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Ed è ancora attuale [...] 4. Pasolini, [...] noto, abiurò dal-la «Trilogia della [...] rinnegando [...] la [...] vecchia visione del [...]. Se il [...] si [...] e traviare dal po-tere del consumismo vuol [...] era già intima-mente corrotto, [...] malato. La [...] innocenza e il suo candore [...] erano che una maschera. Mentre prima il potere [...] solo per im-porsi, ora lo fa con [...] che omologa potenti e sudditi, carnefici e [...]. Salò è una parabola [...] pote-re che non vuole essere cruda, dolorosa, [...] insopportabile. Lo scandalo che il [...] prima uscita aveva ragione [...] lo sguardo «sadico» del regista, per il [...] «refe-renziale», quasi da reperto, ap-punto, antropologico. Non [...] condanna, non [...] assolutoria pietà per nessuno, nemmeno [...]. Non ci sono né [...]. Il mon-do, pur drammaticamente [...] da presa, é come osservato da un [...] tutto sembra allonta-narsi in una dimensione in [...] non hanno più espressione, in cui [...] e si agitano sol-tanto [...]. E sono proprio questi [...] marto-riati, straziati, umiliati, e [...] escrementi. Il sesso, che pure [...] di li-bera espressività del corpo uma-no, rimasto [...] influenze del potere, viene ritual-mente offerto alle [...] libidini. [...] strug-gente film di Pasolini [...] fin dalla prima immagine come un apologo. Ne va ascolta-to [...] silente, disperato. Il mini-mo atteggiamento moralistico [...] distruggerebbe completamente il senso. Forse è [...] necessaria, utile da ri-cordare, per [...] Salò. Che è un film [...] indiscus-so, quindi anarchico, sadico e in ultima [...] tutte le cose non aperte ad alcuna [...]. Pier Paolo Pasolini, in [...] sul Corriere della sera raccolti nel volume Scritti [...] Mario Soldati parlando della «liberazione dal potere»: [...] capace di rinnovare i rap-porti fra il [...] fede, di [...] e [...]. [...] Chiesa e potere, uscì sul [...] il 6 otto-bre 1974. Pasolini sarebbe morto un [...] giorni dopo. Salò era in gestazione. È una delle tragiche [...] che Salò non possa non es-sere letto [...] mentre -con ogni probabilità -non intendeva [...]. In molti hanno letto [...] Pasolini come una morte «cercata», ma [...] era pieno di progetti, [...] San Paolo al [...] recentemente recuperato da Sergio Citti [...] Magi randagi, per non parlare del lavoro [...] Petrolio uscito, incompiu-to, solo nel 1992. Salò non era un [...] sicuramen-te un punto [...] su uno dei tanti [...] tutta [...] di Pasolini: il potere. [...] il suddetto articolo sul Corriere [...] titolo profetico: pro-babilmente sarebbe stata la reli-gione, [...] il filo ros-so su cui Pasolini avrebbe [...] come testimoniano i progetti su San Paolo [...] ma-gi. Ma il potere rimaneva [...] è addirittura ubriacante [...] oggi [...] frammento [...] 133» -di Petrolio, che ovviamente [...] è la conclusione del romanzo ma ne rimane, [...] Einaudi, [...] pagina. È un appunto che si [...] (di nuovo, [...] liberato-rio?) e parla del culto [...] un «Dio ozioso», un «Dio che gioca a na-scondersi», [...] il mito di una popolazione della Nuova Guinea: «Credono [...] il Creatore, dopo [...] creato il cosmo e [...] si sia ritirato ai confini [...] mondo, [...] e lì si sia addormen-tato. Ma un giorno si [...] dal suo giaciglio, e distrug-gerà tutto ciò [...]. Viene in mente il Pasolini [...] quei medesimi giorni -pochi mesi dopo [...] sempre sul Corriere del [...] -«abiu-ra» la trilogia della vita [...] Canterbury, Mille e una [...] un film di totale deso-lazione. Non più la gioia di [...] nel passato [...] in cui i valori primigeni [...] sotto-proletariato sono ancora intatti. Bensì, [...] di scoprire che [...] è avvenuta, il sot-toproletariato [...] assimi-lare dalla borghesia, e il fascismo è [...]