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Parla Amos [...] «È tempo di dichiarare conclusa [...] del sionismo» [...] qualche giorno fa, in occasione [...] dei due coloni di [...] El, il Consiglio degli insediamenti [...] chiedeva al governo israeliano una «risposta sionista» forte contro [...] attentati palestinesi. Il giorno dopo, alla [...] che ri-cordava [...] della morte» [...] gli integralisti islami-ci urlavano [...] maggiore aspettativa è «morire per Dio, per Dio, [...] Dio». Il Medio Oriente tor-na ad [...] una polveriera. Lo spirito degli accordi [...] Oslo [...] or-mai lontano. Dopo [...] di guerra il tempo [...] è ancora arrivato. La «pace» con «sicurezza» [...] in campagna elettorale appare, [...] niente più che un macabro scherzo. Il verso ritorna nel [...] che lo scrittore israeliano Amos [...] sta per mandare in [...]. A [...] the [...] (La marea del sangue impallidi-to: [...] dal Medio Oriente). [...] è uno dei testimoni [...] appassionati della vita israeliana. Recentemente ha te-nuto una [...] al [...] di New York University, [...] li-bro raccoglie una serie di saggi scritti [...] New York [...] Books e per il New [...]. La marea di cui [...] che continua a dividere [...]. Una ma-rea alta, sempre [...] dal risorgere dei fonda-mentalismi: islamico e sionista. Un movimento laico [...] è in questi giorni [...] italiana, e risponde gentile al-le nostre domande. La conversa-zione ha per [...] sionismo, nella versione radical-mente nazionalistica in auge [...]. È sempre stato così? «No, [...] -, il sionismo na-sce come un movimento [...] europeo, simile agli altri mo-vimenti nazionali ottocenteschi, [...] polacco, quel-lo italiano». Era figlio [...] della Rivoluzione francese, nella [...] promessa di un futuro migliore, [...] un «risorgimento» ebraico. Voleva la separazione tra Stato [...] Chiesa, era «il regalo [...] agli ebrei», scrisse il [...] Kurt [...] in una lettera a Hannah Arendt. Vi furono certo errori, [...] per esempio una certa [...] arabo: nessuno dei padri fon-datori del sionismo [...] di un conflitto con gli arabi. Nel 1924 Ben [...] pensa-va ancora a uno Stato [...] diceva che «per realizzare i lo-ro obiettivi [...] hanno il diritto di sottrarre un solo [...] terra». Da allora tutto è [...]. Le più rosee aspettative [...] sono realizzate. /// [...] /// Negli anni ha accolto [...]. Oggi è la maggiore [...] un prodotto nazio-nale vicino a quello inglese. Se il fi-ne del [...] fondazione di uno Stato a maggioranza ebrai-ca, [...] tempo fa il filosofo [...] non lo abbia-mo già [...] Non [...] tempo di dichiarare conclusa [...] del sionismo, si chiede [...] e smettere di fare [...] fondante [...] ebraica? Non è tempo [...] di [...] eletto per [...] «norma-le», come tutti gli altri? Sono tesi [...] in Israele, oggi. Il rischio è però [...]. I palestinesi che vivono in Israele sono oggi [...] (erano [...] nel 1948). Han-no pieni diritti politici [...] in questo cinquantennio il livello di vita [...] si è innal-zato. Esiste una borghesia palesti-nese, [...] di la-voratori specializzati, e molte don-ne arabe [...] nel mondo del lavoro. Medesimi modelli culturali Giudici [...] corti di giustizia, chirurghi arabi effet-tuano trapianti [...] poi ci sono insegnanti, infermieri, assistenti sociali [...]. I palestine-si vedono gli [...] degli israeliani, [...] gli stessi modelli culturali. Alcuni giovani intellettuali, professionisti, [...] il fisico e politi-co Ahmad [...] e [...] un professore universitario eletto [...] Knesset [...] maggio scorso) cerca-no di definire la loro [...] i sensi, come palestinesi e come cittadini [...] Stato [...]