più piccolo di lei, a [...]. ///
[...] ///
Le strizzò [...] quando prese i cinque [...]. E che cliente! Abbiamo preferito Illustrare il [...] con delle fotografie [...] invece che con disegni, [...] il mondo nel quale si svolge [...]. A fianco: un gruppo [...] del 1900, tutte con [...] composto, come era di rigore sul lavoro. Sotto: [...] di Torino nei 1894, [...] il c bel mondo » cittadino. In primo piano, gli equipaggi [...] spettatori in [...] afferrò la pagnotta e non [...] non [...] mai [...] per [...] era rimasta un po' [...] una eccezione fra le piccinine. Il ragazzo fischiò. ///
[...] ///
Teresa era già per [...] della [...] pagnotta ed anche un [...] di carbone: il suo primo compito era [...] accendere le due grosse . Quando arrivò nella [...] ebbe [...] di rabbia: la [...] di metallo era vuota. Bisognava scendere in cantina, [...] nella carbonaia e risalire tutti [...] maledetti [...] e sbrigarsi, che [...] già essere [...] le sette. Infatti, mentre [...] con la cassetta che [...] braccio e la faceva andare di traverso [...] incontrò le ragazze che arrivavano [...] insieme, immusonite. Sul pianerottolo tossi e la Merla, [...] tutta pepe e due occhielli [...] e vivi vivi, [...] una [...] di disgusto: «Siamo al Cottolengo, [...] ne? Fai perfino senso, con quella [...] ». [...] sentì un groppo di lacrime [...] alla gola o tossi più forte. Ma le altre [...] rincuorarono: « Non [...]. Le ragazze scoppiarono in una [...] a becchettarsi com'erano e lu Merla, voltandosi come una vespa [...] portò minacciosamente le ninni sui [...]. Ma una voce aspra risuonò [...] le scale:« [...]. Nel laboratorio Le ragazze si [...] come foglie sotto una ventata ed una frenetico attività [...] accese nel laboratorio. [...] non riparava [...] ricevere il lavoro [...] le [...] addosso, appena [...] aveva finito la [...] parte: a lei [...] tutte le rifiniture, i sopraggitti, [...]. Cucivano tutte a cupo [...] del lavoro incalzante e non si udiva [...] della padrona che gemeva, sferzava, si alzava [...] ora con [...] ora con [...]. E, naturalmente, più che a [...] toccava alla piccinina. La bambina corse alla stufa, [...] di brace due ferri e li portò allo stiratrice [...] sudava su di un [...] spagnolo, pieno di [...] da far ammollire. Come pesavo il ferro! Parevo che le volesse [...] e, chino sullo candida sottoveste, [...] sentiva crescere il dolore [...] sotto la scapola! A mezzogiorno, le lavoranti [...] in furia, senza lasciare il lavoro, sporgendo [...] non macchiasse le stoffe. [...] non ebbe il permesso di [...] a furo il suo solito acquisto a [...]. Della Torino [...] molti ragazzi hanno ancora [...] civile, che De [...] ha dipinto nel suo [...] Cuore ». Ma questa Immagine è, [...] falsa. Non che De [...] abbia « voluto » [...] veduto II mondo reale attraverso una [...] Idea sentimentale e Ingenua [...] della società. De [...] era un socialista umanitario: uno [...] quelli, deè, che pensava di [...] « Insegnare [...] del prossimo a chi considerava [...] danaro posizione, privilegi, confondeva I diritti del [...] con [...] specie di « [...] da concedere, e riteneva che II lavoratore trovasse nel lavoro ogni gioia e ogni ricompense. Il racconto che pubblichiamo mostra Invece una realtà ben diversa, Ha realtà di un lavoro [...] né regolato né protetto da [...] legge: e se [...] si parla di una [...] piccinina » torinese, di [...] ricordiamo che [...] In quello stesso periodo [...] per I padroni di fabbrica [...] persino Inconcepibile che gli operai pretendessero lo giornata lavorativa [...] otto [...] (Per I padroni era Infatti [...] che gli operai lavorassero [...] al tramonto! Anche II personaggio [...] « socialista [...] va Inquadrato In [...] non erano Infatti rari del [...] (professionisti, intellettuali, ecc. Invece di schierarsi con I [...] ancorati al loro pregiudizi di gente agiata, [...] In [...] dei padroni. [...] metà del pane: ma non [...] per il calore di fornace [...] e [...] dolciastro [...]. Dio mio, quel caldo! Ma ecco, proprio quando [...] resistere più, un grido di trionfo delle [...] obito era pronto! Ma [...] quasi fuggi: non vedevo [...] dal laboratorio, di raddrizzare la schiena che [...]. Do prima, godette il [...] le sferzava le gote, non si accorse [...] della strada, volò leggera come una farfalla [...] rientrò contenta, con i suoi tre soldi [...]. Ma al secondo vestito, [...] terzo, al quarto una stanchezza [...] piombo le scese alle gambe; il freddo [...] con la sera e. E le scale non finivano [...] salire, salire. Quando prese [...] indirizzo, vacillò: doveva portare [...] sù alla Maddalena, in collina. Il carnevale aveva ormai [...] la sera era scesa precoce, i lampioni [...] accesi. Ma [...] andava più in fretta [...] vedere, rabbrividendo; maschere le urlavano [...] nelle orecchie [...] sobbalzare, una guardia civica [...] tirarsi da parte: voleva farsi travolgere? Infatti [...] aveva neppure udito il suono del corno [...] quasi sotto le zampe dei cavalli del [...]. Per un attimo pensò [...] scacciò lo tentazione: fra due giorni scadevo [...] la mamma contava sulle mance di stasera [...]. Tirò [...] aggrappandosi, per farsi Giuliana [...] a [...]. ///
[...] ///
Tirò [...] aggrappandosi, per farsi Giuliana [...] a [...].