. Il vero discorso sul [...] Pasolini [...] aveva lanciato il 24 giugno del [...] Il potere senza volto: [...] quale tempesta ideologica e psico-logica sia nato Salò, [...] un lungo brano. Dopo [...] parlato delle varie culture [...] «la» cultura italiana, Pasolini scrive: «Oggi -quasi [...] una spe-cie di Avvento -distinzione e unifi-cazione [...] il posto a una omologazione che realizza [...] sogno interclassista del vecchio Potere. A cosa è dovuta [...] Evidentemente a un nuovo Potere. Scrivo [...] con la P maiuscola [...] non so in cosa consista questo nuovo Potere [...] lo rap-presenti. So semplicemente che [...]. Non lo riconosco più [...] Vaticano, né nei Potenti democri-stiani, né nelle Forze Armate. Non lo riconosco più [...]. Conosco anche alcune caratteristiche [...] Po-tere. Alla fine, Pasolini de-finisce questo [...] Potere «una forma totale di fascismo [...] pragmatico», una «omo-logazione repressiva, pur [...] otte-nuta attraverso [...] e della [...] de [...]. Pasolini parlava sempre da [...]. Anche quando scriveva frasi [...] di processare i notabili [...] o lancian-do il suo [...] «io so». Il suo rapporto con [...] anche -volendo -essere letto come un rapporto [...] il padre militare (rielaborato, quasi inutile [...] in Edipo re e [...] Affabulazione). Sempre in [...] del 6 ottobre, affermava [...] «alcuna autorevolez-za, se non quella che mi [...] non averla e dal non averla voluta». Rispettiamo questa [...] volontà e non leggiamo Salò [...] un comizio. [...] come un apologo sul [...] su qualcosa che Pa-solini percepiva tragicamente allo-ra, [...] ci circonda oggi: il consumismo volgare, il [...] origina-lità, la perdita del sacro. Di questo parla Salò, [...] maledetto del grande poeta. Per la cronaca: due film [...] in qualche modo [...] oggi [...] e quel Pasolini, i suddetti Magi randagi di Citti e [...] di Grimaldi, non rie-scono ad [...] del [...]. La maledizione continua. [...] del Potere ALBERTO CRESPI Domani [...] cassetta con [...] «Salò o le 120 giornate [...] Sodoma» uscì nel [...] pochi giorni dopo la morte [...] e fu sequestrato ben due volte: prima fu bocciato [...] censura [...] novembre [...] poi ci fu un [...] dove era avvenuta la prima [...] gennaio del [...]. Ci vollero molti anni [...] fossero ritenuti [...] maturi» per [...]. Il film si ispira [...] Sade, ma lo sposta negli anni della [...] Salò. Diviso in tre «gironi» [...] racconta i feroci rituali di quattro notabili [...] giovani inermi per i propri piaceri. La fotografia è di Tonino Delli Colli, la musica di Ennio Morricone. Tra gli interpreti, Paolo Bonacelli. Perché sento il biso-gno di [...] maggiore radicalità. Dice Veca: «Pasolini non [...] fa teoria politica. Costruisce del-le versioni del [...]. Sia quando scrive poesie, [...] romanzi o fa i film. Lui è uno che [...] dire qualcosa sul potere ma di mostrare [...]. E ne viene una critica [...]. In questo film, se [...] è che esponga una tesi sul potere [...]. Esemplifica la na-tura del [...] lui la sente. Che non vuol dire [...]. Ma presentare qualcosa che [...] di ciò che si vuole comunica-re. E Pasolini cosa voleva [...] Una [...] che è propria di tutte le situazioni [...] eserci-tano il potere su altri, se li [...] limite. Ci faccia un esempio [...]. Noi possiamo fare un [...] libertà. Poi ad un certo [...] e dice: guarda che la differenza è [...] in catene e [...] va in giro come [...]. Ecco questo è un [...]. Posso fare tutti i [...]. Pasolini, come fanno sempre [...] impegnano in questo modo di comunicare, è [...]