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Reclama il suo ruolo [...] storia, nello spettacolo. Certo, trattando-si di un [...] il gioco non è facile e rischia [...] paradossale per chi chiedeva [...] al paradiso per tutti, [...] puttane, gli assassini e gli ubriaconi. Paradossi per paradossi, la Toscana, [...] Rinascimento, rischia di diventare la capitale, perlomeno [...] in grande stile di Kerouac, Corso, [...] Ferlinghetti e soci: e [...] sembrare la somma beffa del destino che [...] mentre giunge da Oltreoceano la notizia della [...] Allen Ginsberg, padre di tutti i beats. Eppure, il revival beat [...] corso. Il 12 aprile, grazie [...] Teatro Stu-dio di Scandicci, e della casa [...] «Mi-nimum Fax», aprirà a Firenze, in via di San Niccolò, [...] e per ora unica suc-cursale di «City [...] libreria di Lawrence Ferlinghetti: per [...] dovrebbe (a questo punto [...] arrivare lo stesso Ferlinghet-ti, [...] si tratta di una vera chicca -i [...] la band di [...] ed Ed Sanders che [...] la controcultura militante in campo mu-sicale, e [...] ispirata esplicitamente a Ginsberg, Kerouac [...] co. I [...] per capir-si, in quanto [...] trasgressio-ne hanno anticipato Zappa e tutti i [...] il rock ha saputo sfornare. In realtà non si [...] suoneranno an-che qualcosa, o se si limiteranno [...] ma [...] la grande macchi-na della [...] moto. E forse è an-che giusto [...] se consideriamo la forza suggestiva (antiborghese, poeticamente [...] e pacifista) che la Beat [...] torna ad avere proprio oggi, per esempio [...] rock statunitense. Non finisce [...]. Giusto ieri [...] sera, nel tempio della [...] il Teatro della Pergola, [...] Cosimo [...] già compagno di strada [...] come Carmelo Bene, ha proposto «La Beat [...] versi»: un evento ripreso da [...] da un suo stesso [...] scena nel [...] mescolando testi presi [...] barese con le liriche [...] Kerouac, Corso, Ginsberg, eccetera [...] famosa tecnica del [...] (ovvero rimescolando come capita [...] scritti in precedenza). E, guarda caso, in platea [...] un sacco di ragazzi, che sicuramente alla Pergola ci [...] raramente o mai: [...] era lì sul palco ad [...] rosso in volto, gridare, la rabbia [...] degli anni [...] e [...] contro [...] borghese e capitalista esattamente come [...] lo stereotipo del poeta maledet-to, [...] barba ispida e lo sguardo alluci-nato, mentre [...] aleggia [...] acre di un whisky di [...] qualità. Per loro Allen Ginsberg è [...] una sorta di nume tutelare e uno dei primi [...] nel giro un-derground americano. Il legame fra [...] e Ginsberg, quindi, inizia [...] nel tempo. A uno dei due [...] di aspetto [...] dedica una frase del [...] Urlo in cui lo definisce «la persona che [...] ponte di [...] e sopravvisse»! Più recentemente, nel 1994, [...] venticinquesimo anni-versario di [...] e Gin-sberg si sono [...] irriverente performance, im-mortalata su The Real [...]. I [...] capitano a Milano (doma-ni [...] Magazzini Generali per la rassegna «Suoni e Visioni») [...] della scomparsa del loro vecchio compagno di Beat [...]. [...] si porta i suoi [...] anni con dignità e con [...] solita aria fric-chettona, che piaceva tanto a Gin-sberg. Ed Sanders, più giovane [...] è attivo e curioso. Sanders e [...] erano le teste pensanti [...] multime-diale, dove si fondevano rock, sati-ra, fotografia, [...] molto altro ancora. E dove si anda-va [...] le parole e le tema-tiche: droga, sesso, [...]. Combattendo il sistema e [...] la forza di [...] al vetriolo, decisamente in [...] retorica e or-gogliosa del «sogno americano». I [...] insomma, erano [...] faccia [...]. Ne abbiamo parlato con Ed Sanders. Cosa ricorda della Beat [...] e cosa è cambiato [...] «Il cambiamento più importante è [...] quello tecnologico, che ha [...] nostro modo di vivere. Oggi siamo sempre più [...] del tempo e ci si agita per [...]. [...] della Beat [...] la no-zione del tempo [...] e meno decisiva. Oggi la gente non [...]