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Del giallo ha certamente [...] a posto: la misteriosa mortale caduta dal [...] un bizzarro celebre romanziere, la vasta schiera [...] i piccoli colpi di scena, la soluzione [...]. Ma il vero scopo [...] -che tocca tutti gli inquilini [...] un condominio milanese di otto piani -è un affresco [...] mette a nudo i mille risvolti di una comunità [...] aperta ai molti vizi e [...] virtù di una moderna società [...]. E i tipi abbondano, [...] che regalano alla [...] il surplus della refurtiva [...] apparentemente dotata di ubiquità; dal padre disperato [...] alla spregiudicata portinaia sempre incintà per [...] ragioni; dalla pubblicitaria di [...] ma complessata ai coniugi operatori turistici rigidamente [...] al trafficante extracomunitario sfruttatore di connazionali, al [...] con codazzo di vecchi e pettegole. La stessa vittima, scontroso [...] se non moralista, e [...] curioso dei fatti altrui [...] ricatto, non si tira troppo fuori dal [...] due o tre che in qualche modo [...] più che altro confermare la regola. Il poliziotto, che sotto [...] è introdotto nel condominio, conduce la [...] indagine -aiutato dai disegni [...] da una mano ignota che lo ispira [...] sul tema della sedia -avvicinando i vari [...] e circostanze ed eliminando i non sospettabili [...] psicologia. Le invenzioni sono spesso [...] scrittura è svelta e lineare, talvolta persino [...] frettolosità. Il racconto -se seguito [...] e senza [...] fisso, ripetiamo, allo scioglimento [...] convincente è anche coinvolgente, e alla fine [...] un colpevole, ma soprattutto il ritratto di [...] Milano [...] scomposta [...] nella [...] topografia -«inesistente come luogo [...] a territorio inquinato da tumori e gas, [...] invasa da scorie, immenso palcoscenico di risse [...]. Irriconoscibile, dunque, e senza [...]. Ma speriamo che non [...]. /// [...] /// I primi romanzi, pubblicati tra [...] e il [...] e ambientati [...] coloniale, sono profondamente ra-dicati nel [...] della comunità in-diana di Trinidad, di cui ritraggono debolezze [...] contraddizioni derivanti da una duplice alterità (rispetto ai governati [...] e rispetto alla mag-gioranza di origine africana della po-polazione). Quelli successivi spazia-no tra [...] e la riflessione autobiografica sul-la [...] esperienza di espatriato in In-ghilterra; [...] ancora ritornano sul mondo caraibico, magari mesco-lando, [...] e assai bel-lo Una via nel mondo [...] aree tematiche della pro-duzione precedente. Intorno ad esso ci [...] e un epi-logo di tipo [...] e due rac-conti, «Uno [...] «Dimmi chi devo ammazzare», che attraverso le [...] protagonisti of-frono un ritratto formidabile della condizione [...] si accompagna [...]. Uno dei tanti è [...] indiano di [...] finito a Washington al [...] padrone, funzionario governativo. Siamo negli anni Sessanta, [...] che si rifanno al mistici-smo indiano (e [...] guar-da con critico seppur [...] le rivolte dei neri americani. La televisione è la [...] mondo, più reale della realtà, per cui [...] cerca negli americani in [...] di riconoscere quelli virtuali della pubblicità tele-visiva. La città, le strade, [...] intimoriscono: la [...] vita è al chiuso, [...] del padrone (in cui ricrea un «ambiente» [...] anda-to a lavorare. Il racconto è in [...] noi, almeno a tratti, siamo sospinti a [...] ameri-cana con i suoi occhi, da un [...] totalmente altro che auto-maticamente, come nelle Lettere [...] apparire ciò che per noi è scontato [...] sor-prendente. Quella di [...] è una sofferenza lacerante e [...] anche quando non pos-siamo [...] le ragioni, im-pregnate come sono [...] sue convinzioni induiste. [...] ha un fugace rapporto sessuale [...] una cameriera di colore. Invano ha tentato di resistere [...] che provava e ora si sente «disono-rato», perché lei [...] una [...] una negra, che le sue [...] religio-se gli impongono di evitare rigoro-samente. Più tardi addirittura la sposerà, [...] aggirare la [...] condi-zione di immigrato illegale: [...] ormai «costretto» a vivere [...] opulenta, per [...] so-pravvivere dovrà recidere le sue [...] con [...] con la [...] identità spirituale. Vita migliore Per seguire [...] una vita mi-gliore nel ricco Occidente (che [...] era parso estraneo e pau-roso, ma da [...] più [...] uscire) ha perduto la [...]