Si era venuta così [...] casa una [...] tesa e irrespirabile ed [...] in quel modo non si poteva continuare [...]. Era qualcosa di tremendo [...] giorno vicino e sotto gli occhi la Vera [...] scambiare con lei più [...]. Era qualcosa di peggio [...] Tantalo perché ora che non potevo avvicinare [...] Vera [...] desideravo fino alla follia. Una mattina venni a [...] S. Pietro dal mio sergente, [...] aveva persa la chiave [...] del nostro ufficio ed aveva dovuto [...] che al parco [...] un fabbro finissimo [...] capace in un [...] di stampare chiavi di qualsiasi [...] serrature, catenacci eccetera e subito mi balenò [...] se io fossi venuto in [...] di due chiavi identiche a quelle colle quali la [...] la mia padrona imprigionava la Vera [...] fatta in barba, come si [...] sotto gli occhi. Sapevo anche perché [...] appreso [...] che [...] la Vera colla zia [...] zia e che perciò stavano fuori tutta [...] dato che di giorno sia la chiave [...] pranzo sia la chiave dello stanzino della Vera [...] nelle serrature, chiesi al mio sergente se [...] poteva farmi fare dal fabbro due chiavette [...] identiche a due modelli che avrei portati [...] mia padrona di casa. [...] mi assicurò di sì [...] lieto di mettersi a mia disposizione per [...] ed io più lieto [...] ne andai sulla zona di lavoro giacché [...] stavo sulla zona di lavoro potevo dimenticare [...] che mi affliggevano. La notte non dormii [...] mille anni che facesse nuovamente giorno. Verso le otto zia [...] pronte per andare via e la zia [...] dire per [...] di [...] sapere se avevo bisogno [...] dato che mancavano insieme alla Vera per [...]. Io a mia volta [...] buon divertimento e di [...] via tranquilla insieme alla Vera [...] avevo bisogno di nulla. ///
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Io a mia volta [...] buon divertimento e di [...] via tranquilla insieme alla Vera [...] avevo bisogno di nulla.