. È il fenomeno che [...] Sammy [...] ha definito di [...]. Eppure non si può [...] tra le due [...]. In ogni indicatore sociale [...] ser-vizi) gli arabi israeliani restano in-dietro. I loro redditi sono [...] bassi di quelli degli ebrei israe-liani. Molti palestinesi vivono sotto [...] povertà. Le loro scuole sono [...] ospedali e i quartieri dove vivono più [...]. Non si fatica a [...] governi, non importa se targati [...] o laburisti, hanno sempre [...] israeliani nella divisione delle risorse. Tutti i sim-boli dello Stato, [...] giorni santi, lingua ufficiale, riti e miti, [...] storia ebrai-ca. Il politologo israeliano Yoav [...] ha scritto che mentre [...] israeliani vale il «prin-cipio repubblicano», che li [...] i palestinesi vale il «principio liberale». Essi sono sol-tanto oggetto [...] e civili. Io non sono sol-tanto [...] dei gruppi nazionalisti e reli-giosi. Quello che bisogna fare [...] il sionismo, [...] le conclusioni, opporsi al [...] grande Israele, al-le colonizzazioni». Ridefinire il concetto di [...] «Certo, [...] su nuove basi. [...] sareb-be riferirsi al caso [...] cittadinanza è conferita da un giudice, in [...] giustizia, previa accettazione dei principi della Costituzione. Ma basterebbe anche guardare [...] in un quadro di culture nazionali forti [...] strumenti di garanzia e di inserimento delle [...]. Dobbiamo ricercare una for-ma [...] occiden-tale, pluralistica, meno ideologi-ca». La «legge del Ritorno» Questo [...] alcuni pilastri della politica nazionale israeliana di [...] esempio la «legge del Ritorno». Se-condo stime governative sarebbe-ro [...] e i dieci milioni gli ebrei sparsi [...] con [...] legge potrebbero chiede-re il [...] Israele. Una cifra che spaventa [...]. Un superamento del sionismo [...] rotta nei confronti del problema palestinese. Se Israele non si [...] territori occupati nel 1967, la democrazia israeliana [...]. Rischi di apar-theid? [...] già [...] ri-sponde categorico. [...] è forte-mente critico nei confronti [...] politica [...] governo israe-liano: [...] ci ha sospinto in un [...] nero della storia. Sono molto pessimista, il [...] per raggiungere la pace è stato tragicamente [...]. In-tendiamoci, gli accordi di Oslo, [...] con i palestinesi, non erano un sentimentale [...]. Tutto era ancora confuso, [...] la prima volta palestinesi e israeliani converge-vano [...] pace. [...] ragioni internazionali che spingevano in [...] senso, per esempio il crollo [...] So-vietica e la fine della [...] fred-da, ma [...] anche tanta stan-chezza dopo quasi [...] di guerra. Era la pace di [...]. E oggi? «Oggi è [...]. Quello che oggi manca [...] di partnership, la comune volon-tà di arrivare [...]. Ec-co, quello che [...] di [...] ha fatto [...] meno è proprio questa comune [...]. Verrebbe da dire: [...] esprime le paure della [...]. E non lo sta [...]. Del resto non ha [...] fa la pace rischia di perdere [...] del suo partito e [...] se non la fa il pericolo è [...]. Il ruolo degli Usa E [...] palestinese che se-gnali arrivano? «La guida di Arafat [...]. E lui lo sa. La [...] sopravvi-venza politica dipende dalla [...] di pace». [...] non trova molte ragioni [...] nella situazione interna-zionale: «Dopo la fine della [...] Stati Uniti non hanno più uno straccio [...]