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Il proprietario, conosciuto dai [...] «Tony», mi riconob-be subito, nonostante fossero tra-scorsi dieci [...] a la-mentarsi del cambiamento di rotta della [...]. Mentre parlavamo, una delle donne [...] chiamò per nome. Guardando attraverso [...] una bionda scompigliata e [...] dipinto di [...] scolava un bicchiere di [...] rideva sguaiatamente. La [...] bocca era dipinta di porpora [...]. Due denti davanti le [...] fatti cadere e il suo sorriso si [...] cavernoso. Quando parlò in un [...] accento britannico, riconobbi i toni rauchi di [...] non poteva appar-tenere alla gonfia strega sdentata [...] quei cenni. Eppure era Leah, che, [...] aggi-randosi [...] di questo declino, mi [...] alcune prostitute avevano veramente «cuori [...]. La abbracciai forte. Si staccò da me [...]. Con gli occhi nocciola [...] mi ordinò un drink. Poi, maliziosamente, brindò al [...] professore, recente-mente acquisito. Lei era stata solo [...] dalla prigione. Rimpatriata in Danimarca, [...]. La [...] era [...] famiglia ebrea di Copenaghen. A [...] incontrò [...] italiano [...]. Abbandonati genitori, marito e [...] lui finché [...]. Quando la incontrai la [...] 1974, nello stesso baretto, Leah aveva quasi [...] una certa notorietà nel [...] napoletano. Con la [...] ap-pariscente bellezza nordica, comin-ciò [...] sola, riuscendo a mandare a vuoto molti [...]. Era una poliglotta perfetta, parlava [...] legge-va correttamente [...] il francese, il tedesco, e [...] seppi più tardi, [...]. Era padro-na del dialetto [...] sue sfumature al punto di confon-dere i [...]. Me [...] pre-sentata per scommessa, con [...] chissà che non ce la [...]. Leah aveva scelto di [...] a Napoli. Era una città di porto, [...] adatta alla [...] professione, ma era chiaro che Napoli [...] se-dotta per gli stessi motivi [...] cui un tempo aveva amato il circo. Ed era diventata una delle [...] maschere più ricercate nelle feste dei folli del suo [...] notturno. Ci annusam-mo subito, da [...] il desiderio di unirci alla cul-tura che [...] che senza [...] desideravamo rimanesse inaf-ferrabile e [...]. /// [...] /// Mante-neva separata la [...] vita privata da quella lavorativa [...] non portava mai i clienti nella [...] stanza piena di li-bri. La stanza aveva un [...] sul mercato del pesce. Un ra-mo nodoso di [...] attorci-gliava: [...] stendeva i suoi grap-poli [...] il fetido viale, come una ghirlanda nuziale. Evidentemente i cori mattutini [...] disturbavano Leah. Si alzava verso mezzogiorno [...] della banca) apriva la finestra, assaporando la [...] luce del sole che le donava sempre [...]. Mi stupiva il modo [...] le vecchie donne sedute che cuciva-no, di [...] in dialetto stretto, [...] i gesti e parlando, [...] di una setta segreta di donne, che [...] di una cultura. Poi, con uno spirito [...] libero purtroppo per me, si liberava con [...] venditori, che, scherzando, le strizzavano [...] e le mostravano la [...] ordinare ad uno dei ragazzi delle consegne [...] lì a guar-dare e di [...] la colazione a pre-sto! [...] perse [...]. Stava lottando col suo [...] incom-prensibile. Le altre donne scambia-rono [...] con Tony, e mentre aiutavo Leah ad [...] con disprezzo. Marinai ubriachi e prostitute [...] da fare e noi in un certo [...]. Quando accompagnai Leah a [...] chiaramente fino a che punto [...] aveva devastato la [...] mente ed il suo [...]. Inciampò e cadde due [...]. Era però ansiosa di parlare, [...] raccontò, malinconica e ironica dei suoi amanti passati, al-cuni [...] tragici, poetici [...] sabbie mobili di una vita [...]