. E la qualità della vita [...]. [...] «Direi di sì. Anche se credo sia [...] certi valori: i fatti parlano chiaro, la [...] tecnologia, non si può tornare in-dietro. [...] cosa veramente po-sitiva accaduta [...] anni è la maggior indipendenza raggiunta [...]. /// [...] /// E mi fa piacere [...] di-ventare avvocato, invece di essere [...]. In America non [...] dibattito, non [...] scambio e, so-prattutto, non [...] una vera sinistra. Mala cosa più spaventosa [...] non è possibile che [...] paese ogni cinque anni [...] fare guerra a qual-cuno. Lo vedi anche dalle [...] tutti i giorni: ognuno ha bi-sogno di [...] e [...]. Intendiamoci: io amo il [...] che ci siano creatività e molte cose [...]. Ma non posso negare [...] sot-terranee». [...] «Viaggio per [...] leggo, scrivo. Dirigo un giornale, faccio [...] appena finito una bio-grafia su Cechov. E, appena posso, [...] una parte fondamentale della mia [...]. Ma amo anche collabora-re con [...] rock, sperimentare [...]. In particolare sono state [...] esperienze con Michael [...]. In breve: cosa hanno [...] rappresentano oggi i [...] «Il giusto incontro fra [...]. Perché non dimentichia-moci [...] ai trovatori sino a Dante [...] Blake, sono [...] loro [...] musicalità». Diego Perugini beat Una [...] primave-ra, nella [...] Sessanta: il capofila del Gruppo [...] il leader della Beat [...] con-fabulano in un luogo [...] una sauna. Oggi Edoardo Sanguineti sorride [...] ravvicinato con Allen Ginsberg. Passammo una giornata insieme. [...] due aspetti che si [...] e quello, per così dire, rappresentativo». Da allora, di festi-val [...] Sanguineti e Gin-sberg si sono ritrovati riannodando i [...] storia nata dentro i [...]. Che ricordo le rimane del [...] «Quello di un uomo spiritoso, [...] naif, [...] comunicati-vità e ricchezza emotiva, capace [...] entusiasmi infantili e allo stesso [...]. Incredibili quegli anni, [...]. Noi eravamo in contatto [...] Gruppo 47 in Ger-mania, con la rivista [...] di Parigi, con la Beat [...] e con la scuola [...]. Gli americani e i [...] alla lettura a voce alta, corale, in [...]. Per gli americani era [...] musicale. Ginsberg era così sensibile [...]. Questa cultura di poesia [...] dalla tradizione italiana, da noi non esisteva [...] e spetta-colare, prevaleva ancora il ruolo di [...]. Come le presentò [...] a lei che [...] che non la cono-sceva? «La [...] America era molto fanta-sticata in continuità con quella che [...] conosceva negli anni della guerra e [...] dopoguerra. Allo-ra [...] non era ac-centuato come poi [...] non molti anni dopo, cioé [...] del Vietnam. Prevaleva ancora [...] come Paese [...] sociali, ma anche pieno di [...]. Un laboratorio che seduceva [...] in primo luogo Pavese e Vittorini, che [...] sensibile, sov-versiva ed ansiosa. Ecco, lui me la [...]. Co-sì come nella musica e [...] pittura, anche la letteratura godeva un [...] alternativa veniva [...]. Pur nella diversità di ricerca, [...] fu un rapporto tra il Gruppo 63 e [...] «Il momento più forte e [...] fu [...] di [...] perché si sperimentò davvero di [...] insieme. [...] segnò però una certa crisi. Per noi il rapporto [...] venne a spegnersi, si ebbe [...] utilmente incontrarsi ma non [...] lavoro in comune. Gli [...] trovammo con i gruppi sovietici. Con la cultura francese, [...] Parigi dello struttu-ralismo, [...] invece meno esoti-smo di [...] sentiva con gli [...]. Cosa ci resta oggi di Ginsberg e [...] «Tutta [...] di [...] libera sul terreno della poesia [...] prosa è legata a Ginsberg, alla [...] di San Francisco, alla genera-zione di Ferlinghetti, [...] Bur-roughs. Ho [...] che, al di [...] quel momento [...] la [...] dopo non ci sia stato [...] di equi-valente, almeno della stessa forza. Un cerchio che, come [...] chiuse con [...]