. Tutto è condizionato da [...] interna. La missione con-tro [...] era dovuta a preoccupa-zioni [...] del petrolio, la politica verso Israele dalla [...] americano di vin-cere [...] della potente co-munità ebraica». La marea è ancora [...]. Non ha voglia di [...] sa, quando finalmente calerà. Racconta di Theodor [...] il padre del sionismo [...] letto di morte nel 1904 pre-vedeva la [...] Stato ebraico e raccomandava ai suoi fidi: «Non [...] men-tre sono morto». Dopo cinque guerre, anni [...] Intifada, [...] serie infinita di morti e violenze sembra [...] consiglio, per tut-ti, in Medio Oriente. In questo senso la [...] dalla città di Sion, fu usata per [...] dallo scrittore [...] nel 1892. Come movimento politico fu [...] da Theodor [...] il quale, sulla scorta [...] e nazionalisti, nel libro «La società degli [...] progetto della fondazione di uno stato ebraico [...] Palestina [...] in Argentina. [...] suscitò gli entusiasmi di [...] diaspora i quali si riunirono nel 1897 [...] Basilea. Ne uscì il «programma [...] Basilea» [...] quale si fissavano i punti sui quali [...]. La svolta avvenne nel [...] prima guerra mondiale quando la Legione ebraica [...] degli Inglesi alle battaglie in Palestina. Si arrivò così alla [...] nella quale si affermava [...] inglese intendeva favorire la creazione in Palestina [...] nazionale» per gli ebrei. /// [...] /// [...] Tano [...] «Ebrei ma non più eletti» Da movimento laico, «figlio» [...] che promet-teva un futuro migliore [...] un risorgimento» ebraico a ideolo-gia di Stato che fonda [...] religione [...] ebraica. Il percorso del sionismo [...] e approda nella terra promessa, Israele, in [...] na-zionalistica. E invece, per Amos [...] quello di cui [...] biso-gno oggi è «una [...] cittadinanza più occiden-tale, pluralistica, meno ideologica». Per tutti: arabi ed ebrei. /// [...] /// Gli anni [...] il [...] Martinoli Gino, Adriano e la [...] dal volto umano Il grande poeta spagnolo ha 94 [...] Rafael Alberti grave in ospedale MATILDE PASSA [...] mio fratello Gino. Con la distanza affettuosa [...] riservò ai suoi ricordi [...] Natalia Ginzburg introduceva in [...] in «Lessico Famiglia-re» la figura del brillantissimo [...] appassionato di alpinismo, prediletto del padre. Gi-no Levi, che per [...] razziali assunse il nome del-la moglie, Martinoli, [...] giorno di Natale [...] di 95 anni. In punta di piedi. [...] libro che aveva scritto «Un [...] non dimentica-re», edito da Mondadori, potrebbe essere [...] epitaf-fio: un uomo da non dimenticare. Gino Martinoli apparteneva alla [...] Levi di Torino. Oltre che di Natalia [...] Paola, prima moglie di Adriano Oli-vetti; aveva [...] e nella Torino di quegli anni la [...] culturale di Piero Gobetti. [...] in ingegneria al Politecnico di Torino aveva dato vita, insieme ad Adriano, [...] esperienza di Ivrea. Era passato poi alla Necchi, [...]. Poi aveva abbandonato il [...] fondare il [...] ovvero il Centro studi [...] so-ciali. In quel nome [...] a [...] leggere, il suo progetto, [...] del-la [...] vita: uno sviluppo al servizio [...]. Gino era un ingegnere [...] dai suoi colleghi in quanto non si [...] del lavoro, ma scende-va [...] fabbrica, per verificare nei fatti la [...] intuizione. Teorico e pratico nello [...]. Per molti ingegneri la [...] realtà tecnica, fatta di macchine e di [...] no, era soprattut-to una realtà umana». Umanista, co-nosceva a memoria [...] mo-vimento operaio e « fu tra i [...] -prosegue Ferrarotti -che la cosa più importante [...] ri-sorse umane». Per questo a un [...] il mondo imprenditoriale, ormai di-venuto terreno di [...] in cerca di guadagni immediati piuttosto che [...] e fondò il [...]