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In basso, il filosofo [...]. Ancora più in basso, Theodor [...]. Adorno insieme con Jürgen [...] due [...] della celebre Scuola di Francoforte Intervista [...] celebre filosofo tedesco, uno degli ultimi grandi [...] Scuola di Francoforte [...] FRANCOFORTE «Se vuole parlare [...] la Francia e la Germania, è il [...]. Ma la prego, lasciamo [...] Banca centrale europea». Va bene, [...] a misurare la storia [...] della cronaca, spesso fatta di grida e [...] giornali. Viceversa, la storia delle [...] Germania e la Francia ha un fiato [...] delle vicende [...] che hanno accompagnato la [...]. Insomma, se [...] qualcuno che ne è convinto, [...] può provare a [...] è il professor [...] filo-sofo, politologo, sociologo, storico, il [...] propria carriera accademica (dal [...] in quel luogo di tutti [...] sa-peri in fatto di scienze umane che è stata [...] Scuola di Francoforte. [...] è famoso, in Ita-lia, [...] sulla dialettica di Hegel che fece molto [...] nella sinistra a cavallo tra gli anni Ses-santa [...] Settanta. Cono-sce bene il nostro [...] Francia ha un rapporto davvero speciale. Cominciò su-bito dopo la [...] ufficiale di artiglie-ria che aveva attraversato il Grande Disastro [...] senza [...] con-to, [...] poco più che ventenne, [...] tanti giovani intellettuali tedeschi che i vincitori [...] europea esattamente come tanti altri lavoravano a [...] e fabbri-che. Sui suoi ricordi di [...] fa-ticoso apprendistato di«nuovo euro-peo» ha scritto un [...] («Curiosità [...] paura, un tentativo di capire la mia [...] può aiutare a imbastire il discorso. I francesi per tutta [...] an-che prima, da tanto) erano stati i [...]. Nelle sue memorie colpisce la [...] im-provvisa: il fatto che, di punto in bianco, una [...] generazione riuscì a superare una ostilità che [...]. La Germania era occupata [...] erano i più amati, perché garantivano i [...] erano i più ricchi. Si adat-tavano bene a [...] storico che il nazismo aveva sedi-mentato [...] tedesca: aveva-no vinto la [...] po-tenti e si doveva loro la stessa [...] data a Hitler. I francesi inve-ce ci [...] ca-tegoria dei più deboli, come noi. Questo poteva [...] odiosi («ma come? hanno [...] pure loro e ora si comportano da [...] faceva sentire più vici-ni. Inoltre avevano una cultura più [...] e nella loro zona facevano una politica culturale molto [...]. Era in qualche modo naturale [...] degli americani. Va conside-rato anche il [...] il nazismo i [...] considerati nella cate-goria dei [...]. Venivano visti co-me un [...] che aveva il proprio apogeo dietro di sé, ma [...] una [...]. Durante il nazismo [...] stato un atteggiamento [...] anche in una parte [...]. Al punto che le [...] occupazione lo fecero ristampare, così [...] nel [...]. [...] atteg-giamenti [...] anche se se-gnati spesso da [...] ambiguità, [...]. Il quale durante [...] di Parigi frequentava gli intellettua-li [...] ma poi passava le sera-te sulla terrazza [...] ad [...]. La fragola nella coppa di [...] una alie-nazione estetizzante. [...] non fu [...]. Io pure mi ricordo [...] da [...] i riflettori del-la contraerea [...] Berlino [...] la [...] di quelle dita di [...] il cielo. Senza pensare minimamente alle [...] morti. /// [...] /// Fa im-pressione considerare quanto rapi-damente [...] dissolse [...] appena finita la guerra, in Francia io parlavo in inglese perché non mi [...]. [...] il problema non si poneva [...]. [...] storica verso i tedeschi [...] senza lasciare le tracce che ha lasciato [...] nei Paesi Bassi. Poi è venuta [...] tra [...] e De Gaulle, fondata su [...] cultura comune che era quella del cattolicesimo politico. [...] tra i due paesi, comunque, [...] significa necessariamente [...]. [...] il caso della Banca centrale [...]. È evidente che, scegliendo [...] priori per [...] i tede-schi hanno ferito [...] inte-ressi quanto la sensibilità dei france-si, i [...] anche sorpresi da questa insensibilità. /// [...] /// I tedeschi, a loro [...] incompresi per il sacrificio che hanno compiuto [...]. Pochi si aspettavano, in Ger-mania, [...] rinuncia al marco do-vesse arrivare così presto. Strana-mente, però, neppure questa circo-stanza [...] fatto nascere un [...]. [...] stato un altro momento [...] relazione speciale è stata in pe-ricolo. Nel novembre [...] corse a Berlino est, quasi [...] bloccare [...]. Se fosse stato per Parigi, [...] forse non si sarebbe fatta. Ma tra gli alleati [...] gli americani. Vede? Proprio questa è [...] spiegazione che rie-sco a intravvedere [...] ostilità verso i francesi: agli occhi [...] pubblica tedesca la Gran-de [...] non è più una grande [...]. Sulla force de frappe, [...] raccontavano barzellette e neppure i missili a [...] che avrebbero colpito praticamente solo noi tedeschi) [...] differenza dei [...]. Non [...] a una grande potenza. In questa valutazione [...] probabilmente, anche il fatto che [...] la guerra fu [...]. [...] però un senso di inferiorità [...]