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Il sistema condivide già oltre settecentomila Entità Multimediali, di cui gran parte afferenti alla Biblioteca digitale.

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La digitalizzazione/elaborazione dal cartaceo alla Biblioteca Digitale, relativamente all'emeroteca riguarda (in parentesi quadra consistenza detenuta ed altre annotazioni; * ove lavorazione tuttora in corso):

Periodicità non quotidiana


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(118)

Cinema Nuovo [serie quindicinale 1952-1958]

(192)

Città & Regione [1975-1976*]

(190)

Civiltà cattolica [1850-2000*]

(144)


(198)

Interstampa [1981-1984*]

(198)

Marxismo Oggi [1988-1991*]

(197)

Nuovi Argomenti [1953-1965]

(183)

L'Orto [1937]

(161)

Paragone. Arte [le serie dirette da Roberto Longhi, 1950-1970]

(190)


(185)


(203)

Rinascita [1944-1962 mensile, 1962-1989* settimanale, marzo 1989 numero 0 direttore Franco Ottolenghi, 1990-1991* Nuova serie direttore Asor Rosa]

(86)

Teatro in Europa [1987-1997*]

(203)

Vita cecoslovacca [1978-1984*]


(203)

Quotidiani

Avanti! Quotidiano del Partito Socialista Italiano [1943-1990* edizioni di Milano e Roma]

(203)

Brescia Libera [1943-1945]

(159)

Granma. Organo oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba [1965-1971*, 1966-1992 riduzione del Resumen Semanal]

(192)


(205)

Ordine Nuovo [1919-1925]

(63)

Corriere della Sera [1948* annata completa «Nuovo Corriere della Sera»]

(195)

Umanità Nova [1919-1945]

(169)



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Eventuali segnalazioni dei propri interessi potranno influire sulle priorità di lavorazione. Per un elenco di tipologie differenti (monografie, enciclopedie, materiale discografico e non book material) o delle consistenze minori, oppure per informazioni sul prestito bibliotecario/interbibliotecario: .