. Che sono per quanto [...] generale, adattabi-lità ai cambiamenti, capacità psico-logica di [...]. Non credeva assolutamente che si [...] avere una formazione pro-fessionale direttamente finalizzata a [...] proprio perché la for-mazione [...] doveva avere un valore in [...]. Era quella che lui [...] un compito che non [...] individuo, ma alla società nel suo complesso. Per questo aveva creato [...] un centro che pur-troppo [...] si è limitato a fotografare [...] senza atteg-giamento critico nei [...]. Alla società aveva sempre [...] luogo del radicamento e [...] anche per la fabbrica: «Aveva [...] legame che [...] tra i luoghi della [...] co-munità. [...] della globalizza-zione può sembrare [...] del genere, eppure la perdi-ta di identità, [...] uno dei temi centrali dei prossimi anni. Lui avrebbe detto: si [...] attività produttiva fuori [...] per ragioni di mercato, [...] deve restare dove è [...]. Negli ultimi anni, morta [...] Piera, era tornato a vivere a Ivrea. /// [...] /// Del resto non era [...] la pubblicità o il potere. Anche [...] racconta Fer-rarotti, [...] vissuto come qualco-sa di naturale. Senza aspettarsi nulla in [...]. Uomini interessati più a [...] che a [...] vivevano il potere come [...] sopraffazione. Gino sapeva essere convincente senza [...] preva-ricare [...]. Emanava da lui una calma [...]. Era genero-so senza enfasi [...] e capiva prima di te quello di [...]. Nel suo ultimo libro [...] questo secolo invi-tandoci a non [...] conto solo dei disastri, [...] grandi con-quiste in termini di diritti umani, [...] scoperte scientifiche. In fondo era un ottimista: [...] dimostra il fatto che ha sperato fino [...] di [...] insegnare a sciare. Rafael Alberti, il gran-de [...] di Garcìa Lorca, Pablo Picasso, Luis Buñuel [...] Salvador [...] è stato ricoverato in [...] di [...] Santa Maria in provincia [...] per insufficienza respirato-ria acuta. Il poeta che ha [...] già stato ricoverato tempo fa in ospedale [...]. Le sue condizioni, affermano i [...] «evolvono favorevolmente», ma da-ta la [...] età si temono complica-zioni. Nato nella cittadina spagnola [...] Rafael Alberti debutta nel 1922 a Madrid come [...]. Entra subito nei circoli [...] in quegli anni fiorire il grande cenacolo [...] che verranno uccisi o costretti [...] dal franchismo. Nel 1931 aveva sposato Maria Teresa Leon e insie-me a lei aveva fatto lunghi [...] Francia, Germania, Russia e Italia. Comunista da sempre, nel [...] Al-berti [...] alla guerra civile contro Franco. Nel [...] va in esilio prima a Parigi poi in Argentina. In Italia arriva negli [...] Sessanta [...] vi rimane fino alla caduta del regime [...]. Protagonista di battaglie democratiche non [...] mai cessato di combattere per la libertà della [...] patria. Tra le sue opere [...] «Poesie», «Degli angeli», «Il mattatore», «Fra spada e [...] «Roma, [...] per i viandanti». Ha sempre unito la [...] «dipingeva» le parole. Tornato in Spagna alla [...] Set-tanta, si è stabilito prima a Madrid [...] a lavorare [...] stendendo le sue memorie, [...] nella citta-dina vicino [...] che gli aveva da-to [...] gli ultimi anni della [...]. /// [...] /// Tornato in Spagna alla [...] Set-tanta, si è stabilito prima a Madrid [...] a lavorare [...] stendendo le sue memorie, [...] nella citta-dina vicino [...] che gli aveva da-to [...] gli ultimi anni della [...]. (0)
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