. Ed essere radicale vuol [...] casi limite. Ma i casi limite [...] Certo. In tutte le situazioni [...] politiche, economiche ecc. /// [...] /// In tutte le relazioni [...] in casa nostra, nel condominio, fino a [...] nel mondo. Il problema non è [...] relazio-ni di potere, ma che tipi di [...]. Noi sappiamo che il [...] esercitare e si esercita in vari modi. Pasolini diceva che in Italia [...] introdotta «la prima vera rivolu-zione di destra, [...] con la realizzazione in-terclassista dei consumi». Facen-do piazza pulita di [...] sociali, senso religioso e ir-razionalità. Questo discorso di Pasolini [...] sem-pre trovato interessante proprio per-ché [...] mai condiviso. Perché, professor Veca? Quando [...] queste cose ven-gono meno perché [...] una specie di macchina [...] le eti-che, i valori che non si [...]. E ad un certo [...] barbarica. Non [...] dubbio che questi aspetti [...] tutti i processi di modernizza-zione. Sono i costi della [...]. Però, vedere solo questi [...] essere radicali. [...] da dire tuttavia che quando Pasolini faceva questi discorsi [...] altri che face-vano esempi del [...] limite inverso. Lui, trovava nella modernizzazione [...]. /// [...] /// Gli altri trova-vano soltanto [...]. /// [...] /// Quegli altri la santifica-vano. E invece, a suo [...] guardare alla modernizzazio-ne? Credo che come per [...] comunque essere grati a Pa-solini perché è [...] fa sempre fatto vedere qual è la [...] esercizio del potere che tutti noi do-vremmo [...]. Se non ci fosse [...] Pasolini [...]. Allo stesso modo, Pasolini ci [...] fatto riflettere sui costi di una modernizzazione brutale, sel-vaggia, [...] rozza come è quella italiana. /// [...] /// Dice delle cose importanti [...] tutto. Ritorniamo al discorso di Pasolini [...] che lei non condivide. Pasolini ci ricorda che [...] potere, della relazione del pote-re, del rapporto [...] può su altri, sui corpi e sulle [...] un limite che è sempre presente, che [...]. In cui il rapporto [...] per esempio: [...] con tutte le collusioni [...]. Come può essere un [...]. E questo è il [...] potere non accettabile. Superato il «grado zero», [...] diventa accettabile? Il potere accettabile è il [...]. Quello esposto ad in-certezza [...]. Che cosa caratterizza la [...] vi-sta alla Salò, per intenderci? Io la [...] della certezza del po-tere. Coloro che hanno potere [...] hanno in modo certo. Sanno che possono trasformare [...] degli arnesi per loro. Non [...] nessu-na incertezza, per chi [...] su altri, sul fatto che gli schiavi [...] (quando uso delle persone anche sessualmente le [...] arnesi) non hanno gli stessi occhi che [...]. Questo è il mondo [...] chi esercita potere su altri. E le vittime? Guardano [...] che i padro-ni vogliono che essi abbiano. È la co-sa più [...]. Il pro-blema non è [...] vittima guarda con occhi umani disperati, il [...] guarda con gli stessi occhi di chi [...]. Il grado zero [...] del potere è questo. Nel momento in cui [...] il mondo con [...] di colo-ro che sono [...]. Il potere ha tale [...] che chi è sogget-to al potere non [...] al-tro modo di guardare le cose se [...] occhi di chi ha potere su di [...]. Legare o vincolare il [...] introdurre un ele-mento di incertezza [...] del potere da parte [...] ha. Uno dei modi per [...] del potere politi-co è un sistema democratico. Il fatto che io [...] ma sotto controllo vuol dire che sono [...] mia possibilità di [...]. Chi sa che deve [...] per avere quote di potere, di autorità [...] certo di uno che non le passa. La mia posi-zione è [...] Pasolini. Però io non sarei [...] così la possibilità, più o meno riuscita, [...] al potere se Pasolini non fosse lì [...] situazione in cui non vi sono limiti [...]. E lo stesso vale [...]. /// [...] /// E lo stesso vale [...]. (0)
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