. Pacifismo, amore libero, ecolo-gia, [...] Ginsberg fu a suo modo un intellettuale organi-co, [...] strettamente [...] ad una certa idea [...] di società. Nel Novecento che [...] «La [...] è [...] datata, non in senso démodé, [...] in senso positivo. Cioè qualcosa che ha ca-ratterizzato [...] in modo forte [...] illusioni. [...] in relazione ad un deter-minata [...] di rivolte, insof-ferenze e inquietudine che bene ha inquadrato Michelangelo Antonio-ni. Ed anche la droga si [...] nel-le esperienze nate in Francia e In-ghilterra [...] del pensiero e [...]. Lo stesso discorso vale [...]. Purtroppo questi sono di-ventati [...] di massa. Ma certamente Ginsberg ci ha [...] del viaggio lettera-rio, esistenziale e [...] molto originale che solo [...] con le [...]. Marco Ferrari Il ricordo Sanguineti: «Spiritoso e naif, insegnò a noi del Gruppo [...] di declamare le poesie» [...] 2. Il percorso di Ginsberg [...] bordo della cultura popolare di ricerca, a [...] di Dylan, giusto a [...] dei [...] in sintonia con [...] edonistica della West [...] laddove il riuso delle [...] co-minciare proprio dalle più volatili: musica e [...] divaricare ogni genere di confine. Ginsberg lavora sempre (sia [...] «a [...] nel [...] sodalizi di cui si [...] un progetto istintivo, miracolosamente emerso dalla [...] coscien-za e dalla [...] condizione di ebreo, omosessuale, [...] emblema vivente della «New York [...] spostare più in là [...]. A cominciare da quelle [...] del diritto [...] della libera diversità e [...] mezzo in cerca di nuove cittadinanze (dichiarando [...] il diritto [...] vivi, in ogni genere [...] disequilibrio). Nel fare tutto ciò Ginsberg [...] estetici e lampanti provocazioni il [...] sempre meno ga-rantito rappresentato dalla società americana pre e [...] laddove [...] collettiva si di-sgrega e da [...] interstizio penetrano [...]. Il salmodiare di Ginsberg, [...] sempre più spesso in uno show imparentato [...] rock (anzi perfettamente compatibile tra altri episodi [...] colloca in posizione equidistante tra il palcoscenico [...] delle tecniche di meditazione [...] della free [...] mutuata dalle frequentazioni [...] degli anni Cinquanta. Ginsberg dunque, finisce per [...] pubblico e il consumo della pro-pria parola [...] con quello delle star del periodo «classico» [...]. Proprio mescolato ad essi [...] Dylan a quelle con il gruppo punk [...] fino ad arrivare alla [...] a Jack Kerouac, [...] Joy [...] a fianco di artisti [...] Patti Smith e Jeff [...] riceve la definiti-va unzione [...] culturale (anzi, emi-nentemente [...] e come loro vede [...] propria immaginetta fisica, presto ridotta a una [...] foto ricorrenti, quella col barbone e il [...] e strisce [...] più dichiaratamente gay, ancora [...] occhiali cerchiati da intellettuale yiddish e la [...] e svolazzante. E proprio assieme a [...] psichico e culturale della generazione del rock, [...] delle alternative, Ginsberg è di-ventato un classico [...] ne fosse bisogno. Si è [...] assottigliata la di-mensione [...] nei suoi confronti (alla [...] sempre di ripetere quei certi versi, di [...] videoclip di Dylan, di fare [...] in un convegno di [...] un festival di nostalgia) e si è [...] al tentativo culturale che ha contraddistinto i [...]. Quello di essere sì [...] e attivo, di un passato bruciante, ma [...] dimostrarsi sintonico con il nuovo tem-po creativo [...]. Collocandosi più vicino alle [...] fino in fondo la propria condizione di [...] tecnologia e armonium, computer e origini, editoria [...] grandi promozioni. Molti amici lo rinnegarono [...] anno quando, a fronte di un buon [...] fungere da consulente per una grande (e [...] alla Beat [...] dal Whitney Museum di New York. Il suo vecchio compare John Giorno [...] con [...] di tristezza: «Non so [...]. Ha contribuito a un [...]. Gin-sberg probabilmente era meno [...] alla sacralità di un tempo del tutto [...] ed era pronto a ridiscutere tutto. /// [...] /// Gin-sberg probabilmente era meno [...] alla sacralità di un tempo del tutto [...] ed era pronto a ridiscutere tutto. (0)
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