. Un indiano caraibico, come [...] è invece il protagonista [...] «Dimmi chi devo ammazzare». [...] è scritto in prima [...] punto di vista sog-gettivo è funzionale alla [...] circonda un momento cruciale [...] raccontata. Il narratore, minacciato da [...] «tangheri inglesi» nel negoziet-to che ha aperto [...] Londra, [...] il coltello. Non sappiamo cosa acca-da [...] ha ferito o addirit-tura ucciso qualcuno. In ogni caso è [...] seguito abbia avuto un grave crollo nervoso: [...] la [...] vita dopo tre anni [...] un manicomio (o in prigione) e il [...] oscilla tra il resoconto realistico e [...] fantastico degli avve-nimenti con [...] vecchi film degli anni Quaranta. Di nuovo è la [...] (Hollywood, in questo caso), che serve a [...] quotidiana. Una realtà, peraltro, fatta [...] di abnegazione totale, [...] di una piccola sicurezza [...] narratore cerca non per sé ma per [...] il fra-tello [...]. In realtà [...] non studia affatto: gironzola per Londra senza una meta, conducendo [...] fittizia che, seppure di segno [...] è altrettanto alienata di quella del fratello. [...] È in questa non [...] nella [...] e [...] nel lavoro, che si [...] due immigrati: ai margini della vita della [...] da isolare o da sfruttare, prigionieri di [...] essi un diploma o Il ponte di Waterloo) [...] passivi di una realtà che li esclude. Due «immigrati» di tipo [...] Bobby e Linda di «In uno sta-to libero», [...] in Uganda durante [...] del 1966. [...] non è mai nomi-nata; [...] racconto si rifà a quel momento della [...] il presidente Milton [...] sospese la Costitu-zione e [...] della parte meridionale del paese. I due bianchi lo [...] dalla capitale al «Di-stretto Sud», dove risiedono, [...] tra stupendi «spazi aperti», monti, vallate, foreste. È un viaggio attraverso [...] africano («è come un film di Ford», [...] Linda; [...] ribatte Bobby), ma è [...] nel «cuore di tenebra». Come nel libro di Conrad [...] i pericoli, il paesaggio stes-so, affascinante e [...] sfondo alla scoperta di sé degli eu-ropei [...] altro. [...] pe-rò [...] un distaccato narratore in terza [...] non [...] il racconto personale e allusivo [...] che consente a Conrad di [...] il senso [...] narrata. I due bianchi erano [...] Africa con motivazioni diverse. Ma anche per [...] Bobby, che pure proclamava [...] è [...] diventa chiaro che la [...] Africa, [...] in cui vivere in pace lontano dalla [...] Inghilter-ra, [...] esiste: [...] è un luogo a [...] e che non gli appartiene. Indipendenza E insieme (e [...] secondo te-ma del racconto) è un luogo [...] razziali e feroci [...] etniche (esaltate dai confi-ni [...] potenze colonia-li), dove [...] indipendenza non si coniuga [...] libertà. [...] del libro, [...] fu accu-sato di razzismo. Purtroppo, come ci hanno [...] questi due ultimi anni, il suo racconto [...] lucida rappresentazione di una disperante realtà. [...] di uno scrittore vicino [...] Nobel [...] Il prossimo anno i saggi di Stoccolma, [...] premiare uno scrittore di lingua inglese, il Nobel [...] letteratura, visto che per opportunità(? /// [...] /// È una convinzione che [...] nella pubblicazione da Adelphi di un suo [...] anni fa, «In uno stato libero» (p. [...] nato a [...] nel 1932. Di famiglia [...] bramina, ha conseguito [...] di Oxford il diploma di [...] in letteratura inglese, rimanendo quindi [...] Gran Bretagna, dove ebbe inizio la [...] avventura di scrittore. FOLCO PORTINARI Marco Ferrari [...] abi-tuato, come a un appunta-mento fedele, a [...] romanzo marinaro: Tirreno, I sogni di Tristan [...] da Selle-rio, Grand Hotel Oceano, nella consueta [...] lun-go. [...] che dovrà pensare se, come [...] ha intenzione di anda-re [...] su questa strada, a [...] in un più consistente volu-me. Infatti ci troviamo di [...] medesimo discorso, anche stili-stico, che procede per [...]