. Attraversammo il suo [...] sotto il balcone dove [...] desiderato stringere la [...] formosa, sorridente immagine impressa [...] incro-cio tra «Carmen» e «Mae West». /// [...] /// La costruzione, come tante altre, [...] stata dichiarata [...] del 1980. [...] di quella catastrofe [...] di tubi Innocenti, che [...] vecchie case di [...] zeppe di legno, che [...] arabesco sotto le volte e in ogni [...]. Circa un terzo della [...] di seconda categoria vicino [...] attesa della realizzazione di un grande complesso [...] della città. Erano scompar-si i mercatini, [...] di luci, e meno numerose erano le [...] bianche, che sventolavano tra il bucato e [...] meriggio. Nemmeno [...] dei rampicanti verdi che [...] queste facciate lesionate. Leah ave-va il volto [...]. Agi-tò il braccio arrabbiata [...] di macerie dove prima [...]. Niente ritornerà più [...]. Napoli mia, [...] una cultura [...] no? Una cul-tura popolare? /// [...] /// Tutto ciò che ho amato [...] ciò che una volta era così vivo, ora è [...]. Ma il mondo che Leah [...] e celebrato era comunque andato in frantumi. Piangeva dol-cemente sulla mia [...]. Rifiutò, però, di farsi [...]. [...] e [...] e di certo [...] picchiata di brutto se avesse [...] un uomo più giovane [...] a casa. Non la rividi [...]. Thomas Belmonte Augusto De Luca [...] «Napoli mia» edito da [...] Ci arrivò nel [...] senza sapere [...] Se ne innamorò e [...] ora, la racconta [...] intellettuale di Thomas Belmonte Golfo Uomini [...] storie di Napoli viste da un antropologo Usa Due [...] due classi sociali che non si capiscono [...] parlano: il mondo scelto da Belmonte Tra [...] il «ventre molle» della città Un libro [...] letterario, la dimostrazione che [...] è [...] frontiera del romanzo di [...]. Vincenzo Cuoco, il grande [...] partenopea del 1799, diceva che a Napoli [...] divise da due secoli di tempo e [...] clima. Da una parte gli «italiani» [...] Napoli, la bor-ghesia -e la [...] -delle [...] delle strade [...] che il mare non bagna. Quella plebe della cui [...] An-na Maria Ortese, non [...] nessun se-gno sulle facce [...] se la plebe stessa, aprendosi come una [...] questa gente più fina, che, allo stesso [...] cosa naturale, non aveva oc-chi per [...] cosa naturale». La frattura tra questi due [...] incide con la profondità di una fa-glia il corpo [...] della città, dando alle stratificazioni [...] sto-ria la naturalità di una geolo-gia. Misurarsi con la complessità [...] lungo i tornanti del tempo alle concrezioni [...] due bordi della faglia si saldano: e [...] delle divisioni, del-le complicità, delle contiguità re-sta [...] ostile, fissa-ta in uno stato di quiete [...] sentimentale. Un viaggio nelle viscere [...] Na-poli [...] quello compiuto da Thomas Belmonte, un antropologo [...] metà degli anni Settan-ta scelse la città [...] della [...] ricerca sul cam-po. Allievo di Margaret [...] di Marvin Harris, di Conrad [...] alla Columbia University di New York, egli giunse a Napoli senza conoscere una sola parola [...] e iniziò la [...] full [...]. Scelse di vivere in [...] più malfamate del centro sto-rico non lontano [...] quello stesso dedalo in cui Boccac-cio ambientò [...] da Perugia, inaugurando di [...] sul ventre oscuro e molle di Napoli [...] «Fontana [...] Re» dai resti di [...] fontana ormai in pezzi. E proprio la [...] che dà il titolo al [...] nato dal soggiorno napoletano di Belmonte (La [...] rotta -Vite napoletane: 1974, 1983, [...] diventa emblema doloroso [...] ferita che taglia in due [...] città [...] straniera a se stessa. Belmonte scelse come luogo [...] e concettuale proprio la plebe sottoprole-taria, la Napoli [...] stretta-mente tramata nel tessuto della città come [...]