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Martedì 18 giugno [...] pagina Il golpe, il carcere, [...] fuga e [...] Sepulveda e Skàrmeta raccontano il [...] paese e le loro diverse [...] e [...]. E nè con te, [...] te, vivere posso. La patria degli esuli [...] crudele? E quando la lontananza forzata finisce [...] ferite profonde come quelle lasciate dalla tragedia [...] è affogato il Cile? La vicenda [...] e del ritorno toma [...] le pagine di due scrittori cileni di [...]. Con La frontiera scomparsa [...] Luis Sepulveda (Guanda) e Non è successo niente di Antonio Skarmeta (Garzanti). Diversissimi tra loro, Skarmeta [...] Sepulveda [...] risolto in modo assai diverso il rapporto [...]. Antonio Skarmeta ha una [...] clown, è il poeta pieno [...] e di grazia che [...] al Postino dì [...] un uomo aperto e [...] golpe che rovesciò Salvador [...] ha vissuto a Berlino, [...] il cinema e per la tv. Ora è tornato in Cile. Professore di filosofia e [...] Santiago e gli Stati Uniti, dove insegna [...]. /// [...] /// Luis Sepulveda è invece un [...] ombroso e passionale. Sottratto da [...] agli orrori del carcere [...] Sepulveda ha trasformato [...] in [...] on the [...]. Nella ricerca della «frontiera [...] paese della libertà e [...] che gli aveva mostrato [...] anarchico fuggito [...] agli inizi del secolo. Questo viaggio lo ha [...] Amazzonia, dove è nato li vecchio che leggeva [...] Patagonia con Chatwin (Patagonia [...] e sulle baleniere di [...] (// mondo alla fine [...] Sepulveda ama territori estremi. Vive tra Amburgo e Parigi, [...] in Cile. Ha rifiutato [...] di [...] cileno presso [...] che il suo paese [...]. Il posto che era [...] Neruda. [...] idiota [...] per tornare a vivere in Cile. Ma [...] è finito, e parlare di [...] sarebbe una [...]. Mi pare immorale: soprattutto [...] ha chiuso le frontiere a tanta gente [...]. Nel 1996 [...] europea ha [...] asilo a un milione [...] da Asia, Africa, Europa [...]. E poi la mia generazione [...] sente [...] più che cilena. Mi attrae la Patagonia, [...] sud del mondo al margine di nazionalità [...]. E c'è, in America Latina, [...] che mi seduce più dei Cile, il Messico. Amo il Messico per le [...] contraddizioni, per la [...] cultura, per il carattere dei [...] che scelgono tutto o niente. Lì non c'è tempo per [...] vie di mezzo: il Messico obbliga a darsi intensamente [...] vita o a [...]. Ma perchè il posto [...] Neruda non [...] voluto? Sepulveda risponde di [...] «Già [...] governo di Patricio Alwin mi aveva offerto [...] culturale in [...] In una [...] una trappola per topi, [...] vennero catturati dalla polizia segreta del generale Augusto Pinochet [...] decina dì dirigenti clandestini del Partito comunista [...] scomparire. E proprio nel ventesimo [...] arresti, la cronaca degli avvenimenti è stata [...] raccontata in un volumetto, «La gente buona [...] viene distribuito in Cile. In quel 1976 Pinochet [...] repressione durissima servendosi soprattutto della polizia segreta, [...] Dina, [...] dal suo braccio destro il generale Manuel [...]. [...] contro i dirigenti del [...] iniziò il 30 aprile, [...] e mezza della notte alcuni poliziotti arrivarono [...] 1587 e bussarono alla [...] dove [...] Juan Becerra costruiva e [...] pelle e dove abitava con la famiglia. Ma Becerra che era [...] golpe un simpatizzante del [...] ospitava dì tanto In [...] casa riunioni clandestine del partito. Non ce ne sono, [...]. E io ho fornito una [...] quelli sono terroristi, hanno detto. Ma io non posso [...] ha attentato alia vita di Pinochet per [...] sia considerato un terrorista. E dunque non posso [...] Cile». Contraddizioni della patria ritrovata. Ma questo è un [...] e di transizione: e ci sono cileni [...] il loro cuore puro, sono contrari al [...]. Davanti al mio [...] così tanto per trovare una strada per [...] alla purezza [...] e alla radicalità delle [...]. [...] mi ha insegnato a non [...] assolutista. Ma certo è molto [...] che molti dei crimini e delle violazioni [...] commessi al tempo della dittatura non possano [...] le leggi non lo consentono. Abbiamo ereditato una costituzione autoritaria, [...] non si può cambiare. Al senato c'è ancora una [...] non eletta [...] messa lì daNella trappola di [...] cognata Maria Teresa [...] dissero [...] che uscì di corsa e [...] infilò [...] che secondo lui doveva [...] a casa della donna, in [...] del Fierro, nel quartiere di Quinta [...]