. Ma le strutture narrative, [...] giusta fedeltà, se ap-punto di «capitoli» dello [...] tratta. Con qualche novità, o [...] ma senza che venga meno la compattezza [...]. Quella che si usa dire [...] «poetica», poetica non nuova, anzi. È quella dei «comportamenti [...] e di invenzione» di man-zoniana memoria. Rivisitata, direb-be un gran [...] le ricette tradizionali. Così era in Tir-reno, con Bonaparte [...] e co-sì nei Sogni di Tristan, con i mari-nai [...] trapiantati in [...] sperduta [...]. E così è in questo Grand Hotel Oceano, che racconta [...] a inco-minciare dagli anni Trenta, [...] un suonatore di orchestrina sui [...] dal «Conte di Savoia» al «Rex» al conclusivo ulti-mo viaggio [...] Doria». Navi vere, navi storiche. Immagi-nario invece, o manipolato, [...] in prima perso-na. Certo Ferrari sa sfruttare le [...] scelte, [...] sperduta o [...] isola vagante, che è il [...]. Un concentrato di mondanità, [...] in un tempo bloccato (la traversata), con [...] quanto fatale, il naufragio. Che è assieme naufragio di [...] precaria mondanità, apparente se nemmeno una guer-ra come [...] è riuscita a [...] a fondo. Quel mondo fragile, nel [...] non tanto il conflitto quanto il passaggio [...] in fuga dai fa-scismi. [...] abitudine Ferrari in-serisce, a rendere [...] verosimile la storicità della [...] invenzione, dei personaggi conosciuti, reali, Benny Goodman o Betsy Drake, la moglie di Gary Grant, [...] il comandante Ca-lamai. E la fine della «Doria» [...] con [...] del cronista, quale egli [...]. La tecnica narrativa usata [...] Grand Hotel Oceano mi ricorda quella di un regista [...] ricorre il centenario della nascita e che, [...] appartengono alla mia generazione di over 70, [...] Julien [...]. Penso a Un carnet [...] ai [...] Manhattan, in cui la [...] un personaggio bensì un og-getto, un carnet [...] uno smoking, in un avvicendarsi di per-sonaggi. [...] si avvicendano le grandi navi [...] i loro connotati di grand hotel di lusso. Ancora il ci-nema fa da [...] referenziale, [...] ma pure Fellini. Io non so se Ferrari [...] praticati, probabilmente no, ma so che il [...] riesce a creare ha molte analogie. È come se inven-tasse sempre [...] che gli sa-rebbe piaciuto o gli piacerebbe [...] sperimentato, sperimentare Con quella [...] scrittura che tende a [...] ma con un lirismo un [...] rarefatto e disincantato. Memorie indiane Vincenzo [...] La terra non è [...] PAOLO BERTINETTI BERGMAN «Conversazioni private»: [...] di Anna secondo il [...] Triangolo di passione tra «luci [...] Che bello sarebbe se [...] solo le parole desi-derate, quelle capaci di [...] circostanza della vi-ta. Lo sa bene Anna, [...] romanzo Conversazioni Private di [...] Bergman. Il libro del fa-moso [...] da anni si dedica, con fertili risultati, [...] ambientato nella pri-ma metà del secolo e [...] un tormentato adulterio. Strut-turata in cinque conversazioni [...] la storia illu-mina i momenti cruciali della [...] Anna, mostrandoci la [...] ricerca di felicità. Ma quale felicità insegue [...] Conversazioni Private? Anna vorrebbe [...] vivere un amore che [...] e, allo stesso tempo, vorrebbe otte-nere da [...] parole di comprensione e di indulgenza. Im-presa difficile, considerando an-che [...] Anna [...] violato un bel [...] di regole. [...] anni, spo-sata con Henrik, [...] figli piccoli, si è inna-morata di Tomas, [...] teologia. [...] dunque, si è aggiunta [...] di [...] commesso con un uomo molto [...] giovane. Ma lei è certa [...] non troppo alme-no. Forte di questa convinzione [...] le proprie ragio-ni, raccogliendo soltanto risposte che [...] o imba-razzati silenzi. [...] la [...] caparbia capacità di attendere e [...] di un antico segreto. [...] semplicità della storia, gli [...] racchiudo-no e lo stile scarno e affilato [...] Bergman la sviluppa ricordano la [...] produzione cinematografica più rigorosa [...] in particolare, Luci [...]