. La Fontana rotta è [...] di un libro sul sottoproleta-riato napoletano, e [...] un libro [...]. È un «te-sto» su Napoli [...] court, illumi-nante per la [...] scrittura [...] densità narrativa. È proprio la letteratura [...] specifico conoscitivo del lavoro di Belmonte custodendo, [...] in-volucro poetico, quello scambio tra [...] che [...] di ogni inchiesta antropologica, ed [...] di diventare una noiosa [...] sociologi-smi sul sottosviluppo, dai quali Napoli è [...]. Come scrive Domenico [...] curatore [...] italiana, in una bella [...] il testo nei suoi innumerevoli fili cognitivi [...] frequentazione della letteratura contribuisce «a liberare [...] dalle secche del riduzionismo [...] connes-sioni più complessi tra i diversi piani [...]. Belmonte ap-plica alla conflittuale [...] napoletana al-cune delle categorie operative del-la grande [...] «reciprocità negativa» di [...] o la «cultura spuria» [...] però con [...] pro-duzione d metafore poetiche [...] sfumature della condizione umana che egli vuol [...]. La Fontana [...] insomma una sorta di [...] un intrec-cio narrativo di cui lo stesso [...] come narratore e co-me personaggio. Inchiesta, diario e insieme concitato [...] con [...] questo libro mette in forse [...] stessa opposizione tra sog-getto [...] e oggetto inda-gato poiché [...] vede sempre riflessa la propria [...]. In questo, il libro [...] antropologia ri-flessiva, o dialogica, che caratteriz-zato il [...]. [...] e la supe-ra, poiché il [...] con [...] viene assunto in una sintesi [...] ulteriore e non ridotto, come avviene nelle antropologie autori-flessive, [...] una sorta di lamento metodologico [...] di conoscere [...] che approda ad un ossessivo [...] di specchi tra chi osserva e chi è osservato, [...] marca noiosamente [...] e minimalista. Si può dire che Bel-monte [...] napole-tana soprattutto ciò che non può essere [...] scienti-stico statistici ma piuttosto quel margine che [...] scienze sociali, quel non detto che non [...] se non gra-zie al grande artificio della [...] sondare quegli strati profondi [...] e del comu-nitario che [...] ogni screening meramente storico sociologico. Non a caso alcune [...] Belmonte su quella crude-le, materna natura che sembra [...] ordinamenti culturali della città, riecheggiano alcune alte [...] napoletana. A cominciare da quella [...] «di volto mezzo tra bello e terribi-le» [...] da quella Napoli che appare al poeta [...] Re-canati [...] un luogo soglia «se-mibarbaro o [...] piuttosto» e, proprio per [...]. O ancora certe pagine [...] Anna Maria Ortese, del La Capria di Ferito a [...] perduta. Men-tre alcune considerazioni sulla [...] cui ricorre spesso per catturare [...] differenza napoletana -fanno pensare [...] Pasolini, [...] amato da Belmonte, e alle geologiche corri-spondenze [...] illu-minazioni napoletane di Walter Benjamin. Racconto di una doppia meta-morfosi, [...] soggetto e [...] la Fontana rot-ta prova che [...] scrittura antropolo-gica è oggi [...] rifugio del Bil-dungsroman, del romanzo [...] for-mazione. A condizione di non in-frangere [...] e sto-ricamente, [...] segreta di docu-mento e narrazione, [...] sistema e poesia. Marino [...] La fontana rotta Vite [...] Thomas Belmonte [...]. /// [...] /// Marino [...] La fontana rotta Vite [...] Thomas Belmonte [...]. (0)
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