. Becerra venne invece bendato, [...] in una caserma dove venne torturato a [...] cognata e poi anche alla moglie. Calci, pugni, corrente elettrica [...] alternati alla richiesta di riconoscere le fotografie [...] ricercati. [...] indicò la foto di Mario [...] anche lui artigiano pellettiere, [...] Gioventù comunista, membro in clandestinità del Comitato [...]. E spiegò che proprio [...] gli aveva chiesto di [...] casa di via [...] per una riunione che [...] Il a qualche giorno. [...] anche un segnale di via [...] per coloro che sarebbero arrivati, una bolsa messa in [...] certa posizione dietro una finestra. Cosi la Dina decise di [...] una [...]. Riportò a casa Becerra la [...] e con [...] si installarono [...] alcuni agenti armati che li [...] continuamente. [...] e la moglie furono costretti [...] una vita apparentemente normale, anche [...] vendere borse ai [...]. Pure la casa di via Alejandro del Fierro era stata trasformata in una [...] e lì avvenne un episodio [...]. Il vescovo Enrique [...] che guidava la Vicaria [...] la struttura delia Chiesa che si dedicava [...] vittime della dittatura, ricevette una telefonata anonima [...] di portare medicine per un prigioniero ferito [...] Del Fierro. Il prelato vestito in borghese [...] e uno dei presenti tirò [...] e lo arrestò [...] a un interrogatorio. [...] spiegò di essere un [...] dopo un controllo venne rilasciato. Ma la vera trappola [...]. Dove alle 19. Apri la porta e subito [...] spararono ad una gamba. Gli agenti lo avvolsero in [...] coperta e lo trascinarono in una stanza posteriore, mentre [...] pulivano rapidamente [...] il pavimento sporco di sangue. Dopo poco arrivò Jorge Munoz. Venne arrestato e portato [...] dove stava dissanguandosi [...]. Scese la notte e [...] e Munoz vennero portati [...]. Di loro non si [...] nulla. Il mattino del 5 [...] . E un paio d'ore [...] pratica democratica fino al [...] contro Allen-de, nel 1973 -riprende Luis Sepulveda -È [...] è certo che le istituzioni democratiche sono [...] altrettanto vero che il modello economico della [...] in piedi. La presenza di un [...] e potente non è cosi molesta quanto [...] che la dittatura si è creata. Parlo di cultura come [...] di organizzazione della società, in Cile i [...] solo sulla carta, non esistono più contratti [...] lavora è un produttore a tempo, vende [...]. Non è un lavoratore [...] diritto. Si è imposto un [...] basato sulla privatizzazione di tutto: scuole, ospedali, [...]. Chi si ammala e non [...] soldi per pagare uno specialista o una stanza [...] muore. Un paese che nel [...] orgoglio di non avere [...] ha il [...]. Sono analfabeti giovani, ragazzi [...] di sedici anni. Mai andati a scuola. Eppure a livello macro-economico [...] Cile [...] un paese modello: alti tassi di sviluppo [...]. Si sta trasformando in [...] politica di incentivo alle esportazioni ha prodotto [...] e la deforestazione di territori grandi come [...]. In Cile ci sono [...] ricchi e i poveri -conclude con passione Sepulveda [...] al punto di dover parlare di due [...]. Oggi il razzismo non [...] ma contro, il povero che rappresenta una [...]. Per questa strada prima [...] arriva [...] sociale: quattro milioni di [...] milioni di abitanti sono Sepulveda e Skàrmeta: [...] due esuli che hanno addosso le ferite [...]. Finito in carcere dopo [...] e liberato per iniziativa di [...] il primo non vuole [...] paese. Skarmeta, autore del «Postino [...] Neruda», [...] invece deciso di riprendere la strada di [...] lunga errabonda fuga. Due modi diversi di [...] smarrimento, ad un «tradimento» [...] patria. Li abbiamo intervistati. E stato [...] smobilitare la polizia fascista; [...] in carcere ma quasi quasi lo Oberavano [...]. È un peso morale [...] sopportare. Ma io lo accetto, [...] sorte del mio [...]. Cile terribile, Cile negletto. Verso [...] del pomeriggio arrivò in [...] «Marcela», cioè Elisa [...] di 42 anni, che [...] per quella mattina con [...] e che, non [...] visto arrivare, era andata [...] a [...]. Dopo un interrogatorio di [...] venne fatta uscire tra due uomini che [...] armi nascoste sotto giacconi e portata via [...]. Nulla più sì è [...] Marcela, di [...] di [...]