Leggo [...] libro di [...] tradotto in italiano [Il [...] Milano, Adelphi, 1986). È una sorta di glorificazione [...] « putrefazione e [...] », una proposta di una [...] metodologia [...] », una esecrazione del mondo, [...] cui se vi è bene, questo è casuale, una [...]. Eppure il libro è [...]. Si legge volentieri, come, [...] volentieri i testi più opachi, violenti, negativi, [...] Ceronetti. Il motivo di questo [...] nel fatto che questi testi non hanno [...] la vertigine negativa della gnosi (alla quale [...] avvicinati). [...] non è affatto, come [...] un « drogato di precarietà ». In lui, anzi, «1 [...] sicurezza e il rigore di un rito [...]. E, in quanto tale, [...]. Nel mondo non [...] felicità, non [...] verità, tutto è precario, [...] discorso che celebra questa precarietà, che assume [...] rigore di un rito, oppure, come ha [...] di un metodo. Chateaubriand ha giocato su [...] un libro straordinario, nella Vie de Rancé, [...] « senso di nausea universale » (come [...] Freud in un grande saggio dedicato alla Caducità), [...] anche la dimensione della ascesi religiosa, che [...] celebrare, restituendo [...] nella generale evanescenza delle [...] un punto di consistenza inespugnabile: la saldezza [...] che celebra il rito delle cose che [...] sé che passa insieme alle cose. Leopardi ha discusso in [...] problemi nelle annotazioni dello Zibaldone del 5 [...]. Scrive Leopardi che le [...] anche quando rappresentano « al vivo la [...] », servono « sempre di consolazione, [...] ». Infatti, « lo stesso [...] è una cosa che in queste opere [...] del lettore, la innalzi e la soddisfaccia [...] e della propria disperazione (. Ma se questo sentimento è [...] come nel caso [...] dico, la [...] vivacità prevale [...] del lettore alla nullità della [...] che fa sentire, e [...] riceve vita (. In una parola « [...] si [...] per lo stesso sentimento vivo [...] noia universale e necessaria ». ///
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In una parola « [...] si [...] per lo stesso sentimento vivo [...] noia universale e necessaria ».