. Tutta-via, al di là [...] filmici, il romanzo ha piena au-tonomia letteraria [...] malinconica intensità. La strut-tura, in particolare, mostra [...] elaborazione del diverso strumento espressivo. Mossa da ri-petuti sfalsamenti [...] sussulti narrativi che im-pegnano il lettore in [...] di complicità: una sorta di preziosa compartecipazione [...] così larga misura, solo la pagina scritta [...]. Figura chiave del romanzo è [...] padre Jacob (impossibi-le non [...] con il volto li-gneo e [...] di Max Von [...] superiore di Henrik. È con lui che Anna [...] prima conver-sazione. Jacob non esita a [...] deve fare: abbandona-re immediatamente Tomas e rac-contare [...]. Anna gli [...] solo in parte. Parlerà con Henrik, che [...] con astiosa debolezza, ma di-fenderà con tutte [...] il rapporto con Tomas. Ma è davvero così [...] Anna prova nei confronti del giovane studente? A [...] punto del libro [...] da [...]. Si tratta dello splendido [...] la prima volta in cui viene consumato [...]. Anna ha preparato tutto con [...] cura, fa-cendosi prestare da [...] una villa sul mare destinata [...] acco-gliere la notte più bella della [...] vita. La trasferta amorosa, però, [...] un perfetto saggio su-gli impietosi meccanismi della [...]. Tomas è pentito e [...]. Mostra una sconfortante [...] e vorrebbe ritrarsi, fug-gire. E quando, dopo molte titu-banze, [...] alla villa, la realtà precipita verso un definitivo [...] «Da parte [...] Anna ha caldo e freddo [...] e in più deve fare la pi-pì. Si sente appiccicosa tra [...] di sperma la disgu-sta. Ma non osa [...] ancora. Costringe [...] a durare an-cora un [...] per proteggersi dalla lama [...] della delusione». Le tematiche care a Bergman [...] impossibilità di tro-vare nella fede esaurienti risposte [...] del vivere, il progressivo smottamento psicolo-gico dei [...] davanti alla morte) attra-versano tutto il romanzo, [...] esistenziali che trascinano con sé vengono risolti [...] diverso da come il regista era solito [...]. La bellissima figura di Anna, [...] da di-menticare nella [...] appassionante corsa lungo un [...] emancipazione che [...] via via dal remissivo [...] gli altri pretende-rebbero da lei, fa vacillare [...] teatrino [...] dei per-sonaggi maschili. Inizialmente rag-gelati nelle solite [...] fardello dei dubbi può essere un saldo, [...] costretti a confrontarsi con una donna poco [...] di [...] ne rifrange con coraggiosa [...]. Alla fine ne usciranno un [...] ma intimamente arricchiti. [...] conversazione, che non riveliamo, [...] realtà pri-ma di ogni altra e illumina [...] di un senso inatteso (il se-greto di Anna, [...]. Se fos-se stata messa [...] roman-zo, [...] possibile fare, la per-cezione [...] seguito strade molto diverse. Bergman pe-rò preferisce trasformare il [...] in epilogo, procurandoci una spe-cie di capogiro che ci [...] a ri-considerare [...] a ritro-so, [...] narrazione. Se si trattas-se solo [...] letterario, per quanto abilissimo, lascerebbe perplessi. Invece sembra [...] qualcosa di più: che [...] se raccontata con verità, è, insieme, un [...] un labirinto. Prima di riuscire a [...] vagabondare e perdersi lungo aggrovigliati sentieri brulicanti [...] e in-comunicabili sentimenti. /// [...] /// Prima di riuscire a [...] vagabondare e perdersi lungo aggrovigliati sentieri brulicanti [...] e in-comunicabili sentimenti. (0)
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