. In quei giorni vennero [...] Miguel Ramirez Morales di 32 anni, che usava [...] di venditore ambulante per fare da contatto [...] comunisti. Fernando Antonio Lara Rojas [...] e [...] ed ex campione nazionale [...] Marcelo [...] di 30 anni. /// [...] /// Ma il col-po forse [...] gli aguzzini di Pinochet fu [...] di Lenin Adan Diaz Silva, [...] di 31 anni. Mentre stava facendo colazione, a [...] si presentò una ragazza che Adan conosceva e che era accompagnata da un giovane. Lo invitarono ad uscire [...]. Diaz Silva è scomparso [...]. Conosceva un segreto importantissimo, [...] il capo del Pc clandestino, il vicesegretario [...] Victor Diaz, di 54 anni, che da mesi viveva [...] di José Santos Garrido [...] nella villetta di una [...] via Bello [...] nel quartiere elegante di [...]. Nel lardo pomeriggio [...] 1 maggio arrivò in [...] Eliana Espinoza, «Ana», [...] insieme a Lenin Adan [...] tra Diaz e il partito. I due, come di [...] in una stanza, ma questa volta Ana [...]. Quando se ne andò, Diaz [...] figlia della domestica se a partire dal [...]. Non è più quella, [...] Santiago. Racconta Antonio Skarmeta che [...] di [...] «Dodici anni di dittatura [...] ancora, vivendo in Cile. La gente ha perso [...] suoi sentimenti, teme le emozioni. C'è [...] un tempo estremamente creativo, [...] anche un po' [...] e per questo il Cile [...] brutalmente castigato. Perciò, oggi siamo diventati [...]. Chi si emoziona ci [...] reprime la spontaneità. Un artista non può [...] un clima così. E questo è un [...]. Skarmeta ha raccontato [...] con gli occhi di [...] ragazzino scampato [...] che in Europa scopre [...] la libertà, le ragazze, la musica, il [...]. È un piccolo romanzo di [...] una metafora [...] dal tunnel. E che in nome [...] libertari opprimono i loro figli nella [...] è il grande tema [...] secolo -continua -È il vero tema della [...] in fuga da un continente [...] che originano crisi di [...] insieme, la possibilità di una nuova fusione. La nascita di una nuova [...]. C'è chi dice che [...] indifferenziato esodo contemporaneo [...] si perde, smarrisce identità, [...] nessuno. Un emigrante e basta. Luis Sepulveda non è [...]. Gli africani che ora [...] paese [...] la persero quando gli [...] confini dei loro paesi sulla carta, dividendo [...] insieme e unendo chi doveva restare diviso. [...] non è solo il [...] è cultura. E tanta [...] quella gente, della [...] è stata privata allora: [...] Europa, nelle biblioteche, dove può leggere la [...] antenati. Per noi [...] è stato diverso. Veniamo da paesi di [...]. Siamo già mescolanza: io [...] un quarto andaluso, un quarto basco, un [...] un quarto [...] indio. La nostra lingua, lo [...] contagiata dalle parole inventate dai [...] arrivati [...] loro difficoltà fonetiche. [...] non ci era estranea: [...] del Cile sì è [...] della rivoluzione francese, la nostra razionalità è [...] è laica. [...] siamo stati accolti come latini, [...] come estranei. Ma quello che voglio [...] e la perdita [...] non vengono dalla confusione [...] una distinzione tra queste [...] sembra intellettualistica e pericolosa. Perchè oggi sono cambiate [...] non sono te dittature, ma la fame, [...] guerra». La ragazza accettò, ma [...] giorno dopo. Alle 2 di notte [...] uomini fortemente armati, in borghese e con [...] segni rossi fecero irruzione [...]. Victor Diaz era zoppo [...] operazione alla colonna vertebrale e il capo [...] gridò: «Alzati e cammina». Dopo due passi il [...] «Sei lo zoppo Diaz, figlio di puttana di [...] tutti cominciarono a [...] duramente. Dopo un lungo pestaggio, [...] in pigiama. [...] successivo a [...] moglie venne consegnata una lettera [...] sembrava scritta [...] stesso Diaz e che chiedeva [...] farla finita con la campagna internazionale per la [...] liberazione. Poi la figlia Vittoria [...] di novembre ricevette una telefonata. Una voce metallica le [...] di chiedere la mia [...]. Infine il 20 novembre [...] senti squillare il telefono. [...] parte la voce di Diaz: «Chiedi [...] Radio Mosca la smetta di parlare dì [...]. In lacrime [...] gridò: «Basta telefonate, voglio [...] marito». Da allora non si [...] niente nemmeno di Victor Diaz, neppure se [...] la voce di quelle due telefonate e [...] quella lettera. /// [...] /// Da allora non si [...] niente nemmeno di Victor Diaz, neppure se [...] la voce di quelle due telefonate e [...] quella lettera. (0)
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