. [...] semmai ri-spetto per il [...] francesi difen-dono la loro lingua, mentre noi [...] in modo ta-le che tra 100 anni [...] non esisterà più. Ma non è questione [...] è il modo di-verso di percepire la [...]. Un terreno che brucia, [...] nazionale, per voi tedeschi. Che effetto fa a [...] scuola che ha inventato il «pa-triottismo della Costituzione» [...] con-cetto col quale si [...] Repubblica federale con il suo ordinamento democratico [...] il dato nazionale tedesco) vedere che nella Germania [...] «È un argomento su cui si dice [...] troppo. Dal punto di vista [...] forse è vero che [...] una ripresa [...] specie [...] dove la gente ha vissuto [...] anni di esistenza separata. [...] un mio col-lega, per [...] quale dice che noi [...] abbiamo degli obblighi di [...] i no-stri fratelli tedeschi [...] che verso altri popoli, [...] difficoltà di loro. È un modo di [...] essere criticato, perché bisogna guardare sempre al [...] confini, ma non ha nulla a che [...] nazionalismo: [...] è che in un [...] tutto sotto la stessa Co-stituzione alla [...] che ci siano delle [...]. Non [...] un nuovo nazionalismo [...] qualcosa: certi intellettuali, certi movimenti. Ma guardi ad esem-pio [...] Berlino. Il nazionali-smo ha bisogno [...] propria capitale. In Germania non lo [...]. Anche [...] destra tedesca è diversa da [...] fran-cese. Fa più paura, ed [...] ma si ali-menta più delle diffi-coltà sociali, [...] paura della crisi, che di temi nazio-nali. In altri paesi si [...] di un sostrato culturale di destra, ultramontano [...] scempiaggini, come da voila Le-ga nord. Da noi questo non [...] o [...] molto meno. Ma sa cosa mi [...] Mi fa paura il capo della [...] Frey quando dice che [...] Baviera [...] si presenterà perché tanto è riuscito a [...] temi agitati [...] destra entrassero nel programma [...]. Sì, questo davvero mi [...]. Paolo Soldini [...] per le Ricerche Sociali [...] Francoforte, [...] nel 1924 come una scuola dedicata allo [...] marxismo per iniziativa del giovane mece-nate Felix [...] (lacerato tra la [...] origine [...] e la [...] adesione alla teoria rivoluziona-ria [...] al mondo co-me «Scuola di Francoforte», ha [...] complessa e trava-gliata. A cavallo tra gli [...] Venti [...] i Trenta il gruppo di filosofi e [...] sociologi-che e psicologiche che lo anima-va, Theodor [...] Ador-no (1903-1969), Max [...] (1895-1973), Herbert Marcu-se (1898-1979), Erich [...] (1900-1980), Walter Benjamin (1892-1940), [...] decisivo a svecchiare quelle che fino ad [...] chia-mate le «scienze umane» adot-tando un approccio [...] libero, che utilizza-va [...] dottrine fi-losofiche o psicologiche, [...] e musicali (fra [...] Adorno fu un eccellente [...]. [...] politico a sinistra e [...] ebraica di molti espo-nenti [...] portò alla [...] chiusura [...] non appena, nel [...] i nazisti salirono al pote-re. Gli intellettuali che avevano [...] si trasfe-rirono, in gran parte, negli Stati Uniti, [...] si ricostituirono co-me gruppo alla Columbia Uni-versity [...] New York, dove la [...] fu attiva dal 1934 [...] del [...]. Nel [...] Adorno e [...] che intanto avevano pubblicato [...] «Dialettica [...] tornarono in Germania e [...] Scuola [...] Francoforte fu reintegrata nel mondo accademico tedesco. Negli anni Sessanta, ai [...] e Adorno (Marcuse e [...] erano rimasti in America, Benjamin [...] ucciso durante la guerra alla frontiera tra [...] Francia [...] la Spagna mentre cer-cava di sfuggire ai [...] subire anche aspre contestazioni del movimento studentesco [...] affiancarono studiosi più giovani, tra i quali [...] è Jürgen [...] nato nel 1929, che [...] «teoria critica» della società che ha caratterizzato, [...] recenti, [...] metodologico della scuola. Tra le opere più note [...] protagonisti della Scuola vanno ricordate, oltre alla «Dialettica [...] (1947), i «Minima [...] di Adorno (1951), gli studi [...] «Stato autoritario» (1942) e [...] della ragione» (1947) di [...] «Eros e civiltà» (1955) e [...] a una di-mensione» (1964) di Marcuse, «Fuga dalla libertà» (1941) di [...] dell [...] riproducibi-lità tecnica» (1936) di Benjamin, «Tecnica e scienza come ideologia» (1968) e «La crisi della [...] nel capitali-smo maturo» (1973) di [...]. Notevoli, inoltre, gli studi [...] del consenso nelle società autoritarie e quelli [...] grande importanza nel suscitare, nella intellettualità tedesca, [...] sul passato nazista. La Germania [...] e la «nazione» degli [...] LA STORIA Gli allievi e i «figli» di Adorno Tariffe [...] Italia Annuale Semestrale 7 numeri L. Via Bettola 18 -20092 Cinisello Balsamo (MI) Tariffe pubblicitarie A [...]. /// [...] /// Direzione Generale: Milano 20124 -Via Giosuè Carducci, 29 -Tel. /// [...] /// Sede Legale: 20123 MILANO -Via Tucidide, [...] bis -Tel. /// [...] /// Roma -Via Carlo Pesenti 130 [...] Industria Poligrafica, Paderno Dugnano (Mi) -S. Statale dei Giovi, 137 [...] S. /// [...] /// Statale dei Giovi, 137 [...] S. (0)
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